Progetto:Coordinamento/Università/UNIPI/Incipit/Destinatari e obiettivi

Queste pagine hanno l'obiettivo di consentire la stesura di una proposta articolata, da presentare alla comunità, riguardo i criteri per la scrittura degli incipit.

Presupposti modifica

I destinatari e gli obiettivi delle voci di Wikipedia non sono esplicitati nella documentazione di primo livello. Per esempio, nei Cinque pilastri di Wikipedia non c'è nessun riferimento ai destinatari o agli obiettivi dell'enciclopedia.

Tuttavia, la comunità ha espresso in diverse sedi un orientamento a favore della massima comprensibilità, compatibilmente con le caratteristiche dell'argomento trattato e con particolare attenzione alle sezioni iniziali delle voci. Per esempio, nella pagina Wikipedia:Sezione iniziale si dice così:

«La "voce perfetta" comincia con una definizione o una chiara descrizione del soggetto trattato. Questo viene reso assolutamente chiaro al lettore non specialista, per quanto l'argomento lo consenta. Lo scopo di un'enciclopedia è quello di codificare la conoscenza umana in un modo che sia il più accessibile possibile al maggior numero di persone, e ciò richiede descrizioni chiare dell'oggetto di ciascuna voce. Per questo motivo non si catapulta il lettore nel pieno della disciplina trattata sin dalla prima parola, lo si mette a suo agio in modo graduale.»

L'indicazione generale può poi essere precisata attraverso indicazioni specifiche e pratiche, basate sulla bibliografia scientifica esistente. La linguistica italiana ha infatti studiato a fondo il problema dell'accessibilità e della comprensibilità, fornendo anche raccomandazioni operative precise.

Gli studi usano di solito come riferimento il livello di conoscenze linguistiche acquisito al termine della scuola secondaria di primo grado in Italia: questo è anche il caso delle ricerche sul Vocabolario di base della lingua italiana condotte da Tullio De Mauro e dai suoi collaboratori e allievi. Tale riferimento è stato usato anche per la stesura di testi divulgativi, riviste e - cosa che ci riguarda più da vicino - incipit di definizioni da dizionario. Sembra quindi opportuno usarlo come riferimento anche per questo lavoro.

Va tenuto presente che lo stato delle conoscenze al momento non permette di distinguere meglio, per esempio, le competenze linguistiche acquisite a livello di scuola secondaria di primo grado da quelle acquisite a livello di scuola secondaria di secondo grado. Non esiste quindi, per esempio, una lista di parole che possano essere considerate acquisite a questo livello ma non ai precedenti.

Seguono sezioni da approfondire

Le Proposte di intervento sono presentate in una pagina separata.[1]

Motivazioni modifica

Da scrivere, partendo dal presupposto che su Wikipedia la comprensibilità viene giustamente considerata un obiettivo in sé.


Quadro degli studi modifica

Da scrivere

Le raccomandazioni per il lessico modifica

Una buona parte dell'attenzione degli studiosi è stata dedicata agli aspetti lessicali.

La composizione del lessico italiano modifica

Il 23 dicembre 2016 il linguista italiano Tullio De Mauro pubblicò, assieme a Isabella Chiari e con la collaborazione redazionale di Francesca Ferrucci, su Internazionale, il Nuovo vocabolario di base della lingua italiana, https://www.dropbox.com/s/mkcyo53m15ktbnp/nuovovocabolariodibase.pdf?dl=0 (in sigla NVdB). Si tratta di un elenco in ordine alfabetico di circa settemila vocaboli. Come dice il nome stesso, è Nuovo, poiché aggiornato rispetto alla prima versione del Vocabolario di Base (VdB) del 1980, che era stata pubblicata come appendice del testo di De Mauro, Guida all’uso delle parole[1]. La principale innovazione consiste in un ampliato campione di testi, ma soprattutto, in una classificazione delle parole in base al Grande dizionario italiano della lingua dell’uso, [2] e al Nuovo De Mauro, dizionario online di Internazionale..

Il vocabolario di base del 1980 raccoglieva due categorie di vocaboli: 1) i vocaboli di maggior uso nei testi di una lingua in un dato momento storico; 2) i vocaboli che sono percepiti da chi usa una lingua come aventi una disponibilità pari o perfino superiore ai vocaboli di maggior uso. I vocaboli di maggior uso sono ricavabili dall’analisi statistica di un campione di testi di una lingua. I vocaboli di maggiore disponibilità sono ricavabili da un’indagine su parlanti viventi al momento dell’indagine. Il primo vocabolario di base dell’italiano, il VdB, si fondava: 1) sui dati di frequenza e sui dati di uso delle parole offerti dal Lif, il Lessico di frequenza della lingua italiana contemporanea, pubblicato dalla Ibm a Pisa nel 1970, e 2) sui dati di maggior disponibilità, ricavati da una indagine del 1979-1980 su persone adulte dotate di sola licenza media inferiore. Nel VdB le parole di maggior uso furono presentate distinte in due categorie: le prime duemila, di maggior uso, costituivano il vocabolario fondamentale; le successive tremila, di uso minore rispetto al vocabolario fondamentale, furono filtrate attraverso un test di comprensibilità (curato da Massimo Vedovelli) e furono accolte nel VdB solo quelle 2.750 comprese da almeno la metà di alunni e alunne di terza media di varie regioni italiane, e costituiscono il vocabolario di alto uso. Il vocabolario di alta disponibilità, infine, includeva circa 2.300 parole. L’insieme del VdB elencava dunque circa 7.050 parole delle tre categorie: fondamentale, d’alto uso, di alta disponibilità, rispettivamente, FO, AU, AD.

Ai fini del presente progetto universitario, si noti che il VdB è stato programmaticamente usato per costruire l’inizio delle definizioni del significato dei lemmi in alcuni dizionari, come nel Gradit e in dizionari di apprendimento, in modo che almeno l’incipit delle definizioni risulti chiaro a un largo insieme di lettori e lettrici, lasciando al seguito della definizione specificazioni che possano richiedere parole di uso più raro e di minore circolazione. La casa editrice Giunti, per esempio, si è servita del VdB per orientare al meglio la redazione e comprensibilità di testi per la scuola primaria. Dal 1992, su iniziativa del ministro della funzione pubblica Sabino Cassese, il VdB fu assunto, inoltre, a riferimento del Codice di stile delle comunicazioni dell’amministrazione pubblica. Per alcuni anni, presso il dipartimento di scienze del linguaggio della Sapienza di Roma, Emanuela Piemontese ha pubblicato un mensile, Due parole, che era destinato a persone con difficoltà linguistico-culturali o intellettive e trattava argomenti e notizie di ogni genere servendosi sistematicamente di parole del vocabolario di base per facilitare la comprensibilità.

L'esigenza di un Nuovo vocabolario di base nacque in De Mauro dall'idea che i profondi cambiamenti della società italiana tra gli anni settanta del novecento e gli anni dieci del nuovo secolo dovessero avere lasciato tracce consistenti nell’insieme dei vocaboli di maggior uso e di maggiore disponibilità. Negli anni settanta gli ultraquattordicenni con licenza media erano il 23 per cento della popolazione, oggi sono il 64 per cento. Il nuovo vocabolario di base registra, infatti, un buon numero di cambiamenti, accertati anche grazie a tecnologie di analisi automatica dei testi che mancavano alcuni decenni fa. Il vecchio VdB, partendo dal Lif, si fondò su campioni di testi lunghi complessivamente 500mila occorrenze di parole. Il NVdB si fonda sullo spoglio elettronico di testi lunghi complessivamente 18.843.459 occorrenze, raggruppati in sei categorie di estensione approssimativamente equivalente: stampa (quotidiani e settimanali), saggistica (saggi divulgativi, testi e manuali scolastici e universitari), testi letterari (narrativa, poesia), spettacolo (copioni cinematografici, teatro), comunicazione mediata dal computer (chat), registrazioni di parlato. La lista di parole del NVdB, https://www.dropbox.com/s/mkcyo53m15ktbnp/nuovovocabolariodibase.pdf?dl=0, include le circa duemila parole fondamentali, stampate in neretto tondo, le circa tremila parole di alto uso, stampate in tondo chiaro, e le parole di alta disponibilità, stampate in corsivo chiaro. Queste ultime, circa 2.500, sono state ricavate partendo dalla lista di 2.300 parole di alta disponibilità del vecchio VdB, e sottoponendola a gruppi di studenti e studentesse universitari per eliminare le parole non più avvertite come di maggior uso, e per accogliere invece nuove parole avvertite come di alta disponibilità.


La prima componente del lavoro di De Mauro è l’attenzione alla dimensione quantitativa del funzionamento delle lingue. Tratto demauriano per eccellenza, corrisponde anch’esso a un interesse connaturato, che De Mauro stesso riconduceva al lavoro giovanile nell’Istituto nazionale di urbanistica e nella redazione di «Nord e Sud». Già nel 1960 scrisse la memoria lincea su Frequenza e funzione dell’accusativo in greco, nel 1961 la voce Statistica linguistica per la terza appendice della Treccani. Per quanto riguarda il lessico, a partire da Lessico di frequenza dell’italiano scritto del 1970, in collaborazione con Bortolini, Tagliavini, Zampolli, De Mauro inventò il Vocabolario di base: il primo esempio di un’analisi del lessico in strati storici, etimologici, e sociolinguistici, che vent’anni dopo sarebbe diventata dottrina corrente. Simile fortuna sarebbe toccata anche ad un’opera nata dalla stessa radice, il Lessico di frequenza dell’italiano parlato di De Mauro, Mancini, Vedovelli e Voghera (LIP) del 1993. In un certo senso, l’idea di un lessico fatto a strati è stata sfruttata anche come progetto editoriale, per compilare i vocabolari demauriani Utet-Paravia degli anni Novanta e Duemila: i 250.000 lemmi del Grande dizionario italiano dell’uso, i 150.000 del De Mauro monovolume, i 15.000 del Dizionario di base, i 20.000 del Dizionario avanzato dell’italiano corrente (DAIC) sono estratti tutti dallo stesso schedario, poi ritagliato e rielaborato a seconda del livello dei destinatari. [3] Autore di molti volumi, si citano: Capire le parole (1994), Idee per il governo: la scuola (1995), Linguistica elementare (1998); Prima lezione sul linguaggio (2002), La fabbrica delle parole (2005), Parole di giorni lontani (2006), Lezioni di linguistica teorica (2008), In principio c'era la parola? (2009), Parole di giorni un po' meno lontani (2012), La lingua batte dove il dente duole (con A. Camilleri, 2013) e In Europa son già 103. Troppe lingue per una democrazia? (2014). De Mauro ha curato il DAIC o Dizionario avanzato dell'italiano corrente (1997), il Dizionario della lingua italiana (2000), il Dizionario etimologico (con M. Mancini, 2000) e il Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana (con M. Mancini, 2001). [4]

Segue una precisazione sul Dizionario avanzato dell'italiano corrente di De Mauro. Il DAIC (1997), infatti, si compone dell'insieme dei vocaboli in uso in un determinato momento storico, in particolare il DAIC contiene i vocaboli in uso negli anni Novanta. Nella voce Vocabolario corrente ci sono diversi errori, soprattutto nell'incipit, come dimostra anche la discussione, in quanto il vocabolario corrente di De Mauro non è un sottoinsieme del lessico italiano ma, piuttosto, è l'insieme lessico italiano nella sua interezza, considerato come lessico "che si sta svolgendo/in corso" in quel determinato momento. Rimando per il significato di "corrente" al NVdB https://dizionario.internazionale.it/parola/corrente. Dunque il DAIC è relativo, e non assoluto, e la sua relatività risponde alla variabile tempo. Esso è costituito dall'insieme dei vocaboli del Vocabolario di Base e del Vocabolario Comune. [5]

Questo introduce un'ulteriore importante precisazione: quando venne pubblicato nel 2016 il NVdB da De Mauro su Internazionale, esso fu corredato da una lista in 12 punti, intitolata "Avvertenze per la consultazione". Interessante ai fini del presente paragrafo sulla composizione del lessico italiano, è il punto numero 8, "Marca d'uso", per cui rimando a https://dizionario.internazionale.it/avvertenze/8. La marca d'uso è una polirematica tecnico-specialistica della linguistica che identifica i livelli e le modalità di uso d’un elemento linguistico; nel NVdB è stampata in rosso maiuscolo e compare nell’intestazione del lemma dopo la qualifica grammaticale. Per citare il Nuovo De Mauro, "in questo dizionario, simbolo che identifica l’appartenenza dei lemmi o di loro accezioni al vocabolario di base (fondamentale, di alto uso o di alta disponibilità), comune, letterario, di basso uso o obsoleto o a uno dei linguaggi tecnico-scientifici e ne indica, all’occorrenza, la natura di esotismo non adattato." (https://dizionario.internazionale.it/parola/marca)

Non bisogna confondere il Nuovo Vocabolario di Base di De Mauro, ossia l'aggiornamento del VdB, con il Nuovo De Mauro, che è il dizionario online di Internazionale. Il primo contiene solo parole fondamentali (FO), alto uso (AU) e alta disponibilità (AD), il secondo presenta anche vocaboli marcati come di uso comune (CO), tecnico-specialistico (TS), letterario (LE), regionale (RE), dialettale (DI), esotico (ES), basso uso o raro (BU), ed obsoleto (OB).

Parole sconosciute e web usability modifica

Un'importante questione è quella delle parole sconosciute. Per sviluppare il lessico, serve presentare parole sconosciute, perché, se non si presentassero, il lessico non potrebbe svilupparsi. È evidente però che presentare parole sconosciute in un contesto che è in generale poco comprensibile, non aiuta molto: qualcosa si può anche capire, ma lo sviluppo del lessico risulta più o meno zero. Se manca l'impalcatura, è impossibile apprendere il lessico di una lingua. [6]

Le impalcature costituiscono il punto di snodo. L'apprendimento del lessico avviene quando il contesto è sufficiente a fare ipotesi ragionevoli sul significato delle parole. L'impalcatura è il contesto. Il significato di una singola parola sconosciuta in un testo, per il resto comprensibile, può essere spesso chiarito dal contesto o da un rapido controllo sul dizionario. Quando questa situazione non si verifica, ossia quando il contesto non è chiaro, la comprensione può risultare impossibile. Per esempio, l'italiano burocratico viene spesso rifiutato o accettato passivamente, anche dagli stessi parlanti madrelingua italiani, e solo di rado viene studiato, appreso e interiorizzato da chi non ha già un qualche tipo di familiarità con il sistema. Il sistema-impalcatura è la base fondamentale su cui si può costruire lo sviluppo del lessico.

Ai fini del seguente progetto sugli incipit, giacché Wikipedia non è un sito che ha come obiettivo principale quello di aiutare i visitatori ad approfondire il lessico e dato che dalla variabile «pubblico» è impossibile prescindere, non è possibile sapere a priori se il pubblico di Wikipedia abbia le competenze di base per usare il contesto dell'incipit di una voce specialistica come impalcatura per imparare nuovi vocaboli. Non è possibile saperlo a priori, poichè le persone che accedono a Wikipedia non vengono profilate. La mancanza di dati permette di fare ipotesi in entrambe le direzioni: o gli utenti «imparano tantissimo», e quindi sviluppano il loro lessico, o «non imparano nulla», non comprendendo neanche il contesto-impalcatura di ciò che stanno leggendo. Un'idea possibile è scrivere in funzione dell'autore, rispettando le regole di un genere testuale, ai fini di agevolare la comunicazione. In linguistica, infatti, per il successo di un atto comunicativo occorre sempre tener conto dei destinatari.

La semplificazione degli incipit delle pagine di Wikipedia può essere vista nell'ottica di una maggiore usabilità per gli utenti. Per quanto riguarda le questioni di usabilità, a livello di comunicazione pubblica, l'usabilità è obbligatoria. In Italia vi sono leggi e standard sulla chiarezza e la comprensibilità dei siti web pubblici. Prima fra tutte, la «legge Stanca» (4/04) e il successivo regolamento tecnico: Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici. La suddetta legge Stanca è obbligatoria per i siti web delle pubbliche amministrazioni, e di vitale importanza ai fini dell'inclusione di tutti i possibili fruitori.


Vi sono alcuni modelli di ottimizzazione dell'usabilità dei siti web.

Dell'anno 2000 è il modello di Jakob Nielsen della web usability. L'obiettivo di base di Nielsen è ridurre il tempo per eseguire le azioni più comuni all'interno di un sito web. Partendo dalla tradizione secolare del taylorismo e dell’organizzazione scientifica del lavoro, l'obiettivo è risparmiare tempo, perchè il tempo, nelle società moderne, è un valore. Anche risparmiare un secondo in un’operazione, oppure un clic in una procedura d’acquisto, sono valori in sé. Ciò si realizza, secondo Nielsen, tagliando ed eliminando le immagini, per esempio, perché aumentano i tempi di caricamento, ed eliminando tutto ciò che è inutile.

Riedito nel 2014, il libro “Don't make me think" di Steve Krug racchiude in sè un altro modello di usabilità. Anche l'obiettivo di Krug, così come quello di Nielsen, è ridurre il tempo per eseguire le azioni più comuni. Come si comprende, già dal titolo, l'idea è di ridurre il pensiero e fare le azioni necessarie all'utilizzo del sito web in maniera automatica e veloce, senza starci a pensare, per l'appunto.

Il Modello Tufte si applica alla grafica. Edward Tufte affrontò i problemi della grafica professionale attraverso una serie di libri, in particolare, in The Visual Display of Quantitative Information nel 1983 e nel 2001. Secondo Tufte, i dati forniti dal mondo reale sono a volte incredibilmente complessi. Per gestirli può essere utile una strategia. L'autore basa la sua strategia su tre elementi: la carta, la densità informativa e le immagini rilevanti. Tufte elaborò questo modello per rendere comprensibili le informazioni a livello grafico.

I tre modelli presentati sono accumunati da un obiettivo: la ricerca di semplicità. O meglio, la ricerca di semplicità nei siti web ai fini di una migliore usabilità. Nel modello Nielsen, la semplicità è un valore in sé. E ciò si osserva anche in Krug e Tufte. In molte situazioni, la maggioranza, soprattutto quando il fine di un testo è la divulgazione, la semplicità è un valore. Dall'enciclopedia, ci si aspetta un certo livello scientifico, che spesso implica complessità. A volte, le informazioni non possono essere semplificate: possono però essere ordinate.

Seguendo dei criteri di ordine delle informazioni negli incipit delle pagine di Wikipedia, si otterrebbe una maggiore comprensibilità, e, dunque, una maggiore usabilità delle voci da parte degli utenti. Se poi, negli incipit, si conciliassero la semplificazione lessicale e l'ordinamento della densità informativa, l'obiettivo comprensibilità sarebbe raggiunto da tutti i destinatari.

I criteri generali di comprensibilità per il lessico modifica

Capire un testo significa decodificare una lingua, identificare le relazioni tra le parti del discorso e riconoscere le relazioni tra i vari concetti e tra questi e la realtà. La comprensione prevede il controllo di quattro piani della lingua : quello lessicale, sintattico, pragmatico e semantico. La comprensione quindi è un'attività di analisi e individuazione del significato composta da fasi intermedie, non un processo meccanico, lineare, che avviene completamente o non avviene [7].

Si può affermare che un testo è compreso appieno se il lettore conosce il senso delle varie parole; ha capito quali relazioni reggono la struttura del testo, sa tradurre tali relazioni in conoscenze sul mondo, ha capito se l'emittente si aspetta qualcosa da lui, e cosa.[8]

La comprensibilità, è una caratteristica relazionale, perché è una qualità del rapporto tra destinatario, testo e situazione di ricezione, e non un aspetto formale[9]

Analizzando le voci di Wikipedia, grazie allo strumento READ-IT (strumento per la misurazione della leggibilità del testo) generalmente, le voci di Wikipedia in Italiano, risultano più difficili da comprendere per via del lessico utilizzato. Per facilitare la comprensibilità del testo Piemontese scrive delle raccomandazioni da seguire per scrivere in modo più efficace.


Cosa preferire come lessico:

• parole brevi a parole lunghe (veloce o rapido anziché tempestivo) • parole di uso comune a parole più rare o di tono elevato (andare anziché recarsi; ) • parole concrete a parole astratte (soldi anziché liquidi/liquidità) • parole precise e dirette a perifrasi (sfratto anziché provvedimento esecutivo di rilascio) • parole italiane a parole di origine straniera, latina e greca compresa (direttore del progetto anziché project manager;). Spesso parole di origine straniera (come project manager) sono più brevi delle equivalenti italiane; in alcuni casi, tuttavia, è meglio sacrificare la brevità a favore della chiarezza.


Di seguito invece i punti di raccomandazione su cosa evitare per il lessico:

• parole e locuzioni di linguaggi specialistici quando questi abbiano corrispondenti di uso più comune (medicina anziché farmaco; febbre anziché piressia) • abbreviazioni e sigle, senza spiegarle, la prima volta che appaiono, specie se di uso non comune o con scioglimenti multipli (Smal, Servizio di medicina ambiente lavoro) • parole ricche di prefissi e prefissoidi, suffissi e suffissoidi (iperattivo; veterocomunismo) • parole e locuzioni oscure di origine politica e giornalistica (attendismo, avventurismo; cattocomunismo; buonismo;) • metonimie o sineddochi come trasferimenti semantici (il Presidente della Repubblica anziché il Quirinale) • metafore di varia provenienza: economica, medica, matematica, militare, sportiva, informatica ecc. (scendere in campo; combattere su più fronti; dare alla luce) • formule stereotipate in cui un certo aggettivo è sempre associato a un certo sostantivo e viceversa (netto rifiuto)


Di seguito cosa limitare per il lessico:

• sostantivi deverbali a suffisso zero (privi cioè di qualunque tipo di suffisso) in cui la desinenza maschile o femminile si lega direttamente alla radice del verbo (uso/utilizzazione anziché utilizzo; riordinamento anziché riordino;) • verbi denominali o deaggettivali a favore di costruzioni più chiare formate da verbo+complemento (dare disdetta anziché disdettare) • Sostantivi astratti che risultino da una serie di passaggi da una categoria all’altra, mediante l’aggiunta di un affisso alla base (materializzazione < materializzare < materiale < materia)[10]

La distinzione tra tecnicismi specifici e tecnicismi collaterali modifica

Un tecnicismo è un termine che appartiene ad un linguaggio settoriale, ed esprime cioè un concetto, una nozione propria di un determinato settore o ambito specialistico[11].
Solitamente i tecnicismi nascono quando una comunità precisa legata ad un'attività o professione sviluppa usi linguistici propri, spesso anche con valore identitario (rafforzano l'identità di gruppo e stabiliscono chi ne fa parte e chi no). Queste varietà linguistiche sono anche dette linguaggi specialistici o lingue speciali[12].
I principali meccanismi di formazione dei tecnicismi sono quelli dell'affissazione di una base, di composizione (con prefissoidi greci o latini, come nell'ambito medico) e di suffissazione (soprattutto nella chimica)[13][14].
Generalmente i tecnicismi sono molto trasparenti nel significato e non presentano ambiguità, essendo relativi a concetti tecnici, in alcuni casi tuttavia possono nascere a partire da meccanismi di rideterminazione, cioè dando un nuovo significato a una parola che ha un'altra accezione nella lingua comune, e di conseguenza risultare meno facilmente comprensibili: ne sono esempi i tecnicismi della fisica momento, forza e lavoro[13].

In alcuni casi i tecnicismi possono essere perfettamente sostituiti da termini del linguaggio comune: si tratta di tecnicismi collaterali (un esempio è il termine piresi in luogo di febbre). In altri casi individuare un sinonimo può essere complicato, perché i termini tecnici non hanno un equivalente nella lingua comune (è il caso ad esempio di Gram-negativo): si tratta di tecnicismi specifici.

I tecnicismi specifici sono termini che si riferiscono in maniera univoca a concetti di una determinata disciplina o ambito lavorativo. Non sono pertanto generalmente sostituibili.
Ad esempio, scrive Serianni nel suo libro Un treno di sintomi: «per indicare il piccolo osso che forma la parte terminale della colonna vertebrale dobbiamo adoperare obbligatoriamente il tecnicismo coccige». [15]
Sono esempi di tecnicismi specifici i termini utilizzati in ambito medico, in anatomia, fisiologia, ecc… come ulna, massetere, metabolismo.

I tecnicismi collaterali sono invece termini relativi sempre ad un settore specialistico, ma usati non per una effettiva necessità comunicativa e per ragioni di precisione e univocità, ma per dare al testo un particolare stile, attraverso un registro elevato e distinto dal linguaggio comune. Sono quindi spesso sostituibili con espressioni più semplici e comuni.
I tecnicismi collaterali vengono così definiti da Serianni: «particolari espressioni stereotipiche, non necessarie, a rigore, alle esigenze della denotatività scientifica, ma preferite per la loro connotazione tecnica». [13]
In questi casi c'è un'evidente distanza dal linguaggio comune: Serianni fa l'esempio in ambito medico di un paziente, il quale "sente un forte dolore alla bocca dello stomaco", e il medico che nella cartella clinica scrive "il paziente accusa un vivo dolore nella regione epigastrica"; accusa in luogo di sentire è appunto un tecnicismo collaterale del linguaggio medico.[13]

Mentre i tecnicismi specifici sono utili per comunicare le informazioni, i tecnicismi collaterali non lo sono.

Risposte a possibili obiezioni modifica

La conoscenza del lessico e l'uso del lessico modifica

Al quadro presentato nelle sezioni precedenti si può obiettare che la complessità del lessico è importante. L'obiezione è naturalmente valida e le motivazioni condivisibili, ma occorre distinguere tra

  • la presenza di un lessico complesso all'interno della società e nelle competenze degli individui
  • l'uso effettivo del lessico complesso nelle diverse circostanze

Che nella società esista un lessico complesso e che gli individui siano in grado di usarlo è considerato, più o meno universalmente, un fatto positivo. Questo però non significa che sia un bene usare effettivamente quel lessico in tutte le circostanze.

L'uso di un lessico complesso spinge chi non lo conosce ad apprenderlo? Dipende.

La correttezza terminologica è importante modifica

La correttezza terminologica è senz'altro importante, anzi, è fondamentale per un'enciclopedia. Tuttavia, si può distinguere tra correttezza e precisione. L'uso del lessico può infatti essere corretto anche senza arrivare al massimo livello di specialismo e senza che questo significhi, per esempio, dire cose false per facilitare la comprensibilità.

La terminologia scientifica disambigua ma può anche rendere ambiguo modifica

Non sempre. A volte una stessa etichetta è usata con significati diversi nelle diverse discipline. Per esempio, diffrazione si usa in ottica e in filologia; questi due ambiti specifici sono difficili da confondere, ma, come si è visto nelle discussioni, la confusione è una possibilità più realistica con parole come locutori (presente in sociolinguistica e in teoria della comunicazione).

Le raccomandazioni di Wikipedia sulla sintassi modifica

La sintassi è un aspetto molto importante per rendere il testo comprensibile e scorrevole perché riguarda l’ordine, la struttura della frase, gli elementi che la costituiscono e le loro associazioni[16]. Le diverse parole, una di seguito all’altra, devono seguire una struttura ben precisa, affinché il lettore possa comprendere il significato della frase in maniera immediata.
In Wikipedia la sintassi dovrebbe essere compatibile con gli orientamenti dichiarati dalla comunità, che insistono sul fatto che lo scopo è “farsi capire”[17] da un qualsiasi lettore, che sia un adulto o un bambino.
I suggerimenti di Wikipedia[18] da seguire a livello sintattico sono:

  • seguire le regole sintattiche dell’italiano;
  • descrivere i concetti, i fatti, le cause, gli effetti ed il contesto di una voce in maniera il più possibile concisa;
  • usare uno stile sintattico piano e semplice (“stile spicciolo”);
  • non scrivere frasi troppo lunghe e piene di subordinate;
  • prediligere frasi brevi, chiare e semplici etc.

Secondo le indicazioni nel Manuale di stile, una voce è buona se ricca di informazioni e chiara, anche senza essere stilisticamente perfetta. Inoltre, è importante organizzare il testo ordinatamente, dividendolo in sezioni, seguendo uno stile enciclopedico[19]. Alcuni consigli, che si trovano nella descrizione per la voce perfetta, sono:

  • cominciare con una definizione;
  • essere ordinati, sia per quanto riguarda la struttura logica delle frasi, sia per la struttura sintattica, etc[20].

Inoltre, una sintassi adeguata rende maggiormente leggibile[21] il testo. La comunità di Wikipedia parla di readability, ovvero la caratteristica che deve avere una pagina per essere scorrevole nella lettura e facile da comprendere. Le misure che vengono usate per calcolare la leggibilità sintattica delle voci sono:

La sintassi da usare all’interno delle voci di Wikipedia è, dunque, molto semplice e immediata, affinché le informazioni siano recepite in modo chiaro dai destinatari.

Regole della lingua italiana sulla sintassi modifica

Le regole italiane sulla sintassi si riferiscono a diversi aspetti della composizione di una frase. Innanzitutto, è bene distinguere due tipi di frasi[22]:

  • la frase semplice, detta anche proposizione, è composta da un verbo e dagli elementi che sono direttamente legati ad esso, chiamati anche attanti o argomenti;
  • la frase complessa, chiamata anche periodo, è composta da più proposizioni, collegate insieme su uno stesso livello (coordinamento) o su livelli differenti (subordinazione).

In Wikipedia, si privilegiano frasi semplici o frasi complesse con livelli di coordinazione.

Inoltre, le regole della sintassi italiana prediligono un certo ordine delle varie unità sintattiche, ovvero «… segmenti di frasi dotate di significato, costituite da una parola o da un piccolo gruppo di parole unite tra loro da un legame logico[23]». L’ordine solito della lingua italiana è formato da soggetto + verbo + complemento oggetto (ordine SVO, solitamente chiamato anche “non marcato”[24]), ma è possibile strutturare le frasi “marcando” particolari unità sintattiche rispetto ad altre. Si parla di[25]:

  • dislocazione a sinistra, se, volendo mettere in rilievo un complemento, questo si pone prima del verbo,
    • ad esempio, ”Su questo argomento abbiamo già discusso”;
  • dislocazione a destra, nei casi in cui si divida dalla frase principale un complemento, anticipandolo, però, con un clitico. Queste sono tipiche del parlato e nelle frasi interrogative,
    • un esempio, ”Ne abbiamo già discusso, di questo”;
  • frase scissa, che isola o mette in rilievo un elemento principale della frase, come il soggetto. Usa spesso il ”che”,
    • ad esempio, ”È Luigi che studia il russo”;
  • frase pseudo-scissa, ovvero una frase costituita da un nome o un pronome, una frase relativa e il verbo essere copulativo con un altro nome o pronome,
    • un esempio, ”Chi mi manca è lui”.

Questi tipi di frase hanno lo scopo di mettere il focus sul complemento a cui è stato cambiato il normale ordine.

La sintassi in Wikipedia studiata da M.E Piemontese modifica

Maria Emanuela Piemontese, docente del corso di Didattica delle Lingue moderne dell’Università “La Sapienza” di Roma[26], nel suo libro ”Capire e farsi capire: teorie e tecniche della scrittura controllata”, affronta il tema della sintassi in Wikipedia.
Le linee guida principali da lei indicate sono:

  • privilegiare la coordinazione, rispetto alla subordinazione;
  • preferire la forma attiva alla forma passiva;
  • optare per la forma personale a quella impersonale;
  • prediligere la forma positiva rispetto a quella negativa.

È inoltre provato che frasi semplici e brevi hanno un indice di comprensibilità più alto rispetto quelle più lunghe[27].

Alcuni suggerimenti di modifica nelle voci di Wikipedia modifica

In questa sezione, verranno riportati alcuni esempi di voci Wikipedia, scelte tramite “Una voce a caso”, da migliorare a livello sintattico.

Virginia Slims of Houston 1985 - Singolare modifica

Il testo da migliorare in questa voce potrebbe essere:
«Il singolare del torneo di tennis Virginia Slims of Houston 1985, facente parte del Virginia Slims World Championship Series 1985, ha avuto come vincitrice Martina Navrátilová che ha battuto in finale Elise Burgin 6–4, 6–1.»

È possibile notare nella frase la presenza di due subordinate, facilmente trasformabili in un’unica proposizione. La frase può essere modificata in questo modo:
«Il singolare del torneo di tennis Virginia Slims of Houston 1985 del Virginia Slims World Championship Series 1985, è stato vinto da Martina Navrátilová contro Elise Burgin con un punteggio di 6–4 e 6–1.»

In questo caso, le due subordinate sono state inglobate come complementi della frase principale: ciò ha permesso di rendere la frase più corta e, dunque, più leggibile.

Impressionismo modifica

Una voce con diverse frasi marcate è quella sulla corrente impressionista. Un esempio è:
«Nuovi stimoli vennero anche dall'Esposizione universale di Parigi del 1889, dove trovò sfogo l'interesse per l'arte esotica, in particolare quella giapponese e quella cinese.»

La frase presenta una struttura inversa rispetto a quella tipica, come potrebbe essere la seguente:
«L’Esposizione universale di Parigi del 1889 portò alla creazione di nuovi stimoli, dovuti soprattutto all’interesse per l’arte esotica, in particolare quella giapponese e quella cinese.»

L’autore di questa voce usa molto spesso l’ordinamento marcato delle frasi: lo stile della sintassi è di tipo giornalistico, non enciclopedico, ma non per questo errato.

Sono, inoltre, presenti periodi molto lunghi che andrebbero semplificati, come l’esempio sottostante:
«Fondamentali per la nascita dell'Impressionismo furono le esperienze del Romanticismo e del Realismo, che avevano rotto con la tradizione, introducendo importanti novità: la negazione dell'importanza del soggetto, che portava sullo stesso piano il genere storico, quello religioso e quello profano; la riscoperta della pittura di paesaggio; il mito dell'artista ribelle alle convenzioni; l'interesse rivolto al colore piuttosto che al disegno; la prevalenza della soggettività dell'artista, delle sue emozioni che non vanno nascoste o camuffate, con rapidi colpi di spatola, creando un alternarsi di superfici uniformi e irregolari, che divenne il punto di partenza per le ricerche successive degli impressionisti.»

In questo caso, l’idea migliore potrebbe essere quella di creare una lista per suddividere meglio il testo:
«Fondamentali per la nascita dell'Impressionismo furono le esperienze del Romanticismo e del Realismo, che avevano rotto con la tradizione, introducendo importanti novità:

  • la negazione dell'importanza del soggetto, che portava sullo stesso piano il genere storico, quello religioso e quello profano;
  • la riscoperta della pittura di paesaggio;
  • il mito dell'artista ribelle alle convenzioni;
  • l'interesse rivolto al colore piuttosto che al disegno;
  • la prevalenza della soggettività dell'artista, delle sue emozioni che non vanno nascoste o camuffate, con rapidi colpi di spatola, creando un alternarsi di superfici uniformi e irregolari, che divenne il punto di partenza per le ricerche successive degli impressionisti.»

Meridionalismo modifica

La voce Meridionalismo inizia con un periodo abbastanza lungo:
«Il Meridionalismo è il complesso degli studi, sviluppatisi nel corso del XX secolo, riguardanti le problematiche del periodo postunitario connesse all'integrazione del Mezzogiorno d'Italia nel contesto politico, economico e culturale, originatosi nel nuovo Stato unitario[28]

Anche in questo caso, la sintassi risulta comunque comprensibile, ma è possibile migliorarla trasformando alcune subordinate in coordinate.
Un esempio potrebbe essere:
«Il Meridionalismo è una corrente di studio sviluppatisi nel corso del XX secolo e riguarda le problematiche del periodo postunitario connesse all'integrazione del Mezzogiorno d'Italia nel contesto politico, economico e culturale del nuovo Stato unitario[28]

Fortunatamente, la sintassi in Wikipedia è solitamente molto semplice e non necessita, se non in casi particolari, di molte modifiche.

L'utilizzo della costruzione passiva modifica

Uso della forma passiva modifica

La costruzione della forma passiva di 'base' è quella in cui l’oggetto diretto della frase attiva diventa soggetto, quello che era soggetto diventa complemento d'agente, mentre il verbo assume la forma della coniugazione passiva. Il verbo, quindi, è costituito da una perifrasi verbale ausiliare e dal participio perfetto. Tali indicazioni le troviamo scritte anche nella pagina della diatesi passiva italiana.

Perché preferire l'utilizzo della forma attiva modifica

L’uso della forma passiva, secondo Emanuela Piemontese nel suo libro "Capire e farsi capire. Teorie e tecniche della scrittura controllata", risulta essere più diretto ed esplicito di quella passiva perché con essa si può subito identificare il soggetto dell'azione.[29]

Tenendo conto delle linee guida di Wikipedia sulla scrittura dell’incipit, la voce deve iniziare «con una definizione o una chiara descrizione del soggetto trattato»[30], evitando sintassi articolate e prestando particolarmente attenzione alla semplicità e scorrevolezza di scrittura.

Il passivo viene più frequentemente associato ad una maggiore formalità perché richiede sia controllo testuale che padronanza di regole morfologiche più complesse. Tuttavia non è sempre consono per un incipit.

Quindi, una soluzione per rendere quest'ultimo più accessibile, chiaro, preciso e contenente informazioni complete, è l’uso della forma attiva che risulta più diretta ed esplicita di quella passiva. Ricordiamo che l’obiettivo di un incipit è dare una descrizione informativa breve che consenta di identificare immediatamente il soggetto che svolge l’azione.[31]

Sempre tenendo presente che le raccomandazioni sopraelencate vanno applicate a seconda del contesto, non è quindi una procedura da applicare indistintamente e senza un ragionamento morfo-sintattico.

Nonostante le raccomandazioni e motivazioni riportate è bene specificare che l'utilizzo della costruzione passiva negli incipit delle voci di Wikipedia risulta essere raro, ma in alcuni casi è più consono utilizzare la suddetta piuttosto che la controparte attiva. Infatti, può essere la soluzione sintattica migliore quando vengono trattati certi avvenimenti e circostanze come ad esempio non specificare l'autore dell'evento rappresentato dal verbo o nel caso in cui si voglia dare continuità a due frasi consecutive.

Analisi degli incipit e possibili modifiche proposte modifica

Al fine di verificare che gli incipit siano scritti rispettando le regole[30] indicate da Wikipedia e che la costruzione passiva sia utilizzata in modo corretto, è stato selezionato un campione di 50 voci. Esse sono state scelte attraverso la funzione ‘Una voce a caso’, analizzando se vi fosse la presenza di costruzioni passive errate o poste in modo scorretto all’interno degli incipit.

Durante l'analisi solo due voci hanno presentato, all'interno dell'incipit, l'uso della costruzione passiva:

«La versione francese è stata mandata da Télétoon, la controparte di Teletoon nella seconda lingua ufficiale del Canada, il 16 ottobre 2010.»

«Venne catturato da truppe da montagna della Milizia imperiale austriaca, portato prigioniero a Trento, processato e giustiziato per alto tradimento nella fossa del castello del Buonconsiglio.»


Questo evidenzia come durante la stesura, gli utenti siano attenti ad utilizzare una forma più diretta e semplice, in modo da rendere la voce più accessibile a tutti, seguendo implicitamente le regole della professoressa Emanuela Piemontese. Tuttavia, va ricordato che l'uso della costruzione passiva non è da escludere a priori, e non è necessario intervenire se non viene intaccato il senso generale della frase. Questo soprattutto se essa viene usata in modo corretto.

L'incipit della pagina di Cesare Battisti in cui uno dei due soggetti che svolge l'azione (il tribunale militare), non viene citato come complemento d'agente nella versione originale, potrebbe essere specificato nel momento in cui si trasformasse tale costruzione in attiva. Tuttavia, tale proposta potrebbe risultare poco d'aiuto in quanto l'esplicitazione completa dei soggetti rende la frase molto più lunga e contorta, ed è quindi preferibile l'uso della costruzione passiva. Questo è uno dei casi in cui l'uso della costruzione passiva risulta essere più consono di quella attiva.

Di seguito viene presentata la voce sopracitata La mia babysitter è un vampiro con una possibile modifica della costruzione passiva, tramutata in costruzione attiva. Nonostante ciò, si tratta comunque di due incipit in cui il passivo non genera ambiguità o particolari confusioni, per cui è in realtà indifferente che si utilizzi l'una o l'altra forma.

«Il film va in onda il 9 ottobre 2010 su Teletoon. Télétoon, la controparte di Teletoon nella seconda lingua ufficiale del Canada, distribuisce la versione francese il 16 ottobre 2010.»

La punteggiatura in Wikipedia modifica

L’uso appropriato della punteggiatura è indispensabile per la comprensione e la chiarezza di un testo. Come afferma M.E. Piemontese nel ”Capire e farsi capire: teorie e tecniche della scrittura controllata”, la punteggiatura ha la capacità di far interpretare il testo al lettore in maniera più chiara e leggibile.
Il segno d’interpunzione più usato deve essere il punto fermo, che delimita periodi preferibilmente di 20-25 parole (misura preferenziale per una migliore comprensione in una voce Wikipedia)[32].
Anche la virgola è un segno molto comune, dal momento che ha il compito di evidenziare alcuni elementi di un sintagma, e va usata per:

Non si trova dopo le congiunzioni coordinative e disgiuntive come e, ma, o, nè si deve trovare come separazione tra soggetto e predicato[33]. Le linee guida di Wikipedia sconsigliano un uso assiduo della virgola, preferendo il suo utilizzo in modo strategico per la comprensione immediata di frasi mediamente complesse.
Il punto e virgola serve nelle pause più forti della virgola per separare due proposizioni o per elementi complessi negli elenchi. I due punti, invece, si usano per indicare elenchi, spiegazioni, chiarimenti o discorsi diretti; mentre le virgolette isolano citazioni altrui.
Meno frequenti sono le parentesi e il trattino, che introducono solitamente incidentali. Il trattino (-, senza spazi tra le parole e il trattino) in Wikipedia serve per[34]:

  • unire due cifre, come negli intervalli di numeri;
  • unire prefissi e prefissoidi, mine anti-uomo;
  • raggruppare aggettivi, sostantivi e sostantivi-avverbi, come la regista cino-canadese[35];
  • indicare un rapporto tra due nomi.

La lineetta media (- e –) è caratterizzata da spazi che la delimitano, al contrario del trattino. In Wikipedia viene usata[36]:

  • per separare due elementi in titoli, didascalie, diciture;
  • negli intervalli di tempo più articolati, per esempio 5 marzo 2020 - 31 marzo 2022;
  • per indicare relazioni in infrastrutture o collegamenti, per esempio collegamenti ferroviari;
  • per delimitare un inciso in un testo;
  • al posto delle parentesi.

La barra obliqua serve per segnalare due possibilità, ma è bene ricordarsi che rende la lettura meno scorrevole nei testi lunghi e articolati[37].

Le raccomandazioni per la brevità modifica

Secondo le linee guida di Wikipedia, l’incipit della “voce perfetta” deve essere composto da poche frasi in cui «si devono curare con particolare attenzione la semplicità e scorrevolezza di scrittura»[38]. Un carattere fondamentale per aumentare la leggibilità di un testo è la brevità[39], obiettivo condiviso dalle linee guida che specificano che l’incipit «dovrebbe costituire una versione concisa ma completa della voce stessa»[38].

Un modo per rendere concisa la sezione dell’incipit senza perdere in completezza è l'eliminazione delle espressioni superflue, cioè le espressioni che non comunicano un significato specifico aggiuntivo, ma innalzano solamente lo stile. Partendo dai suggerimenti dell’utente Actormusicus[40], cerchiamo di identificare delle categorie linguistiche che possono spesso essere eliminate o sostituite.

Bisogna tenere presente che le raccomandazioni seguenti vanno applicate tenendo conto del contesto. Non si tratta quindi di una procedura automatica e per ogni voce occorre valutare discutendone con gli altri wikipediani se attuare le modifiche o no [41].

Informazioni accessorie modifica

All'interno di una frase, non tutte le informazioni hanno uguale importanza. Spesso a un nucleo essenziale vengono aggiunte informazioni meno rilevanti, e a volte si hanno fenomeni veri e propri di article creep: l'accumulo di interventi che di per sé sarebbero perfettamente corretti, ma che tutti assieme rendono difficile individuare il nucleo informativo di una frase, o di intere sezioni di testo.

Va notato che spesso le informazioni meno rilevanti non sono strettamente collegate al resto della frase dal punto di vista sintattico. Questo rende a volte possibile eliminarle semplicemente cancellando alcune parole, senza modificare il resto della frase.

Il caso più significativo è quello delle proposizioni incidentali:[42] intere proposizioni non collegate alla sintassi del resto della frase e poste di solito fra virgole, trattini o parentesi. In un incipit, se il contenuto della proposizione incidentale aggiunge informazioni non essenziali, per migliorare la leggibilità è spesso consigliabile eliminare la proposizione. Le informazioni fornite dalla proposizione incidentale possono del resto essere recuperate nel testo della voce.

In alcuni casi le informazioni meno rilevanti sono presentate in singoli complementi o in singole parole come avverbi o aggettivi. In diversi casi è evidente che queste parole non aggiungono nessun contenuto informativo al testo ma si limitano ad allungarlo. Alcuni esempi tipici sono:

  • l'avverbio inoltre,[40] che ha il significato di "in aggiunta a ciò che è già stato detto o fatto"[43]. L'avverbio è utile in un testo argomentativo, in cui si vuole attirare l'attenzione sul rapporto logico tra quanto è stato detto in precedenza e la frase attuale. Tuttavia negli incipit, che spesso sono un breve sommario delle informazioni caratterizzanti della voce, la sua presenza spesso non è necessaria: la semplice successione delle frasi fa capire che vengono fornite aggiunte alle informazioni precedenti. Per capire se le informazioni collegate da un "inoltre" sono strettamente si può provare a invertire l'ordine in cui sono presentate: se il senso è mantenuto, "inoltre" è probabilmente superfluo. A due frasi coordinate con l'utilizzo di "inoltre" si possono quindi preferire due frasi separate da punto fermo[38], eventualmente distinte in due capoversi separati. Per esempio:

«Assieme all'acquedotto Carolino e al belvedere di San Leucio, è stata inserita dall'UNESCO, nel 1997, nella lista dei patrimoni dell'umanità. Costituisce, inoltre, uno dei musei statali italiani, a cui, nel 2016, è stata concessa l'autonomia speciale dal Ministero della cultura.»

«Assieme all'acquedotto Carolino e al belvedere di San Leucio, è stata inserita dall'UNESCO, nel 1997, nella lista dei patrimoni dell'umanità.

Dal 2016 costituisce uno dei musei statali italiani a cui è stata concessa l'autonomia speciale dal Ministero della cultura.»

  • la congiunzione dunque: nel caso abbia il significato di «per concludere, riprendere o iniziare un discorso»[43] può essere evitata (soprattutto quando serve per riprendere o iniziare, poiché già è evidente che l'argomento è stato ripreso). Può essere utile se chiarisce che le parole successive rappresentano la una conclusione di un ragionamento. Questo però è un caso raro in un incipit, che spesso somiglia più a un elenco di informazioni che a un testo argomentativo. Allo stato attuale (26 maggio 2022) non sembrano esserci utilizzi di questo tipo, cosa che denota un buon livello degli incipit.

Perifrasi modifica

Le perifrasi sono sequenze di parole che sostituiscono una parola semplice, e vengono usate per chiarire il significato di una parola o per evitarla in quanto troppo tecnica o inopportuna.[44]. In un testo enciclopedico o informativo è quindi di regola preferibile sostituire alle perifrasi, specie se complesse, le parole singole corrispondenti, se sono ugualmente comprensibili o addirittura più comprensibili[45]. Prima di intervenire bisogna inoltre considerare il contesto: se la perifrasi ha un significato differente dalla singola parola non va sostituita, se invece innalza solo lo stile è preferibile sostituirla.

Alcune perifrasi codificate in locuzioni sono:

  • "risultare vincitore", "conquistare la vittoria", "vantare la vittoria", "laurearsi campione"[46] → "vincere", sostituibile quasi sempre;
  • "all’interno di" → "in"[40], sostituibile quasi sempre;
  • "a condizione che" → "se"[45], sostituibile solo quando non si vuole esprimere il senso di "solo e solamente se" (in tal caso, meglio utilizzare "purché"[45]). Di seguito un esempio di sostituzione con "se" e uno con "purché":

«Lo stato di salute del paziente che ha accesso a tale trattamento può migliorare, a condizione che il paziente riponga fiducia in tale sostanza o terapia.»

«Lo stato di salute del paziente che ha accesso a tale trattamento può migliorare, se il paziente ripone fiducia in tale sostanza o terapia.»

«L'aeroporto, intitolato al tenente pilota Corrado Baccarini, è gestito dall'Aeronautica Militare ed in base al Decreto ministeriale del 25 gennaio 2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 marzo 2008, l'aeroporto militare è classificato come MOB (Main Operating Base) del secondo gruppo e come tale l'apertura al traffico civile può essere ampliata a condizione che dall'espansione non derivino limitazioni allo svolgimento dei compiti istituzionali delle Forze armate e nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Ministero della difesa.»

«L'aeroporto, intitolato al tenente pilota Corrado Baccarini, è gestito dall'Aeronautica Militare. In base al Decreto ministeriale del 25 gennaio 2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 marzo 2008, l'aeroporto militare è classificato come MOB (Main Operating Base) del secondo gruppo e come tale l'apertura al traffico civile può essere ampliata purché dall'espansione non derivino limitazioni allo svolgimento dei compiti istituzionali delle Forze armate e nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Ministero della difesa.»

  • "in virtù di" → "per"[46], sostituibile quasi sempre purché non risulti ambiguo.

Nominalizzazioni modifica

L'etichetta di "nominalizzazione" ha diversi significati in linguistica. Qui si farà riferimento alla nominalizzazione intesa come un caso particolare di perifrasi: il processo con cui nella scrittura di un testo, al posto di usare un verbo con un significato specifico, viene usato un nome collegato allo stesso significato e retto da un verbo più generico[45]. Il risultato è spesso la creazione di una frase più lunga e di stile più elevato, ma che non aggiunge informazioni rispetto alla frase più breve. È quindi consigliabile passare alla versione retta dal singolo verbo. Per esempio, è quasi sempre preferibile usare il verbo semplice "vincere" al posto di "risultare vincitore", "conquistare la vittoria", "vantare la vittoria".

Paragoni modifica

Espressioni come "comportarsi come qualcosa" sono spesso sostituibili come "fare qualcosa" o con un verbo semplice, quando esiste un verbo comune che rappresenti quell’azione o comunque il contesto lo consenta. Di seguito un esempio su cui si può intervenire e uno su cui non si può:

«Si comportò come un osservatore critico di questa società, redigendo quasi una relazione sui suoi progressi.»

«Osservò criticamente quella società, redigendo quasi una relazione sui suoi progressi.»

«Questo scritto può essere paragonato nello stile ad Impressioni italiane, scritto quattro anni più tardi; tuttavia in questo testo Dickens si comporta più come un "turista" che come un critico.»

Modalità di applicazione modifica

Le raccomandazioni presentate qui non hanno l'obiettivo di fornire la base per una campagna sistematica di sostituzione: sono linee guida per una scrittura chiara e comprensibile nel caso si intervenga per altri motivi sul testo.

Bibliografia modifica

  • Luca Serianni, Un treno di sintomi, Garzanti, 2005, ISBN 8811597102.
  • Luca Serianni, Italiani scritti, Il Mulino, 2003, ISBN 9788815239273.
  • Luca Serianni e Giuseppe Antonelli, Manuale di linguistica italiana, Pearson, ISBN 978-8891903327.
  • Federico Albano Leoni, Tra linguistica e filosofia del linguaggio, Roma-Bari, Laterza, 2013.
  • Stefano Gensini, Tra linguistica e filosofia del linguaggio, Roma-Bari, Laterza, 2013.
  • Maria Emanuela Piemontese, Tra linguistica e filosofia del linguaggio, Roma-Bari, Laterza, 2013.
  • Maria Emanuela Piemontese, Capire e farsi capire. Teorie e tecniche della scrittura controllata, Napoli, Tecnodid, 1996.
  • Giulia Margini, Tesi di Laurea in Tecniche di Scrittura Saggistica, Bologna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, 2014.
  • Documentazione Read It ufficiale, 2022.
  • Tullio De Mauro, Il dizionario della lingua italiana, Paravia, 2000, ISBN 88-395-5023-2.
  • Tullio De Mauro, Guida all'uso delle parole, Roma, Editori Riuniti, 1997 (XII edizione).
  • Tullio De Mauro, Il Nuovo vocabolario di base della lingua italiana, Internazionale, 23 dicembre 2016.
  • Immacolata Tempesta, Linguaggio, mente, parole. Dall'infanzia all'adolescenza, Milano, FrancoAngeli, 2006, ISBN 9788846477095.
  • Luca Serianni, Scritti sui banchi. L’italiano a scuola tra alunni e insegnanti, Roma, Carocci, 2009, ISBN 9788843077045.
  • Tullio De Mauro, L’italiano per capire e per studiare (relazione introduttiva), Roma, Aracne Editrice, 2014.
  • Adriano Colombo, L’italiano per capire, Roma, Aracne Editrice, 2014, ISBN 978-88-548-6817-5.
  • Maurizio Della Casa, La comprensione dei testi. Modelli e proposte per l’insegnamento, Milano, FrancoAngeli, 1991, ISBN 9788820434229.
  • Fabio Ruggiano, L’italiano scritto a scuola, Roma, Aracne Editrice, 2011, ISBN 978-88-548-3950-2.
  • M.C. Gagliati et al., Tutto chiaro: Sintassi, Milano, La Spiga, 2010.
  • P. D’Achille et al., L’italiano contemporaneo, Il Mulino, 2019.
  • M.E. Piemontese et al., Capire e farsi capire: teorie e tecniche della scrittura controllata, Napoli, Tecnodid editore.

Collegamenti esterni modifica

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  2. ^ Grande dizionario italiano della lingua dell’uso, 2ª edizione, 8 volumi, Utet, Torino 2007
  3. ^ https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/DeMauro/Lorenzetti.html
  4. ^ https://riminiturismo.it/visitatori/eventi/manifestazioni-e-iniziative/i-confini-della-lingua-incontro-con-tullio-de-mauro
  5. ^ https://dizionario.internazionale.it/avvertenze/8
  6. ^ Marina Chini, Che cos’è la linguistica acquisizionale, Roma, Carocci, 2005
  7. ^ Piemontese 1996 pagine 27-40 e 74-78
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