Publio Sempronio Sofo (console 304 a.C.)
Publio Sempronio Sofo (in latino Publius Sempronius Sophus; ... – ...; fl. IV secolo a.C.) è stato un politico e militare romano dell'età repubblicana.
Publio Sempronio Sofo | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Publius Sempronius Sophus |
Figli | Publio Sempronio Sofo |
Gens | Sempronia |
Consolato | 304 a.C. |
BiografiaModifica
Padre dell'omonimo Publio Sempronio Sofo, console nel 268 a.C., fu eletto console nel 304 a.C., con il collega Publio Sulpicio Saverrione[1] Sotto il loro consolato fu concessa la pace ai Sanniti, ponendo così fine alla seconda guerra sannitica[1].
Successivamente i due consoli posero le armi contro gli Equi, colpevoli secondo i romani, di essersi alleati prima agli Ernici, poi ai Sanniti in funzione anti-romana. Senza che si giungesse ad una battaglia campale, i romani ne conquistarono 31 città, tanto che Livio racconta:
«In cinquanta giorni ne espugnarono trentuno fortificate, la maggior parte delle quali venne rasa al suolo e data alle fiamme, mentre quasi l'intera etnia degli Equi andò distrutta. Per il successo sugli Equi venne celebrato il trionfo» |
(Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 45.) |
In seguito fu pontefice (300 a.C.), uno dei primi quattro plebei ad accedere alla carica religiosa in applicazione della recentissima Lex Ogulnia[2], e censore (299 a.C.). Nel 296 a.C. presidiò Roma durante l'attacco di Umbri, Etruschi e Sanniti.