Quark down

particella elementare appartenente al gruppo dei quark

Il quark down o quark giù (solitamente abbreviato in quark d) è un quark di prima generazione con una carica elettrica negativa di -13 e.

Quark down
ClassificazioneParticella elementare
FamigliaFermioni
GruppoQuark
GenerazionePrima
InterazioniElettromagnetica, forte, debole, gravitazionale
Simbolod
AntiparticellaAntiquark down (d)
TeorizzataMurray Gell-Mann (1964)
George Zweig (1964)
ScopertaSLAC (1968)
Proprietà fisiche
Massa3,5–6,0 MeV/c2[1]
Prodotti di decadimentoStabile oppure quark up + elettrone + antineutrino elettronico
Carica elettrica-⅓ e
Carica di colore
Spin½
Numero barionico+⅓

Con una massa probabilmente compresa tra i 3,5 e i 6 MeV/c2, è il quark più leggero dopo il quark up.[1]. In accordo al modello standard della fisica delle particelle, questi due quark stabili sono i costituenti fondamentali dei nucleoni: il protone contiene un quark down e due quark up, mentre il neutrone contiene due quark down e un quark up.

È da notare che la maggior parte della massa nei nucleoni proviene dall'energia del campo gluonico che tiene insieme i quark, e non dalle masse dei quark stessi.

Storia modifica

Nel 1963 Murray Gell-Mann e George Zweig ipotizzarono l'esistenza dei quark, in particolare dei primi tre (quark up, down e strange), e la prima prova della loro esistenza fu ottenuta con un esperimento di scattering anelastico profondo effettuato allo SLAC nel 1967.

Adroni che contengono quark down modifica

Sono inclusi tra gli adroni che contengono quark down:

  • I pioni carichi ( ): mesoni che contengono un quark up e un quark antidown, o viceversa.
  • Il pione neutro ( ): una combinazione lineare di up-antiup e down-antidown, come i mesoni   e  .
  • I mesoni   ed  : combinazioni lineari di alcune coppie quark-antiquark inclusa la coppia down-antidown.
  • Un gran numero di barioni identificati contengono uno o più quark down. Come i nucleoni, i barioni   sono composti solo da quark up e quark down: il   contiene un quark down, il   ne contiene due, e il   ne contiene tre.

Note modifica

  1. ^ a b C. Amsler et al. (Particle Data Group), PDGLive Particle Summary, su pdglive.lbl.gov, Particle Data Group, 2009. URL consultato il 23 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2020).

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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