Questo mio folle cuore

film del 1949 diretto da Mark Robson
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Questo mio folle cuore (My Foolish Heart) è un film del 1949 diretto da Mark Robson e tratto dal racconto Lo zio Wiggily nel Connecticut di J.D. Salinger.

Questo mio folle cuore
Titolo originaleMy Foolish Heart
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1949
Durata98 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico
RegiaMark Robson
SoggettoJ.D. Salinger
SceneggiaturaJulius J. Epstein e Philip G. Epstein
ProduttoreRKO Pictures
FotografiaLee Garmes
MontaggioDaniel Mandell
MusicheVictor Young
ScenografiaRichard Day e Julia Heron
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Doppiaggio originale 1950

Ridoppiaggio

Trama modifica

Alla vista di uno dei suoi vecchi vestiti, una donna giovane ma infelice, che sta per divorziare, ricorda il suo primo amore. La storia viene poi raccontata in flashback.

Nel 1939 a New York, la studentessa Eloise Winters incontra Walt Dreiser a una festa studentesca. Pochi giorni dopo, Walt le chiede di uscire con lui. Per lui è solo un'occasione per divertirsi. Quando Eloise se ne rende conto, gli fa capire che sta cercando una relazione permanente. Walt continua a inseguirla e alla fine entrambi finiscono per innamorarsi.

Scoppia la seconda guerra mondiale e Walt si arruola nell'esercito americano. Prima di andare all'estero, chiede a Eloise di passare una notte con lui. Dapprima esitante, alla fine accetta la proposta. Rendendosi conto di essere incinta, decide di nascondere la sua condizione a Walt perché vuole che lui la sposi solo per amore e non per legittimare il bambino.

Curiosità modifica

Si tratta della prima ed unica ufficiale trasposizione cinematografica di Salinger; il famoso scrittore detestava il film tanto di aver proibito altri adattamenti del suo lavoro.[1] Per il ruolo della protagonista era stata designata il 16 agosto 1948 Teresa Wright, poi rimpiazzata da Susan Hayward che si aggiudicò con la sua interpretazione una candidatura al Premio Oscar.

Note modifica

  1. ^ Lacey Fosburgh, Why More Top Novelists Don't Go Hollywood, The New York Times, 21 novembre 1976.

Collegamenti esterni modifica

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