Quinto Fabio Memmio Simmaco

politico romano

Quinto Fabio Memmio Simmaco (in latino: Quintus Fabius Memmius Symmachus; 383/384 – dopo il 402) è stato un politico e letterato romano appartenente all'influente famiglia dei Symmachi.

Simmaco
Pretore del Tardo impero romano
Dittico dei Simmachi e dei Nicomachi; l'anta sinistra si trova al Museo di Cluny di Parigi mentre quella destra al Victoria and Albert Museum di Londra. È possibile che questo dittico, che onora il legame tra le due famiglie aristocratiche e pagane dei Symmachi e dei Nicomachi, sia stato emesso in occasione del matrimonio di Memmio con una donna dei Nicomachi nel 401.
Nascita383/384
Mortedopo il 402
GensSymmachi
PadreQuinto Aurelio Simmaco
Questura393
Pretura400/401
Frammento di piatto di vetro decorato a foglia d'oro e raffigurante Quinto Fabio Memmio Simmaco iunior e il padre Quinto Aurelio Simmaco, che regge la mappa nell'atto di dare il via ai giochi.[1]

Biografia modifica

Era figlio di Quinto Aurelio Simmaco, principale esponente della famiglia, scrittore e politico di rilievo, e di Rusticiana. Aveva una sorella maggiore, che sposò Nicomaco Flaviano iunior.

Nacque nel 383/384; all'età di dieci anni circa divenne questore, celebrando i giochi collegati alla sua magistratura nel dicembre 393. Ebbe una buona educazione, che includeva lo studio del greco; il padre approvò il suo stile epistolare e, nel 401, assoldò un retore gallico come suo tutore. Sempre nel 401 Memmio Simmaco tenne i giochi collegati alla sua carica di pretore: i giochi furono posposti dal 400 al 401 per permettere al padre di assistervi e costarono ben 2000 libbre d'oro; ancora nel 401 celebrò il proprio matrimonio con una nipote di Virio Nicomaco Flaviano.

Fu probabilmente lui, che apparteneva ad una famiglia dell'aristocrazia pagana, a costruire un tempio dedicato a Flora a Roma. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 402/403, curò l'edizione delle sue lettere.

Nel 1617 furono ritrovate due basi di statue erette da Memmio Simmaco al padre Quinto Aurelio Simmaco[2] e al prosuocero Virio Nicomaco Flaviano,[3] all'interno di una domus attribuita alla famiglia dei Symmachi e attualmente sotto il Policlinico militare Celio a Roma.

Note modifica

Bibliografia modifica