Inno nazionale della Repubblica Dominicana

l'inno della Repubblica Dominicana si chiama Quisqueyanos Valientes.Composto da José Rufino Reyes su testo di Emilio Prud'homme
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L'inno nazionale della Repubblica Dominicana è anche noto dal suo incipit come Quisqueyanos valientes. Fu composto da José Rufino Reyes Siancas su testo di Emilio Prud'homme.

Quisqueyanos valientes
inno nazionale dominicano
Dati generali
Nazione Bandiera della Rep. Dominicana Rep. Dominicana
Adozione 30 maggio 1934
Lingue spagnolo
Componimento poetico
Autore Emilio Prud'homme
Epoca 1882
Composizione musicale
Autore José Rufino Reyes y Siancas
Epoca 1882
Audio
(info file)

La prima versione dei versi di Prud'homme fu pubblicata il 16 agosto 1883 dal settimanale El Eco de la Opinion. Il 17 agosto 1883 l'inno, così composto, fu eseguito durante un evento organizzato dalla stampa nazionale presso la sede della Loggia Esperanza di Santo Domingo. Fu cantato da un gruppo di giovani, con l'accompagnamento di una piccola orchestra. La composizione fu ben accolta dal pubblico e da allora iniziò lentamente a diventare popolare.

Nel 1897, il giornale della capitale El Teléfono pubblicò una edizione del testo di Prud'homme, corretta dallo stesso autore. Lo stesso poeta volle rivedere la sua opera, considerando che la prima versione presentava errori dovuti alla sua inesperienza giovanile. Sebbene avesse 27 anni quando scrisse il suo inno, nel 1883, si vide costretto ad ampliare tardivamente la sua formazione letteraria, a causa della sua estrazione sociale umile. Questa seconda versione divenne quella definitiva.

Con il nuovo testo approvato a larga maggioranza, il Congresso Dominicano adottò Quisqueyanos Valientes come inno nazionale dopo accesi dibattiti il 7 giugno 1897. L'allora presidente Ulises Heureaux pose il veto comunque, probabilmente a causa dell'avversione di Emilio Prud'homme nei confronti del suo governo dittatoriale.

L'inno fu finalmente adottato come ufficiale il 30 maggio 1934.

L'articolo 97 della Costituzione dominicana dichiara che:

«L'Inno Nazionale è la composizione musicale consacrata dalla Legge 700, datata 30 maggio 1934, ed è invariabile, unico ed eterno»

Da notare che il termine "Dominicanos" non appare mai nell'inno, poiché Prud'homme utilizzò costantemente il termine poetico Quisqueyanos. Quisqueya è il nome dell'isola di Hispaniola nella lingua dei Taino, il cui significato è "Madre della Terra"; il termine è utilizzato per fare riferimento alla Repubblica Dominicana.

Nel tempo si è diffusa la denominazione dell'Inno Nazionale Dominicano come Quisqueyanos valientes, anche se Emilio Prud'homme intitolò il suo poema semplicemente Himno Nacional.

Testo originale spagnolo modifica

Quisqueyanos valientes, alcemos
Nuestro canto con viva emoción,
Y del mundo a la faz ostentemos
Nuestro invicto glorioso pendón.

Salve el pueblo que intrépido y fuerte,
A la guerra a morir se lanzó
Cuando en bélico reto de muerte
Sus cadenas de esclavo rompió.
Ningún pueblo ser libre merece
Si es esclavo indolente y servil;
Si en su pecho la llama no crece
Que templó el heroismo viril.

Más Quisqueya la indómita y brava
Siempre altiva la frente alzará:
Que si fuere mil veces esclava
Otras tantas ser libre sabrá.
Que si dolo y ardid la expusieron
de un intruso señor al desdén,
¡Las Carreras! ¡Beller!... campos fueron
que cubiertos de gloria se ven.

Que en la cima de heroíco baluarte,
de los libres el verbo encarnó,
donde el genio de Sánchez y Duarte
a ser libre o morir enseñó.

Y si pudo inconsulto caudillo
de esas glorias el brillo empañar,
de la guerra se vió en Capotillo
la bandera de fuego ondear.

Y el incendio que atónito deja
de Castilla al soberbio león,
de las playas gloriosas le aleja
donde flota el cruzado pendón.

Compatriotas, mostremos erguida
nuestra frente, orgullosos de hoy;
mas Quisqueya será destruida
pero sierva de nuevo, jamás.

Que es santuario de amor cada pecho
do la patria se siente vivir;
Y es su escudo invencible, el derecho;
Y es su lema: ser libre o morir.

Libertad que aún se yergue serena
La victoria en su carro triunfal.
Y el clarín de la guerra aún resuena
Pregonando su gloria inmortal.

¡Libertad! Que los ecos se agiten
Mientras llenos de noble ansiedad
Nuestros campos de gloria repiten
¡Libertad! ¡Libertad! ¡Libertad!