Raffaele Pieragostini

partigiano italiano

Raffaele Pieragostini (Sampierdarena, 3 marzo 1899Bornasco, 24 aprile 1945) è stato un partigiano e operaio italiano[1].

Biografia modifica

Inizia a lavorare sin da piccolo in una azienda metallurgica, partecipando alle lotte operaie e all'attività politica. Dopo il servizio militare, riprese una sempre più attiva partecipazione alla lotta politica, aderendo nel 1922 al PCd'I, continuando in clandestinità dopo le leggi eccezionali.

Il 6 novembre 1927 venne arrestato e poi condannato dal Tribunale speciale a cinque anni di carcere. Ritornato a Genova riprende l'attività politica, ma essendo strettamente controllato dalla polizia lascia l'Italia, in accordo con il partito. Continuerà a svolgere attività politica all'estero, in Francia, Unione Sovietica, Spagna e poi ancora in Francia. Nel 1942 verrà arrestato a Parigi dagli occupanti tedeschi, che lo consegnano alle autorità italiane: il Tribunale speciale lo condanna a 18 anni di reclusione per attività antifascista.

Dopo il 25 luglio 1943, ritorna a Genova, dove riorganizza la Federazione comunista genovese e collabora alla creazione delle prime formazioni partigiane liguri. Sarà vicecomandante militare del CLN della Liguria.

Viene arrestato a Genova il 27 dicembre 1944 e torturato dalle SS nella "Casa dello studente", ma Raffaele Pieragostini non parlerà.

Poco prima dell'insurrezione di Genova, i tedeschi lo prelevano dal carcere di Marassi per condurlo in Germania. Tenta di fuggire, a Pavia, ma viene ucciso con una raffica di mitra da un sottufficiale delle SS[2][3].

Onorificenze modifica

«Patriota di purissima fede, si dedicava fin dall'inizio all'attività partigiana diventando uno dei principali comandanti e organizzatore delle più agguerrite unità della sua zona e sostenendo alla loro testa asperrimi combattimenti che procuravano al nemico ingentissime perdite. Nel corso di un violento rastrellamento nemico riusciva, grazie alla sua intelligente capacità operativa, ad organizzare una brillante resistenza ed il successivo sganciamento riordinando con energia ed abilità le formazioni sbandate. Ricercato attivamente veniva infine catturato e sottoposto ad atroci torture per varie settimane perché rivelasse le importanti informazioni in suo possesso. Il suo nobile animo resistette con stoicismo al dolore nulla rivelando sulle formazioni partigiane e sui commilitoni e trovando la forza di confortare i compagni di prigionia e di infondere loro la fede nei destini della Patria. Portato quale ostaggio dal nemico in ripiegamento e gravemente debilitato dalle gravissime sevizie subite, trovava la morte durante un bombardamento. Si spegneva così un nobile animo di patriota e di combattente.[4]»
— Bornasco (Pavia), 24 aprile 1945

Riconoscimenti modifica

A lui è stata intitolata una strada di Genova.

Note modifica

Bibliografia modifica

Nicola Simonelli, Raffaele Pieragostini (1899-1945). Contributo ad una storia del Partito comunista a Genova, prefazione di G.C. Pajetta, Genova, Federazione del P.C.I. di Genova, 1974.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

La Resistenza in Val Trebbia Archiviato il 28 febbraio 2009 in Internet Archive.