Ramiro II di León
Ramiro Ordoñez chiamato il Grande (el Grande, ma detto anche el Diablo, il Diavolo dai nemici musulmani, per la sua ferocia e la sua grande energia). Ramiro anche in spagnolo, in asturiano, in portoghese e in galiziano, Ramir, in catalano (900 – León, 951) fu re di León dal 931 al 951.
Ramiro II di León | |
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Re di León e Galizia | |
In carica | 931 – 951 |
Predecessore | Alfonso IV |
Successore | Ordoño III |
Re della Galizia meridionale | |
In carica | 925 – 952 |
Predecessore | Alfonso IV |
Successore | Ordoño III |
Nome completo | Ramiro Ordoñez |
Nascita | 900 |
Morte | León, 951 |
Padre | Ordoño II |
Madre | Elvira Menéndez |
Consorti | Adosinda Gutiérrez Urraca Sanchez |
Figli | Ordoño e Teresa (di primo letto) Sancho e Elvira (di secondo letto) |
Religione | Cristianesimo |
Origine[1]Modifica
Figlio terzogenito del re di León Ordoño II e di Elvira Menéndez, figlia del conte Ermenegildo Menéndez e Ermessinda Gatónez.
BiografiaModifica
Nel 924, alla morte del padre (re di León e di Galizia), assieme ai fratelli Sancho Ordóñez e Alfonso, fu spodestato dallo zio Fruela II, re delle Asturie, che riunificò il regno.
Nel 925, alla morte dello zio Fruela II, sul trono unificato di León gli succedette il figlio Alfonso Froilaz, ma subito dopo i suoi fratelli Sancho e Alfonso vantarono delle pretese in quanto loro avevano maggiori diritti, perché figli spodestati di Ordoño II, e con l'aiuto del suocero di Alfonso, Sancho I Garcés di Navarra sconfissero Alfonso Froilaz, che si ritirò in Galizia, dove si attribuì il titolo di re.
Alfonso fu eletto re di León (assumendo l'ordinale IV, cioè non considerando legittimo il suo predecessore), mentre Ramiro, assieme al fratello Sancho, che aveva rinunciato al trono del León, in Galizia, continuava la lotta contro Alfonso Froilaz.
Sempre nel 925 Ramiro sposò Adosinda Gutiérrez[1], figlia del conte Gutier Osóriz e Ildoncia Menéndez, sorella di sua madre; quindi Adosinda era sua cugina.
Nel 926, quando Sancho e Ramiro sconfissero Alfonso Froilaz, che si rifugiò nella parte orientale delle Asturie governandola, il regno fu diviso tra i tre fratelli:
- Alfonso fu confermato re di León
- Sancho governò il nord della Galizia fino al fiume Miño, attribuendosi il titolo di re di Galizia.
- Ramiro, governò il sud della Galizia, dal fiume Miño al confine con al-Andalus, attribuendosi il titolo di re.
Nel 929, alla morte del fratello Sancho, senza eredi, quando i regni di Galizia e León furono riunificati sotto lo scettro di Alfonso IV, Ramiro, che aveva portato il confine sud del regno in vista del fiume Tago, prese il titolo di re di Galizia, anche se formalmente il re era suo fratello.
Nel giugno del 931 Alfonso IV, che era molto religioso (era molto devoto a Santiago), rimase vedovo e prese in considerazione l'idea di farsi monaco e quindi di abdicare; comunicò la sua decisione al fratello Ramiro e a luglio lo convocò a Zamora, dove, in una cerimonia celebrata davanti ai nobili, indossò l'abito da monaco, consegnò al fratello il regno, nuovamente unificato, ed entrò nel monastero di Sahagún.
Nel 932 si trasferì a Zamora, per preparare un attacco al sud per liberare la città di Toledo che ribellatasi al califfo ʿAbd al-Raḥmān III ibn Muḥammad, gli aveva chiesto aiuto.
Approfittando dell'assenza del fratello Ramiro Alfonso IV, ora monaco, pentitosi dell'abdicazione e, alleatosi con il cugino Alfonso Froilaz e i suoi fratelli, entrò nella capitale Leon e si proclamò re.
Ramiro reagì prontamente e lo catturò prima che potesse rifugiarsi in Castiglia, presso il conte Gutier Núñez (a seguito di questo avvenimento in Castiglia prese il sopravvento Fernán González, partigiano di Ramiro); poi si rivolse contro la famiglia Froilaz, nelle Asturie, obbligandola a ritirarsi fino a Oviedo, dove la sconfisse e catturò tutti i membri della famiglia.
Sia Alfonso IV che Alfonso Froilaz e i suoi fratelli furono accecati e rinchiusi nel monastero di Ruiforco de Torío.
Terminata così la guerra civile riprese la spedizione su Toledo, ormai accerchiata dal califfo ʿAbd al-Raḥmān III; sulla via di Toledo occupò la fortezza omayyade di Margerit, ma non riuscì a salvare Toledo che capitolò e si arrese ad ʿAbd al-Raḥmān.
Divorziato da Adosinda (oppure ripudiata per la legge canonica imposta dalla Chiesa) nel 930, nel 932 si sposò con Urraca Sanchez (a volte chiamata Teresa Fiorenza di Navarra) figlia del re di Navarra, Sancho Garcés e di Toda di Navarra, la sua seconda moglie[1].
Nel 933 Ramiro sconfisse, nelle vicinanze di Osma, un esercito musulmano che si era presentato di fronte a San Esteban de Gormaz; ma l'anno seguente ʿAbd al-Raḥmān si vendicò spingendosi fino a Burgos, dopo essere passato da Pamplona (dove obbligo la regina di Navarra Toda a un formale atto di sottomissione) e da Álava.
Dopo il sacco di Burgos Ramiro, che si era alleato con Muhammad ibn Hashim al-Tugibi, governatore di Saragozza, dovette assumere una posizione più neutrale[1].
Nel 937 ʿAbd al-Raḥmān conquistò una trentina di castelli ai Leonesi poi si rivolse contro la Navarra imponendo nuovamente il vassallaggio alla regina reggente di Navarra, Toda;
poi si rivolse contro Muhammad ibn Hashim al-Tugibi, governatore di Saragozza che si era alleato con il re di León Ramiro II; occupò la città e perdonò Muhammad.
Nel 939 Ramiro II, con il fedele conte di Castiglia Fernán González, alleato a Toda, reggente di Navarra e di Aragona, riuscì, nella Battaglia di Simancas, a impartire una dura disfatta ad ʿAbd al-Raḥmān III che nuovamente avanzava per attaccare il regno del León. dopo la battaglia che segnò una gravissima sconfitta per ʿAbd al-Raḥmān III, al-Nāṣir li-dīn Allāh (difensore della fede) che spostò la frontiera leonese dal Duero al Tormes (affluente di sinistra del Duero che attraversa le province di Avila e di Salamanca) ripopolando[1] luoghi come Ledesma, Salamanca, Peñaranda de Bracamonte Sepúlveda e Vitigudino; il califfo, per i gravi pericoli corsi, non volle più partecipare in prima persona alle operazioni belliche cui quasi sempre aveva presenziato.
Dopo questa vittoria però il fronte cristiano, per la fortuna del califfo, si sfaldò: Fernan Gonzales, conte di Castiglia, che aveva partecipato alla battaglia di Simancas, cominciò ad agire come se fosse indipendente dal regno di León.
Le relazioni tra Ramiro II e Fernán González si guastarono per motivi territoriali, in quanto Ansur Fernández, figlio del conte di Castiglia Fernando Ansúrez, nel 943, fu nominato conte di Monzón, bloccando le mire espansionistiche di Fernán González, che si ribellò e nel 944 fu imprigionato in León e Ansur Fernández divenne conte di Castiglia. Ma dopo un solo anno di prigionia, Fernán González recuperò la contea e giurò fedeltà a Ramiro II e diede sua figlia Urraca in sposa al figlio di Ramiro, Ordoño III di León, mentre Ansur Fernández tornò alla contea di Monzon.
Nel 950 il monarca leonese partì da Zamora per la sua ultima avventura nei territori di al-Andalus, realizzando una spedizione nella valle del Tago, sconfiggendo per l'ultima volta le truppe del califfo a Talavera de la Reina[1], causando innumerevoli distruzioni e ottenendo un ricco bottino e alcune migliaia di prigionieri.
Il 5 gennaio del 951 abdicò al trono solennemente nella chiesa di San Salvatore.
Morì nello stesso mese e fu tumulato nella stessa chiesa di San Salvatore.
Lasciò come erede e suo successore il figlio Ordoño; il regno di León iniziò un periodo di disordini.
DiscendenzaModifica
Ramiro e Adosinda ebbero tre figli:
- Ordoño (circa 926-956), re di León, dal 951 al 956, come Ordoño III.
- Teresa (circa 928-?)[2][3], sposò, nel 943, (fu la seconda moglie) il re navarro García I Sánchez[4].
- Bermudo (circa 930-941), morto, durante l'infanzia, nel gennaio 941.
Da Urraca ebbe due figli:
- Sancho (935-966), re di León, dal 956 al 966, come Sancho I, detto il "rey craso".
- Elvira Ramírez (935-986), che si ritirò in giovane età nel monastero di San Salvador de Palat del Reyn e fu reggente per conto del nipote Ramiro dal 966 al 975.
Ebbe, al di fuori del matrimonio, da Ortega, figlia del Conte Rodrigo Romaes, due figli:
- Alboazar Ramírez,
- Ortega Ramírez.
AscendenzaModifica
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Ordoño I delle Asturie | Ramiro I delle Asturie | ||||||||||||
Urraca | |||||||||||||
Alfonso III delle Asturie | |||||||||||||
Munia | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Ordoño II di León | |||||||||||||
García I Íñiguez | Íñigo I Íñiguez Arista | ||||||||||||
Onneca Velásquez | |||||||||||||
Jimena di Pamplona | |||||||||||||
Urraca | … | ||||||||||||
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Ramiro II di León | |||||||||||||
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Ermenegildo Menéndez | |||||||||||||
… | … | ||||||||||||
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Elvira Menéndez | |||||||||||||
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Ermessinda Gatonez | |||||||||||||
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… | |||||||||||||
NoteModifica
- ^ a b c d e f (EN) Dinastie reali di Asturie e Leon
- ^ (EN) genealogy. Dinastie reali di Asturie e Leon
- ^ Non tutti riconoscono che Teresa fosse la figlia del re di León Ramiro II.
- ^ (EN) genealogy. Dinastie reali di Navarra
BibliografiaModifica
Rafael Altamira, "Il califfato occidentale", in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 477-515
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ramiro II di León
Collegamenti esterniModifica
- Ramiro II, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Ramiro II (re di León), su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Ramiro II di León, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (ES) Ramiro II di León, in Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 897912 · ISNI (EN) 0000 0000 2205 7674 · CERL cnp00570247 · LCCN (EN) no98081152 · GND (DE) 122539397 · BNF (FR) cb13533813b (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-no98081152 |
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