Reazione di Rivalta

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

La reazione di Rivalta è un metodo che serviva a distinguere, in medicina di laboratorio, un liquido essudato da un liquido trasudato[1]. Ora non è più usata.

Reazione di Rivalta positiva. Per la visualizzazione il fluido è stato colorato con il blu di metilene.

Storia modifica

La reazione prende il nome dal medico e chimico italiano Fabio Rivalta che la inventò[1]. Nel 1895 Rivalta comunicava il nuovo metodo da lui ideato per la differenziazione dei liquidi patologici, allorché questi venivano a dissolversi in una soluzione acquosa di acido acetico. In comunicazioni successive il Rivalta rendeva noto di aver perfezionato il suo metodo, da lui definito semplice e facile ed alla portata di tutti, dando nel contempo la sua spiegazione del fenomeno[2].

Procedura modifica

Versando alcune gocce di liquido in una soluzione allo 0,1% di acido acetico, se questo ha la composizione chimica dell'essudato, si formerà un cerchio di fumo, come quello da sigaretta e si assisterà alla precipitazione di macromolecole, prevalentemente glicoproteine[3]. Una prova di Rivalta positiva indica un contenuto in proteine superiore a 3 grammi per 100 ml.[4] La prova di Rivalta attualmente non è più utilizzata a livello laboratoristico, anche e soprattutto perché il metodo non fu mai rigorosamente standardizzato[5]. La prova si definisce positiva per l'essudato infiammatorio e negativa per il trasudato, a causa del caratteristico maggior contenuto proteico del primo rispetto al secondo[6][7].

Proteine reattive della fase acuta modifica

L'effettuazione della prova in condizioni standardizzate (utilizzo di soluzione di acido acetico a pH 4,0) porta a identificare 8 tipi di proteine nel precipitato torbido Rivalta positivo: proteina C-reattiva (CRP), α1-antitripsina (α1-AT), α1-glicoproteina acida (α1-AG), aptoglobina (Hp), transferrina (Tf), ceruloplasmina (Cp), fibrinogeno (Fg), ed emopessina (HPX). La positività per la reazione Rivalta al pH specificato può perciò suggerire una infiammazione patologica[5].

Note modifica

  1. ^ a b Berti-Bock G, Vial F, Premuda L, Rullière R. Exudates, transudates and the Rivalta reaction (1895). Current status and historical premises. [Article in Italian] Minerva Med. 1979 Nov 24;70(52):3573-80.
  2. ^ Detken E. Giornale internazionale delle scienze mediche: Volume 30 pp.333 e 800 (1908)
  3. ^ Caselli P. On the nature and origin of the substances which confer on exudates their positivity in the Rivalta reaction. Rass Med Sarda. 1953 Jan-Feb;55(1-2):1-16.
  4. ^ Roberto Fogari, Semeiotica medica e metodologia clinica, Piccin, 1999, ISBN 88-299-1506-8, OCLC 799373270. URL consultato il 12 ottobre 2022.
  5. ^ a b Sakai N, Iijima S, Shiba K. Reinvestigation of clinical value of Rivalta reaction of puncture fluid. Rinsho Byori. 2004 Nov;52(11):877-82.
  6. ^ Gargano F, Brusca EA. Reduction of the positivity of the Rivalta exudate reaction induced by electropositive proteins. Boll Soc Ital Biol Sper. 1960 May 15;36:445-6.
  7. ^ Scerrato R. Turbidometric analysis of Rivalta-positive colloids contained in blister fluids. Ann Ital Dermatol Sifilogr. 1960 Sep-Oct;15:261-6.
  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di medicina