Regioni d'Italia
Le regioni d'Italia costituiscono il primo livello di suddivisione territoriale della Repubblica Italiana, nonché un ente pubblico dotato di autonomia politica e amministrativa sancita e limitata principalmente dalla Costituzione (art. 114-133). Sono 20, di cui 15 a statuto ordinario e 5 a statuto speciale.

Le regioni sono a loro volta ripartite in enti di area vasta, le province, al cui interno rientrano i comuni.
Storia modifica
Una prima definizione di quello che in futuro si sarebbe sviluppato nelle regioni italiane si ebbe negli anni immediatamente successivi all'unità d'Italia. Una delle prime preoccupazioni del neonato Regno d'Italia fu il timore del decentramento visto come anticamera di dissoluzione dello Stato unitario appena costituito. Vi era in quel periodo un'attenzione precipua alla centralizzazione amministrativa e politica.[1]
Successivamente, la Legge 20 marzo 1865, n. 2248 (chiamata anche "Legge Ricasoli") disciplinò, tra l'altro, le funzioni di province, circondari, mandamenti e comuni. Le province, in particolare, si configurarono come "sede di decentramento dell’amministrazione centrale", con a capo il prefetto, funzionario nominato dal governo con il compito di verificare la rispondenza degli atti provinciali e comunali alle leggi statali. In seguito, il Regio decreto 10 febbraio 1889, n. 5921, e le leggi 21 maggio 1908 n. 269 e 4 febbraio 1915, n. 148 (chiamati i "Testi unici delle leggi comunali e provinciali") garantirono un margine un po' più ampio di decentramento amministrativo.[1]
Nel Regno d'Italia vi erano pertanto comuni e province (i mandamenti furono soppressi nel 1923, i circondari nel 1927), ma non esistevano ancora le regioni come enti territoriali (che nacquero solo con la Costituzione della Repubblica italiana del Secondo dopoguerra). Ciononostante, già nella seconda metà dell'Ottocento Pietro Maestri raggruppò, a fini statistici, le province in "circoscrizioni territoriali" o "compartimenti", i quali erano i precursori delle odierne regioni italiane. I compartimenti non erano, però, altro se non suddivisioni geografiche a fini statistici, prive di governo o amministrazione. Il termine "regione" come sostituto del termine compartimento si avrà per la prima volta nell'Annuario statistico italiano del 1912. I "compartimenti statistici" definiti da Pietro Maestri avevano una partizione che si mantenne pressoché immutata nelle delimitazione delle "regioni" del Secondo dopoguerra, tanto che risulta difficile notare differenze tra i compartimenti del 1870 e le odierne regioni (fatta eccezione per i territori non ancora annessi).[2]
L'Italia introdusse le regioni nel suo ordinamento giuridico con la Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, che agli articoli 114 e 115 prevedeva:[3]
«La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni.»
«Le Regioni sono costituite in enti autonomi con propri poteri e funzioni secondo i principî fissati nella Costituzione.»
La prime regioni a essere costituite furono le regioni autonome Sicilia, nel 1947 e Sardegna nel 1948, i cui statuti vennero approvati con legge costituzionale.
Il Friuli e la Venezia Giulia vennero accorpati nella regione Friuli-Venezia Giulia e l'Abruzzo e il Molise accorpati nella regione Abruzzi e Molise. Nel 1963 la regione Abruzzi e Molise venne di nuovo scorporata nelle due regioni Abruzzo e Molise portando a 20 il numero attuale delle regioni.
Le prime elezioni regionali per gli organi delle regioni a statuto ordinario si tennero nel 1970.
Dati demografici e geografici modifica
Di seguito si riporta una tabella contenente popolazione,[4] superficie, densità abitativa, capoluogo, numero di comuni[5] e province delle 20 regioni italiane. Dati aggiornati al 30 giugno 2023.
Dati politico-istituzionali modifica
Gli organi politico-istituzionali della regione si rinnovano a seguito delle elezioni regionali in Italia, che di norma si tengono ogni cinque anni. Tali elezioni - dal 1995 normate dalla legge Tatarella - determinano la composizione del consiglio regionale e prevedono la contestuale elezione del Presidente di Regione, ovvero il capo della giunta regionale.
Quasi tutte le regioni seguono questo modello, eccettuate la Valle d'Aosta (dove il presidente è eletto dal consiglio regionale) e il Trentino-Alto Adige (dove la carica di presidente di regione è ricoperta a rotazione dal Presidente della Provincia di Trento e dal Presidente della Provincia di Bolzano).
Dati economici modifica
Prodotto interno lordo modifica
La tabella sottostante riporta il PIL in milioni di euro e il PIL pro-capite delle regioni italiane nel 2017 secondo i dati territoriali ISTAT[13]
Regione o macroregione | PIL totale (mln€) | PIL pro-capite (€) | PIL pro-capite (ITA=100) | PIL Pro capite (macroregione = 100) |
---|---|---|---|---|
Nord-ovest | 574 127 | 35 400 | 124,2 | - |
Piemonte | 134 710 | 30 300 | 106,3 | 85,6 |
Valle d'Aosta | 4 785 | 35 200 | 123,5 | 99,4 |
Liguria | 49 285 | 29 678 | 104.1 | 83,8 |
Lombardia | 385 347 | 38 200 | 134,0 | 107,9 |
Nord-est | 399 655 | 34 300 | 120,4 | - |
Alto Adige | 24 089 | 42 300 | 148,4 | 123,3 |
Trentino | 20 209 | 36 100 | 126,7 | 105,2 |
Veneto | 159 984 | 33 100 | 116,1 | 96,4 |
Friuli-Venezia Giulia | 37 509 | 31 000 | 108,8 | 90,4 |
Emilia-Romagna | 157 862 | 35 300 | 123,9 | 102,9 |
Centro | 374 499 | 30 700 | 107,8 | - |
Toscana | 114 807 | 30 500 | 107,0 | 99,3 |
Umbria | 22 113 | 24 300 | 85,3 | 79,1 |
Marche | 41 282 | 26 600 | 93,3 | 86,5 |
Lazio | 196 296 | 32 900 | 115,4 | 107,1 |
Sud e isole | 387 007 | 18 500 | 64,9 | - |
Abruzzo | 32 540 | 24 400 | 85,6 | 131,9 |
Molise | 6 218 | 19 500 | 68,4 | 105,4 |
Campania | 107 703 | 18 200 | 63,9 | 98,5 |
Puglia | 73 503 | 19 000 | 63,2 | 97,4 |
Basilicata | 12 205 | 20 800 | 73,0 | 112,5 |
Calabria | 33 160 | 17 100 | 60,0 | 92,4 |
Sicilia | 87 952 | 17 400 | 61,1 | 94,1 |
Sardegna | 33 724 | 21 300 | 71,2 | 109,7 |
Italia | 1 736 601 | 28 500 | 100 | 100 |
Il documento pubblicato dall'agenzia Eurostat offre un'analisi più estesa della situazione economica delle regioni italiane confrontandole anche con le rispettive regioni. In termini di PIL totale la Lombardia è in testa seguita da Lazio e Veneto, rispettivamente in seconda e terza posizione. L'Alto Adige capeggia la classifica del PIL pro capite.
Il Centro segue con dati importanti per il Lazio e la Toscana e superiori o inferiori alla media italiana per i restanti territori.
Il Sud chiude la classifica con dati vicini alla media italiana e alla macro area Centro per il solo Abruzzo. I dati dei restanti territori meridionali e insulari restano invece distanti dalla media italiana in termini sia di PIL sia di PIL pro capite.
Indice di sviluppo umano modifica
Note modifica
- ^ a b istat-struttura, pag. 14.
- ^ istat-struttura, pag. 52.
- ^ Verranno modificati dalla legge costituzionale del 18 ottobre 2001, n. 3, "Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione".
- ^ ISTAT popolazione giugno 2023, su demo.istat.it. URL consultato il 15 settembre 2023 (archiviato il 15 agosto 2022).
- ^ Istituto nazionale di statistica, CODICI STATISTICI DELLE UNITÀ AMMINISTRATIVE TERRITORIALI: COMUNI, CITTÀ METROPOLITANE, PROVINCE E REGIONI (XLS), su istat.it, 30 giugno 2023. URL consultato il 23 settembre 2023.
- ^ In corsivo.
- ^ La regione Sicilia ha sostituito le soppresse province con liberi consorzi comunali; cfr. Bernardo Iovene, Le province: questi fantasmi!, su rai.it, 4 maggio 2020.
- ^ Annuario Statistico italiano 2021 (PDF), Roma, Istituto nazionale di statistica, 2021, p. 5.
- ^ Governo italiano - Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, ELENCO CODICI DEI COMUNI ITALIANI, su dait.interno.gov.it. URL consultato il 23 settembre 2023 (archiviato il 5 luglio 2023).
- ^ Tutti con sede nel rispettivo capoluogo regionale, tranne ove diversamente indicato.
- ^ Il Consiglio regionale si riunisce, alternatamente, non solo a Trento ma anche a Bolzano.
- ^ a b Il Consiglio regionale può riunirsi non solo all'Aquila ma anche a Pescara, e anche gli assessorati della Giunta regionale sono dislocati in entrambe le città.
- ^ https://www.istat.it/it/files//2018/12/Report_Conti-regionali_2017.pdf
Bibliografia modifica
- ISTAT, Struttura e dinamica delle unità amministrative territoriali italiane - Dall’unificazione del Regno al 2017 (PDF), in Annali di statistica, Serie XIII - vol. 1, 147.
- Sabino Cassese, Moderner Regionalismus in Italien, in collaborazione con D. Serrani, in «Jahrbuch des Öffentlichen Rechts der Gegenwart», Tübingen, Mohr, 1978, vol. 27, pp. 23–40, ripubblicato in italiano con il titolo Regionalismo moderno: cooperazione tra Stato e Regioni e tra Regioni in Italia, in “le Regioni”, 1980, n. 3, pp. 398–418.
Voci correlate modifica
Altri progetti modifica
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