Riccardo Boschiero

militare e partigiano italiano

Riccardo Boschiero (Ponte di Brenta, 1912Borgo San Dalmazzo, 2 maggio 1944) è stato un militare e partigiano italiano, medaglia d'oro al valor militare.

Biografia modifica

Ancora universitario, nel 1932 viene chiamato per il servizio di leva. Nel 1935 decide di frequentare il corso ufficiali a Bassano del Grappa, l'Armistizio di Cassibile, lo coglie a Chiusa Pesio in provincia di Cuneo, come comandante di un reparto del 1º Reggimento Alpini. Si aggrega alla brigata partigiana "Valle Stura" delle 1ª Divisione Giustizia e Libertà. Viene catturato a Castelmagno di Valgrana il 27 aprile 1944, mentre tentava di coprire la ritirata della sua formazione da un rastrellamento tedesco. Condotto a Borgo San Dalmazzo, fu sommariamente processato e fucilato.

Onorificenze modifica

«Convinto assertore di ogni principio di libertà e fiero oppositore di qualsiasi forma di oppressione, impugnava tra i primi le armi contro i nazi-fascisti, rifulgendo per impareggiabile audacia e sereno sprezzo del pericolo. In numerose azioni di sabotaggio ed in vari combattimenti, fu valoroso tra i valorosi, facendo risplendere ovunque la nobile fede che lo animava. Durante un poderoso rastrellamento operato da preponderanti forze tedesche, nel sublime ed eroico intento di proteggere la ritirata delle altre formazioni partigiane, volontariamente sostituiva un altro ufficiale partigiano per il comando di un pugno di eroi votati a sicura morte. In più ore di duri e cruenti combattimenti fu mirabile esempio di calma e di eroismo. Sempre presente ove maggiormente infuriava la lotta, fu epico combattente e meraviglioso animatore. Esaurite tutte le munizioni e sopraffatto veniva fatto prigioniero. Rifiutava sdegnosamente la deportazione in Germania, affrontando il plotone di esecuzione con serena fierezza. Cadde sotto il piombo tedesco gridando « Viva l'Italia ». Fulgido esempio di altruismo e di delazione alla causa della libertà.[1]»
— Castelmagno (Valgrana), 27 aprile 1944.

Note modifica

  1. ^ Quirinale - scheda - visto 22 febbraio 2009

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