Riccardo Marchi

scrittore, giornalista, (Livorno 1897-Livorno 1992)

Riccardo Marchi (Livorno, 10 marzo 1897Livorno, 29 giugno 1992) è stato uno scrittore e giornalista italiano.

Biografia modifica

Nacque a Livorno da Vittorio, proprietario di una fabbrica artigianale di sapone e da Zaira Mazzoni.[1][2] La precoce scomparsa del padre, che morì lasciando ai figli un cumulo di cambiali da pagare, lo costrinse ad abbandonare giovanissimo gli studi per occuparsi della saponeria di famiglia. Si iscrisse bensì ai corsi di una scuola privata ad indirizzo tecnico ma non riuscì tuttavia a completarla.[1]

Allo scoppio della prima guerra mondiale vi partecipò in qualità di telegrafista. Anche il fratello Virgilio, che si era laureato in architettura, vi prese parte col grado di ufficiale.[1]

Terminato il conflitto tornò a dedicarsi con impegno alla conduzione della fabbrica di sapone che riuscì a rendere produttiva. Contemporaneamente completò la propria formazione autodidatta aiutato anche dal fratello che lo introdusse nei circoli culturali livornesi. In questo periodo partecipò attivamente alla vita politica cittadina, scrisse articoli sul quotidiano La parola del socialisti e, durante l’amministrazione guidata dal socialista Uberto Mondolfi, divenne consigliere con delega all’istruzione. Dopodiché iniziò la sua attività di giornalista e, nel 1921, partecipò come giornalista al congresso del Partito Socialista Italiano dal quale nacque il Partito Comunista d'Italia.[2]

Nel 1928 scrisse il romanzo Circo equestre col quale vinse il premio letterario dei Dieci, presieduto da Massimo Bontempelli, assieme a Fausta Cialente che si era presentata con Natalia, il suo primo romanzo .[2]

Nel 1933 un suo secondo romanzo, Lo sperduto di Lugh, gli valse la medaglia d’argento al premio Viareggio.[1][2][3]

Successivamente scrisse radiodrammi e radio fiabe e, assieme a Corrado Alvaro, divenne membro di una autorevole commissione della E.I.A.R.[2] Nel secondo dopoguerra divenne cronista e critico cinematografico dei quotidiani Il Telegrafo e Il Tirreno.

Nel 1955 cessò del tutto l'attività commerciale.[1] Poté così dedicarsi liberamente alla sua vocazione letteraria scrivendo romanzi rievocativi in parte autobiografici come Via Eugenia millenovecento e come la trilogia di Anteo un suo personaggio nel quale egli a tratti si identificava: Anteo va alla guerra (1980),[4] Anteo legionario (1981) ed infine Anteo e i suoi tre padri (1993), il suo ultimo romanzo.

Morì a Livorno il 29 giugno 1992.[1][2]

Opere modifica

  • Circo equestre, Ancona, La Lucerna, 1928.
  • Lo sperduto di Lugh, Milano, Ceschina, 1931.
  • Allucinazioni della città nuova, Roma, Campitelli, 1933.
  • La vigilia e la carne, Milano, Ceschina, 1934.
  • L'introduzione alla mercatura, Milano, Ceschina, 1937.
  • Roccalba e altre fiabe, Milano, Ceschina, 1947.
  • La balena di Giona, Milano, Ceschina, 1953.
  • Appuntamenti con la gloria e qualche idillio, Milano, Ceschina, 1959.
  • Il neutralista, Milano, Ceschina, 1970.
  • Via Eugenia millenovecento, Firenze, Libreria Editrice fiorentina, 1978.
  • I passatempi dei romani antichi, Milano, Ceschina, 1971.
  • Epitaffi dei miei personaggi e due canti, raccolta di poesie, San Donà di Piave, Rebellato editore, 1977.
  • Anteo va alla guerra, Firenze, Libreria Editrice fiorentina, 1980.
  • Anteo legionario, Livorno, La Fortezza, 1981.
  • Bernardino araldo d'amore, opera teatrale, Firenze, Libreria Editrice fiorentina, 1982.
  • Quel poco di tempo che resta, raccolta di poesie, Livorno, Nuova Fortezza, 1983.
  • Racconti livornesi, Livorno, Nuova Fortezza, 1984.
  • Anteo e i suoi tre padri, Livorno, Belforte editore, 1993.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Biagioli Beatrice, Marchi Riccardo, su SIUSA Archivi di personalità. URL consultato il 29 agosto 2020.
  2. ^ a b c d e f Maria Cecilia Calabri, Fondo Riccardo Marchi, su Biblioteca comunale "Gaetano Badii" di Massa Marittima (a cura di), Regione Toscana. URL consultato il 29 agosto 2020.
  3. ^ L'assegnazione dei premi Viareggio 1933, in Corriere della Sera, 7 agosto 1933, p. 2.
  4. ^ Marco Rossi, Livorno 1915 - l’antinterventismo in piazza, su comune.livorno.it. URL consultato il 1º settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2016).

Bibliografia modifica

  • Franco Fedeli, Riccardo Marchi e l’esperienza novecentista, Livorno, Nuova Fortezza Editrice, 1993.
  • Bruno Stagnitto, Le carte e i libri di Riccardo Marchi nella biblioteca comunale Gaetano Badii di Massa Marittima, con inventario di Lucia Meucci, Manziana, Vecchiarelli, 1998.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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