Rifugio della Gardetta

rifugio alpino italiano

Il rifugio della Gardetta è un rifugio alpino situato nel comune di Canosio (CN), in valle Maira, nelle Alpi Cozie, a 2.335 m s.l.m.

Rifugio della Gardetta
Il rifugio della Gardetta
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Altitudine2 335 m s.l.m.
LocalitàAltopiano della Gardetta, Canosio
CatenaAlpi Cozie
Coordinate44°24′32.92″N 7°00′45.53″E / 44.409144°N 7.012646°E44.409144; 7.012646
Dati generali
Inaugurazione1989
ProprietàCAI, sezione di Cuneo
GestioneFutura Barbero
Periodo di aperturadal 15 giugno al 15 settembre
Capienza30 posti letto
Mappa di localizzazione
Map
Sito internet

Storia modifica

Deriva dalla ristrutturazione di un antico ricovero militare utilizzato nella seconda guerra mondiale [1] ed è stato inaugurato nel 1994.[2]

Caratteristiche e informazioni modifica

 
Uno degli edifici che compongono il rifugio

Sorge sull'Altopiano della Gardetta, poco ad est del passo Gardetta, in comune di Canosio (CN). È una costruzione a due piani in muratura di pietrame, con l'interno rivestito in legno. È dotato di servizi igienici interni, acqua corrente interna anche calda, cucina e 45 posti letto; offre però anche servizio ristorazione.[3] L'impianto elettrico è alimentato da pannelli fotovoltaici.[4] È aperto in maniera continuativa dal 15 giugno al 30 settembre, a richiesta negli altri periodi dell'anno; non ha un locale invernale.[2] La struttura alpina si trova sotto uno dei cieli più bui d'Europa, che rende possibile osservare tutte le costellazioni, accompagnati da un esperto, durante le numerose serate delle stelle, offerte gratuitamente dal rifugio.

Accessi modifica

L'accesso più comodo è dal colle Valcavera, seguendo la vecchia rotabile militare che attraversa in direzione ESE-ONO l'altopiano della Gardetta fino al passo omonimo. Il colle di Valcavera può essere raggiunto da Demonte in valle Stura, da Castelmagno in valle Grana, o dal vallone di Marmora in valle Maira. Un accesso alternativo, più lungo, è da Canosio, in valle Maira, risalendo il vallone del Preit fino al colle del Preit, che dà sull'altopiano della Gardetta. Altro accesso possibile è da Acceglio, risalendo il vallone di Unerzio su strada per poi raggiungere il passo della Gardetta su sentiero.[5] Tutti gli itinerari sono di tipo escursionistico con difficoltà T; sono però caratterizzati da una certa lunghezza.[5]

Ascensioni modifica

Traversate modifica

Il rifugio si trova in prossimità del percorso della Grande Traversata delle Alpi, in particolare della variante nota come percorso delle alte valli, sulla tappa che unisce Pontebernardo a Chialvetta.[6] Questa tappa coincide con la tappa R136 del percorso rosso della Via Alpina.[7]

È inoltre posto tappa per il trekking dei Percorsi Occitani, anello di 15 giorni intorno alla valle Maira; in particolare, si trova a cavallo della decima tappa (Chialvetta - rifugio Gardetta) e dell'undicesima tappa (Gardetta - Arata di Marmora).[8][9]

La zona dove sorge il rifugio vide sorgere in passato numerose fortificazioni del Vallo Alpino del Littorio, al cui complesso la stessa struttura del rifugio apparteneva. I resti di queste fortificazioni sono oggi visitabili utilizzando il rifugio come punto d'appoggio o posto tappa.[10]

Note modifica

  1. ^ Natura Occitana - rifugio Gardetta
  2. ^ a b Pagina sul sito del CAI di Cuneo
  3. ^ ghironda.com - rifugio Gardetta
  4. ^ Club Alpino Italiano - database rifugi - rifugio Gardetta
  5. ^ a b Valli di Cuneo - rifugio Gardetta, su vallidicuneo.net. URL consultato il 15 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2009).
  6. ^ Montagna in provincia di Cuneo - GTA - tappa Pietraporzio-Chialvetta, su montagna.provincia.cuneo.it. URL consultato l'11 maggio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2007).
  7. ^ Via Alpina - tappa R136[collegamento interrotto]
  8. ^ Montagna in provincia di Cuneo - percorsi occitani, su montagna.provincia.cuneo.it. URL consultato l'11 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2009).
  9. ^ Percorsi occitani: decima tappa ed undicesima tappa
  10. ^ Diego Vaschetto, Strade e sentieri del Vallo Alpino, Edizioni del Capricorno, Torino, 2003, ISBN 9788877070241

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Collegamenti esterni modifica