La Loggia "Rizzoli" fu a Bologna una loggia regolare della Massoneria di Rito scozzese antico ed accettato, approvata nel 1881 dal Grande Oriente d'Italia e attiva fino al 13 luglio 1883. Poco tempo dopo, alla "Rizzoli" succederà la loggia "VIII Agosto".

Storia modifica

Dopo lo scioglimento delle logge "Galvani" e "Felsinea" di Bologna nel 1868 motivato da "divisioni interne", la Loggia Rizzoli rappresentò il primo tentativo di rifondazione nella città: promosso da Augusto Dalmazzoni, presidente della Società Operaia di Bologna, la loggia Rizzoli fin dall'inizio fu impegnata in attività filantropiche, e politicamente promotrice della cremazione dei cadaveri.

La sede si trova inizialmente presso lo studio dell'avvocato Giuseppe Barbanti Brodano, e sarà poi trasferita in piazza Nettuno, al secondo piano del palazzo del Podestà.[1][2].
Nel maggio 1885, una trentina di affiliati chiederanno al Gran Maestro Adriano Lemmi la "demolizione" della loggia bolognese, per le divisioni sorte al suo interno.

Maestri e membri modifica

Primo Maestro venerabile fu Aristide Venturini, al quale succederà Guido Gozzi.

Tra i membri, eminenti personalità: Quirico Filopanti, Giuseppe Ceneri, Aurelio Saffi, il rettore Magni e il sindaco Gaetano Tacconi, il maestro e poeta Giosuè Carducci, Pascoli, poi affiliato alla loggia Propaganda.

Il poeta Giovanni Pascoli, gnostico ed esoterista, ricevette qui l’iniziazione massonica il 22 aprile 1882[3]. Partecipò all'iniziazione Giosuè Carducci (Massone di 33º grado), suo amico e anch'egli poeta emiliano-romagnolo, con il quale si era laureato, uno dei più prestigiosi massoni dell'epoca al pari di Giuseppe Garibaldi, di cui il Pascoli era ammiratore incondizionato: a gloria di Carducci e di Garibaldi dedicò un celebre discorso, dopo la scomparsa del Carducci nel 1907[4].

Note modifica

  1. ^ Bologna massonica. Le radici, il consolidamento, la trasformazione, a cura di Giovanni Greco, Bologna, CLUEB, 2007, pp. 152-153, 179
  2. ^ Fiorenza Tarozzi, Uno sguardo sulla massoneria bolognese nell'Ottocento, in: Bologna massonica. Fra passione e ragione, a cura di Giovanni Greco, 3. ed., Bologna, CLUEB, 2016, pp. 122-124
  3. ^ bibliografia in Giosuè Carducci e la massoneria di I. Sacchetti: P. M. Cocchi, La massoneria a Bologna dal 1859 al 1914, tesi di laurea, relatore Chiar.mo Prof. U. Marcelli, Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, A. A. 1969/1970. La tesi è conservata presso il Museo Civico del Risorgimento di Bologna (collocazione C 48); * Anna Maria Isastia, Uomini e idee della massoneria, Roma, Atanor, 2001.
  4. ^ Repubblica.it, 04 aprile 2007

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Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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