Romaniska
Il romanisku o pavela romaniska o arbareska (in sardo campidanese: arromanisca) è il gergo dei ramai venditori ambulanti di Isili, nel Sarcidano in Sardegna. Questo gergo è tuttora parlato da pochi individui ed è pertanto in via di estinzione.
Origine del gergo modifica
Dall'analisi del gergo si deduce una origine zingara (da cui il nome stesso) o da parte di deportati di origine ebraica probabilmente avvenuto durante il periodo della dominazione iberica, forse nel XV secolo, con la presenza di termini albanesi e neogreci o del gergo della malavita, nonché ovviamente di numerosi apporti sardi.
Similitudini si ravvisano con il gergo dei calderai di Tramonti nel Friuli e con i dialetti dei calderai Camminanti siciliani (Baccagghiu), in realtà originari dei comuni albanesi della Calabria.
Lessico modifica
Escludendo le infiltrazioni del sardo, si possono distinguere alcuni termini di origine zingarica (romanes), dall'albanese e dal neogreco:
- dai dialetti zingarici dei Rom (Romanes): "daddu" da "dad" (padre), "dadda" (madre), "gitarreri" da sp."gitano" (stagnino), "Romaniska/Romanisku" da "Rom", "romanò" (uomo, zingaro), "barungu/barungari" (mucchio/ammucchiare), "bengis" (diavolo), "bengu" (caprone), "carigna" (stella), "gagu/agagu" (patto non mantenuto, sleale), "gauteddu" (ragazzino), "lenta/allenta" (acqua), "lucèzu" (fuoco, fiamma), "okjeri" (asino), "romerari/arremerari" (rubare), "rumeradori/arremadori" (ladro), "zingarra" (coltello, arma da taglio);
- dall'albanese: "arbareska" da "arbarishte" (lingua), "drughi" da "drogë" (legno), "grebbis" da "kripë" (sale), "krocozu/grucozu" da "grurë" (grano), "tiasu" da "djate" (formaggio), "arrèga" (villaggio, paese), "dossu" (maiale), "fruskura" (mosca), "garitsa" (volpe);
- dal neogreco: "calliu"/"callia" da "καλος" (bello/bella), "cresìa" da "κρασί" (vino), "su-villacciu" da "φυλακή" (prigione), "scalliu" (brutto), "gera/gerazza" (prostituta);
- di origine ignota: "affrogiari" (parlare), "alluscari" (guardare), "aucciari" (andare), "cramoccia" (testa), "fangosa" (scarpa), "juta" (ragazza), "maggeri" (grande), "manguru" (pene), "millau" (denaro, soldi), "minga" (donna), "scocculeri" (carabiniere o guardia), "scramocciau" (pazzo), "sghinzu" (appetito), "spatillari" (fuggire).
Bibliografia modifica
- SOLE, Leonardo. S'Arromanisca. Sassari: 1983
- MUSU, Paolo. Gergei e dintorni-Il linguaggio: S'arbaresca o arromanisca: gergo dei ramai ambulanti. Cagliari: 1992
- MURA, Giovanni. Piscaggiaius e gitaneris affroggendi s'Arbaresca: il linguaggio dei ramai ambulanti di Isili: raccolta di frasi d'Arbaresca tradotte in sardo e italiano. Isili/Nuoro: Grafiche editoriali Solinas, 2002.
- CORDA, Francesco. Il gergo dei ramai di Isili: consuntivo dell'arbaresca. in Sardegna mediterranea: semestrale di cultura. Pag. 51-55, Vol. 7, Anno 2003, n.14, 12/2003. Oliena: ACSM, 2003.
- Sebastiano Rizza, Concordanze e discordanze lessicali e semantiche fra u bbaccagghiu sic. e s’arromaniska di Isili, in “Prospettive della Semantica” (ed. Francesco Benozzo), num. spec. di “Quaderni di Semantica”, Alessandria, Edizioni Dell’Orso, 2017-2018, pp. 1133-1164.
Collegamenti esterni modifica
- Massimo Aresu - S'arromaniska. Il caso dei ramai isilesi, su albertomelis.it. URL consultato il 3 febbraio 2006 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2006).