Roots (Sepultura)

album dei Sepultura del 1996

Roots è il sesto album in studio del gruppo musicale brasiliano Sepultura, pubblicato il 20 febbraio 1996 dalla Roadrunner Records.

Roots
album in studio
ArtistaSepultura
Pubblicazione20 febbraio 1996
Durata72:18
Dischi1
Tracce16
GenereNu metal[1][2][3]
Groove metal[1]
EtichettaRoadrunner
ProduttoreRoss Robinson
RegistrazioneIndigo Ranch, Malibù, California, 1996
FormatiCD, 2 CD, LP, 2 LP, MC
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera dell'Australia Australia[4]
(vendite: 35 000+)

Bandiera dell'Austria Austria[5]
(vendite: 25 000+)
Bandiera del Canada Canada[6]
(vendite: 50 000+)
Bandiera della Francia Francia[7]
(vendite: 100 000+)
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi[8]
(vendite: 50 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito[9]
(vendite: 100 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[10]
(vendite: 500 000+)

Sepultura - cronologia
Album precedente
(1993)
Album successivo
(1996)

Descrizione modifica

A livello commerciale è l'album di maggior successo della band, tanto da essersi aggiudicato sette dischi d'oro tra America, Europa e Oceania.

Lo stile di Roots rappresenta un'evoluzione naturale di quello di Chaos A.D., con l'aggiunta di parti più lente che richiamano fortemente i Korn[1]. Questi ultimi attribuiscono parte delle loro influenze proprio ai primi dischi dei Sepultura. Jonathan Davis (cantante dei Korn) è anche presente come ospite nella canzone Lookaway.

Nell'album si verifica la fusione tra il thrash metal e la musica tipica degli indigeni brasiliani. Il gruppo incorpora questi elementi in quasi tutte le canzoni di questo lavoro. Una di esse (Itsári) venne registrata con i Xavante, etnia indigena del Mato Grosso (Brasile). Alcune canzoni contengono la partecipazione (Ratamahatta, Dictatorshit e Endangered Species) o la co-scrittura (Ratamahatta, cantata in portoghese) di Carlinhos Brown, un popolare musicista brasiliano. Sono anche presenti influenze nu metal derivate dai Korn e dai Deftones, indicati come ispiratori nel libretto del CD.

Roots fu un disco molto influente per la nuova scena metal.[11][12] Oltre a Davis, anche Mike Patton dei Faith No More e DJ Lethal (ex membro di House of Pain e Limp Bizkit) contribuirono a Lookaway.

Il testo di Attitude venne scritto in collaborazione con Dana Wells, figliastro di Max Cavalera, la cui morte (avvenuta poco dopo l'uscita del disco) fu tra le cause dell'abbandono della band da parte del frontman e della conseguente fondazione dei Soulfly.

Tracce modifica

  1. Roots Bloody Roots – 3:32
  2. Attitude – 4:15
  3. Cut-Throat – 2:44
  4. Ratamahatta – 4:30
  5. Breed Apart – 4:01
  6. Straighthate – 5:21
  7. Spit – 2:45
  8. Lookaway – 5:26
  9. Dusted – 4:03
  10. Born Stubborn – 4:07
  11. Jasco – 1:57
  12. Itsári – 4:48
  13. Ambush – 4:39
  14. Endangered Species – 5:19
  15. Dictatorshit – 1:26
  16. Canyon Jam – 13:16 – traccia fantasma

Formazione modifica

Gruppo
Altri musicisti

Classifiche modifica

Classifica (1996) Posizione
massima
Australia[13] 3
Austria[13] 2
Belgio (Fiandre)[13] 5
Belgio (Vallonia)[13] 3
Finlandia[13] 5
Germania[13] 7
Italia[14] 5
Norvegia[13] 8
Nuova Zelanda[13] 8
Paesi Bassi[13] 6
Regno Unito[15] 4
Stati Uniti[16] 27
Svezia[13] 5
Svizzera[13] 16

Curiosità modifica

  • Esiste su Internet una versione di Roots Bloody Roots, che viene spacciata per un duetto tra Max Cavalera e il cantante lirico Luciano Pavarotti. Tutto ciò si è rivelato falso, in quanto questa cover venne eseguita da un gruppo tedesco, i JBO, e da un cantante con la voce simile a quella di Pavarotti. Esiste anche un'altra versione della canzone che viene erroneamente attribuita al gruppo brutal death metal Cannibal Corpse.[17]

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) The 10 Best Brazilian Metal Bands, su OC Weekly. URL consultato il 28 settembre 2022.
  2. ^ (EN) The 10 Best Nu Metal Albums To Own On Vinyl, su Vinyl Me Please. URL consultato il 28 settembre 2022.
  3. ^ (EN) The 50 best nu metal albums #20 - 11 - The 50 best nu metal albums of all time, su Louder Sound. URL consultato il 28 settembre 2022.
  4. ^ (EN) ARIA Charts - Accreditations - 1997 Albums, su aria.com.au, Australian Recording Industry Association. URL consultato il 23 maggio 2008.
  5. ^ (DE) Gold und Platin Datenbank, su ifpi.at, IFPI Austria, Verband der Österreichischen Musik Wirstchaft. URL consultato il 27 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
  6. ^ (EN) Search Certification Database, su cria.ca, Canadian Recording Industry Association (CRIA). URL consultato il 27 aprile 2008 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2016).
  7. ^ (FR) Sepultura - Roots – Les certifications, su SNEP. URL consultato il 23 novembre 2022.
  8. ^ (NL) Goud & Platina, su nvpi.nl, Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 14 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2018).
  9. ^ CERTIFIED AWARDS, su bpi.co.uk, THE BPI. URL consultato il 27 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2008).
  10. ^ (EN) Gold & Platinum - Sepultura: Roots, su RIAA. URL consultato il 23 novembre 2022.
  11. ^ Tommaso Iannini, Nu metal, Giunti Editore, 2003, p. 45, ISBN 88-09-03051-6, .. URL consultato il 20 giugno 2010.
  12. ^ Biografia: Sepultura, su metallus.it. URL consultato il 15 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2008).
  13. ^ a b c d e f g h i j k (NL) Sepultura - Roots, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato il 2 settembre 2021.
  14. ^ Classifica settimanale WK 9 (dal 23.02.1996 al 29.02.1996), su fimi.it, Federazione Industria Musicale Italiana. URL consultato il 2 settembre 2021.
  15. ^ (EN) Official Albums Chart Top 100: 03 March 1996 - 09 March 1996, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 2 settembre 2021.
  16. ^ (EN) Sepultura – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 2 settembre 2021. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  17. ^ Cannibal Corpse FAQ - Frequently Asked Questions, su tombofthemutilated.net. URL consultato il 17 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2008).

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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