Rota d'Imagna

comune italiano

Rota d'Imagna [ˈrɔːta iˈmaɲ(ː)a] (Röda [ˈɾøda] in dialetto bergamasco[4]) è un comune italiano di 909 abitanti[1] della provincia di Bergamo in Lombardia.

Rota d'Imagna
comune
Rota d'Imagna – Stemma
Rota d'Imagna – Bandiera
Rota d'Imagna – Veduta
Rota d'Imagna – Veduta
Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
SindacoGiovanni Locatelli (lista civica Con Rota in comune) dal 26-5-2014
Territorio
Coordinate45°50′N 9°31′E / 45.833333°N 9.516667°E45.833333; 9.516667 (Rota d'Imagna)
Altitudine690 m s.l.m.
Superficie6,03 km²
Abitanti909[1] (31-5-2021)
Densità150,75 ab./km²
FrazioniRota Dentro, Rota Fuori, Chignolo
Comuni confinantiBrumano, Corna Imagna, Locatello, Sant'Omobono Terme
Altre informazioni
Cod. postale24037
Prefisso035
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016186
Cod. catastaleH584
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 049 GG[3]
Nome abitantirotaesi
Patronosan Siro
Giorno festivo9 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Rota d'Imagna
Rota d'Imagna
Rota d'Imagna – Mappa
Rota d'Imagna – Mappa
Posizione del comune di Rota d'Imagna nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale

Situato in Valle Imagna, laterale della Val Brembana, dista circa 26 chilometri a nord-ovest dal capoluogo orobico.

Storia modifica

I primi insediamenti umani presenti sul territorio comunale sono databili all'età del bronzo, come è stato possibile stabilire grazie al ritrovamento di frammenti scheletrici e di suppellettili inseriti in un corredo funerario. Questi reperti, rinvenuti nella Grotta dei Polacchi, sono ora conservati presso il museo archeologico di Bergamo.

Le successive epoche non hanno lasciato resti sul territorio, anche se probabilmente vi furono piccoli nuclei abitativi in epoca romana e longobarda.

Queste tesi sembrano essere suffragate dal significato etimologico che, secondo alcuni, deriverebbe dalla voce latina rupta, inteso come "una via aperta tra ostacoli". Altre ipotesi vedrebbero risalire il significato etimologico dal lemma longobardo Rothar ("persona rossa di pelo"), che implicherebbe quindi la presenza di genti di stirpe longobarda. Un'ultima interpretazione vorrebbe invece riferire il nome a ruota, elemento compreso anche nello stemma della famiglia Rota, che da qui ebbe origine.

È comunque in epoca medievale che il paese comincia ad assumere una fisionomia ben precisa, tanto da essere citato in documenti ufficiali per la prima volta nell'anno 1151. Composto principalmente dai nuclei di Rota Dentro e Rota Fuori, nonché da svariate contrade, vide imperversare in epoca medievale scontri cruenti, molto più che nelle altre zone della provincia bergamasca, tra guelfi e ghibellini.

Questo per il fatto che la valle Imagna, prevalentemente guelfa, era in netta contrapposizione con l'attigua valle Brembilla, schierata con i ghibellini: in tutta la zona sorsero castelli e fortificazioni, e Rota non fu da meno.

I primi scontri videro prevalere i guelfi, tanto che i ghibellini chiesero aiuto ai Visconti, signori di Milano. Questi riuscirono a sconfiggere gli avversari e ad estendere il proprio dominio sulle valli della zona. Il modo con cui infierirono sugli avversari portò i guelfi a cercare più volte la vendetta con ulteriori uccisioni.

Dopo continui ribaltamenti di fronte il dominio dei Visconti e dei ghibellini fu definitivo, seguito da ulteriori saccheggi nel 1382, nel 1398 e nel 1404. Una leggenda racconta di un raccapricciante episodio avvenuto al termine di quest'ultima battaglia che vide protagonista tale Andrea, abitante di Rota. Fatto prigioniero, venne barbaramente decapitato, tanto che gli avversari giocarono con la sua testa, facendola rotolare con ripetuti calci.

La situazione si rovesciò quando la zona passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia che, in contrapposizione con i Visconti, sosteneva lo schieramento guelfo. Seguirono distruzioni nei confronti dei possedimenti ghibellini, mentre i paesi guelfi, tra cui Rota, ebbero un trattamento di favore come citato in documenti dell'epoca:

«I Valdimagnini per la loro integrità della fede e fedeltà alla Repubblica, difendendola contro il Duca di Milano, furono dal Doge con privilegi, grazie e favori arricchiti et onorati.»

Nel corso degli anni andò acquisendo sempre maggiore prestigio la locale famiglia dei Rota, che si stabilì a Venezia e diede numerose personalità di spicco alle istituzioni lagunari. Altro personaggio di prestigio nato nel paese fu Giacomo Quarenghi, rinomato architetto e pittore vissuto tra il XVIII ed il XIX secolo.

I secoli successivi videro pochi fatti di rilievo coinvolgere la piccola comunità che, forte del proprio isolamento, seguì le vicende del resto della provincia senza parteciparvi in modo diretto.

I comuni di Rota Dentro e Rota Fuori rimasero distinti fino al 1927 quando vennero fusi nella nuova entità amministrativa Rota d'Imagna.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati approvati con delibera del consiglio comunale del 1º dicembre 1951[5] e concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 marzo 1953.[6]

«D'azzurro al monte all'italiana (3) d'argento, ristretto, sormontato da una ruota d'oro a cinque raggi. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma è ripreso da un'immagine scolpita sulla vecchia torre campanaria.[5]

Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.[6]

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Il recente rilancio del turismo ha fatto sì che il paese di Rota d'Imagna diventasse il principale centro turistico della valle. Questo grazie alla gradevole posizione da dove si possono compiere un gran numero di escursioni adatte ad ogni tipo di esigenza: sia semplici passeggiate che percorsi impegnativi, fino alla possibilità di utilizzare proficuamente la mountain bike.

Molto importante è la chiesa parrocchiale di Rota Dentro, dedicata a San Gottardo. Edificata nel 1496 ma elevata a rango di parrocchiale soltanto un secolo più tardi, presenta un portale in granito e numerose opere, tra le quali spiccano quelle di Carlo Ceresa ed alcuni intarsi di pregevole fattura.

Non è da meno la chiesa parrocchiale di Rota Fuori, dedicata a San Siro di Pavia. Documentata a partire dal 1470, venne riedificata nel 1765. Anch'essa possiede numerose opere di grande importanza tra cui quelle di Gaetano Peverada, di Pier Francesco Mazzucchelli e di Carlo Ceresa, ma anche stucchi ed intagli del XVII secolo, ed una vasca battesimale datata 1614.

Meritano inoltre menzione Ca' Piatone, villa signorile del XVII secolo dotata di archi e portici in pietra a vista, dove nacque Giacomo Quarenghi, e Villa Mazzucotelli con un grande giardino.

Molto caratteristico infine è anche il borgo di Chignolo, piccolo nucleo di stampo rurale a cui si accede tramite un sentiero su cui si trova il Ponte del Follo, costruito con una struttura ad unica arcata in pietra.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[7]

Note modifica

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2021 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  5. ^ a b Rota d'Imagna, su Stemmi dei comuni bergamaschi. URL consultato il 27 febbraio 2023.
  6. ^ a b Rota d'Imagna, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 27 febbraio 2023.
  7. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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