Rufo di Avignone

protovescovo di Avignone e santo presso la Chiesa cattolica

Rufo (I secoloAvignone, I secolo) è considerato protovescovo di Avignone, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

San Rufo

Vescovo di Avignone

 
MorteI secolo
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionepre canonizzazione
Ricorrenza14 novembre

La più antica testimonianza relativa a san Rufo è il Martirologio avignonese, datato alla metà dell'XI secolo, derivato da quello di Adone (IX secolo), nel quale il santo è commemorato il 14 novembre con la menzione di Sancti Rufi confessoris, ma senza alcun riferimento ad un suo episcopato ad Avignone.

Fonti documentarie dell'inizio del X secolo attestano l'esistenza, nei pressi della città, di una abbazia dedicata a San Rufo. È probabile che questa sia stata eretta nei pressi o sopra la tomba del santo, e non si esclude che possa trattarsi di un vescovo anteriore al V secolo, epoca in cui è storicamente documentato il primo vescovo di Avignone, Nettario.[1]

Una leggenda tardo-medievale ha identificato san Rufo di Avignone con Rufo di Tebe il discepolo di san Paolo (Lettera ai Romani 16,13), figlio di Simone di Cirene, colui che aiutò Gesù a portare la croce sul Golgota (Vangelo di Marco 15,21). Dopo essere stato vescovo di Tebe in Grecia, seguì san Paolo in Spagna dove fu vescovo di Tortosa; da qui sarebbe stato mandato dall'apostolo ad evangelizzare Avignone.[2]

Nella stesura del martirologio romano, il Baronio spostò la sua commemorazione al 12 novembre, e a questa data è rimasta fino alla riforma del martirologio dopo il Concilio Vaticano II, che ha ricollocato la sua memoria al 14 novembre con queste parole:[3]

«Ad Avignone nella Provenza in Francia, san Rufo, che si ritiene abbia per primo guidato la comunità cristiana del luogo.»

Note modifica

  1. ^ Wasselynck, Bibliotheca Sanctorum, vol. XI, col. 484.
  2. ^ Lespinasse, Armorial historique du diocèse et de l'Etat d'Avignon, p. 4.
  3. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 877.

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