Salvatore Aversa

funzionario italiano

Salvatore Aversa (Castrolibero, 14 giugno 1933[1]Lamezia Terme, 4 gennaio 1992) è stato un funzionario italiano, sovrintendente della Polizia di Stato e vittima della 'Ndrangheta[2].

Salvatore Aversa

Biografia modifica

Svolse numerose indagini sulle attività delle cosche della 'ndrangheta lametina. Venne ucciso il 4 gennaio 1992 insieme alla moglie Lucia Precenzano, nella centralissima Via dei Campioni[3][4] (in seguito intitolata ai coniugi) di Lamezia Terme, in un agguato eseguito dai tarantini Salvatore Chirico e Stefano Speciale, in seguito rei confessi, che sono stati ingaggiati per il delitto dalle 'ndrine di Lamezia Terme[5][6].

Le indagini iniziali portarono all'arresto dei giovani Renato Molinaro e Giuseppe Rizzardi, indicati come esecutori materiali da una presunta testimone oculare, Rosetta Cerminara, e in seguito scagionati[5][6]. Le tombe dei due coniugi, poste nel cimitero di Castrolibero, vennero in seguito profanate da ignoti, probabilmente legati alla malavita organizzata. La vicenda drammatica dell'omicidio, è raccontata nel libro del giornalista e scrittore lametino, Antonio Cannone, Il Caso Aversa tra rivelazioni e misteri (Falco Editore, 2017), finalista al "Premio Piersanti Mattarella" 2018.

Onorificenze modifica

«Sovrintendente Capo della Polizia di Stato, nonostante le continue minacce e ritorsioni, perseverava, con spirito di abnegazione ed elevata capacità professionale, in difficili indagini di polizia giudiziaria in un ambiente ad alto rischio e contaminato da infiltrazioni mafiose, rimanendo vittima, insieme alla moglie, di un vile attentato. Splendido esempio di assoluta integrità morale ed altissimo senso del dovere spinti fino all'estremo sacrificio. Lamezia Terme (CZ), 4 gennaio 1992»
— 30 aprile 1992[7]

Note modifica

Voci correlate modifica