Salvatore Ligresti

imprenditore italiano

Salvatore Ligresti (Paternò, 13 marzo 1932Milano, 15 maggio 2018) è stato un imprenditore italiano.

Biografia modifica

Nacque a Paternò, in provincia di Catania, da una famiglia di agiati commercianti[1]. Aveva un fratello minore, Antonino, medico cardiologo e faccendiere[2]. Aveva studiato Ingegneria prima a Palermo poi a Padova[1]. Giunse a Milano per prestare servizio militare nell'Aeronautica[1]. Congedato decise di stabilirsi nel capoluogo lombardo e aprì uno studio di progettazione[1]. Sabato 8 ottobre 1966 sposò Giorgina Antonietta Susini, figlia del provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia, Alfio Susini[1]. Dal matrimonio nacquero tre figli: Jonella Francesca, Giulia Maria e Gioacchino Paolo.

Negli anni intrecciò importanti e proficue relazioni con l'avvocato Antonino La Russa, il finanziere Michelangelo Virgillito, entrambi originari di Paternò, l'imprenditore Raffaele Ursini ed Enrico Cuccia patron di Mediobanca. L'ascesa nel campo degli affari fu rapida, specialmente a cavallo dei primi anni Ottanta: nel 1978 dichiarò al fisco 30 milioni di lire di imponibile, e nell'arco di pochi anni divenne uno degli uomini più ricchi d'Italia. Fu infatti in questi anni che la fortuna economica di Ligresti, soprannominato "Don Salvatore"[senza fonte], fece il salto di qualità, complice il boom edilizio della cosiddetta "Milano da bere", degli importanti appalti edilizi che riuscì ad ottenere e delle amicizie influenti.[3]

Ligresti reinvestì i proventi ricavati dalle attività di costruzioni (era riuscito a gestire il 70% dell'intera volumetria del Piano-casa di Milano)[4] in una serie di partecipazioni societarie di importanti aziende italiane dell'epoca, tra le quali Pirelli, Gemina, Mediobanca, SAI "scippata" a Raffaele Ursini[3] e Fondiaria, strappata alla Montedison senza nemmeno promuovere un'Opa sul mercato. Queste partecipazioni societarie gli valsero il soprannome di "Mister cinque per cento"[5]. Grazie al sistema di scatole cinesi[6] ai patti di sindacato e alle azioni di risparmio[7], Ligresti fu in grado di controllare diversi punti nevralgici della finanza italiana malgrado detenesse soltanto una piccola parte delle azioni[8]. A scapito a volte anche dei risparmiatori come nei casi FondiariaSai e Premafin.[9]

Durante Tangentopoli fu arrestato, rimase in carcere per 112 giorni e poi condannato[3]. Nel 2012 cominciò a perdere società del gruppo in seguito a una serie di inchieste giudiziarie, dal falso in bilancio per Fonsai all'aggiotaggio sulla Premafin sino alla bancarotta nel settore immobiliare[9]. Nel febbraio 2017 è stato effettuato il sequestro esecutivo sul 95% del capitale della holding su istanza presentata da UnipolSai.[9]

Malato da tempo, è morto all'età di 86 anni il 15 maggio 2018 all'Ospedale San Raffaele di Milano.[10]

Scandali giudiziari modifica

Sequestro della moglie e sospetti legami con la Mafia modifica

Il 5 febbraio 1981[1] Bambi Susini, moglie di Ligresti, venne rapita dai mafiosi Pietro Marchese, Antonio Spica e Giovannello Greco, fedelissimo di Stefano Bontate. Il sequestro si risolse un mese più tardi senza conseguenze per la Susini, che venne rilasciata a Origgio, grazie al pagamento di un riscatto di seicento milioni di lire[1]. Due dei tre autori del sequestro, dopo essere stati individuati, furono ritrovati morti assassinati: Antonio Spica, in una discarica di Bollate alle porte di Milano; Pietro Marchese, nel carcere dell'Ucciardone; Giovanni Greco scomparve invece nel nulla[4]. Nel 1984 Ligresti fu al centro di un'inchiesta della procura di Roma e poi, nel 1985, di un'inchiesta di quella di Milano per questi fatti, ma entrambe le inchieste non portarono a nulla.[11][12]

Scandalo delle Aree d'oro modifica

Nel 1986 Ligresti fu protagonista dello scandalo delle cosiddette "Aree d'oro". Il 18 marzo 1986[13] l'assessore all'Urbanistica, Carlo Radice Fossati[14], fece approvare una delibera con cui il Comune di Milano acquistava dei terreni agricoli di Ligresti a 5 000 lire al metro quadro. In ottobre una giornalista informò Radice Fossati che la precedente giunta di sinistra aveva già concordato l'acquisto di quei terreni a prezzi molto più bassi: 500, 800 e 1 000 lire al metro quadro. L'assessore allora, condotta una ricerca negli archivi comunali, trovò le lettere d'impegno, firmate dal suo predecessore Mottini e da Ligresti. Come conseguenza di questo scandalo si dimise la giunta socialista, presieduta dal sindaco Carlo Tognoli, e la magistratura aprì un'inchiesta che terminò con un'archiviazione.[15][16][17][16][18][17][19][20]

Tangentopoli modifica

Nel 1992 Ligresti venne arrestato nell'ambito dello scandalo di Tangentopoli, accusato di corruzione per aggiudicarsi gli appalti per la costruzione della metropolitana di Milano e delle Ferrovie Nord. Trascorse 112 giorni presso il carcere di San Vittore e fu condannato a due anni e quattro mesi, ma con l'affidamento ai servizi sociali[3] e lavorò per la Caritas ambrosiana, attività sostitutiva della detenzione. La condanna definitiva del 1997[1] comportò la perdita dei requisiti di onorabilità richiesti per ricoprire incarichi in Premafin e Fondiaria-Sai. Per questo motivo i figli gli subentrarono negli incarichi operativi.[21]

Il caso Unipol-Fonsai modifica

Dopo anni di cattiva gestione Fonsai, Milano Assicurazioni e Premafin, le principali società della famiglia Ligresti, sono profondamente indebitate e sull'orlo del fallimento. Nel 2011 i Ligresti sono costretti a cederne il controllo, su pressione di Mediobanca, storico partner di famiglia, alla Unipol. Per evitare il fallimento delle tre società il management di Mediobanca, che da un simile evento rischierebbe di perdere oltre un miliardo di euro, propone a Unipol la fusione con esse. A partire da questa vicenda sono state avviate due inchieste dalle Procure di Milano e Torino.

Inchiesta della procura di Milano modifica

Viene aperta nel 2012 allo scopo di indagare Ligresti per il reato di aggiotaggio in relazione a due trust esteri titolari del 20% di Premafin, riconducibili a Don Salvatore; un secondo filone d'inchiesta riguarda la bancarotta delle holding immobiliari di famiglia. Nel maggio dello stesso anno Ligresti e l'a.d. di Mediobanca, Alberto Nagel, vengono indagati in merito ad un patto occulto in base al quale il primo si sarebbe impegnato a non ostacolare la fusione Unipol-Fonsai in cambio della concessione, da parte di Nagel, di una lunga lista di privilegi.

Inchiesta della procura di Torino modifica

L'inchiesta viene aperta nell'estate del 2012, sulla scorta dell'indagine milanese, per falso in bilancio e ostacolo all'attività di vigilanza. Il 17 luglio 2013 Ligresti viene arrestato dalla Guardia di Finanza su ordine della Procura di Torino per il reato di falso in bilancio e manipolazione di mercato. La magistratura ritiene che Ligresti, agli arresti domiciliari per via dell'età avanzata, abbia celato l'ammanco di 600 milioni di euro, manipolando la riserva sinistri della Compagnia, e la mancata comunicazione del quale avrebbe provocato un grave danno per le scelte degli investitori. Nell'ambito della medesima inchiesta vengono arrestate le figlie Giulia e Jonella mentre il figlio Paolo, diventato cittadino svizzero da soli 21 giorni, trovandosi nella sua abitazione sul lago di Lugano, evita l'arresto.

Assoluzione modifica

La ricostruzione del crac Fonsai fatta dalla procura di Torino è confermata dalla sentenza di primo grado del tribunale, che condanna a 6 anni Salvatore Ligresti e a 5 anni e 8 mesi la figlia Jonella per falso in bilancio e aggiotaggio informativo. L'ex amministratore delegato Fausto Marchionni viene condannato a 5 anni, il revisore Riccardo Ottaviani a 3 anni[22].

Nel marzo 2019 la Corte d'Appello di Torino, annulla la condanna di primo grado e trasmette gli atti a Milano. Il gip di Milano, accogliendo la richiesta della Procura, il 12 maggio 2021 la proscioglie da tutte le accuse, ritenendole infondate.

Partecipazioni imprenditoriali modifica

Presidente onorario di Fondiaria-Sai. Presidente onorario di Premafin. Tra i soci di Banca Intermobiliare. Dopo la fusione Unicredit-Capitalia è passato dal consiglio di Capitalia a quello di Unicredit Group.

Premafin e Fondiaria Sai modifica

La holding Premafin HP S.p.A. nasce nel 1986[23]; negli anni seguenti, tramite una serie di acquisizioni di varie società, acquisisce una partecipazione di controllo della compagnia di assicurazione SAI. Nel 1986 viene quotata alla Borsa valori di Milano. Dopo l'acquisto di Montedison nel 2001, viene rilevato il 29% della Fondiaria Assicurazioni, la quale, nell'anno successivo, viene incorporata nella SAI, assumendo la nuova denominazione di Fondiaria-SAI. Nel 2012 il gruppo assicurativo Unipol conquista il controllo di Premafin, grazie all'acquisto del pacchetto di maggioranza. Fino alla fine del 2012 Premafin è stata controllata da un patto di sindacato stipulato tra società riconducibili a Salvatore Ligresti e ai suoi tre figli.

RCS Mediagroup modifica

Nel 2004 entra nel consiglio di amministratore della Rcs MediaGroup, società editrice di quotidiani quali il Corriere della Sera e la free press City. Sempre attraverso Premafin, la famiglia Ligresti possedeva il 5,291%[24] di Rcs MediaGroup e partecipava al patto di sindacato che controllava la società editrice.

Unicredit modifica

Salvatore Ligresti è stato membro del Consiglio di Amministrazione del Gruppo UniCredit fino al 22 marzo 2011, data in cui ha rassegnato le dimissioni «... in relazione all'evolversi delle relazioni di affari del gruppo facente capo alla famiglia Ligresti con UniCredit».[25]

Attività immobiliari modifica

Salvatore Ligresti è stato coinvolto nei più rilevanti interventi urbanistici di Milano[26] (Expo, Fieramilanocity e Garibaldi-Repubblica), di Firenze (Castello[27] e Manifattura Tabacchi), di Torino[28]. A seguito della crisi immobiliare e finanziaria della famiglia, Ligresti è stato costretto ad abbandonare questi progetti.[29][30][31] Alla fine gli è rimasta una società-cassaforte, in Svizzera, proprietaria di una trentina d'immobili siti nel quartiere San Siro di Milano.[9]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h Giorgio Dell'Arti, Catalogo dei Viventi, Marsilio, 2007.
  2. ^ Antonino Ligresti, in 2009, 2008. URL consultato il 2013 (archiviato il 2 novembre 2013).
  3. ^ a b c d Ligresti, scompare un discusso protagonista della finanza italiana tra protezioni politiche, scandali e condanne, su ilfattoquotidiano.it, 15 maggio 2018. URL consultato il 18 maggio 2018 (archiviato il 19 maggio 2018).
  4. ^ a b Spunta la stella Ligresti, su ricerca.repubblica.it, 6 febbraio 1987. URL consultato il 18 maggio 2018 (archiviato il 6 agosto 2018).
  5. ^ Quell'anomalia tutta italiana di "Mister 5%". La stagione dei debiti e degli affari di relazione, su corriere.it, 18 luglio 2013. URL consultato il 18 maggio 2018.
  6. ^ Ligresti, ascesa e caduta di Mr.5%, su formiche.net, 17 luglio 2013. URL consultato il 20 novembre 2013 (archiviato il 9 novembre 2013).
  7. ^ Il passato di Ligresti tra Cosa Nostra, sequestri inquietanti, morti e pentiti, su infiltrato.it. URL consultato il 20 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2013).
  8. ^ la Repubblica.it, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 20 novembre 2013 (archiviato il 10 giugno 2015).
  9. ^ a b c d Ligresti, un impero sparito fra le inchieste. Resta solo la cassaforte elvetica, su ilsole24ore.com, 16 maggio 2018. URL consultato il 18 maggio 2018 (archiviato il 17 maggio 2018).
  10. ^ Morto a Milano l'immobiliarista Salvatore Ligresti, a lungo a capo di Fonsai, su repubblica.it, 15 maggio 2018. URL consultato il 18 maggio 2018 (archiviato il 17 maggio 2018).
  11. ^ Ligresti, ritratto di un impero di famiglia. URL consultato il 24 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2013).
  12. ^ Ligresti, dal mattone alle assicurazioni. La fine di un impero familiare. URL consultato il 24 luglio 2013 (archiviato il 4 marzo 2016).
  13. ^ Cancellieri, quando nell'87 procurava interviste ai Ligresti; Il Fatto Quotidiano
  14. ^ PER LE 'AREE D'ORO' BATTAGLIA A MILANO - la Repubblica.it
  15. ^ quei pasticci all'ombra della Madonnina, 3 maggio 1992. URL consultato il 2013.
  16. ^ a b quel terremoto sulle "aree d'oro", 17 luglio 1992. URL consultato il 2013.
  17. ^ a b dalle aree d'oro dell'86 all'"assessorato ombra, 17 luglio 1992. URL consultato il 2013.
  18. ^ "aree d'oro" di Milano: ultimo atto con beffa finale per Ligresti, 28 ottobre 1992. URL consultato il 2013 (archiviato il 2 novembre 2013).
  19. ^ quei pasticci all'ombra della Madonnina, 3 maggio 1992. URL consultato il 2013 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2015).
  20. ^ aree d'oro Ligresti paga e vince, 18 dicembre 1993. URL consultato il 2013 (archiviato il 5 novembre 2015).
  21. ^ Alberto Statera, Da Craxi al Cavaliere, la Ligresti Family al potere, su temi.repubblica.it, la Repubblica, 5 novembre 2013. URL consultato il 16 maggio 2018 (archiviato il 4 marzo 2016).
  22. ^ Claudio Laugeri, Fonsai, la parabola dei Ligresti 6 anni a Salvatore e alla figlia Jonella, su lastampa.it, La Stampa, 20 ottobre 2016. URL consultato il 16 maggio 2018 (archiviato il 21 gennaio 2018).
  23. ^ Operazione Fisher Lange, Anche i ricchi piangono - MNews.IT Archiviato l'8 ottobre 2013 in Internet Archive.
  24. ^ Azionisti rilevanti di RCS MEDIAGROUP SPA, su consob.it:80, Consob, 12 febbraio 2008. URL consultato il 16 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2008).
  25. ^ UniCredit Group, su unicreditgroup.eu. URL consultato il 1º luglio 2009 (archiviato il 29 settembre 2010).
  26. ^ FonSai-Ligresti, Atahotels sovrapprezzata. I pm sequestrano un 'bidone' - Il Fatto Quotidiano
  27. ^ Segnaliamo alcuni articoli apparsi sul supplemento Affari e Finanza di «Repubblica» del 17/10 e sul «Venerdì» del 30/9
  28. ^ Caso Ligresti, sequestrato l'hotel Principi di Piemonte - Torino - Repubblica.it
  29. ^ Fonsai, magistrati al lavoro indaga anche la Procura di Torino - Torino - Repubblica.it
  30. ^ La Stampa - Fonsai, sigilli al patrimonio dei Ligresti Sequestrati beni per oltre 250 milioni
  31. ^ La bella vita dei piccoli Ligresti, fra jet e poltrone | Linkiesta.it, su linkiesta.it. URL consultato il 24 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2013).

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