San Caritone

monaco e santo turco

Caritone (Konya, III secoloBetlemme, 350) fu un eremita, trasferitosi da Konya alla Palestina, dove fondò un monastero e lì trascorse tutto il resto della sua vita.

San Caritone
Icona ortodossa del santo
 

Monaco

 
NascitaKonya, III secolo
MorteBetlemme, 350
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Canonizzazionepre-canonizzazione
Ricorrenza28 settembre

Biografia modifica

 
Icona del Santo

Subì in gioventù, sotto l'imperatore Aureliano, persecuzioni e torture fisiche a causa della propria fede cristiana. Intorno alla seconda metà del III secolo, si trasferì, ormai in età matura, in Palestina, nella valle del Cedron vicino a Gerico e lì iniziò a condurre vita eremitica in una grotta. Raggiunto da altri monaci, presto divenne abate di un monastero, al centro del quale costruì una chiesa, luogo d'incontro nel fine settimana per i religiosi che passavano il resto del tempo in contemplazione, in preghiera solitaria e nell'adempimento di piccoli lavori.

Divenuto famoso per la devozione e per i miracoli a lui attribuiti, Caritone fuggì alle folle di postulanti che si accalcavano giornalmente alla sua grotta per rifugiarsi nel deserto di Gerico, ove fondò un altro Lavra, e nuovamente poco distante da Betlemme, dove fondò il monastero della Souka. Di stile di vita oltremodo frugale, seguiva una dieta rigida a base di pane inzuppato con acqua condito con del sale. Già vecchio, poco prima di morire, si allontanò dal monastero per trascorrere i propri ultimi giorni in una caverna solitaria sita sopra a una collina poco lontano dal complesso monastico.

Morì molto vecchio nel 350 e fu seppellito, secondo la tradizione, in una chiesa a forma di grotta.

Il giorno della sua commemorazione ricorre il 28 settembre.

Leggende devozionali modifica

Si narra che, tornando da un pellegrinaggio a Gerusalemme, Caritone fosse stato assalito da una banda di briganti che lo imprigionarono e lo portarono nel loro covo. Mentre si trovava lì immobilizzato, il santo vide un serpente attorcigliarsi sopra un recipiente e bere il vino che lì era contenuto. I briganti assumendo la bevanda morirono avvelenati, permettendo così al santo di riacquistare la libertà.

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Controllo di autoritàVIAF (EN73737860 · ISNI (EN0000 0000 5005 1958 · BAV 495/173459 · LCCN (ENnr94026731 · GND (DE1147226741 · WorldCat Identities (ENlccn-nr94026731