Prosdocimo di Padova

vescovo e santo della Chiesa cattolica
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San Prosdocimo di Padova (... – Padova, 100 circa) è stato il primo vescovo di Padova.

San Prosdocimo
 

Vescovo

 
Morteca. 100
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza7 novembre
Attributibastone pastorale, brocca
Patrono diPadova, Asolo, Cittadella, Villanova di Camposampiero, Villaguattera di Rubano, Camponogara

Secondo la tradizione[1], sarebbe vissuto nel I secolo, sarebbe stato discepolo di san Pietro apostolo da cui sarebbe stato consacrato vescovo; avrebbe convertito al Cristianesimo[2] gli abitanti della Sabina e di Rieti (della cui diocesi è considerato il Fondatore)[3], dopodiché si sarebbe diretto in Veneto[2].

Diventato il primo vescovo di Padova, sarebbe morto in tarda età attorno all'anno 100.

Le sue spoglie sono venerate nel sacello a lui dedicato, una delle più antiche costruzioni della città presso la basilica di Santa Giustina a Padova. È patrono di Padova con sant'Antonio, santa Giustina e san Daniele.

Tradizione modifica

La tradizione cristiana lo vuole primo vescovo della città di Padova[4]. Secondo la tradizione, Prosdocimo sarebbe stato il secondo evangelizzatore della diocesi di Belluno, dopo sant'Ermagora, primo vescovo di Aquileia e discepolo di san Marco evangelista[4]. La tradizione vorrebbe anche vedere in san Prosdocimo il primo evangelizzatore di Feltre[4].

Tracce del suo passaggio si hanno anche nell'alto vicentino dove, sempre per tradizione, la sua predicazione ha convertito le genti della Val Leogra e l'insediamento della prima chiesa locale in quel di Pievebelvicino (VI) al posto dell'esistente tempio dedicato a Diana dea della caccia.

Dal suo nome si deduce che era di origine elleniche: il nome Prosdocimo significa l'atteso in greco. Poche e tardive sono le testimonianze scritte di questo vescovo, riportate in testi agiografici pittoreschi. Le tardive fonti scritte sono anche dovute al fatto che Padova in epoca longobarda venne completamente rasa al suolo e impiegò molto tempo prima di riprendersi. Questo evento non riuscì comunque a cancellare dalla memoria dei credenti il suo primo vescovo.

La tradizione lo vuole instancabile battezzatore: l'iconografia del XV secolo lo raffigura con il pastorale e con una brocca, simbolo di quel sacramento.[5][6] Prosdocimo non subì il martirio ma morì in tarda età, amato dalla sua gente e venerato come santo confessore.

Culto di san Prosdocimo a Rieti modifica

Secondo la tradizione locale, non supportata da prove, Prosdocimo fu il primo evangelizzatore della Sabina e il fondatore della diocesi di Rieti.[7][8] ll calendario diocesano lo commemora il 7 novembre.[9] Nel duomo di Rieti è raffigurato in una statua situata in una delle quattro nicchie del vestibolo alla cappella di Santa Barbara[10].

Note modifica

  1. ^ Riportata da Barzon, San Prosdocimo evangelizzatore della Venezia Occidentale, Padova 1949, che si basa sull'interpretazione di due documenti del XIX secolo.
  2. ^ a b Da Orso a Domenico, quindicI secoli di vescovi reatini, su formatrieti.it.
  3. ^ Cristina Dalla Villa, La pratica del culto nella Valle del Velino, in Diritto e religioni, 4, luglio-dicembre 2007, pp. 49-50; la diocesi di Rieti si costituì tuttavia giuridicamente alla fine V secolo.
  4. ^ a b c «Diocese of Belluno-Feltre», dalla Catholic Encyclopedia
  5. ^ Raffigurazioni di san prosdocimo, su catalogo.fondazionezeri.unibo.it (archiviato il 22 marzo 2020).
  6. ^ Il 7 novembre si celebra san Prosdocimo di Padova, su ilsussidiario.net, 7 novembre 2013 (archiviato il 22 marzo 2020). Ospitato su TV2000.it.
  7. ^ Anton Ludovico Antinori, Annali degli Abruzzi, Volume III, Dall'anno 55 all'anno 542, Parte I, Bologna, Forni Editore, 1972, pp. 19-23.
  8. ^ Cristina Dalla Villa, "La pratica del culto nella Valle del Velino", in Diritto e religioni, 4, luglio-dicembre 2007, pp. 49-50; la diocesi di Rieti si costituì tuttavia giuridicamente alla fine V secolo.
  9. ^ san Prosdocimo di Rieti, su santiebeati.it.
  10. ^ La statua di san Prosdocimo, fondatore della Chiesa reatina sul sito del Museo diocesano di Rieti.
  11. ^ museodiocesanorieti.it, http://www.museodiocesanorieti.it/museum.php?section=1&area=0&detail=24.

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