San Prospero Parmense

frazione del comune italiano di Parma

San Prospero Parmense è una frazione del comune di Parma, appartenente al quartiere Lubiana.

San Prospero Parmense
frazione
San Prospero Parmense – Veduta
San Prospero Parmense – Veduta
La via Emilia a San Prospero Parmense
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Parma
Territorio
Coordinate44°46′43.3″N 10°23′56.5″E / 44.778694°N 10.399028°E44.778694; 10.399028 (San Prospero Parmense)
Altitudine50 m s.l.m.
Abitanti1 008[2]
Altre informazioni
Cod. postale43123
Prefisso0521
Fuso orarioUTC+1
Patronosant'Ilario
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Prospero Parmense
San Prospero Parmense

La località è situata 6,05 km a est del centro della città.[1]

Geografia fisica modifica

La località sorge a cavallo della via Emilia in posizione pianeggiante, sulla sponda sinistra del torrente Enza, confine naturale con la provincia di Reggio nell'Emilia.[3]

Storia modifica

La zona risultava abitata già nell'età del bronzo: risale al periodo compreso tra il II e il I millennio a.C. la terramara di Quingento, a sud del centro abitato odierno di San Prospero Parmense.[4]

I Romani tracciarono nel 187 a.C. la via Aemilia, lungo il cui percorso crearono successivamente vari centri abitati; a San Prospero si sviluppò tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C. un insediamento rurale, come testimoniato dai resti della necropoli e della strada ghiaiata in asse con la via Aemilia rinvenuti nel 2004 durante alcuni scavi; dell'antica suddivisione del territorio in centurie non rimangono invece tracce, a causa del completo abbandono in cui cadde la zona dopo il crollo dell'impero.[5]

L'abitato di Quinniente, così chiamato probabilmente in quanto distante 500 pertiche dal torrente Enza, fu menzionato per la prima volta il 6 febbraio 876, in un atto di vendita di alcune terre.[6]

Entro il X secolo fu edificata a nord di Quingento, lungo la via Emilia, la pieve romanica dedicata a san Prospero, attorno a cui si sviluppò un piccolo borgo.[7]

Per effetto dei decreti napoleonici, nel 1806 San Prospero divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di San Donato; la sede municipale fu collocata all'interno dell'antico xenodochio posto in località Crostolo, a ovest dell'abitato.[6]

Tuttavia, nel 1870 il Comune di San Donato fu annesso a quello di San Lazzaro Parmense,[8] a sua volta soppresso e inglobato in quello di Parma nel 1943.[9]

Il 2 aprile 2006, nei pressi di San Prospero Parmense si concluse in modo tragico la vicenda di Tommaso Onofri: sulle rive dell'Enza, su indicazioni di Mario Alessi, fu ritrovato il corpo senza vita del piccolo di 18 mesi rapito un mese prima, il 2 marzo, a Casalbaroncolo.[10]

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Chiesa di San Prospero modifica

 
Chiesa di San Prospero
  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Prospero (Parma, San Prospero Parmense).

Menzionata per la prima volta nel 980, la pieve romanica, da cui nel 1299 dipendevano sei cappelle dei dintorni, fu chiusa al culto nel 1578, a causa delle sue pessime condizioni; abbattuta e riedificata in stile barocco tra il 1743 e il 1779, fu danneggiata da un terremoto nel 1928, che determinò la demolizione del campanile, ricostruito nel 1965; al suo interno conserva alcune opere di pregio, tra cui la settecentesca pala d'altare e una statua medievale raffigurante Santa Felicola.[7]

Xenodochio modifica

Costruito lungo la via Emilia prima del XV secolo per volere della famiglia Fulchini, lo xenodochio, destinato a ospitare i pellegrini di passaggio, fu utilizzato tra il 1806 e il 1870 quale sede municipale del comune di San Donato; l'edificio, ormai in rovina, è caratterizzato dalla presenza di un ampio portico a capanna originariamente decorato con alcune pitture, aperto verso la strada.[6][11]

Villa Mattei modifica

 
Villa Mattei
  Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Mattei (Parma).

Costruita originariamente in stile barocco probabilmente intorno al 1682 dai conti Mariani, passò in seguito ai conti Bajardi e successivamente ai Rossi; ricostruita nella seconda metà del XVIII secolo in stile neoclassico, secondo la tradizione su progetto dell'architetto Ennemond Alexandre Petitot, fu acquistata forse in quegli anni dai Meley; alienata nel 1896 al marchese Filippo Corradi Cervi Robiani, fu comprata dopo il 1924 da Medardo Pederzini e nel 1936 da Secondo Mattej; profondamente danneggiata dal sisma del 1983, fu acquisita nel 1990 dal restauratore Marco Pinna, che la ristrutturò completamente. Sviluppata su due livelli principali fuori terra, è caratterizzata dall'imponente corpo d'ingresso centrale in aggetto, sovrastato da loggia e alto frontone circolare, dietro al quale si innalza una torre cuspidata con orologio; ai lati si sviluppano ad U due ali, creando una corte sul retro, con porticato di 5 arcate; a est l'edificio si affaccia sul giardino con un piccolo portico a pianta circolare. All'interno si trovano numerosi ambienti ornati con affreschi e una cappella.[12]

Note modifica

  1. ^ a b La Frazione di San Prospero, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 23 ottobre 2016.
  2. ^ [1]
  3. ^ Zuccagni-Orlandini, p. 569.
  4. ^ Catarsi, Anghinetti, Raggio, Usai, p. 6.
  5. ^ Catarsi, Anghinetti, Raggio, Usai, pp. 8-10.
  6. ^ a b c Dall'Aglio, pp. 910-911.
  7. ^ a b Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 46.
  8. ^ Storia dei Comuni, su elesh.it. URL consultato il 24 giugno 2017.
  9. ^ Storia dei Comuni, su elesh.it. URL consultato il 24 giugno 2017.
  10. ^ Tommy Onofri, parla la mamma 13 anni dopo: "Ho scoperto della sua morte dalla tv", in www.huffingtonpost.it, 13 maggio 2019. URL consultato il 13 novembre 2023.
  11. ^ Lo xenodochio di San Prospero: un gioiello medievale che va in rovina, su gazzettadiparma.it. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016).
  12. ^ La storia di Villa Mattei, su pinnarestauri.it. URL consultato il 23 ottobre 2016.

Bibliografia modifica

  • Manuela Catarsi, Cristina Anghinetti, Patrizia Raggio, Licia Usai, Presenze longobarde nell'alta pianura parmense tra il torrente Parma e il fiume Enza (PDF), in Atti IV Convegno Nazionale FederArcheo, Cosenza, 2013. URL consultato il 24 giugno 2017.
  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, II Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
  • Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Italia superiore o settentrionale - Parte VI, Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Firenze, presso gli editori, 1591.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

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