Sandinista!

album dei The Clash del 1980

Sandinista! è il quarto album della band inglese The Clash, pubblicato nel 1980.

Sandinista!
album in studio
ArtistaThe Clash
Pubblicazione12 dicembre 1980
1989 (ristampa)
2000 (ristampa)
Durata144:28
Dischi2 (CD) / 3 (LP)
Tracce36
Genere[1]Punk rock[1]
Rock and roll[1]
Hard rock[1]
EtichettaEpic
ProduttoreThe Clash
Registrazione1980
FormatiTriplo LP
Doppio CD
6 LP
Mini-LP (edizione giapponese)[1]
Certificazioni
Dischi d'argentoBandiera del Regno Unito Regno Unito[2]
(vendite: 60 000+)
Dischi d'oroBandiera della Francia Francia[3]
(vendite: 100 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[4]
(vendite: 500 000+)
The Clash - cronologia
Album precedente
(1979)
Album successivo
(1982)
Singoli
  1. The Call Up
    Pubblicato: 28 novembre 1980
  2. Hitsville UK
    Pubblicato: 16 gennaio 1981
  3. The Magnificent Seven
    Pubblicato: 10 aprile 1981

Il disco modifica

Storia del gruppo modifica

Sandinista! venne pubblicato il 12 dicembre del 1980 come triplo LP, e successivamente come doppio CD. È l'album dei Clash che contiene più contaminazioni dai vari generi musicali (jazz, dub, reggae, ska, rockabilly) nonché le sperimentazioni più avanzate, presenti soprattutto nel terzo disco. L'album fu registrato durante il 1980, tra Londra e New York. Tra gli ospiti dell'album possiamo citare Mikey Dread (produttore, cantante e dj giamaicano), Ellen Foley (che al tempo era la fidanzata di Mick Jones) e Tymon Dogg, che compose e suonò il violino nel pezzo Lose this Skin. Dogg farà parte successivamente dei Mescaleros di Joe Strummer.

Per la prima volta, i pezzi vengono accreditati come composti da tutti e quattro i componenti dei Clash, non come negli album precedenti dove le canzoni erano per la maggior parte scritte dalla coppia Strummer/Jones.

I singoli estratti da Sandinista! in Inghilterra furono The Call Up, Hitsville U.K. e The Magnificent Seven, che fu accreditata come primo pezzo rap inglese e primo singolo rap eseguito da un gruppo di bianchi.[5]

L'album è stato rimasterizzato e ripubblicato nel gennaio del 2000, come il resto della produzione del gruppo.

Origine del titolo modifica

Il titolo prende spunto dall'organizzazione di guerriglieri del Nicaragua, i sandinisti, che l'anno precedente avevano destituito il presidente Anastasio Somoza Debayle. Successivamente, i Clash dichiararono che l'ispirazione per il titolo venne loro data dal tentativo dell'allora premier Margaret Thatcher di proibire l'uso della parola sandinista.[6]

Pubblicazione e critiche modifica

Sebbene sia ormai considerato uno dei migliori album rock del secolo (per la complessità e l'estrema contaminazione di generi),[7] all'uscita il disco non trovò una critica favorevolissima. Diversi fan, appassionati degli album precedenti The Clash e London Calling più classici e punk, non si dichiararono contenti di Sandinista e manifestarono in più occasioni la loro delusione.[8] Tra questi ricordiamo diverse future star del rock tra cui Kurt Cobain, leader dei Nirvana, che affermò di essere rimasto deluso da Sandinista in quanto "non corrispondeva affatto all'idea che si era fatto del punk".[9]

Tracce modifica

La suddivisione in dischi e lati qui riportata è quella originale dei tre dischi in vinile. Nell'edizione in compact disc l'ordine dei brani è lo stesso ma i dischi sono soltanto due: il primo CD contiene il primo disco in vinile e il lato A del secondo disco, il secondo CD contiene il lato B del secondo disco in vinile e tutto il terzo disco.
Tutti i brani sono accreditati ai The Clash, tranne dove specificato.

Disco 1 modifica

Lato A modifica

  1. The Magnificent Seven - 5:33
  2. Hitsville U.K. - 4:21
  3. Junco Partner - 4:52 (anonimo)
  4. Ivan Meets G.I. Joe - 3:05
  5. The Leader - 1:42
  6. Something About England - 3:42

Lato B modifica

  1. Rebel Waltz - 3:26
  2. Look Here - 2:45 (Mose Allison)
  3. The Crooked Beat - 5:28
  4. Somebody Got Murdered - 3:34
  5. One More Time - 3:32 (The Clash/Mickey Dread)
  6. One More Dub - 3:36 (The Clash/Mickey Dread) (Dub version di "One More Time")

Disco 2 modifica

Lato A modifica

  1. Lightning Strikes (Not Once But Twice) - 4:51
  2. Up in Heaven (Not Only Here) - 4:31
  3. Corner Soul - 2:42
  4. Let's Go Crazy - 4:24
  5. If Music Could Talk - 4:36 (The Clash/Mickey Dread)
  6. The Sound of the Sinners - 4:01

Lato B modifica

  1. Police on My Back - 3:17 (The Clash/Eddy Grant)
  2. Midnight Log - 2:10
  3. The Equaliser - 5:46
  4. The Call Up - 5:28
  5. Washington Bullets - 3:51
  6. Broadway - 5:49

Disco 3 modifica

Lato A modifica

  1. Lose This Skin - 5:08 (Tymon Dogg)
  2. Charlie Don't Surf - 4:54
  3. Mensforth Hill - 3:42
  4. Junkie Slip - 2:48
  5. Kingston Advice - 2:37
  6. The Street Parade - 3:28

Lato B modifica

  1. Version City - 4:23
  2. Living in Fame - 4:52 (The Clash / Mikey Dread) (Dub Version di "If Music Could Talk", voce di Mikey Dread)
  3. Silicone on Sapphire - 4:14 (Dub Version di "Washington Bullets")
  4. Version Pardner - 5:23 (anonimo, Dub Version di "Junco Partner")
  5. Career Opportunities - 2:30
  6. Shepherds Delight - 3:27 (The Clash / Mikey Dread, strumentale)

Brevi note su alcuni brani modifica

Junco Partner modifica

Cover reggaeggiante di un classico di New Orleans che Strummer era solito suonare con gli 101'ers, una storia di droga e vagabondaggio.

Ivan Meets G.I. Joe modifica

È la cronaca surreale dell'incontro-scontro a ritmo di disco music tra un soldato americano e uno sovietico su una pista da ballo, in un tripudio di suoni da videogioco. Nel fumetto contenuto nel libretto Ivan è rappresentato da un orso e G.I. Joe da un cagnone gigante, che prima picchiano i vari astanti e poi finiscono col darsele di santa ragione, rimanendo entrambi bruciacchiati e malconci nella vignetta finale.

The Leader modifica

Un brevissimo rock and roll sull'abuso di potere e la manipolazione del consenso:

«La gente deve avere qualcosa di interessante da leggere la domenica»

Something About England modifica

La storia dell'Inghilterra dalla prima guerra mondiale a oggi raccontata dal punto di vista dei perdenti di ogni epoca, qui impersonati da un anziano avvolto in un soprabito sporco.

The Sound of Sinners modifica

Un irriverente brano gospel che contiene una feroce critica alla religione cristiana e al suo irraggiungibile ideale di perfezione:

«Dopo tutto questo tempo a credere in Gesù ... Non sono buono abbastanza, non sono puro abbastanza per essere Lui»

Police On My Back modifica

Cover di un vecchio brano di Eddy Grant contro il regime dell'apartheid in Sudafrica.

The Call Up modifica

La "chiamata" del titolo è la chiamata alle armi. I Clash fanno appello direttamente alla responsabilità individuale dei coscritti, ricordando loro che non devono necessariamente agire secondo l'educazione che è stata loro impartita, e che hanno la possibilità di "non dar retta alla chiamata".

Washington Bullets modifica

Ricostruzione della storia dell'America Latina, condizionata dai "proiettili di Washington" che hanno sempre appoggiato regimi repressivi e sanguinari. Vengono ricordati Salvador Allende e Víctor Jara che sono state vittime di questi regimi. Il brano non omette però di criticare anche gli altri imperialismi dell'epoca, da quello sovietico in Afghanistan a quello cinese in Tibet.

Questo brano può essere in un certo senso considerato la title track dell'album, in quanto, pur non avendo lo stesso titolo, è l'unico in cui nel testo compare la parola Sandinista, qui usata in modo sarcastico come accusa nei confronti di chiunque muove critiche all'imperialismo statunitense.

Broadway modifica

Questo brano ha una breve coda in cui la giovanissima figlia di Mick Gallagher, Maria, canta in modo stentato alcune strofe di The guns of Brixton, un brano dell'album London Calling, accompagnata al pianoforte dal padre.

Lose This Skin modifica

È un brano composto e cantato da Tymon Dogg, ex busker londinese ed amico di vecchia data di Joe Strummer, sin dai tempi degli 101'ers. Anche il martellante riff di violino, piuttosto inusuale per un brano dei Clash, è opera sua.

Charlie Don't Surf modifica

Il titolo è tratto da una celebre battuta del film Apocalypse Now. I Clash osservano che Charlie (nome con cui i soldati americani chiamavano i Vietcong) dovrebbe fare surf anziché diventare una stella di napalm.[10]

Mensforth Hill modifica

È uno dei rari brani strumentali dell'album. È basata sul brano Something About England riprodotto a rovescio con l'aggiunta di numerosi effetti dub.

Silicone on Sapphire, Version Pardner modifica

Sono versioni dub rispettivamente dei brani Washington bullets (qui privo della parte cantata) e Junco Partner.

Career Opportunities modifica

Nuova versione dell'omonimo brano presente nel primo album dei Clash del 1977, qui cantato dai due giovanissimi figli maschi del tastierista Mick Gallagher, Luke e Ben. Questa rilettura infantilistica rende ancora più sarcastico lo sberleffo alle "opportunità di carriera" che il mondo occidentale più che proporre impone.

Shepherds Delight modifica

L'album si conclude con un malinconico reggae strumentale, composto dai Clash insieme al musicista giamaicano Mikey Dread. Il breve e caotico finale di soli effetti speciali ricorda vagamente l'Inner Groove di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band.

Formazione modifica

Altri musicisti
  • Mickey Gallaghertastiere, piano, organo Hammond
  • Tymon Doggviolino in Junco Partner, The Equaliser, Lose This Skin e Version Pardner; voce in Lose This Skin
  • Mikey Dread — effetti sonori; voce in The Crooked Beat, One More Time e Living in Fame
  • Ellen Foley — voce in Hitsville UK
  • Norman Watt-Roy — basso in The Magnificent Seven e Hitsville UK
  • Gary Barnacle, Davey Payne — sassofono
  • Arthur Edward "Bill" Barnacle — tromba
  • Jody Linscott — percussioni
  • Rick Gascoigne — trombone
  • Ivan Julian, Noel "Tempo" Bailey — chitarra
  • Maria Gallagher - voce in coda a Broadway
  • Lew Lewis — armonica a bocca in Version City
  • Luke & Ben Gallagher — voce in Career Opportunities
Crediti
  • Registrato e mixato da Bill Price
  • Produttore — The Clash
  • Version mix — Mikey Dread
  • Ingegneri del suono — Jerry Green (al Wessex Studios Londra), J. P. Nicholson (all'Electric Ladyland di New York)

Classifiche modifica

Classifiche settimanali modifica

Classifica (1980/81) Posizione
massima
Australia[11] 36
Canada[12] 3
Francia[13] 3
Italia[14] 11
Norvegia[15] 8
Nuova Zelanda[15] 3
Regno Unito[16] 19
Stati Uniti[17] 24
Svezia[15] 9

Classifiche di fine anno modifica

Classifica (1981) Posizione
Canada[18] 21
Italia[14] 36

Curiosità modifica

Police on My Back e Something about England accompagnano i titoli rispettivamente di testa e di coda del film italiano Il posto dell'anima (2003) di Riccardo Milani. Nel pellicola l'operaio Antonio, interpretato da Silvio Orlando, accenna i primi versi di Something about England (They say immigrants steal the hubcaps/ Of the respected gentlemen/ They say it would be wine and roses/ If england were for englishmen again) cercando di convincere il sindaco del comune abruzzese dove vive insieme ai suoi compagni di lavoro di saper parlare inglese e poter così andare negli Stati Uniti per il vertice sindacale con la multinazionale della loro azienda, al fine di evitare la chiusura della fabbrica.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g (EN) Sandinista!, su allmusic.com, allmusic.com. URL consultato il 15 gennaio 2009.
  2. ^ (EN) Sandinista!, su British Phonographic Industry. URL consultato il 10 febbraio 2015.
  3. ^ (FR) Les Certifications depuis 1973, su InfoDisc. URL consultato il 10 febbraio 2015. Selezionare "The CLASH" e premere "OK".
  4. ^ (EN) The Clash - Sandinista! – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 10 febbraio 2015.
  5. ^ (EN) Jeremy Simmonds. The Encyclopedia of Dead Rock Stars: Heroin, Handguns, and Ham Sandwiches. Chicago Review Press, 2008. ISBN 978-1-55652-754-8. p. 486
  6. ^ (EN) D'Ambrosio. op. cit. p. 139
  7. ^ (EN) The RS 500 Greatest Album of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 15 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2007).
  8. ^ (EN) Antonino D'Ambrosio. Let Fury Have the Hour: The Punk Rock Politics of Joe Strummer. Nation Books, 2004. ISBN 978-1-56025-625-0. p. 309
  9. ^ (EN) Dave Thompson. Never Fade Away: The Kurt Cobain Story. Macmillan, 1994. ISBN 978-0-312-95463-5. p. 38
  10. ^ La stessa battuta del film ha ispirato un'opera omonima di Maurizio Cattelan, che a sua volta ha ispirato il brano Charlie fa surf dei Baustelle, estratto dall'album Amen. In un'intervista, in riferimento al brano, i Baustelle hanno fatto riferimento ad Apocalypse Now e all'installazione di Cattelan, ma non al brano dei Clash [1]
  11. ^ (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, St Ives, N.S.W., Australian Chart Book, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
  12. ^ (EN) Top Albums - March 21, 1981, su Library and Archives Canada. URL consultato il 9 maggio 2020.
  13. ^ (FR) Le Détail des Albums de chaque Artiste, su InfoDisc. URL consultato il 9 maggio 2020. Selezionare "The CLASH" e premere "OK".
  14. ^ a b Gli album più venduti del 1981, su Hit Parade Italia. URL consultato il 9 maggio 2020.
  15. ^ a b c (NL) The Clash - Sandinista!, su Ultratop. URL consultato il 9 maggio 2020.
  16. ^ (EN) Official Albums Chart: 14 December 1980 - 20 December 1980, su Official Charts Company. URL consultato il 9 maggio 2020.
  17. ^ (EN) The Clash – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 9 maggio 2020. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  18. ^ (EN) Top 100 Albums of 1981, su Library and Archives Canada. URL consultato il 9 maggio 2020.

Bibliografia modifica

  • Pat Glbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.

Collegamenti esterni modifica

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