Sandro Biasotti

politico e imprenditore italiano
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Sandro Mario Biasotti (Genova, 2 luglio 1948) è un politico italiano.

Sandro Biasotti

Presidente della Regione Liguria
Durata mandato12 maggio 2000 –
14 aprile 2005
PredecessoreGiancarlo Mori
SuccessoreClaudio Burlando

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato23 marzo 2018 –
12 ottobre 2022
LegislaturaXVIII
Gruppo
parlamentare
- Forza Italia (dal 27/03/2018 al 27/05/2021)

- Misto-NI (dal 27/05/2021 al 7/06/2021)
- Misto componente: Italia al Centro (IDeA-Cambiamo-Europeisti-noi Di Centro (Noi Campani)) (dal 7/06/2021)

CoalizioneXV: Centro-destra 2008

XVI: Centro-destra 2013

CircoscrizioneLiguria
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato29 aprile 2008 –
22 marzo 2018
LegislaturaXVI, XVII
Gruppo
parlamentare
XVI:
Il Popolo della Libertà (dal 29/04/2008 al 14/03/2013)

XVII:
Forza Italia (dal 15/03/2013 al 22/03/2018)

CoalizioneCentro-destra 2018
CircoscrizioneLiguria
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoItalia al Centro (dal 2022)
In precedenza:
PdL (2009-2013)
FI (2013-2019)
Ind. (2019-2021)
CI (2021-2022)
Titolo di studioDiploma di istituto tecnico commerciale
ProfessioneImprenditore

Biografia modifica

Attività imprenditoriale modifica

Nato a Genova nel 1948. Negli anni '70, con la malattia e la morte del padre, lascia gli studi di Economia all'Università Bocconi per occuparsi dell'azienda di famiglia attiva nel trasporto merci. Sarà tra i primi a sviluppare il trasporto a mezzo di container nel porto di Genova.[senza fonte]

A metà degli anni novanta, dopo aver acquisito diverse società del ramo dei trasporti e delle attività portuali, costituisce un gruppo imprenditoriale del settore, con quindici società in tutta Italia.

Nel 1998 decide di cedere le sue attività per concentrarsi nel campo delle concessionarie di automobili.

Attività politica modifica

Presidenza della Liguria modifica

Alle elezioni regionali in Liguria del 2000 entra in politica da indipendente, venendo candidato dalla Casa delle Libertà a presidente della regione ed eletto con il 50,71% dei voti, sconfiggendo il presidente uscente di centrosinistra Giancarlo Mori, fermo al 46,07%. Biasotti è ricordato per la "battaglia del pesto" che da presidente sferrò contro la multinazionale alimentare Nestlé, che fu costretta a cambiare il nome di alcuni suoi prodotti conservati e non freschi, che inducevano a confonderli con il pesto[1]. In seguito alla vicenda, il basilico genovese nel 2005 ottenne la denominazione di origine protetta.

Alle elezioni regionali in Liguria del 2005 si ricandida, ma ottiene il 46,58% ed è sconfitto dal candidato del centro-sinistra Claudio Burlando (52,64%), pur ottenendo un buon risultato (8,73%) della sua lista personale all'interno della coalizione di centro-destra e venendo comunque eletto consigliere regionale.

Elezione alla Camera modifica

Alle elezioni politiche del 2008 è eletto deputato per Il Popolo della Libertà nella circoscrizione Liguria. Per tale motivo, si dimette dalla carica di consigliere regionale, optando per il seggio in Parlamento (visto che le due cariche sono incompatibili).

Alle elezioni regionali del 2010 viene candidato per la terza volta alla presidenza della Liguria, ma ottiene il 47,85% ed è battuto nuovamente dal presidente uscente Claudio Burlando (52,15%). Viene comunque eletto consigliere regionale, dimettendosi però da tale carica pochi mesi dopo e optando per il proprio seggio alla Camera, visto che le due cariche sono incompatibili.

Alle elezioni politiche del 2013 viene rieletto deputato per il PdL nella circoscrizione Liguria.

Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia[2][3].

Il 2 gennaio 2014 viene nominato coordinatore regionale del partito; il 27 maggio seguente rassegna le sue dimissioni nelle mani del presidente del partito Silvio Berlusconi come "atto dovuto a seguito del deludente risultato elettorale" delle elezioni europee[4], ma il presidente le respinge due giorni dopo.[5]

Alle elezioni regionali in Liguria del 2015, pur non essendo inserito nelle liste, sostiene il candidato del centro-destra Giovanni Toti, che riesce a vincere le elezioni con il 34,4% dei voti, riportando il governo regionale al centro-destra a distanza di 15 anni dall'insediamento della giunta Biasotti.

Elezione al Senato e la mancata rielezione alla Camera modifica

 
Biasotti con Giovanni Toti, Edoardo Rixi e Roberto Bagnasco durante la campagna elettorale per le politiche del 2018.

In occasione delle elezioni politiche del 2018 è eletto al Senato nelle liste di Forza Italia nel collegio plurinominale Liguria - 01.

Nell’ottobre del 2019 annuncia l’addio a Forza Italia in quanto non vuole porsi in concorrenza con Giovanni Toti, che da poco è uscito dal partito fondando il movimento Cambiamo!.[6] Il 19 dicembre dello stesso anno il sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco, figlio di Roberto Bagnasco (anch'egli membro di Forza Italia, deputato ed ex sindaco di Rapallo, in carica dal 1995 al 2004), lo sostituisce come coordinatore regionale del partito.

Il 26 maggio 2021 preannuncia l’adesione a Coraggio Italia, il nuovo partito fondato da Toti con Luigi Brugnaro,[7] e dal 7 giugno fa parte della componente del Misto IDeA e Cambiamo che cambierà nome diverse volte. Dal 18 novembre Biasotti è responsabile del tesseramento di Coraggio Italia in Liguria. Nel 2022 aderisce a Italia al Centro di Giovanni Toti.

Alle elezioni politiche del 2022 si candida alla Camera nel collegio uninominale Liguria - 03 (Genova: Municipio I - Centro Est) per il centrodestra in quota Noi Moderati, lista composta da Italia al Centro, Noi con l’Italia, Coraggio Italia e Unione di Centro.[8] Con 72.200 voti di coalizione, di cui 3.307 diretti a lui,[9] pari al 35,42%, viene sconfitto dal candidato del centro-sinistra Luca Pastorino (36,04%), che lo supera per soli 1.200 voti. Biasotti resta così fuori dal Parlamento dopo 14 anni.

Procedimenti giudiziari modifica

Il 25 settembre 2017 viene rinviato a giudizio insieme ad altre 12 persone con l'accusa di peculato in relazione a un filone del caso delle spese pazze che ha coinvolto altri consiglieri regionali liguri per quanto riguarda la legislatura 2005-2010.[10] A Biasotti viene contestata la cifra di 11.000 euro del 2008 e perciò il 25 marzo 2021 viene condannato a 2 anni e 2 mesi in primo grado.[11] Il reato cade in prescrizione poiché derubricato a indebita percezione di erogazioni pubbliche e perciò nel gennaio del 2023 Biasotti e altri 11 ex consiglieri regionali vengono prosciolti dalla Corte d'appello.[12]

Il 14 maggio 2019 vengono perquisiti gli uffici delle sue concessionarie in relazione a un’indagine della Procura di Genova su alcune aziende create per evadere l’IVA tra il 2015 e il 2018.[13] Nel novembre del 2021 viene indagato con l’accusa di falso in bilancio nell’ambito di una maxi inchiesta nata in primis per far luce su una presunta frode fiscale sulla compravendita di automobili: le sue concessionarie avrebbero ceduto le vetture senza corresponsione di IVA poiché sulla carta destinate a un esportatore abituale e non ad acquirenti privati così da maturare un massiccio credito con lo Stato, da incrementare il giro d’affari e da incassare i premi corrisposti dalla sede centrale della Mercedes. Biasotti è indagato in qualità di membro del CdA del Biasotti Group pur non avendo ruoli operativi; il senatore nel frattempo ha deciso di vendere tutto il gruppo di concessionarie.[14] Nel dicembre del 2023 viene rinviato a giudizio per falso in bilancio avendo rinunciato a patteggiare.[15][16]

Note modifica

  1. ^ Pesto, vince la Liguria Nestlè ritira i brevetti
  2. ^ Camera dei Deputati: Composizione del gruppo FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
  3. ^ L’addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia, su Corriere della Sera, 16 novembre 2013. URL consultato il 30 marzo 2022.
  4. ^ Biasotti: «Rimetto il mandato di coordinatore nelle mani di Berlusconi», su Il Secolo XIX, 13 maggio 2019. URL consultato il 30 marzo 2022.
  5. ^ Forza Italia, Berlusconi respinge le “dimissioni” di Biasotti, su Il Secolo XIX, 13 maggio 2019. URL consultato il 30 marzo 2022.
  6. ^ TELENORD, Biasotti, addio a Forza Italia: "Berlusconi mi chiedeva di contrastare Toti", su telenord.it. URL consultato l'11 novembre 2019.
  7. ^ Sandro Biasotti lascia Forza Italia e aderisce al movimento di Toti e Brugnaro. Alla Camera la presentazione di “Coraggio Italia”, su Il Secolo XIX, 26 maggio 2021. URL consultato il 10 giugno 2021.
  8. ^ Elezioni, Noi Moderati sceglie Ilaria Cavo e Sandro Biasotti per gli uninominali - Primocanale.it - Le notizie aggiornate dalla Liguria, su www.primocanale.it. URL consultato il 21 agosto 2022.
  9. ^ Mario De Fazio e Raffaele Mastroionardo, L'effetto candidati sul voto, in Il Secolo XIX, 29 settembre 2022, p. 10.
  10. ^ Spese pazze: rinvio a giudizio per Biasotti, Bruzzone e altri 11, su GenovaToday. URL consultato il 30 marzo 2022.
  11. ^ 'Spese pazze': condannati Biasotti, Bruzzone e altri sette, su GenovaToday. URL consultato il 30 marzo 2022.
  12. ^ Spese pazze: la prescrizione in Appello salva Biasotti e altri 11 - Notizie - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 27 gennaio 2023. URL consultato il 16 gennaio 2024.
  13. ^ Super User, Indagato il gruppo del senatore Sandro Biasotti, su Genova3000. URL consultato il 21 maggio 2019.
  14. ^ Matteo Indice, Falso in bilancio, Biasotti indagato, in Il Secolo XIX, 6 novembre 2021, p. 25.
  15. ^ Redazione di Rainews, L'ex presidente di regione Sandro Biasotti rinviato a giudizio, su RaiNews, 20 dicembre 2023. URL consultato il 14 gennaio 2024.
  16. ^ Sandro Biasotti rifiuta il patteggiamento e va a processo a Genova per frode fiscale: “Io totalmente estraneo alle accuse”, su la Repubblica, 20 dicembre 2023. URL consultato il 14 gennaio 2024.

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