Sangiaccato di Erzegovina

Il sangiaccato di Erzegovina[1][2] o sangiaccato di Hersek[3] (in turco Hersek Sancağı; in serbo-croato Hercegovački sandžak) era un'unità amministrativa ottomana fondata nel 1470. La sede rimase a Foča fino al 1572 quando fu trasferita a Taşlıca (Pljevlja). Il sangiaccato faceva inizialmente parte dell'Eyalet di Rumelia ma fu in seguito amministrato nell'Eyalet di Bosnia dopo la sua fondazione nel 1580.[4][5]

Sangiaccato di Erzegovina
Sangiaccato di Erzegovina
Mappa del Sangiaccato di Erzegovina
Informazioni generali
CapoluogoFoça
(oggi Foča, 1470-1572)
Taşlıca
(oggi Pljevlja, 1572-1833)
Dipendente daBandiera dell'Impero ottomano Impero ottomano
Amministrazione
Forma amministrativaSangiaccato
Evoluzione storica
Inizio1470
CausaIstituzione
Fine1833
CausaIstituzione dell'Eyalet di Erzegovina
Preceduto da Succeduto da
Ducato di San Sava
Oggi parte di
Eyalet di Erzegovina
Bandiera della Bosnia ed Erzegovina Bosnia ed Erzegovina
Bandiera della Croazia Croazia
Bandiera della Serbia Serbia
Bandiera del Montenegro Montenegro

Storia modifica

15º secolo modifica

Nel novembre 1481 Ayas, un generale ottomano, attaccò Novi e la catturò probabilmente alla fine del gennaio 1482.[6] Il sangiaccato fu istituito tra il 1483 e il 1485. Nel 1485, Novi fu fondata come kadiluk del sangiaccato di Erzegovina.

16º secolo modifica

Nel 1572 la sede del sangiaccato fu trasferita da Foča a Pljevlja.[7]

La rivolta del Banato (1594) era stata aiutata dai metropoliti serbi ortodossi Rufim Njeguš di Cetinje e Visarion di Trebinje (1590–1602).[8] Nel 1596 le rivolte si diffusero nel Montenegro ottomano e nelle tribù vicine dell'Erzegovina, specialmente sotto l'influenza del metropolita Visarion.[8] Un documento della Repubblica di Ragusa dell'inizio del 1596 afferma che molti capi dell'Erzegovina con il metropolita si radunarono nel monastero di Trebjesa dove giurarono "di rinunciare e di donare 20.000 eroi alla luce degli imperatori".[9] Nel 1596, Grdan, vojvoda di Nikšić e il patriarca serbo Jovan Kantul (1592-1614) guidarono i ribelli contro gli ottomani, ma furono sconfitti sul campo di Gacko nel 1597 nella rivolta serba del 1596-1597. Tuttavia, Grdan e il patriarca Jovan avrebbero continuato a pianificare negli anni successivi le rivolte contro gli ottomani.[10]

18º secolo modifica

Nel 1737, Bogić Vučković e i suoi fratelli organizzarono una rivolta in Erzegovina durante la guerra austro-turca (1737-1739).[11]

19º secolo modifica

All'inizio del XIX secolo, l'Eyalet di Bosnia era una delle province meno sviluppate e più autonome dell'Impero.[12] Nel 1831, il kapudan bosniaco Husein Gradaščević occupò Travnik, chiedendo l'autonomia e la fine delle riforme militari in Bosnia.[13] Alla fine, sfruttando le rivalità tra il bey e il kapudan, il gran visir riuscì a staccare le forze dell'Erzegovina, guidate da Ali-paša Rizvanbegović, da quelle di Gradaščević.[13] La rivolta fu sedata e nel 1833 fu creato un nuovo Eyalet di Erzegovina dalla parte meridionale dell'Eyalet di Bosnia e dato a Rizvanbegović come ricompensa per il suo contributo nel reprimere la rivolta.[13] Questa nuova entità durò solo pochi anni, venendo reintegrata nell'Eyalet di Bosnia dopo la morte di Rizvanbegović (1851).

Nel marzo 1852, il generale ottomano Omar Pascià decise di disarmare gli erzegovini, il che scatenò un'indignazione nella regione. Il capo degli erzegovini era Luka Vukalović. Il rifiuto di rinunciare alle armi provocò piccoli scontri tra erzegovini e turchi (musulmani slavi locali), che a loro volta sfociarono in una rivolta, che sarebbe stata guidata da Vukalović.

Nel 1875 scoppiò una rivolta in Erzegovina, guidata dai serbi locali contro i loro signori bosniaci ottomani che li trattavano duramente e ignoravano le nuove riforme annunciate dal sultano Abdülmecid I.[14] I ribelli furono aiutati con armi e volontari dai Principati di Montenegro e Serbia, i cui governi alla fine dichiararono congiuntamente guerra agli ottomani il 18 giugno 1876,[15] portando alla guerra serbo-turca (1876-1878) e alla guerra turco-montenegrina (1876-1878), che a sua volta portò alla guerra russo-turca (1877-1878) e alla grande crisi orientale.[16] Un risultato delle rivolte e delle guerre fu il Congresso di Berlino nel 1878, che diede al Montenegro e alla Serbia l'indipendenza e l'espansione territoriale, mentre l'Austria-Ungheria occupò la Bosnia ed Erzegovina per 30 anni, che rimase ancora de jure territorio ottomano. L'occupazione austro-ungarica e l'espansione montenegrina dell'Antica Erzegovina segnarono la fine del Sangiaccato di Erzegovina.

Governatori modifica

Lista dei governatori:

  • Ayas, il conquistatore (1478-1483)
  • Hadim Sinan Pasha, sanjak-bey (1504-06)[17]
  • Kasim Bey[18]
  • Kara Osman-beg[19]
  • Sinan Pasha, sanjak-bey (1547–50)[20]
  • Mehmed Bey Obrinović, sanjak-bey (att. 1550)
  • Malkoč-beg, sanjak-bey (1561–63)[21]
  • Sinan-beg Boljanić, sanjak-bey tra il 1550 e il 1570
  • Hüseyin Pasha Boljanić, sanjak-bey (1567–69)
  • Sultanzade Mehmed-bey (1586–93)
  • Ali Pasa Čengić (1654)
  • Arnaut Mustafa Pascià (1664)[22]
  • Muharem Pascià (1664)[22]
  • Sohrab Mehmed Pascià (1665)[22]
  • Ćose Ali Pasha (1666)[22]
  • Ibrahim Pasha Tešnjak (1667)[22]
  • Mustafa-beg (1702)
  • Alija, sanjak-bey (1718-19)[23]
  • Ali-paša Rizvanbegović, visir dell'Erzegovina (1833-51)

Note modifica

  1. ^ Carlo Antonio Vanzon, Dizionario universale della lingua italiana, ed insieme di geografia ... mitologia [&c.]. Preceduto da una Esposizione grammaticale ragionata della lingua italiana. [1 pt. With] Appendice, ossiano Giunte e correzioni. [12 pt. Wanting the title-leaf of vol. 4 of the dictionary]., 1842, p. 468. URL consultato il 24 settembre 2021.
  2. ^ Archivio di Stato di Venezia, I "documenti turchi" dell'Archivio di Stato di Venezia: inventario della miscellanea a cura di Maria Pia Pedani Fabris, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1994, pp. 230, 452, 504, ISBN 978-88-7125-090-8. URL consultato il 24 settembre 2021.
  3. ^ *Dizionario generale di scienze, lettere, arti, storia, geografia ...: 4:, Giuseppe Pomba e comp., 1844, p. 761. URL consultato il 24 settembre 2021.
  4. ^ Analecta Gregoriana, vol. 235-236, apud Aedes Universitatis Gregorianac., 1984, p. 30. URL consultato il 24 settembre 2021.
    «...Sangiaccato di Bosnia e un po ' più tardi il Sangiaccato di Erzegovina . Tutti e due i sangiaccati facevano parte del Pascialato di Rumelia e Grecia»
  5. ^ Petar Vrankić, La Chiesa cattolica nella Bosnia ed Erzegovina al tempo del vescovo fra Raffaele Barišić, 1832-1863, Gregorian Biblical BookShop, 1984, p. 30, ISBN 978-88-7652-537-7. URL consultato il 24 settembre 2021.
    «Sebbene la data di fondazione del Pascialato di Bosnia non sia tanto precisa , normalmente si suppone che esso sia stato eretto nel 1580»
  6. ^ (SR) Grupa Autora - Istorija Crne Gore, 1970, OCLC 175122851.
    «Ајас је почео опсаду Новог у новембру 1481. год. с неких 2.000 војника....Угарска посадакоја га је држала предала се, вјероватно крајем јануара 1482»
  7. ^ (EN) Robert J. Donia e John Van Antwerp Fine, Bosnia and Hercegovina: A Tradition Betrayed, Hurst, 1994, p. 48, ISBN 978-1-85065-212-0. URL consultato il 24 settembre 2021.
  8. ^ a b (SR) Editions speciales, Naučno delo, 1971.
    «Дошло ]е до похреаа Срба у Ба- нату, ко]и су помагали тадаппьи црногоски владика, Херувим и тре- бюьски, Висарион. До покрета и борбе против Ту рака дошло ]е 1596. године и у Цр- иэ] Гори и сус]едним племенима у Харцеговгаш, нарочито под утица- ]ем поменутог владике Висариона. Идупе, 1597. године, [...] Али, а\адика Висарион и во]вода Грдан радили су и дал>е на организован>у борбе, па су придобили и тадапньег пеЬког патри^арха 1ована. Ова] ]е папи Клименту VIII послао писмо, у коме каже да би се, у случа^у када би папа организовао напад на Нови, дигла на оруж]е и херцего- вачка племена: Зупци, Никшипи, Пивл>ани, Банъани, Дробшаци, Рудине и Гацко. Пошто ...»
  9. ^ (SR) Istorisko društvo Bosne i Hercegovine, Annuaire de la Société historique de Bosnie et Herzégovine, Istorisko društvo Bosne i Hercegovine, 1959.
    «из Дубровника из почетка 1596 тврди да су се многи херцего- вачки главари са митрополитом састали у требшьском манастиру и заклели »да Ье се дати и поклонити светлости импературови су 20 тисуЪа ]унака«. Устаници ...»
  10. ^ (SR) Zapisi, vol. 3, Cetinjsko istorijsko društvo, 1929, p. 97.
    «чувени херцеговачки војвода Грдан Никшић, који је 1597 — 1612 дизао буне противу Ту- рака и склапао савезе с европским владарима.»
  11. ^ (SR) Dušan J. Popović, Srbi u Vojvodini: Od Temis̆varskog sabora, 1790 do Blagoves̆tenskog sabora, 1861, Matica srpska, 1963, p. 99. URL consultato il 24 settembre 2021.
    «Богић Вучковић-Стра- тимировић, син Вучка Петровића а унук Петра Стратимировића, рођен је у Херцеговини. 1737. организовао је са браћом устанак у Херцеговини, по- мажући у исто време аустријску војску у рату против (Bogic Vuckovic-Stratimirovic, figlio di Vucko Petrovic e nipote di Petar Stratimirovic, nacque in Erzegovina. Nel 1737 organizzò una rivolta in Erzegovina con i suoi fratelli, aiutando allo stesso tempo l'esercito austriaco nella guerra contro)»
  12. ^ (EN) Mitja Velikonja, Religious Separation and Political Intolerance in Bosnia-Herzegovina, Texas A&M University Press, 2003, p. 84, ISBN 978-1-60344-724-9. URL consultato il 24 settembre 2021.
  13. ^ a b c Gábor Ágoston e Bruce Alan Masters, Encyclopedia of the Ottoman Empire, Infobase Publishing, 1º gennaio 2009, p. 91, ISBN 978-1-4381-1025-7.
  14. ^ (EN) James J. Reid, Crisis of the Ottoman Empire: Prelude to Collapse 1839-1878, Franz Steiner Verlag, 2000, p. 309, ISBN 978-3-515-07687-6. URL consultato il 24 settembre 2021.
  15. ^ (EN) Mircea Mușat e Ion Ardeleanu, From Ancient Dacia to Modern Romania, Editura Științifică și Enciclopedică, 1985, p. 313. URL consultato il 24 settembre 2021.
  16. ^ Vuk Tošić, The Serbs, Blackwell Pub, 2004, pp. 221-226, ISBN 978-0-470-75468-9, OCLC 212124109. URL consultato il 24 settembre 2021.
  17. ^ Gazi Husrevbegova biblioteka u Sarajevu, Anali Gazi Husrev-begove biblioteke, Gazi Husrev-begova biblioteka, 1983, p. 34.
  18. ^ Kemal Çiçek, Ercüment Kuran e Nejat Göyünç, Great Ottoman Turkish civilization, Yeni Türkiye, 2000.
    «... result of these actions were that even a small Cypriot community living in Venice applied to the Ottoman State through Kasim Bey, the ruler of the sanjak of Hersek, seeking to come back to Cyprus. They were not only permitted to come back,... (...risultato di queste azioni fu che anche una piccola comunità cipriota che viveva a Venezia si rivolse allo Stato ottomano attraverso Kasim Bey, il sovrano del sanjak di Hersek, cercando di tornare a Cipro. Non solo gli è stato permesso di tornare, ...)»
  19. ^ Bruno Ljubez, Jajce Grad: prilog povijesti posljednje bosanske prijestolnice, HKD Napredak, 2009, p. 405, ISBN 9789958840456.
    «Malkoč Ali-beg je sin Kara Osman-bega, nekadašnjeg hercegovačkog sandžaka, čije se turbe nalazi u Kopčiću kod Bugojna.»
  20. ^ Alina Payne, Dalmatia and the Mediterranean: Portable Archaeology and the Poetics of Influence, BRILL, 23 gennaio 2014, p. 320, ISBN 978-90-04-26391-8.
  21. ^ Zbornik radova, Filozofski fakultet u Tuzlu, 2000, p. 98.
  22. ^ a b c d e Safvet-beg Bašagić, Kratka uputa u prošlost Bosne i Hercegovine, od g. 1463-1850, Vlastita naklada, 1900, p. 180.
  23. ^ (EN) Charles W. Ingrao, Nikola Samardžić e Jovan Pesalj, The Peace of Passarowitz, 1718, Purdue University Press, 2011, p. 123, ISBN 978-1-55753-594-8. URL consultato il 24 settembre 2021.

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Collegamenti esterni modifica