Sant'Agata di Puglia

comune italiano

Sant'Agata di Puglia (Santaheta in dialetto locale, fino al 1862 chiamata Sant'Agata) è un comune italiano di 1 797 abitanti[1] della provincia di Foggia in Puglia. Di fondazione medievale, per le sue ampie vedute panoramiche il paese è noto con l'appellativo di loggia delle Puglie.[4]

Sant'Agata di Puglia
comune
Sant'Agata di Puglia – Stemma
Sant'Agata di Puglia – Bandiera
Sant'Agata di Puglia – Veduta
Sant'Agata di Puglia – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Foggia
Amministrazione
SindacoPietro Bove (lista civica Sant'Agata nel 2000) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate41°09′10″N 15°22′51″E / 41.152778°N 15.380833°E41.152778; 15.380833 (Sant'Agata di Puglia)
Altitudine794 m s.l.m.
Superficie116,14 km²
Abitanti1 797[1] (31-8-2022)
Densità15,47 ab./km²
FrazioniSanta Maria d'Olivola,

Bastia

Comuni confinantiAccadia, Anzano di Puglia, Candela, Deliceto, Lacedonia (AV), Monteleone di Puglia, Rocchetta Sant'Antonio, Scampitella (AV)
Altre informazioni
Cod. postale71028
Prefisso0881
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT071052
Cod. catastaleI193
TargaFG
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona E, 2 511 GG[3]
Nome abitantisantagatesi
Patronosan Rocco, sant'Agata, san Lorenzo
Giorno festivo5 febbraio, 16 agosto
Soprannomeloggia delle Puglie
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sant'Agata di Puglia
Sant'Agata di Puglia
Sant'Agata di Puglia – Mappa
Sant'Agata di Puglia – Mappa
Posizione del comune di Sant'Agata di Puglia nella provincia di Foggia
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Il comune è situato a 794 m s.l.m. sui monti della Daunia tra i torrenti Calaggio e Frugno, con ampia vista panoramica sul tavoliere delle Puglie con il golfo di Manfredonia, sul Vulture in Basilicata, sugli altopiani e le alture di Lacedonia e Trevico in Irpinia.

Storia modifica

Epoca romana modifica

In località Santa Maria d'Olivola si rinvengono quattordici epigrafi sepolcrali di epoca imperiale (II-III secolo d.C.), il che fa ipotizzare l'esistenza di un vicus situato, con ogni probabilità, lungo la Via Herculia. Inoltre, poiché nel corso del medioevo (XII secolo) è attestata, nella medesima area, una chiesa intitolata a Sancta Maria Matri Magna, si può supporre che il sito corrisponda alla statio Ad Matrem Magnam citata nell'Itinerarium Antonini e riferita a un tempio dedicato alla dea Cibele, la cui esatta ubicazione resta però sconosciuta.[5]

Periodo svevo modifica

Durante la dominazione sveva, la provincia militare di Sant'Agata era denominata "Castellania".

Con decreto imperiale del 5 ottobre 1239 Federico II di Svevia incluse quello di Sant'Agata fra i castra exempta (letteralmente, "castelli esentati"), ritenuti di primaria importanza sia a scopo difensivo sia come residenze imperiali. Per essi si riservò personalmente la scelta e la nomina dei castellani. Nello stesso anno, fu emanato un mandato imperiale che obbligava gli abitanti del giustizierato di Principato e Terra Beneventana a riparare il Castello di Sant'Agata; nel 1250 l'obbligo fu esteso agli abitanti di alcuni centri della Capitanata: «Casale di Sant'Antuono[6], Ascoli, Candela, Santo Stefano in Iuncarico e San Pietro in Olivola[7], le quali terre debbono anche prestare una determinata obbligazione ogni anno nel predetto castello».

Dominazione angioina modifica

Con la successiva dominazione angioina il Castello di Sant'Agata conservò la funzione di provincia militare e amministrativa. Il re Carlo I d'Angiò aveva un'abitazione privata all'interno del castello, dove fra il 1269 e il 1270 aveva fatto ornare la cappella dedicata a sant'Agata e vi aveva fatto collocare tre artistiche lonze, oggi perdute. Dal 1274 al 1279 Carlo I diede mandato al Giustiziere di Capitanata di provvedere a ulteriori riparazioni del maniero, nel frattempo resesi necessarie: il mandato reale del 1279 confermò l'obbligo di contribuirvi ai paese già individuati da Federico II.

Nel 1294, quando Carlo II d'Angiò era succeduto al padre, il castello era ancora regio e ne era Signore Goffredo de Jonville; nel 1296 il monarca ordinò "alle terre" del fu Goffredo di obbedire a suo fratello Giovanni. Nel 1304 era Signora di Sant'Agata Filippa Belmonte.

Nel 1396 il viceré convocò nel castello di Sant'Agata un parlamento per il bene pubblico al quale parteciparono tutti i baroni che avevano seguito la fazione angioina e, seguendo l'esempio di Napoli che aveva costituito gli Otto del Buono Stato della città, furono eletti in quel parlamento sei deputati per il Buono Stato del Regno. Nel 1419 il castello risultava essere ancora regio: il 10 giugno di quell'anno la regina Giovanna II d'Angiò diede per la Castellania di Sant'Agata 100 ducati al grande Camerario del Regno di Sicilia Pandolfello Piscopo. Il territorio di Sant'Agata era stato infeudato agli Jonville, dai quali passò ad Andreis de Perretto, la cui vedova, contessa di Troia, lo trasmise a Francesco Orsini, che ella sposò in seconde nozze. Alla morte del re angioino Roberto, era conte di Sant'Agata Carlo d'Artus. Dopo l'eccidio della famiglia d'Artus la Contea passò a Bartolomeo Tomacelli (Tomasello-Cybo).

Periodo aragonese modifica

 
Uno scorcio del centro storico

Sotto Alfonso d'Aragona il castello era in potere della casa Orsini che possedette l'alta signoria di Sant'Agata per anni. Nel 1557 il Viceré di Napoli Duca d'Alba, supponendo che un esercito potesse invadere il regno, ordinò a don Garcia di Toledo di fortificare, oltre a Venosa ed Ariano, anche Sant'Agata. Il castello subì le prime modifiche con gli Orsini, quando divenne residenza ducale.

Le famiglie nobili di Sant'Agata modifica

I Loffredo, «famiglia ricca di sangue, di antenati e di pubblici uffici», entrarono nelle pertinenze di Sant'Agata sin dal 1526 quando Cicco Loffredo, marchese di Trevico e di altri territori, ebbe in enfiteusi il distrutto casale di San Pietro in Olivola con tutto il territorio. Poi acquisirono anche il Casale di Santa Maria d'Olivola.

Nel 1576 Carlo Loffredo comprò dagli Orsini la signoria di Sant'Agata per 36.000 ducati. Con i Loffredo il castello perse man mano le sue antiche strutture per divenire residenza marchesale. La casata Loffredo si distinse per le opere pie adoperandosi per l'edificazione del convento di San Carlo dell'Ordine Francescano dei Riformati. Nel 1613 l'edificio era già compiuto: qui, nel 1664 fu istituito un lanificio per i frati della Provincia e una scuola di filosofia e teologia. Fu abbattuto negli anni '60 per realizzare l'attuale campo sportivo. Il castello rimase proprietà della famiglia Loffredo sino alla metà dell'Ottocento.

La famiglia del Buono: nel 1862 acquisisce il castello; esso infatti risulta venduto a Francesco del Buono con atto per notaio Ramino Volpe in Sant'Agata. Dal 1870 hanno attuato massicci lavori di restauro e ricostruzione del Castello, dandogli l'attuale configurazione nella sua parte superiore. In seguito al terremoto del Vulture del 1930 che colpì duramente il subappenino dauno, i del Buono spesero molte energie per i necessari ulteriori lavori di ricostruzione che riguardarono le coperture dell'ala sud e il consolidamento delle strutture murarie. Durante il secondo conflitto mondiale, grazie al castello furono di ausilio a tutta la popolazione di Sant'Agata e a profughi provenienti da Foggia bombardata.

Nel 2000, l'amministrazione comunale di Sant'Agata, usufruendo di una nuova norma che ne sanciva il diritto di prelazione, ha acquisito la proprietà del Castello, durante un passaggio tra gli eredi del Buono.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 ottobre 2001.[8]

«D'azzurro, all'effigie di Sant'Agata, il viso, il collo, le mani di carnagione, capelluta di nero, aureolata di rosso, tenente con la mano destra il piatto di nero, con due seni di carnagione, con la mano sinistra la palma del martirio, di verde, posta in sbarra, la Santa vestita di azzurro, ammantata di rosso, sostenuta dalla pianura diminuita di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone municipale è un drappo di azzurro con la bordatura di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
La Chiesa Madre di San Nicola vista dal castello imperiale

L'impianto urbanistico della cittadina conserva la struttura medievale; si è sviluppato in forma spiraliforme a partire dal castello verso valle in un progredire di vicoli, ripide scalinate, archi, torrette, campanili, case con caratteristici portali, fino all'ultima cinta di cui l'entrata era la Porta Nuova con le chiese posizionate sui lati del paese. Sant'Agata oggi conserva la doppia cinta muraria: la più antica, racchiude il Castello di epoca longobarda restaurata in seguito dai Normanni e rinforzata dagli Svevi e dagli Angioini; la seconda cinta muraria racchiudeva la cittadella con l'Arco della Porta Nuova. La ricchezza della città è testimoniata dai diversi palazzi gentilizi, dalle numerose chiese edificate e dalla presenza di tre manufatti conventuali: il convento delle Vergini (attuale albergo e museo), il convento dei Francescani Riformati (successivamente distrutto) ed il convento dell'Annunziata.

Castello imperiale modifica

Il castello imperiale è il simbolo di Sant'Agata di Puglia, fu una roccaforte di controllo militare sulla valle del torrente Calaggio ai tempi dei Longobardi e dei Bizantini, per poi passare nell'XI secolo sotto il dominio dei Normanni.

Dopo un periodo di dominio della casata di Svevia, il castello passò agli Angioini e agli Aragonesi. Sotto Alfonso V d'Aragona la struttura divenne di proprietà della famiglia degli Orsini. Questi ultimi realizzarono i primi lavori al castello atti a trasformarlo da fortezza militare a edificio residenziale. Nel 1576, gli Orsini vendettero il castello ai Loffredo, i quali continuarono a trasformarlo in una residenza a scopo abitativo; fu poi abbandonato e abitato saltuariamente.

Dai primi anni del XIX secolo il castello, ormai rudere, fu acquisito da Francesco del Buono e da allora è appartenuto alla famiglia del Buono che negli anni lo ricostruì e gli diede l'attuale struttura, facendone per quasi due secoli la propria residenza. Numerosi sono stati gli interventi e le ristrutturazioni fatte in questo periodo dai del Buono, mantenendolo e preservandolo fino ai giorni nostri. Nel 2000 grazie ad una nuova legge[9] che permetteva il diritto di prelazione nei trasferimenti di beni culturali, l'amministrazione comunale poté acquisirlo.

Da allora il castello divenne un bene pubblico e subi diversi lavori di restauro, il primo nel 2004 e in seguito nel 2018. In quest'ultimo intervento fu completamente ristrutturata anche la piccola cappella all'interno della corte del castello e le mura di cinta all'esterno.

 
Vista del castello di sera

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[10]

Lingue e dialetti modifica

Il dialetto santagatese rientra nel gruppo dauno-irpino, presentando caratteri di transizione verso i dialetti irpini parlati nell'estremo entroterra della Campania.[11]

Cultura modifica

Nel 2002 il borgo ha ottenuto la bandiera arancione dal Touring Club Italiano, mentre dal 2016 è divenuta "città del buon vivere" grazie al riconoscimento ricevuto dall'associazione internazionale Slow Food.

Cinema modifica

A Sant'Agata sono stati girati (in parte o interamente) i seguenti film:

Amministrazione modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
19 novembre 1984 21 maggio 1990 Lino Mele Partito Comunista Italiano Sindaco [12]
21 maggio 1990 24 aprile 1995 Lino Mele Partito Democratico della Sinistra, Partito Comunista Italiano Sindaco [12]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Lino Mele lista civica Sindaco [12]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Vito Nicola Cristiano lista civica Sindaco [12]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Vito Nicola Cristiano centro Sindaco [12]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Lorenzo Russo lista civica Sindaco [12]
26 maggio 2014 26 maggio 2019 Luigi Russo lista civica Sindaco [12]
27 maggio 2019 22 dicembre 2020 (scioglimento del Consiglio comunale per dimissioni di 7 consiglieri) Nicola Lasalvia lista civica Sindaco [12]
24 dicembre 2020 4 ottobre 2021 Caterina De Mutiis - Commissario [12]
4 ottobre 2021 in carica Pietro Bove Lista Civica S. Agata Nel 2000 Sindaco [12]

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Giacomo Bassi, Sabato Angieri, Matteo Mangili, Puglia, Lonely Planet ISBN 9788859264439.
  5. ^ Christiane Delplace e Francis Tassaux, Note sui culti orientali dell’Italia sud-adriatica, in Marina Silvestrini (a cura di), Les cultes polythéistes dans l'Adriatique romaine, pp. 193-205 (archiviato il 7 marzo 2021).
  6. ^ (EN) Ex convento di S Antuono Sant'agata Di Puglia, 1278 dC - 1304 dC, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 23 dicembre 2022.
  7. ^ Lorenzo Agnelli, Cronaca di Santagata di Puglia, Tipografia Guttemberg, 1869. URL consultato il 23 dicembre 2022.
  8. ^ Sant'Agata di Puglia, D.P.R. 04/10/2001 (PDF).
  9. ^ Decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490
  10. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 30-6-2023.
  11. ^ Michela Russo, Metafonesi opaca e differenziazione vocalica nei dialetti della Campania, 2002 (archiviato il 15 ottobre 2020).
  12. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/

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Collegamenti esterni modifica

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