Sant'Arcangelo
Sant'Arcangelo è un comune italiano di 5 996 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata.
Sant'Arcangelo comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Salvatore La Grotta (lista civica Civicamente insieme) dal 22-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 40°14′54.67″N 16°16′13.66″E / 40.24852°N 16.27046°E |
Altitudine | 388 m s.l.m. |
Superficie | 89,1 km² |
Abitanti | 5 996[1] (31-12-2021) |
Densità | 67,3 ab./km² |
Frazioni | San Brancato |
Comuni confinanti | Aliano (MT), Colobraro (MT), Roccanova, Senise, Stigliano (MT), Tursi (MT) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 85037 |
Prefisso | 0973 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 076080 |
Cod. catastale | I305 |
Targa | PZ |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 614 GG[3] |
Nome abitanti | santarcangiolesi |
Patrono | san Michele Arcangelo |
Giorno festivo | 8 maggio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Geografia fisica modifica
Il paese sorge a 388 metri di altitudine sul livello del mare (min 137, max 772), sulle alture alla destra del medio corso del fiume Agri.
Il territorio del comune ha un'estensione di 89,1 km².
Storia modifica
Nel territorio comunale furono viste tracce di insediamenti risalenti all'VIII secolo a.C. Tra la fine del V secolo a.C. e gli inizi del IV, la valle dell'Agri fu occupata dai Lucani, a cui appartiene la necropoli di San Brancato, dove negli anni ottanta furono scoperte circa duecentoventi sepolture. Un piccolo centro abitato ad essa riferibile, databile tra il IV e il III secolo a.C. è stato rinvenuto tra le contrade Gavazzo, Cannone e Mulino.
Nel III secolo a.C. i Lucani furono alleati dei Romani ed ebbero la cittadinanza romana nel I secolo a.C. Il centro di San Brancato decadde a favore della colonia romana di Grumentum.
L'attuale Sant'Arcangelo venne fondata dai Longobardi del ducato di Benevento nella seconda metà del VII secolo e prese il nome dall'arcangelo San Michele, loro patrono.
Sotto i Normanni compare nel Catalogus baronum, un registro per il servizio militare redatto sotto il re Guglielmo il Buono, del 1150-1168, come feudo in possesso del conte di Andria, con quattro vassalli, che poteva fornire 10 militi.
Sotto gli Angioini nel 1305 il vescovo di Anglona protestò con il re a causa del tentativo del feudatario di Sant'Arcangelo di impadronirsi dell'abbazia di Santa Maria d'Orsoleo. Il feudo appartenne a Nicolò Lamarra, da cui passò nel 1390 a Beatrice di Ponziaco, e poi a Carlo d'Artus.
Verso la fine del XVI secolo i membri a capo del ramo principesco della famiglia ferrarese dei Giocoli [4] dopo aver venduto i propri cospicui feudi nella piana del Po di Volano si trasferirono a Sant'Arcangelo [5]. Acquistarono importanti poderi aggiungendo ai loro titoli quello di Nobili di Sant'Arcangelo[6]. Elevarono insieme alle Famiglie Molfese, De Ruggieri, Satriani, La Ragione Scardaccione, Fortunato un altare nella Chiesa del convento di San Michele dei frati riformati, nel quale si trova affrescato il loro stemma e una lapide sepolcrale del 1636.[7] Il blasone dei Giocoli, con onde sormontate da tre stelle d'oro, compare anche in un locale sotterraneo della Torre Giocoli, su una lapide, e nella locale chiesa di Sant'Anna.
Sotto i principi Carafa (1517/1577) viene modificato l'assetto degli uffici centrali e periferici delle varie università (così chiamati i comuni) e vengono pubblicati i capitoli che altro non erano che leggi necessarie a far funzionare l'apparato del regno e le varie università. Singolare è quello che fa riferimento alla presenza di un maestro di scola. Vengono date indicazioni sulle elezioni del sindaco dei vari servizi forniti alla popolazione (mulini, forni e fontane) nonché indicazione sul funzionamento delle cause civili. Con Luigi Carafa IV principe di Stigliano (1590-1609) vengono descritte le entrate in denaro ed in natura, che egli percepiva "dalli suoi stati di Basilicata", anche da Sant'Arcangelo, e si parla per la prima volta del castello il cui fitto veniva utilizzato "per spenderli in reparatione d'esso". Sotto la dominazione dei principi Colonna di Stigliano (1680) la descrizione dei vari quartieri, che andavano dal castello al rione Madauro (forse Mauro), dai fuochi che nel 1532 erano 125, illustra la vita del tempo così come quella del feudatario che forniva dietro pagamento, la molitura dei cereali e la cottura del pane. La descrizione del mulino ad acqua, ubicato al lato di rigogliosi giardini, della Cavallerizza, del Palazzo del Principe al rione S. Giovanni da poco edificato (fino ad allora aveva abitato nel Palazzo Molfese secondo Giocoli) completa il quadro.
Il 27 agosto 1826 i Barrile ne ottennero il titolo di principe. Dopo l'estinzione di questa famiglia il solo feudo passò alla famiglia Colonna dei principi di Stigliano, mentre il titolo di principe passò invece dal 1853 ai Ricciardi, duchi di Caivano, marchesi di Fuscaldo e conti dei Camadoli.
Nel Regno d'Italia fu sede di mandamento appartenente al circondario di Lagonegro e alla diocesi di Anglona-Tursi.
Simboli modifica
Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 dicembre 1974.[8]
«Di verde, a San Michele Arcangelo di carnagione, con ali, dalmatica e gambali d'oro, impugnante con la destra una spada d'argento e con la sinistra una bilancia dello stesso, calpestante un satana di nero illuminato di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.[9]»
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di giallo.
Monumenti e luoghi d'interesse modifica
- Complesso monastico di Santa Maria d'Orsoleo
- Palazzo della Cavallerizza
- Chiesa Madre di San Nicola di Bari
- Chiesa dei Padri Riformati o di San Rocco
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli o Mauro
- Chiesa di Sant'Anna
- Cappella della Provvidenza
- Palazzo Molfese
- Palazzo Guarini
- Palazzo De Ruggiero
- Torre Giocoli
- Palazzo Scardaccione
- Palazzo Carafa-Di Gese
- Palazzo Sansanelli
- Torre Molfese
- Fontana di Cifariell
- Fontana di Mederico
- Fontana di Parlante
- Fontana del Cannone
- Murge Molfese
Società modifica
Evoluzione demografica modifica
Abitanti censiti[10]

Religione modifica
In tutto il territorio comunale operano tre parrocchie:
- San Nicola di Bari
- San Rocco Confessore
- San Giuseppe Operaio
Cultura modifica
Scuole modifica
- Circolo Didattico che comprende due complessi di scuola e due di scuola elementare
- Scuola Media Statale
- Sant'Arcangelo è sede dell'Istituto d'Istruzione Superiore con due Sezioni Associate
- Sezione Liceo Scientifico Statale "Carlo Levi".
- Sezione I.C.G.C.
- I.P.A.A. Istituto Professionale di Stato per l'Ambiente e l'Agricoltura
- Mpi-Dst-D.G. Personale della Scuola e della Amministrazione
Cinema modifica
- Nel 1999 a Sant'Arcangelo sono state girate parte delle riprese del film Terra bruciata di Fabio Segatori con Giancarlo Giannini, Raoul Bova, Francesco Paolantoni e Michele Placido.
Istituzioni, enti e associazioni modifica
Nel 2009 è stata costituita su iniziativa del Premio Nobel per la Pace Betty Williams la Fondazione Città della Pace per i bambini, che prevede strutture che possano ospitare i bambini che vivono in situazioni di pericolo nei loro paesi, da realizzarsi a Sant'Arcangelo ed a Scanzano Jonico[11]. La Città della Pace ha l'obiettivo di garantire assistenza, istruzione ed educazione a minori in condizioni di disagio sociale o pericolo derivanti da guerre o disastri ambientali.
Geografia antropica modifica
L'interpretazione del territorio e dell'insediamento urbano modifica
L'aver assunto come punto di vista privilegiato per l'osservazione dei luoghi fisici, costruiti e non, dell'intero territorio comunale di Sant'Arcangelo, ci permette di evidenziare, l'importanza che, nell'occupazione del territorio ha sempre avuto l'insieme dei caratteri morfologici che ingloba unitariamente l'oroidrografia di un luogo (monti, valli, compluvi e displuvi, fiumi, ecc. ciascuno in stretta dipendenza dalla presenza concomitante degli altri), nonché l'antropizzazione.
La nozione di territorio è onnicomprensiva, poiché implica, non solo le strutture propriamente "edilizie", ma in genere l'ambiente costruito, ciò che da parte dell'uomo serve per abitare; quindi non solo le strutture insediative e urbane, ma associa queste alla massima parte delle strutture di percorrenza extraurbane, e a tutte quelle di produzione primaria legati all'agricoltura e pastorizia, di norma anch'esse extraurbane.
È possibile, pertanto, stabilire una sorta di gerarchia tra i diversi elementi strutturanti il territorio, al fine di individuarne il ruolo assunto nell'organizzazione fisica, produttiva e sociale dello spazio urbano di Sant'Arcangelo.
Avvalendoci delle indicazioni dei professori G. Caniggia e G.L. Maffei[12], circa la lettura del territorio, si possono teorizzare due fondamentali cicli d'impianto della antropizzazione.
Le fasi di antropizzazione relative al primo ciclo d'impianto, susseguitesi nelle diverse epoche storiche, hanno interessato solo marginalmente il territorio santarcangiolese, privilegiando quelle linee di crinale, su cui si sono insediati i nuclei protourbani, localizzate nelle Serre di Roccanova (Contrada S. Marcellino). Solo col secondo ciclo, quello cosiddetto di consolidamento, si ha la presenza antropica a Sant'Arcangelo, individuata nei luoghi di fondovalle nei pressi di San Brancato, così come testimoniato dai ritrovamenti archeologici quali ceramiche funerarie del V secolo a.C. attestanti il rapporto di questo centro con la civiltà apula e più raramente quella pestana. Dal III secolo a.C. in poi, con la presenza sempre più forte di Roma, si provoca una profonda crisi del mondo lucano e delle colonie greche, che porta all'abbandono da parte di questi ultimi, del territorio con conseguente contrazione del numero degli abitanti e la nascita di nuovi insediamenti urbani come Grumentum. Dopo il crollo della civiltà romana coincidente con il V - VI secolo d.C., ovvero il periodo della seconda ellenizzazione, con molta probabilità, poiché non vi è alcun documento attestante la veridicità di tale ipotesi, si può affermare la presenza di un insediamento umano sull'acrocoro di Sant'Arcangelo, che ancora oggi, ne caratterizza l'immagine urbana restituita nei suoi tipici segni medievali. A Sant'Arcangelo, i percorsi più rilevanti dal punto di vista della costituzione morfologica dell'insediamento, quelli di crinale, hanno avuto sempre maggiore importanza, essendo essi luoghi di attività commerciali e di rappresentanza e che, interponendosi tra luoghi singolari hanno rivestito un ruolo congiuntivo nell'organizzazione politico - sociale della città. Lo stato privilegiato degli spazi centrali afferenti alle sommità morfologiche resta invariato nonostante le successive urbanizzazioni del rione Sant'Antonio Abate (1854) posto sul crinale secondario, dove vengono ripercorse strategie insediative molto simili a quelle già sperimentate nel centro urbano stratificato e consolidato, come l'assialità, attribuita alla via Appennino Meridionale, realizzata attraverso il localizzarsi di tutta una serie di attrezzature urbane. Essa viene riproposta secondo uno schema organizzativo simile a quello spazio urbano storico che trova invece, in corso Vittorio Emanuele II e Umberto I, la sua particolare assialità. Percorsi e luoghi centrali determinano la struttura e disegnano, la forma, conservando lo svolgersi delle funzioni urbane all'interno dello spazio che in esso riassume la sua collettività.
La storia dell'evoluzione urbanistica modifica
La storia urbanistica di Sant'Arcangelo fino alla Carta Catastale del 1931 è pressoché sconosciuta. La Carta Catastale del 1931 è infatti il più antico rilievo del territorio santarcangiolese redatto in modo omogeneo per l'intera area territoriale.
Prima di esso non vi sono che documenti d'archivio di lungo e difficile reperimento ed elaborazione, che tuttavia forniscono un quadro della forma del territorio per frammenti, per parti e per epoche diverse. Prima del 1931 i documenti d'archivio e le descrizioni forniscono solo un quadro molto sommario della forma del territorio, mai localizzabile geograficamente.
Quindi le vicende di Sant'Arcangelo possono essere ripercorse affidandosi esclusivamente agli atti e agli eventi disastrosi che vi sono stati nell'arco degli anni.
Nell'affresco di un anonimo situato nel convento di S. Maria di Orsoleo, databile intorno al XVIII secolo, è schematizzato l'insediamento urbano di Sant'Arcangelo.
Verso l'inizio del XVII secolo parecchi proprietari terrieri di Sant'Arcangelo, fecero domanda di edificare negli orti vicini all'abitato e vicino al nuovo convento dei Frati Riformati, che va sotto il titolo di San Michele Arcangelo ora parrocchia di S. Rocco Confessore. Intorno al 1630 si costruì il palazzo baronale nell'abitato, fabbricato quasi tutto a grossi mattoni, detto "Burgensatico" o "Corte", con i locali sotterranei adibiti a carcere fino al 1875. La cappella di S. Anna, fondata nel 1630, fu ampliata nel 1666, restaurata e dotata da Giovanni Lucarelli. Essa fu consacrata solennemente dal vescovo Carlo Francesco Giocoli; nel 1744 fu di nuovo restaurata, è stata completamente alterata agli inizi degli anni ottanta con affreschi dal pittore Paradiso. All'interno di essa vi è una bella tavola di “Sant'Anna” di autore ignoto del secolo XIX.
La cappella detta della "Provvidenza" eretta da Arcangelo Darino nel 1653, ubicata nel rione S. Giovanni, risulta di uso privato della famiglia Castronuovo.
Dopo il crollo dell'antica Chiesa Madre che era situata al rione Piazzolla, all'inizio del XVIII secolo, fu edificata nel 1721 la nuova nel luogo ove attualmente è ubicata.
La chiesa in un primo tempo fu eretta sotto il titolo di S. Michele Arcangelo e solo in un secondo momento sotto quello di S. Nicola di Bari.
All'interno della chiesa sulla conca di pietra del fonte battesimale vi è scolpita l'effigie di San Michele datata 1630. Questa data non fa scartare l'ipotesi che il fonte battesimale incavata nel 1630 fosse poi stata trasportato dove attualmente si vede dall'antica chiesa distrutta a causa della frana. Sono andati distrutti definitivamente nell'intradosso della cupola dell'attuale chiesa affreschi di Fr. P. Lanza del secolo XVIII.
Dai distici del Satriani, risulta che tra il palazzo e il convento, verso la metà del XVIII secolo si aggiunsero dei fabbricati in continuazione, così verso nord-ovest si estese il paese in modo da assumere la forma di una "S".
Nel 1857, Sant'Arcangelo, come tutti i paesi situati sulle sponde dell'Agri, restò molto danneggiato dal terremoto, i rioni colpiti maggiormente furono: il Castello, la Piazzolla ed il Serrone, sicuramente perché sono i punti più alti dell'abitato. Così da questo evento disastroso sorsero il rione Ferraruoli e Sant'Antonio Abate, che prese il nome dalla cappella dedicata al famoso santo.
Da allora si incominciò a edificare ininterrottamente come si può riscontrare dalla Carta Catastale del 1931. Nel 1954 una frana colpì il rione più rappresentativo di Sant'Arcangelo il "Castello", in conseguenza della quale sorgerà la nuova zona di espansione nell'ubertosa contrada di San Brancato.
Il rione Castello nel passato attirò l'attenzione, dapprima, di una buona parte della ricca borghesia del paese, la quale vi edificò diverse case - palazzate. In seguito, anche famiglie dei ceti meno abbienti riuscirono ad amalgamarsi bene con il ceto borghese.
Nel 1954 il rione era il cuore del paese: aveva alle sue falde il Municipio, l'Ufficio Postale e la Chiesa Madre; in cima vi era la caserma dei Carabinieri; la casa palazzata dei Ferrara; Guarini e dei Giocoli con la cappella di S. Vito; dei De Ruggieri e infine quella dei Molfese e dei Castronuovo.
Ma nel 1954 era anche un rione densamente popolato, in cui si partecipava intensamente alla vita del paese, in pochi mesi una frana di impressionanti proporzioni portò via tutto fino davanti ai gradini della Caserma dei Carabinieri.
L'enorme diga di cemento che si è realizzata è servita a fermare il movimento franoso, ormai le case palazzate sono vuote, alcune sono in uno stato quasi totale di abbandono, ma la cosa più grave è che i giovani abitanti di questo rione, come anche degli altri rioni del centro storico, sono stati costretti a trasferirsi a San Brancato.
Le attenzioni agli usi, abitudini e vita dei contadini allo scopo che restino nella memoria vengono raccolte nel 1980 da Giuseppe Nicola Molfese.
Economia modifica
Un tempo era nota per l'allevamento di una superlativa razza di cavalli detta “Neapolitana”, per la produzione di cotone, di ortaggi di olio e di vino. Rinomata è, ancor oggi, la produzione di olio di oliva, di ortaggi, di prodotti caseari, di vino.
Infrastrutture e trasporti modifica
- Strade principali:
Amministrazione modifica
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1900 | 1905 | Francesco Mastrosimone | Destra storica | Sindaco | |
1905 | 1914 | Giovanni D'Amore | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1917 | 1919 | Giambattista De Pietro | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1917 | 1919 | Raffaele Durante | comm. | Sindaco | |
1920 | 1924 | Vito Cerabona | Partito Socialista Unitario | Sindaco | |
1924 | 1927 | Giuseppe Matella | Partito Nazionale Fascista | Sindaco | |
1927 | 1931 | Giovanni D'Amore | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1931 | 1933 | Filippo Mastrosimone | Partito Nazionale Fascista | Sindaco | |
1933 | 1935 | Pietro Giocoli | Partito Nazionale Fascista | Sindaco | |
1935 | 1939 | Francesco Catronuovo | Partito Nazionale Fascista | Sindaco | |
1939 | 1942 | Paquale Pastore | Partito Nazionale Fascista | Sindaco | |
1942 | 1942 | Franco Scardaccione | Partito Nazionale Fascista | Sindaco | |
1943 | 1944 | Paquale D'Amelio | Partito Fascista Repubblicano | Sindaco | |
1944 | 1946 | Vito Cerabona | indipendente | Sindaco | |
1946 | 1956 | Filippo Mastrosimone | Partito Nazionale Monarchico | Sindaco | |
1956 | 1960 | Giuseppe Cudemo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1960 | 1964 | Antonio Lavitola | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1964 | 1970 | Lorenzo Guarini | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1970 | 1973 | Pasquale Castronuovo | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1973 | 1975 | Mario Sansanelli | Partito Socialista Democratico Italiano | Sindaco | |
1975 | 1976 | Francesco Cudemo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1976 | 1978 | Vincenzo Cesareo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1978 | 1980 | Pietro Infantino | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1980 | 1981 | Lorenzo Guarini | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1981 | 1982 | Giuseppe Rizzo | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1982 | 1983 | Francesco Rolli | commissario prefettizio | Sindaco | |
1983 | 1989 | Rocco Guerriero | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1989 | 1989 | Prospero Pedacchio | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1989 | 1990 | Giuseppe Rizzo | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1990 | 1992 | Vincenzo Cicchelli | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1992 | 1993 | Pasquale Critone | Partito Comunista | Sindaco | |
1993 | 1997 | Beniamino Defina | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | |
1997 | 2000 | Domenica Maria Tedesco | Polo per le Libertà | Sindaco | |
2000 | 2001 | Francesco Mauceri | commissario prefettizio | Sindaco | |
2001 | 2006 | Michele De Filippo | Democratici di Sinistra | Sindaco | |
2006 | 2011 | Domenico Esposito | L'Unione | Sindaco | |
2011 | 2015 | Domenico Esposito | Lista civica (PD) | Sindaco | |
2015 | 2020 | Vincenzo Nicola Parisi | Lista civica (Movimento 5 Stelle) | Sindaco | |
2020 | in carica | Salvatore La Grotta | Lista civica | Sindaco |
Sport modifica
- Santarcangiolese Calcio - Campionato di Promozione Lucana
- Società Sportiva Santarcangiolese A.S.D.
- A.S.D. ACS '09 Sant'Arcangelo ACS'09
Note modifica
- ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Costantino Gatta, La Lucania Illustrata, Napoli, per Antonio Abri, 1723.
- ^ Carlo Caterini, La casata Giocoli di S. Arcangelo di Lucania, Roma, 1825.
- ^ Dei possedimenti dei Giocoli, volume in via di catalogazione presso la biblioteca Sagarriga Visconti Volpi di Bari.
- ^ Carlo Caterini, Gens Catherina de terra Balii, Rende, Edizioni Scientifiche Calabresi, 2009.
- ^ Sant'Arcangelo, Potenza, decreto 1974-12-11 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 25 settembre 2022.
- ^ Comune di Sant’Arcangelo – (PZ), su araldicacivica.it. URL consultato il 25 settembre 2022.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Firmato atto costitutivo Fondazione Città della Pace [collegamento interrotto], su basilicatanet.it. URL consultato il 16 novembre 2009.
- ^ Canigia Maffei, Composizione Architettonica e Tipologia Edilizia,, Padova 1977.
Bibliografia modifica
- G. Gattini, 1910.
- Carlo Caterini, Gens Catherina de terra Balii, Rende, Edizioni Scientifiche Calabresi, 2009, ISBN 9788889464571.
- Carlo Caterini, Traduzioni e note in Catalogo degli abati del monastero del Sagittario dell'Abate Gregorio De Lauro, Moliterno, Valentina Porfidio Editore, 2014, ISBN 9788898579075.
- Gerardo Giocoli, Notizie Storiche di Sant'Arcangelo, Lagonegro, Tipografia Lucana, 1902.
- Antonio Molfese, Capitoli e grazie concesse dai principi Carafa ai cittadini di Sant'Arcangelo, in Bollettino Storico della Basilicata, N.7 1991.
- Antonio Molfese, I proventi fiscali del Principe di Stigliano in un manoscritto del sec. XVI, in Quaderni della Biblioteca Provinciale di Matera, 9.
- Antonio Molfese, Descrizione della terra di Santo Arcangelo da un manoscritto del XVII secolo, Villa d'Agri (PZ), Ars Grafica, 2009.
- Giuseppe Nicola Molfese, Ceneri di Civiltà Contadina in Basilicata, Galatina, Ed. Congedo, 1978, ISBN 9788877861764.
- Giuseppe Nicola Molfese, Memorie Storiche di Basilicata, Roma, ISBAM, 1980.
- Vito De Filippo, Sant’Arcangelo linee di storia dal VII al XVIII secolo, Salerno, Palladio, 1986.
Voci correlate modifica
Altri progetti modifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sant'Arcangelo
Collegamenti esterni modifica
- Sito ufficiale, su comune.santarcangelo.pz.it.
- Associazione Dimore Storiche Italiane - Sezione Basilicata, su adsi-basilicata.it. URL consultato il 20 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2016).
- Centro Studi sulla Popolazione attivo da 20 anni, su torremolfese.altervista.org.
- Famiglia Giocoli di Sant'Arcangelo, su nobili-napoletani.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 127581748 · SBN MUSL003085 · LCCN (EN) n2002025389 · J9U (EN, HE) 987007465777605171 |
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