Santa Elisabetta (Italia)

comune italiano

Santa Elisabetta (a Sabbetta in siciliano) è un comune italiano di 2 145 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.

Santa Elisabetta
comune
Santa Elisabetta – Stemma
Santa Elisabetta – Bandiera
Santa Elisabetta – Veduta
Santa Elisabetta – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Agrigento
Amministrazione
SindacoDomenico Gueli (lista civica) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 29-4-2019)
Territorio
Coordinate37°26′09″N 13°33′28″E / 37.435833°N 13.557778°E37.435833; 13.557778
Altitudine457 m s.l.m.
Superficie16,17 km²
Abitanti2 145[1] (31-8-2022)
Densità132,65 ab./km²
Comuni confinantiAragona, Joppolo Giancaxio, Raffadali, Sant'Angelo Muxaro
Altre informazioni
Cod. postale92020
Prefisso0922
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT084037
Cod. catastaleI185
TargaAG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantisabettesi
Patronosanto Stefano
Giorno festivo6 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Santa Elisabetta
Santa Elisabetta
Santa Elisabetta – Mappa
Santa Elisabetta – Mappa
Posizione del comune di Santa Elisabetta nel libero consorzio comunale di Agrigento
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

 
Casolare nelle campagne sabettesi

Santa Elisabetta si erge su una zona collinare fra i fiumi Platani e Salso, a 425 m sul livello del mare. Dista 12 km da Agrigento e copre un'area di 1617 h. L'aspetto fisico del territorio è caratterizzato da marne bianche e foraminifere, da suoli bruni e regosuoli.

Origine del nome modifica

Il comune prende il nome dall'omonima santa. Secondo un'antica leggenda, tuttavia, il personaggio eponimo potrebbe essere una principessa araba di nome Elisabetta, convertitasi al cristianesimo, che fuggì di casa per vivere in povertà tra i pastori[3].

Storia modifica

Età moderna modifica

Santa Elisabetta fu fondata nel 1620 dal signore di Raffadali Nicolò Giuseppe Montaperto nel territorio del feudo di Canniti, in seguito alla concessione della licentia populandi nel 1610[4]. Nel XVII secolo è possedimento della famiglia Bonanno e in seguito dei nobili Lanza [5].

Età contemporanea modifica

Fino al 1955 il paese fece parte del comune di Aragona, dal quale fu distaccato con legge regionale n. 4 del 28 gennaio[5].

Negli anni Ottanta è stato rinvenuto il coperchio in pietra a timpano con due spioventi appartenente a un sarcofago ricavato da un unico blocco di gesso. Il coperchio tombale è conservato ed esposto nella biblioteca comunale.

Simboli modifica

 
Stemma del Comune

Lo stemma e il gonfalone del comune di Santa Elisabetta sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 7 settembre 1971.[6]

«Interzato in fascia: il 1° partito: a) d'argento, all'avambraccio di carnagione, movente dalla punta, vestito di rosso, b) di nero, al leone d'argento; il 2° pure partito: a) d'oro, a tre gigli d'azzurro (2-1), b) d'argento, a tre fasce di nero; il 3° di nero, a otto gigli d'argento (3-3-2). Il tutto è fiancheggiato: a destra troncato: a) di verde, a quattro gigli d'oro (1-2-1), b) d'azzurro, a sei gigli d'oro (2-2-2); a sinistra di argento, a sei palle di rosso (1-2-2-1). Ornamenti esteriori da Comune»

Il gonfalone municipale è costituito da un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
Ceramiche decorative di piazza San Carlo

Architetture religiose modifica

  • Chiesa di Santo Stefano: eretta nella seconda metà del XVIII secolo. Originariamente aveva una sola navata. All'interno è custodito il pulpito-confessionale con lo stemma dei Montaperto e una tomba murale. Sul lato sinistro della chiesa, prima dei recenti interventi architettonici, si collocava la tomba del primo arciprete, rimossa insieme alle spoglie presenti all'interno. Attualmente, dopo gli interventi di restauro, conserva oggetti sacri, un pulpito in legno scolpito e alcune tele [7].
  • Chiesa di Sant'Antonio, costruita nel 1860. Vi è conservata la statua dell'Addolorata di iconografia spagnola, una scultura in ebano di San Giuseppe con bambino a grandezza naturale e una raffigurazione lapidea della Madonna delle Grazie[7].
  • Chiesa del Santissimo Crocifisso.

Architetture militari modifica

  • Fortezza bizantina di monte Guastanella: sorgeva su un rilievo situato tra Raffadali e Sant Elisabetta. D'interesse storico-archeologico i silos con all'interno resti di vari strati d'intonaco e soffitto a volta. Sulla cima del monte Guastanella si trovano antiche grotte scavate nella parete. S'ipotizza che il sito possa essere stato il luogo di sepoltura del mitico re Minosse; ipotesi che potrebbe essere avvalorata dalla descrizione di un'altura presente nel libro VII delle Storie di Erodoto[8]. Presenti anche tombe a forno sul fianco della montagna mentre a valle sono stati ritrovati reperti bizantini, ceramiche protostoriche e protogreche.

Architetture civili modifica

  • Palazzo del Principe, edificato intorno al 1680. Sulla facciata principale spiccava lo stemma della famiglia Monreale, rimosso nel 1977 per via degli interventi di rifacimento. Nel 1807 l'erede della famiglia nobiliare, Girolamo Principe di Belvedere, ne diviene il proprietario. Fino al 1935 il palazzo fu sede della caserma dei Reali Carabinieri e, nel 1940, del Fascio.

Siti archeologici modifica

  • Necropoli di Keli, di età tardo romano-bizantina. Il sito presenta tombe ad arcosolio ricavate probabilmente dai primi cristiani da una precedente necropoli protostorica di cui sono ancora visibili tombe a forno[5].

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[9]

Tradizioni e folclore modifica

  • Santo Stefano, festa patronale.
  • Epifania pastorale di Nardu, in cui si rievoca la vita dei pastori con il "buffone" Nardu. La rappresentazione, basata su un canovaccio che termina con l'annunciazione della nascita di Gesù, è accompagnata dalla sagra della ricotta, durante la quale vengono degustati prodotti tipici locali a base di ricotta.
  • Festa del Crocifisso, prima domenica di agosto.

Economia modifica

Nel paese prevale un'economia di tipo agricolo con una notevole produzione di grano, uva, mandorle, pistacchi e olive e l'allevamento bovino e ovino.

Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.[10]

Amministrazione modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 giugno 1988 2 dicembre 1990 Giuseppe Burgio Partito Comunista Italiano Sindaco [11]
2 dicembre 1990 8 dicembre 1992 Antonino Giuseppe Gaziano Democrazia Cristiana Sindaco [11]
8 dicembre 1992 7 giugno 1993 Domenico Militello Democrazia Cristiana Sindaco [11]
8 giugno 1993 1º dicembre 1997 Gaetano Catalano - Sindaco [11]
1º dicembre 1997 28 maggio 2002 Gaetano Catalano centro-sinistra Sindaco [11]
28 maggio 2002 15 maggio 2007 Girolamo Salvatore Milioto Casa delle Libertà Sindaco [11]
15 maggio 2007 14 gennaio 2009 Tommaso Militello lista civica Sindaco [11]
10 febbraio 2009 8 giugno 2009 Carlo Pecoraro Comm. straordinario [11]
7 giugno 2009 26 maggio 2014 Emilio Militello lista civica Sindaco [11]
26 maggio 2014 in carica Domenico Gueli lista civica Sindaco [11]

Altre informazioni amministrative modifica

Il comune di Santa Elisabetta fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali:

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 4 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Notizie storiche su Santa Elisabetta, su santostefanoparrocchia.it. URL consultato il 14 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2021).
  4. ^ Storia di Santa Elisabetta, su comunesantaelisabetta.it. URL consultato il 14 marzo 2021.
  5. ^ a b c Breve storia di Santa Elisabetta, su virtualsicily.it. URL consultato il 14 marzo 2021.
  6. ^ Santa Elisabetta, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 15 giugno 2023.
  7. ^ a b Chiese di Santa Elisabetta, su santostefanoparrocchia.it. URL consultato il 14 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2022)..
  8. ^ Rosamaria Rita Lombardo, L'ultima dimora del re. Una millenaria narrazione siciliana "svela" la tomba di Minosse, Fara editore, 2013.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 20 novembre 2020
  11. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/
  12. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato l'8 luglio 2011.
  13. ^ Statuto Unione dei Comuni Feudo d’Alì - art. 1 Oggetto (PDF), su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 15 novembre 2020.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Sito del comune, su comune.santaelisabetta.ag.it. URL consultato il 14 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2008).
Controllo di autoritàVIAF (EN266971526
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