Santi Sociali

gruppo di religiosi e laici torinesi vissuti tra il XIX e XX secolo, che si dedicarono ad attività di beneficenza e sociali a Torino

I Santi Sociali sono stati un gruppo di religiosi e laici torinesi e piemontesi vissuti tra il XIX e XX secolo, che si dedicarono ad attività di beneficenza e sociali a Torino e in Piemonte.

Storia modifica

All'inizio dell'Ottocento la povertà era molto diffusa a Torino e una larga parte della popolazione viveva grazie alla pubblica assistenza.

In questo ambito operarono i Santi Sociali Piemontesi, che si dettero all'aiuto e all'educazione dei poveri ed emarginati. La memoria dei Santi Sociali è sempre rimasta presente nella cultura torinese e piemontese, come esemplificato dai numerosi musei[1], mostre, ed eventi[2] che li raffigurano.

Ad esempio, sono stati oggetto di numerose iniziative a Torino in occasione del Giubileo della Misericordia nel 2016.[3] Sono stati anche oggetto di una rappresentazione al Teatro Stabile di Torino[4] e di varie trasmissioni televisive.[5]

I santi sociali modifica

Un predecessore dei Santi sociali torinesi può essere trovato nel beato Sebastiano Valfrè (16291710), attivo durante l'assedio di Torino del 1706. Collegato a questo gruppo di santi vi è la figura di don Giovanni Cocchi, iniziatore di varie attività in favore dei ragazzi poveri.

A tutti questi santi e beati, con la sola esclusione, al momento, di san Giuseppe Marello, la città di Torino ha dedicato una via o un corso.

Note modifica

  1. ^ I Musei dei Santi Sociali - Torino Musei, su www.comune.torino.it. URL consultato il 16 luglio 2022.
  2. ^ Salone del libro - Piemonte, terra di Santi sociali, su salonelibro.it. URL consultato l'11 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2016).
  3. ^ Home, su www.consolata.org. URL consultato il 23 giugno 2023.
  4. ^ Teatro Stabile di Torino, su teatrostabiletorino.it. URL consultato l'11 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2016).
  5. ^ Faro di Roma - Viaggi del cuore in Piemonte Archiviato il 12 ottobre 2016 in Internet Archive.

Collegamenti esterni modifica