Santuario di Notre-Dame-des-Neiges

chiesa nel comune italiano di Arnad
Disambiguazione – Se stai cercando il Santuario dedicato a Notre-Dame-des-Neiges nel comune di Nus, vedi Santuario di Cunéy.

Il santuario di Notre-Dame-des-Neiges (pron. fr. AFI: [nɔtʁə dam de nɛʒ]) sorge in località Machaby (pron. fr. AFI: [maʃabi]) a 696 m s.l.m. nel comune di Arnad e fa parte degli antichi santuari valdostani posti in località isolate e meta di processioni devozionali.

Santuario di Notre-Dame-des-Neiges
Veduta del santuario
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneValle d'Aosta
LocalitàLocalità Machaby
11020 Arnad (AO)
Coordinate45°38′06.72″N 7°44′41.57″E / 45.6352°N 7.74488°E45.6352; 7.74488
Religionecattolica
TitolareNostra Signora della Neve
Diocesi Aosta
Inizio costruzione1687

Il Santuario modifica

In un vallone profondo e fitto di castagni, abbandonata la carrozzabile che parte da Arnad, una strada sterrata, l'antica mulattiera Pavià du Bioley, conduce al suggestivo santuario dedicato alla Madonna delle Nevi posto a mezza costa, prima di arrivare al villaggio di Machaby e al forte ristrutturato negli anni 2000.

All'inizio del sentiero un cartello di informazione per i turisti ci fornisce le seguenti notizie:

«Si sa per certo che il santuario esisteva già nel 1503, ma era di dimensioni molto ridotte rispetto a quelle attuali. Nel 1687 l’edificio fu ricostruito mantenendo intatto il vecchio presbiterio; nel 1689 vennero aggiunte le navate laterali e la sacrestia. L'architrave della porta d'ingresso è datato 1687 ed il portico 1735; il campanile fu costruito nel 1723. Il presbiterio presenta una volta a cupola affrescato dai pittori Artari e sorretta da tamburo ottagonale. L'edificio è a tre navate suddivise da colonne in pietra e da due pilastri in prossimità dell'altare maggiore. Le pareti interne sono ricoperte da ex voto, tra cui un gran numero di stampelle. L'altare maggiore, con quattro colonne lisce a base tortile e architrave ad arco spezzato, risale al XVII secolo. Nella nicchia centrale era posta la statua in legno scolpito e dipinto della Madonna, ora conservata nella chiesa parrocchiale di Arnad. Nelle navate laterali si trovano due altari databili al XVIII secolo. Degno di nota è il pulpito in pietra sorretto da colonnine, forse del XVII secolo. In un corpo separato, dietro il santuario, sono affrescati, all'interno delle nicchie, i Misteri del Rosario. Nel piazzale antistante vi sono una croce in pietra e le statue litiche di San Grato e di San Girolamo. In prossimità del sagrato si trovano due grandi edifici costruiti nel XIX secolo per ospitare i pellegrini.»

 
Il restauro nell'estate del 2022

Ogni anno, come si ricava dalle memorie degli abitanti del luogo riguardo all'arco di tempo tra 1800 e 1900 fino agli anni 60, la prima domenica del mese di maggio, il 5 agosto e la domenica più vicina a tale data vi si celebrava la festa della Madonna delle Nevi, i pellegrini giungevano a piedi anche da luoghi lontani per l'epoca: per esempio tutti gli anni proveniva da Biella un nutrito gruppo di pellegrini che trovava rifugio nelle strutture preposte nei pressi del santuario e nel pianoro sovrastante denominato Praduegne che fungevano anche da luoghi di ristoro dove si poteva pranzare. Entrambe le date di Maggio e di Agosto riconnettono il luogo come anche la pietra della fertilità agli antichi rituali (primaverili e del raccolto) delle feste celtiche di Beltane (a Maggio ) e di Lughnasa (Agosto).
Un'antica leggenda vuole che il Santuario sia stato costruito sul luogo in cui fu rinvenuta la statua lignea della Madonna: secondo tale leggenda, i pastori che l'avevano trovata in un cespuglio la sistemarono subito nell'oratorio del villaggio sovrastante; ma, miracolosamente, il giorno dopo, la statua era di nuovo nel medesimo cespuglio, come ad indicare il luogo prescelto per il sacro edificio[1].

Aperto al pubblico per le Giornate FAI d'Autunno nel 2020[2], Il santuario è stato restaurato nel 2022.[3]

Curiosità modifica

La famiglia di pittori Artari era originaria di Campione d'Italia e attiva già nel XVII secolo; troviamo discendenti di tale famiglia in molti paesi europei (Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Inghilterra). Un suo rappresentante, Maria Luigi Artari, si stabilì in Valle d'Aosta (1832); i suoi tre figli, Alessandro, Augusto ed Antonio, ebbero modo di formarsi alla Accademia Albertina di Torino e di affermarsi poi tra i protagonisti dell'arte sacra in Valle d'Aosta nella seconda metà del XIX secolo. Sono loro gli autori degli affreschi della cupola del santuario (1856).

Alcune guide turistiche parlano della presenza di altre statue litiche - coeve di quelle, tuttora presenti, di San Grato (patrono della Valle d'Aosta) e di San Girolamo - poste prima dell'arrivo al santuario: esse avrebbero costituito il gruppo mutilo di un Calvario scolpito in pietra nera. Tale gruppo scultoreo, assieme alle nicchie con i Misteri del Rosario, qualifica il santuario di Machaby come abbozzo di Sacro Monte[4].

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ Tersilla Gatto Chanu.
  2. ^ Erika David, Arnad, il Fai Giovani apre il santuario di Machaby, su Gazzetta Matin, 29 settembre 2020. URL consultato il 24 febbraio 2024.
  3. ^ Orlando Bonserio, Iniziati i lavori di restauro del Santuario di Machaby, su Aostasera, 28 aprile 2021. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  4. ^ Luigi e Paolo Zanzi.

Bibliografia modifica

  • Tersilla Gatto Chanu, Augusta Vittoria Cerutti, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Valle d'Aosta, Newton & Compton Editori, 2001, ISBN 88-8289-564-5. (fonte)
  • Luigi Zanzi e Paolo Zanzi, Atlante dei Sacri Monti prealpini, Milano, 2002. (fonte)
  • Alberto Predieri, Alpinia barocca: paesaggio, arte, culture, Il Saggiatore, 2004.
  • Joseph Bréan, Fausto Vallainc, Ricordo del santuario di Machaby, Ivrea, Scuola tipografica artigianelli, 1940.
  • Augusta Champurney e Elida Noro, Arnad in valle d'Aosta: più di un secolo di memoria, Priuli e Verlucca, 2006.

Voci correlate modifica

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