Scavi archeologici del duomo di Napoli

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Gli scavi archeologici del duomo di Napoli sono dei siti archeologici della città partenopea ubicati nel sottosuolo della basilica di Santa Restituta, all'interno della cattedrale.

Descrizione modifica

Scesi nei sotterranei della basilica di Santa Restituta, ci si trova di fronte ad un muro greco, appartenente al tempio di Apollo, in opus reticolatum, che si sovrappone a dei massi in tufo giallo appartenenti al IV e V secolo, probabilmente appartenenti ad un tempio pagano.

Sotto l'abside di santa Restituita, durante i lavori di sottofondazione, fu trovato il peristilio di una domus tardo imperiale il cui canale di scolo del peristilio è ancora evidente, anche se negli anni successivi questa struttura ha subito modificazioni così come tutta la domus.

A ridosso di quest'area si sviluppa un tratto di acquedotto di età romana, nato successivamente alla fondazione della città; emerge in questo sito un tratto di strada greca con un piano inclinato che raggiunge una strada a quota differente e proprio al lato di questo piano è collocato un foro per lo scolo dell'acqua piovana. Proseguendo il percorso ci si trova di fronte a resti di pavimenti antichi appartenenti alla Stefania di età paleocristiana, con tessiture più grandi rispetto a quelle del mosaico del battistero di San Giovanni in Fonte. Durante tutto il percorso scorgono pezzi di sopraelevazioni di opere di età differente, che spesso distruggono o assorbono l'impianto preesistente.

Sotto al duomo di Napoli si trova anche una zona che doveva appartenere al cortile dell'archivio diocesano, nel quale sono collocati i resti di un'antica abside con un paramento musivo raffigurante un cantharos databile intorno al VI secolo, eretto dal vescovo Vincenzo (il cui nome è stato ritrovato su una targa).

Si trova anche una successione di ambienti uguali adibiti a cisterne, realizzate con un intonaco a cocciopesto che rendeva le pareti pressoché impermeabili. Le stesse cisterne sono inoltre coperte da volte concrezionali rivestite in malta e presentano diverse scale che servivano ad accedervi nel momento in cui veniva effettuata la pulizia periodica. In una cisterna, infine, è ancora visibile l'arco di scarico e una volta concrezionale con i fori delle travi traverse che reggevano l'impalcatura.

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