Scortico

canale navigabile italiano

Lo Scortico è un modesto canale navigabile del Veneto, nell'Italia nordorientale, che scorre in Polesine, tra i comuni di Villanova del Ghebbo e Fratta Polesine, attraversando in quest'ultimo il capoluogo.[1] Il corso d'acqua è parte di un sistema che mette in comunicazione i due maggiori fiumi italiani l'Adige e il Po, tramite a nord l'Adigetto e a sud il Canalbianco, sfruttata fin dal XVI secolo dai nobili della Repubblica di Venezia per raggiungere le loro residenze che qui avevano stabilito in terra ferma, tra le quali Villa Badoer e Villa Molin-Avezzù.

Scortico
Il ponte sullo scortico davanti alla Villa Badoer, della quale in secondo piano si scorge la barchessa di destra, sede del Museo archeologico nazionale di Fratta Polesine
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Veneto
NasceVillanova del Ghebbo
AffluentiAdigetto
SfociaCanalbianco

Di particolare attenzione è il mulino ad acqua sito in località Pizzon, poco prima della confluenza con l'idrovia Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, sede dell'Ecomuseo Mulino al Pizzon, e che conserva una delle due conche di navigazione, sostenuta da porte vinciane e che alimenta la ruota del mulino, mentre della seconda conca sono tuttora visibili i suoi resti. Queste restano come testimonianza storica di una delle prime idrovie polesane realizzata alla metà del XIX secolo e sfruttata per il trasporto a livello industriale.

Storia modifica

 
Il percorso dello Scortico evidenziato nella mappa Polesino di Rovigo del cartografo olandese Joan Blaeu e datata 1659.

L'origine del corso d'acqua si deve alle conseguenze della rotta del Pinzone, disastrosa alluvione causata da una piena del fiume Adige avvenuta nel X secolo, tradizionalmente posta nell'anno 950[2] ma in realtà di qualche anno precedente, dato che nel 944 la rotta si era già verificata.[3] Questa, oltre alla deviazione del corso del Tartaro, costrinsero gli abitanti a favorire il deflusso delle acque nel nuovo ramo principale, l'Adigetto, che all'altezza dell'abitato di Villanova, l'attuale Villanova del Ghebbo, riuscì ad aprirsi un ramo che fece defluire le acque, scegliendo la via più breve, verso il Canalbianco.

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Note modifica

  1. ^ Ed. Francesco Andreola 1821, p. 548.
  2. ^ Le rotte del Po nella storia, su Sito istituzionale del comune di Gavello. URL consultato il 14-07-2009 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2009).
  3. ^ Caniato 1974, p. 21.

Bibliografia modifica

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