Sema

la più piccola unità di significato
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Un sema (dal greco sêma, "segno") - o tratto semantico - è la più piccola unità di significato individuata dalla semantica.[1] Il termine è stato introdotto da Eric Buyssens negli anni trenta[senza fonte] e sviluppato da Algirdas Julien Greimas (1966) e Bernard Pottier (1967)[1].

I semi formano insieme un "fascio di semi" (o semema). Tale impostazione prende a modello il lavoro di analisi e distinzione dei fonemi per tratti fonetici distintivi.[1] Così, ad esempio, le parole bue ("bue domestico castrato di almeno quattro anni") e toro ("bue domestico non castrato di almeno quattro anni") hanno in comune i semi [+bovino, +adulto, +maschio], ma toro possiede il tratto [atto a procreare], mentre bue no (cambia quindi la polarità del sema)[2]. Tale analisi dei significati dei termini è detta analisi componenziale[1].

Ogni segno ha un significato, un "contenuto semantico": tale contenuto viene appunto scomposto in semi e rappresenta l'"intensione" del segno. Il contenuto semantico è costituito da una serie di oggetti (reali o solo pensabili) indicati dal segno: maggiore è l'"estensione" del segno (cioè la quantità di oggetti che esso indica), minore è la sua "intensione". Così, ad esempio, il semema veicolo ha maggiore estensione del semema automobile: per attestare quest'ultimo è necessario enumerare un maggior numero di semi. Quindi, automobile, reciprocamente, ha maggiore intensione di veicolo. In breve, tra intensione ed estensione di un segno vige un rapporto di proporzionalità inversa.[3] Un altro esempio possibile di scomposizione di sememi in semi è relativo ai termini uomo e donna: tali sememi hanno in comune i semi [umano] e [adulto], però il primo ha anche il sema [maschio], il secondo il sema [femmina][4]. "Ciascun semema si compone di uno o più semi e differisce da tutti gli altri sememi della stessa lingua perlomeno in un sema"[4].

NoteModifica

  1. ^ a b c d Beccaria, Dizionario di linguistica, 2004, cit., p. 680.
  2. ^ Esempio tratto da Beccaria, Dizionario di linguistica, cit., p. 680.
  3. ^ Maurizio Dardano, «Lessico e semantica», cit., p. 299.
  4. ^ a b Maurizio Dardano, «Lessico e semantica», cit., p. 300.

BibliografiaModifica

Voci correlateModifica

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