Sergio Chiamparino
Sergio Chiamparino (Moncalieri, 1º settembre 1948) è un politico italiano, sindaco di Torino dal 2001 al 2011 e presidente della Regione Piemonte dal 2014 al 2019. È stato inoltre deputato durante la XIII legislatura.
Sergio Chiamparino | |
---|---|
Presidente della Regione Piemonte | |
Durata mandato | 9 giugno 2014 – 6 giugno 2019 |
Predecessore | Roberto Cota |
Successore | Alberto Cirio |
Sindaco di Torino | |
Durata mandato | 31 maggio 2001 – 16 maggio 2011 |
Predecessore | Valentino Castellani |
Successore | Piero Fassino |
Consigliere regionale della Regione Piemonte | |
In carica | |
Inizio mandato | 2 luglio 2019 |
Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome | |
Durata mandato | 31 luglio 2014 – 17 dicembre 2015 |
Predecessore | Vasco Errani |
Successore | Stefano Bonaccini |
Presidente dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani | |
Durata mandato | 7 ottobre 2009 – 4 luglio 2011 |
Predecessore | Leonardo Domenici |
Successore | Graziano Delrio |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 9 maggio 1996 – 29 maggio 2001 |
Legislatura | XIII |
Gruppo parlamentare | DS - L'Ulivo |
Coalizione | L'Ulivo |
Circoscrizione | Piemonte |
Collegio | Torino 4 |
Incarichi parlamentari | |
| |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico (dal 2007) Precedenti: PCI (1975-1991) PDS (1991-1998) DS (1998-2007) |
Titolo di studio | Laurea in scienze politiche |
Università | Università degli Studi di Torino |
Professione | Ricercatore; Dirigente di partito |
BiografiaModifica
Studi e iniziModifica
Sergio Chiamparino nacque a Borgo Mercato di Moncalieri. Il padre Primo era camionista, poi diventato operaio, mentre la madre Elena faceva la segretaria in una piccola azienda in via Vassalli Eandi.[1]
Dopo il diploma all'Istituto Tecnico Commerciale "Germano Sommeiller" di Torino si è laureato in scienze politiche all'Università degli Studi di Torino. Qui ha svolto la sua attività come ricercatore fino al 1975, anno in cui ha intrapreso la carriera politica presso il suo comune nativo, Moncalieri. Nel 1974 ha svolto inoltre il servizio militare negli Alpini.
Dal Partito Comunista Italiano Chiamparino ha fatto un percorso politico che, tramite il Partito Democratico della Sinistra e i Democratici di Sinistra, lo ha portato al Partito Democratico.
È tifoso del Torino Calcio.[2]
Incarichi nazionali nel Partito DemocraticoModifica
Nel 2007 è nominato Responsabile Nazionale Riforme nella Segreteria Nazionale del Segretario Walter Veltroni nel Partito Democratico; è nominato Ministro per le riforme per il federalismo nel Governo ombra del Partito Democratico, ruolo che ricopre dal 9 maggio 2008 al 21 febbraio 2009.[3] È stato inoltre, sino al termine del mandato di Sindaco di Torino, presidente nazionale dell'ANCI e coordinatore dei Sindaci delle Città metropolitane.
Dal 24 febbraio 2009 il Segretario del PD Dario Franceschini (già Vicesegretario di Veltroni nominato leader del Pd dopo le sue dimissioni dalla Segreteria nazionale) lo nomina Responsabile nazionale Riforme nella nuova Segreteria di partito.
Tra il 2012 e il 2014 è presidente della Compagnia di San Paolo.[4]
Incarichi amministrativiModifica
Sindaco di TorinoModifica
Nel marzo del 2001, in occasione delle elezioni comunali a Torino, Chiamparino viene chiamato dal suo partito a sostituire il candidato di centro-sinistra Domenico Carpanini, già vice e fedelissimo del sindaco uscente Valentino Castellani, morto improvvisamente pochi giorni prima a causa di un'emorragia cerebrale mentre era impegnato in un dibattito elettorale con il suo sfidante Roberto Rosso.
Chiamparino, con le elezioni ormai alle porte, riesce in pochissimo tempo ad organizzare un'efficace campagna elettorale, che lo porta a vincere di misura al ballottaggio con il 52,8% dei voti contro il candidato del centro-destra.
Nel 2006 viene riconfermato sindaco, vincendo nettamente al primo turno con il 66,6% dei voti (senza quindi andare al ballottaggio) sul candidato del centro-destra, l'ex ministro Rocco Buttiglione, che raccoglie meno del 30% delle preferenze.
La sua amministrazione comunale, caratterizzata dalla preparazione e gestione dei XX Giochi olimpici invernali, di cui il suo predecessore Castellani aveva ottenuto lo svolgimento a Torino, e delle relative opere (tra cui la nuova metropolitana), ha riscosso grande popolarità. Nel 2004 la sua Giunta ha vissuto una fase di pubblicità negativa a causa della cattiva gestione da parte di una cooperativa delle esumazioni al Cimitero Monumentale della città. Dopo quattro anni di indagini, il 3 gennaio 2008 l'inchiesta sul cosiddetto "scandalo esumazioni" del Cimitero Monumentale di Torino viene archiviata.
Sotto la sua amministrazione viene inoltre inserita nel PRG (2002-2005), deliberata (2008), avviata (2009) e completata (2011) la costruzione dello Juventus Stadium, preceduta dalla demolizione dello Stadio delle Alpi; si tratta del primo caso in Italia di impianto calcistico di proprietà dello stesso club che lo impiega per le proprie partite casalinghe.
Sul piano economico, mentre Castellani aveva cercato di alleviare la dipendenza della città torinese dalla FIAT (la cosiddetta "monocultura industriale") promuovendo lo sviluppo in altri settori, principalmente il terziario e le attività culturali, ottenendo però scarsi risultati, Chiamparino cercò di riportare l'attenzione sul ruolo dell'industria automobilistica nell'economia cittadina.
Nel 2008, il quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore ha pubblicato i risultati di un sondaggio sull'indice di gradimento degli elettori nei confronti dei sindaci dei capoluoghi di provincia italiani. In questa classifica Chiamparino è al primo posto, con un consenso stimato al 75%, assieme al sindaco di Verona Flavio Tosi e al sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti (quest'ultimo dal 30 marzo 2010 Presidente della Regione Calabria)[5]. Nello stesso sondaggio Governance Poll del 2011, Chiamparino si riconferma uno dei sindaci più apprezzati d'Italia, piazzandosi al secondo posto dietro al sindaco di Firenze Matteo Renzi e seguito dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca.[6] Nel 2011, alla scadenza del secondo mandato, esprime il proprio sostegno alla candidatura a suo successore con il centro-sinistra di Piero Fassino, che il 16 maggio gli succederà a Palazzo Civico.
Presidenziali 2013 e Presidente della Regione PiemonteModifica
A sorpresa, il 18 aprile 2013, in occasione del primo scrutino dell'elezione del Presidente della Repubblica, l'ala renziana del PD lo individua come proprio candidato di bandiera (in contrapposizione al candidato ufficiale, l'ex-Ministro e Presidente del Senato Franco Marini, appoggiato anche dal PdL, Scelta Civica e in un secondo momento, anche da Fdi) ottenendo 41 voti nel primo scrutino, emergendo come il terzo candidato più votato dopo Marini stesso (521 voti) e il candidato di M5S e sinistre, Stefano Rodotà (240). [7] Caduta subito la candidatura di Marini, votato anche al secondo scrutinio, ottiene 90 voti.
Candidato dal centro-sinistra alle elezioni regionali del Piemonte del 2014, viene eletto Presidente della Regione il 26 maggio con quasi il 47% dei voti, mentre l'avversario di centro-destra Gilberto Pichetto Fratin riceve solo il 22% dei voti.[8][9].
Il 31 luglio 2014 viene eletto all'unanimità Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome vincendo la sfida con Enrico Rossi, Governatore della Toscana, sostenuto da una parte del PD, sostituendo il dimissionario Presidente dell'Emilia-Romagna Vasco Errani. Come suo vicepresidente è stato designato Stefano Caldoro, Presidente della Regione Campania in quota centro-destra.[10]
Il 22 ottobre 2015 si dimette dalla carica per il giudizio dato dalla Corte dei Conti sul bilancio della Regione Piemonte; tuttavia le dimissioni sono congelate su richiesta dei colleghi presidenti.[11]
Si ricandida per un secondo mandato alle elezioni regionali del 2019, ma si ferma al 35,8% dei voti, venendo sconfitto dal candidato del centro-destra Alberto Cirio, che riceve il 49,6% delle preferenze.
Incarichi politiciModifica
Sinossi degli incarichi politici ricoperti:
- 1975: Capogruppo del PCI presso il Comune di Moncalieri
- 1982-1986: responsabile del Dipartimento Economico del PCI di Torino
- 1986-1988: consulente economico della delegazione PCI presso il Parlamento europeo
- 1989-1991: Segretario regionale della CGIL
- 1991-1995: Segretario provinciale del PDS
- 1993: consigliere comunale di Torino
- 1996: Deputato della XIII legislatura
- 2001-2011: Sindaco di Torino
- 2014-2015: Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
- 2014-2019: Presidente della Regione Piemonte
- 2019- : Consigliere regionale della Regione Piemonte
OnorificenzeModifica
Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana | |
— 2 giugno 2007[12] |
OpereModifica
Sergio Chiamparino ha scritto vari libri, alcuni in forma di intervista, sulla sua esperienza politico-amministrativa. Fa eccezione Cordata con sindaco (2011), in cui racconta della sua passione per la montagna e l'alpinismo:
- Le ristrutturazioni industriali, in AA.VV., Problemi del movimento sindacale in Italia 1943-1973, Feltrinelli (1976)
- Municipio. Dialogo su Torino e il governo locale con Giuseppe Berta e Bruno Manghi, Marsilio editore (2002)
- La città che parla: i torinesi e il loro sindaco, Mondadori (2003)
- Semplicemente sindaco con Maurizio Crosetti, Cairo Publishing (2006)
- La sfida. Oltre il Pd per tornare a vincere. Anche al Nord, Einaudi (2010)
- Cordata con sindaco con Giuliano Valter, CDA Vivalda editore (2011)
NoteModifica
- ^ Intervista di Francesca Bolino, Sergio Chiamparino: "Io, un orso diventato pop tra i torinesi grazie agli anni da sindaco", in repubblica.it, 22 gennaio 2022.
- ^ Chiamparino tra le vigne con la maglia del Toro a poche ore dal derby, su lastampa.it.
- ^ Governo ombra, tutti i nomi, Corriere della sera, 9 maggio 2008.
- ^ Salvatore Tropea, Chiamparino presidente: “Ecco cosa farò alla guida della Compagnia San Paolo”, la Repubblica, 7 maggio 2012. URL consultato il 27 settembre 2021.
- ^ Governance Pool 2008 Archiviato il 19 agosto 2014 in Internet Archive., Il Sole 24 Ore, gennaio 2010
- ^ Governance pool 2010, su iprmarketing.it. URL consultato il 12 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2013).
- ^ Marini non passa, il Pd prende tempo. Le due fumate nere della prima giornata, su la Repubblica, 18 aprile 2013. URL consultato il 24 febbraio 2023.
- ^ Ministero dell'Interno, su elezioni.interno.it.
- ^ Amministrative 2014, in Piemonte e Abruzzo avanti il centrosinistra, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 3 ottobre 2021.
- ^ Chiamparino eletto presidente dei governatori all'unanimità, Caldoro sarà il suo vice, su la Repubblica, 31 luglio 2014. URL consultato il 3 ottobre 2021.
- ^ Chiamparino si dimette dalla Conferenza delle Regioni - Politica, su ANSA.it, 22 ottobre 2015. URL consultato il 3 ottobre 2021.
- ^ Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana Dott. Sergio Chiamparino
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikiquote contiene citazioni di o su Sergio Chiamparino
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sergio Chiamparino
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su perchiamparino.it (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2017).
- Chiamparino, Sergio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Sergio Chiamparino, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Sergio Chiamparino, su Anagrafe degli amministratori locali e regionali, Ministero dell'interno.
- Sergio Chiamparino, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Biografia su sito del Pd, su partitodemocratico.it (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2014).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 73221277 · ISNI (EN) 0000 0000 5542 5496 · SBN LO1V134791 · LCCN (EN) n2002115721 · GND (DE) 124241638 · WorldCat Identities (EN) lccn-n2002115721 |
---|