Sestiere (Firenze)

settore della città di Firenze

Il sestiere fu uno dei sei settori in cui fu divisa la città di Firenze, fino al 1343.

Mappa dei sestieri di Firenze.

Dal 1173, la suddivisione di Firenze in sei parti, per ragioni amministrative e militari, durò fino al 1343, quando fu deciso di risuddividerla in quattro, creando i quartieri (il quartiere, ovvero una quarta parte della città).

Storia modifica

In età medievale la città era suddivisa in quartieri che prendevano il nome dalle porte del Duomo, di S. Maria, di S. Piero e di S. Pancrazio.

Nel corso del Duecento Firenze visse il suo apogeo: già tagliata fuori dalla Francigena vi si collegò, effettuando una vera e propria rivoluzione stradale, grazie all'attrattività del suo mercato economico ed alla sicurezza del contado assoggettato da una serie di azioni militari.

Per effetto della immigrazione dal contado di nobili e di rurali e in forza dello sviluppo delle attività artigiane, Firenze si era espansa oltre la cinta delle mura romane ed aveva edificato una nuova cinta protettiva che inglobasse anche i più cospicui "borghi", le aree edificate che insistevano sulle strade di accesso alle porte delle antiche mura, e dei quali rimane traccia in alcuni nomi di strade odierni (Borgo Ognissanti, Borgo Pinti, Borgo San Jacopo, Borgo San Frediano, ecc. e per la prima volta, l'Oltrarno). Le nuove mura triplicarono la superficie della città (da 24 a 75 ettari circa). La nuova suddivisione coinvolse dunque anche i borghi sulla riva sinistra dell'Arno (l'Oltrarno) che tese ad espandersi anche grazie alla costruzione di due nuovi ponti: quello della Carraia nel 1220, dove sboccava il Mugnone, e quello di Rubaconte poi detto "delle Grazie" nel 1237.

Con la nuova cinta muraria del 1172-76, Firenze è divisa in sestieri, cioè in sei zone (riconoscibili da un'insegna), la cui prima notizia documentata è del 1194[1]. Il popoloso quartiere di Santa Maria fu diviso nei due sesti di San Pier Scheraggio e di Borgo Santi Apostoli e fu inoltre creato il sesto d'Oltrarno. Porta San Pier Maggiore, Porta Duomo, Porta San Pancrazio divennero sesti conservando il loro antico nome, ma incrementando i loro territori, comprendendo oltre alle contrade fra le antiche e nuove mura anche le parrocchie situate dinanzi a queste ultime.

Giovanni Villani (Nuova Cronica, I, VII, XXXIX[2]) descrive così i Sestieri al momento dell'istituzione del governo detto di "Primo Popolo" nel 1250: "Sestiere di Oltrarno colla insegna del ponte; San Piero Scheraggio colla insegna del Carroccio, il quale Carroccio di marmi fu recato da Fiesole a Firenze ed è nella fronte di detta Chiesa di San Piero[3]; Borgo colla insegna del becco imperiocché in quello Sesto stavano tutti i beccai[4] e di loro mestiere ed erano a qué tempi molto innanzi alla città; San Brancazio[5]colla insegna della branca di leone per lo nome, Porta del Duomo colla insegna del Duomo[6], e porta San Piero[7]colla insegne delle chiavi."

Il governo di Primo Popolo (detto anche "popolo vecchio"), istituito per porre un freno allo strapotere delle famiglie più antiche e potenti (Uberti, Lamberti, ecc.) che si identificavano con i ghibellini, in breve tempo fu espressione dei guelfi. Fu rinnovato il governo della città istituendo la carica di Capitano del Popolo ed un consiglio di 12 Anziani, due per sestiere, come massima magistratura. I sestieri dovevano organizzare militarmente i popolani in funzione antimagnatizia ed avevano a capo 36 Caporali, sei per sestiere. Come il podestà, anche il Capitano ebbe due Consigli, il generale e il ristretto, o di credenza, come si diceva di preferenza, di 25 persone il primo (totale 150 consiglieri) e di 6 il secondo (totale dei consiglieri 36).

Sestieri modifica

 
Stemma della Città di Firenze

Armi modifica

Note modifica

  1. ^ Robert Davidsohn, Storia di Firenze, I, Firenze, Sansoni, 1969, p. 1003.
  2. ^ Nuova cronica: testo - IntraText CT, su intratext.com. URL consultato il 3 agosto 2020.
  3. ^ Il "Carroccio" era il rosone in marmo che distingueva la facciata della chiesa di San Pier Scheraggio. I cronisti ritenevano che fosse una ruota del carroccio catturato ai Fiesolani dopo la conquista da parte dei fiorentini nel 1125.
  4. ^ Macellai
  5. ^ San Pancrazio storpiato popolarmente in San Brancazio
  6. ^ In realtà l'insegna era il Battistero di San Giovanni
  7. ^ San Pier Maggiore
  8. ^ parte del territorio di alcune Parrocchie è condiviso fra più Gonfaloni
  9. ^ Riuniva tre Borghi: “l'uno si chiamava e chiama ancora borgo Pidiglioso, perch'era abitato di vile gente, era in capo del detto borgo una porta che’ssi chiamava la porta a Roma, ove sono oggi le case de' Bardi presso a Santa Lucia de' Magnoli e passato il ponte Vecchio, e per quella via s'andava a Roma per lo cammino da Fegghine e d'Arezzo; altre mura non avea al detto borgo se non il dosso delle case di costa al poggio. L'altro borgo era quello di Santa Felicita, detto il borgo di Piazza, che avea una porta ove è oggi la piazza di San Filice, onde va il cammino a Siena; e un altro borgo che’ssi chiamava di Sa’Iacopo, che avea una porta ove sono oggi le case de' Frescobaldi, che andava il cammino a Pisa”. Giovanni Villani Nuova Cronica capitolo VIII.

Bibliografia modifica

  • Luciano Artusi, Firenze araldica, Firenze, Polistampa, 2006. ISBN 88-596-0149-5.
  • Orgera, V., G. Balzanetti et al. Firenze: il quartiere di Santo Spirito dai gonfaloni ai rioni. Firenze: Alinea Editrice, 2000.
  • Giovanni Villani, Nova Cronica, Firenze sec. XIV ma Giunti, Venezia 1537 (editio princeps).

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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