Sforza Pallavicino

condottiero italiano

«Nobil cavallero Italiano huomo animoso e forte, Valorosissimo soldato.»

Sforza Pallavicino (Fiorenzuola d'Arda, 1519[1]Salò, 4 febbraio 1585) è stato un condottiero italiano, capitano generale della Serenissima e marchese di Cortemaggiore e Busseto.

Sforza Pallavicino
Stampa in Armatura del Marchese Sforza Pallavicino
NascitaFiorenzuola d'Arda, 1519
MorteSalò, 4 febbraio 1585
EtniaItaliano
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Impero spagnolo
Sacro Romano Impero
Stato Pontificio
Bandiera della Repubblica di Venezia Repubblica di Venezia
Forza armata
Grado
Comandanti
Guerre
CampagneGuerre ottomano-asburgiche
Battaglie
prese parte all'assassinio del cardinal Giorgio Martinuzzi, ove gli taglio di netto la testa con una Scimitarra
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Biografia modifica

 
Stemma dei Pallavicino.
 
Barbarano, palazzo Terzi-Martinengo ex Pallavicino (al centro)

Era figlio di Manfredo Pallavicino (?-1521) e di Ginevra Bentivoglio.

Dopo l'uccisione del padre nel 1521 da parte dei francesi, Sforza venne condotto dalla madre a Trento, sotto la protezione di Francesco II Sforza futuro duca di Milano, per il quale Manfredo aveva combattuto. Nel 1543 succedette al padre nel feudo di Fiorenzuola, avuta l'investituta da papa Paolo III a spese dei Farnese. Nel 1544 fu al servizio di Carlo V. Combatté a Serravalle Scrivia contro Piero Strozzi al servizio dei francesi, sconfiggendolo. Fu al fianco di Ottavio Farnese inviato da papa Paolo III in Germania contro i luterani; Sforza sostituì poi il Farnese al comando delle truppe pontificie. Nel 1550 passò sotto l'imperatore Ferdinando I d'Asburgo nella guerra contro i turchi. Nel 1551 fece parte dei sicari destinati ad uccidere il cardinale Giorgio Martinuzzi nel castello di Alvinc, reo di aver preso accordi col sultano turco Solimano. Nel 1557 fu nominato capitano generale delle fanterie della Repubblica di Venezia e nel 1559 ricevette dalle mani del doge il vessillo e il grado di capitano generale delle milizie della Terraferma. Dal 1562 succedette al cugino Cesare Pallavicino nel feudo di Cortemaggiore. Partecipò alla guerra di Cipro nel 1570 e seguito di una malattia rimase a lungo in Dalmazia.

Nel 1579 riunì le linee di Cortemaggiore e Busseto, quest'ultimo ereditato in seguito alla morte del cugino Gerolamo di Busseto, privo di figli maschi.

Morì senza eredi diretti nel 1585 nel suo palazzo di Salò,[2] lasciando i suoi averi ad Alessandro Pallavicino di Zibello, adottato nel 1581.

Discendenza modifica

Sforza sposò nel 1545 Giulia Sforza di Santa Fiora, figlia di Bosio II Sforza e di Costanza Farnese, figlia naturale di Papa Paolo III. Non ebbero discendenza. Sforza ebbe un figlio naturale, Uberto.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
8. Gian Lodovico I Pallavicino, I marchese di Cortemaggiore 16. Rolando I Pallavicino, I marchese di Busseto  
 
17. Caterina Scotti  
4. Rolando II Pallavicino, II marchese di Cortemaggiore  
9. Anastasia Torelli 18. Cristoforo I Torelli, II conte di Montechiarugolo  
 
19. Taddea Pio  
2. Manfredo Pallavicino  
10. Manfredo Landi, II conte di Val di Taro 20. Manfredo Landi, I conte di Val di Taro  
 
21. Elisabetta Landi  
5. Laura Caterina Landi  
11. Margherita Anguissola 22. Bartolomeo Anguissola  
 
23. Simona Malaspina  
1. Sforza Pallavicino, X marchese di Busseto  
12. Sante Bentivoglio, signore di Bologna 24. Ercole Bentivoglio  
 
 
6. Ercole Bentivoglio  
13. Ginevra Sforza 26. Alessandro Sforza, signore di Pesaro  
 
 
3. Ginevra Bentivoglio  
14. Marsilio Torelli, IV conte di Montechiarugolo 28. Cristoforo I Torelli, II conte di Montechiarugolo (= 18)  
 
29. Taddea Pio (= 19)  
7. Barbara Torelli  
15. Paola Secco 30. Francesco Secco, II conte di Calcio  
 
31. Caterina Gonzaga  
 

Note modifica

  1. ^ Condottieri di ventura. Sforza Pallavicini.
  2. ^ Barbarano di Salò, su enciclopediabresciana.it. URL consultato il 25 maggio 2021.

Bibliografia modifica

  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Pallavicino, Torino, 1835, ISBN non esistente.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN89279055 · ISNI (EN0000 0003 6643 4031 · BAV 495/309638 · CERL cnp01238138 · GND (DE119780305 · WorldCat Identities (ENviaf-89279055