Si comprehendis non est Deus

locuzione latina
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Si comprehendis non est Deus è una locuzione latina usata da Agostino di Ippona nel Sermone 117.3.5[1] che significa: "se comprendi, non è Dio".[2]

Tale concetto era già stato introdotto nel Sermone 52, in cui Agostino afferma:

(LA)

«Quid ergo dicamus, fratres, de Deo? Si enim quod vis dicere, si cepisti, non est Deus: si comprehendere potuisti, aliud pro Deo comprehendisti. Si quasi comprehendere potuisti, cogitatione tua te decepisti. Hoc ergo non est, si comprehendisti: si autem hoc est, non comprehendisti. Quid ergo vis loqui, quod comprehendere non potuisti?[3]»

(IT)

«Che cosa dunque diremo di Dio, fratelli? Se infatti ciò che vuoi dire lo hai capito, non è Dio. Se sei stato capace di capirlo, hai compreso una realtà diversa da quella di Dio. Se ti pare d'essere stato capace di comprenderlo, ti sei ingannato a causa della tua immaginazione. Se dunque lo hai compreso, Dio non è così; se invece è così, non lo hai compreso. Perché dunque vuoi parlare di ciò che non hai potuto comprendere?[4]»

Il passaggio rappresenta il fondamento concettuale della Teologia negativa cristiana. Nel Noncognitivismo teologico, l'intero passaggio è considerato privo di significato razionale, alla stessa stregua di un paradosso, un gioco linguistico o un'espressione poetica[5][6].

Papa Benedetto XVI, nella sua Lettera Enciclica Deus caritas est[7][8][9], in un passo in cui commenta il tema dell'apparente incomprensibilità della sofferenza nel libro di Giobbe, fa uso dell'espressione di Agostino per indicare come la razionalità sia insufficiente per spiegare le concezioni di fede della religione cattolica.

Nel suo intervento alla summer school 2008 della Fondazione Magna Carta, "Religioni, verità, libertà", il cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, paragona il "si comprehendis, non est Deus" agostiniano ad un'espressione di Abū Bakr, primo califfo dell'Islam nel settimo secolo:[10]

«Sia lode a Colui che non ha dato alle sue creature altre vie per conoscerlo se non la loro incapacità di conoscerlo»

In La via della verità[11], Rino Fisichella sostiene che «l'insegnamento di Gesù non potrebbe mai esser espresso in maniera coerente dallo scritto» e riconduce l'espressione agostiniana alle parole del dottore della Chiesa Gregorio Nazianzeno secondo cui

«È impossibile esprimere Dio, ma è ancora più impossibile comprenderlo»

Vedere anche "Deus definiri nequit" di S.Tommaso d'Aquino[12].

Note modifica

  1. ^ (LA) Agostino di Ippona, Testo latino su augustinus.it; PL 38, 663.
  2. ^ Traduzione italiana su augustinus.it.
  3. ^ (LA) Agostino di Ippona, Sermo 52, 6.16; PL 38, 359.
  4. ^ Traduzione italiana su augustinus.it.
  5. ^ The Argument From Non-Cognitivism, di James Lazarus, relativamente al noncognitivismo teologico secondo George H. Smith.
  6. ^ Atheism, Agnosticism, Noncognitivism (1998) di Theodore M. Drange, spiegazione esauriente e sistematica delle differenze tra noncognitivismo teologico, ateismo, agnosticismo, teismo e non-teismo.
  7. ^ Lettera Enciclica "Deus caritas est"
  8. ^ Conferenza stampa di presentazione Archiviato il 20 febbraio 2008 in Internet Archive. dell'enciclica Deus caritas est di papa Benedetto XVI
  9. ^ Le citazioni di Agostino[collegamento interrotto] riportate nell'enciclica Deus caritas est di papa Benedetto XVI
  10. ^ Cit. in G. Scattolin, Esplorando l'interiorità umana, in Oasis IV (2008) n. 7, 104
  11. ^ La via della verità, di Rino Fisichella
  12. ^ Le Questioni disputate, Vol. 9, La potenza divina, questioni 7 c. 5 Bologna, ESD-Edizioni Studio Domenicano, 2003 ISBN 88-7094-482-4

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