Simurghia (il cui nome in fa riferimento alla figura mitologica del Simurg) è un genere estinto di pterosauro nictosauride vissuto nel Cretaceo superiore, circa 66 milioni di anni fa (Maastrichtiano), in quello che oggi è il bacino di Ouled Abdoun, in Marocco, Nord Africa. Il genere contiene una singola specie, ossia S. robusta.[1]

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Simurghia
Omero olotipo di S. robusta
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Ordine † Pterosauria
Sottordine † Pterodactyloidea
Superfamiglia † Pteranodontoidea
Famiglia † Nyctosauridae
Genere Simurghia
Longrich, Martill & Andres, 2018
Nomenclatura binomiale
† Simurghia robusta
Longrich, Martill & Andres, 2018

Descrizione modifica

Simurghia era uno pterosauro di medie-grandi dimensioni e, sebbene sia conosciuto solo per un omero parziale, si stima abbia avuto un'apertura alare di circa 4 metri (13 piedi).[1]

L'unico esemplare conosciuto di Simurghia è il suo olotipo, costituito da un omero perlopiù completo, privo di testa omerale e di una piccola parte dell'estremità distale che si articola con l'ulna. L'osso possiede una grossa cresta deltopettorale a forma di ventaglio che conferisce all'intero osso una forma superficialmente ad ascia. La cresta deltopettorale una grande estensione piatta dell'osso sull'omero vicino all'articolazione della spalla che ancorava i potenti muscoli deltoidi e pettorali. La forma e l'angolo della cresta deltopettorale è una caratteristica distintiva dei nyctosauridi, ma i dettagli della forma e della posizione della cresta e i dettagli dell'articolazione del gomito distinguono Simurghia da tutti gli altri nictosauridi.[1]

Classificazione modifica

Simurghia fa parte della famiglia Nyctosauridae, ed il suo più stretto parente sembra essere Alcione, anch'esso ritrovato nel bacino di Ouled Abdoun, in Marocco.[2] Tuttavia, nonostante la somiglianza, è improbabile che Simurghia possa rappresentare un esemplare adulto di Alcione, in quanto tutti gli esemplari di quest'ultimo sono esemplari sub-adulti o adulti.[2]

Di seguito è riportato un cladogramma che mostra i risultati di un'analisi filogenetica presentata per la prima volta da Andres e Myers (2014), e aggiornata con dati aggiuntivi di Andres e colleghi (2018), che mostra la collocazione di Simurghia all'interno di Nyctosauridae;[2]

Ornithocheiroidea

Azhdarchoidea

 Pteranodontoidea 

Ornithocheiromorpha

 Pteranodontia 
Pteranodontidae

Geosternbergia sternbergi

Pteranodon longiceps

Tethydraco regalis

Nyctosauridae

Alamodactylus byrdi

Volgadraco bogolubovi

Cretornis hlavaci

Alcione elanius

Simurghia robusta

Muzquizopteryx coahuilensis

Barbaridactylus grandis

Nyctosaurus lamegoi

Nyctosaurus nanus

Nyctosaurus gracilis

Paleoecologia modifica

Simurghia è stato ritrovate nel bacino di Ouled Abdoun, in Marocco, Nord Africa. I resti dell'animale sono stati ritrovati in sedimenti marini depositatisi in acque relativamente profonde al largo della costa africana. A quel tempo la zona era leggermente più a sud, ma possedeva già un clima caldo, con alle spalle un continente montuoso e arido. Il mare brulicava di pesci, ed era sorvolato da diversi pterosauri, tra cui i nictosauridi Alcione e Barbaridactylus, lo pteranodontide Tethydraco, e l'azhdarchide Phosphatodraco che tuttavia preferiva vivere nell'entroterra, dove viveva anche il dinosauro abelisauride Chenanisaurus.

Note modifica

  1. ^ a b c Nicholas R. Longrich, David M. Martill e Brian Andres, Late Maastrichtian pterosaurs from North Africa and mass extinction of Pterosauria at the Cretaceous-Paleogene boundary, in PLOS Biology, vol. 16, n. 3, 2018, pp. e2001663, DOI:10.1371/journal.pbio.2001663.
  2. ^ a b c B. Andres, J. Clark e X. Xu, The Earliest Pterodactyloid and the Origin of the Group, in Current Biology, vol. 24, 2014, pp. 1011–6, DOI:10.1016/j.cub.2014.03.030, PMID 24768054.

Bibliografia modifica

  • Nicholas R. Longrich, David M. Martill & Brian Andres, 2018, "Late Maastrichtian pterosaurs from North Africa and mass extinction of Pterosauria at the Cretaceous-Paleogene boundary", PLoS Biology 16(3): e2001663

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