Sistema dualistico (professioni)

Un sistema dualistico delle professioni è la suddivisione tra le libere professioni per cui sia istituito un albo dell'ordine professionale obbligatorio per legge, comunemente definite professioni regolamentate o anche professioni ordinistiche, e quelle per cui non vi sia un albo obbligatorio, e definite solitamente professioni non organizzate in ordini o collegi, dette anche professioni associative[1][2].

Caratteristiche tipiche modifica

Secondo un approccio funzionalista-sociologico allo studio delle professioni, queste ultime per poter essere definite tali, debbono possedere i seguenti requisiti di specificità:

Pertanto, le cosiddette "professioni intellettuali" consistono nell'espletamento di attività di natura prevalentemente, anche se non sempre esclusivamente, intellettuale il cui esercizio richiede una peculiare formazione culturale, scientifica e tecnica; esse si caratterizzano per l'autonomia decisionale nella scelta delle modalità di intervento, e per la responsabilità giuridica diretta e personale sul proprio operato.[3]

Caratteristiche generali modifica

Questa suddivisione, diffusa in Europa e nel mondo, si basa sulla distinzione tra il sistema ordinistico (cioè quello basato sugli ordini professionali) e quello associativo.

Laddove il sistema associativo è diffuso da tempo, esso si basa sull'attestazione di competenza (rilasciata dalle associazioni professionali stesse ma in ottemperenza alle prescrizioni internazionali di accreditamento) o sulla certificazione di conformità alle norme tecniche ISO (rilasciata dagli organismi accreditati). Questa tipologia di qualifica è, attualmente, essenzialmente volontaria oppure sostanzialmente imposta dal mercato per prassi.

Pertanto, sono due le direttrici di qualifica nel mondo delle libere professioni:

  • quello ordinistico, basato sull'esame di stato e obbligatoria (per legge e questa è un'evidente limitazione) iscrizione all'albo corrispondente; il punto debole di questa direttrice è la storica "autoreferenzialità" in quanto il tutto si svolge all'interno dell'ordine o collegio e la valutazione non è ripetuta nel tempo;
  • quello associativo, basato sulla certificazione del personale da parte di un organismo accreditato; il punto di forza è che la valutazione della competenza è eseguita e ripetuta nel tempo, attraverso norme e procedure internazionali, da un ente terzo indipendente; lo svantaggio è che il mercato delle professioni di alcune nazioni non dà il medesimo valore della certificazione del personale di quello dell'iscrizione ad un ordine.

Nel mondo modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Libero professionista.

Italia modifica

Dal punto di vista giuridico, esistono in Italia due diverse tipologie di professioni intellettuali: professioni regolamentate e professioni non organizzate in ordini o collegi.

Professioni regolamentate modifica

Lo Stato italiano attraverso una legge o appositi regolamenti (ministeriali, regionali, etc.) definisce quali siano i criteri minimi per esercitare una professione attraverso la cosiddetta "regolamentazione dell'accesso". Solitamente l'iter di regolamentazione si compone di:

Chi esercita in assenza di questi requisiti, commette il reato di esercizio abusivo di attività professionale ai sensi dell'art. 348 del codice penale italiano.

In altri casi alcuni soggetti istituzionali (ministeri, regioni, comuni, etc.) possono definire il possesso di particolari requisiti per l'esercizio della professione sul territorio di propria spettanza. In questo caso sono le stesse istituzioni che predispongono appositi elenchi e vigilano su di essi.

Professioni non organizzate in ordini o collegi modifica

Tale definizione discende dal primo inquadramento legale sull'argomento introdotto in Italia ovvero la Legge 4/2013.

Sono tutte quelle professioni intellettuali il cui esercizio non è vincolato al possesso né di alcun requisito né di specifica formazione, se non quelli stabiliti dal Codice civile italiano e/o da eventuali norme ulteriori. Pertanto, in questi casi è la formazione avanzata di tipo volontaria o imposta dal mercato, l'addestramento sul campo, le qualifiche mediante l'esperienza, le referenze, che "abilitano" il professionista. Anche perché ormai, specie nel mondo della consulenza aziendale o dell'information technology (nonché le recenti numerose libere professioni specifiche del terziario avanzato) oppure nel vasto mondo delle nuove professioni rivolte alla cura e al tempo libero delle persone (si pensi, ad esempio, al consulente enogastronomico o alla wedding planner) più che titoli formali serve specializzazione e preparazione pratica.

Il 19 dicembre 2012 la camera dei deputati ha approvato il disegno di legge n. 3270 ("Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi")[4]. La norma in questione è la legge 14 gennaio 2013 n. 4 ("Disposizioni in materia di professioni non organizzate")[5].

L'introduzione di questa legge e il relativo riconoscimento giuridico delle associazioni professionali permette, per i liberi professionisti senza albo, di affiancare alla loro qualifica basata sul curriculum (vedi sopra) anche le attestazioni o le certificazioni di competenza rilasciate dalle dette associazioni, come avviene da molto tempo all'estero. In pratica, la legge riconosce i cosiddetti "liberi professionisti senza albo", cioè i professionisti che esercitano professioni intellettuali diverse da quelle regolamentate con leggi che disciplinano i rispettivi albi, chiamati anche "Ordini professionali" o "Collegi professionali", con regolamento della professione, titoli per accedervi e mansioni regolamentati solo dalla associazione professionale di appartenenza; le professioni che per prime hanno ottenuto l'iscrizione all'elenco delle associazioni professionali tenuto dal Ministero della Giustizia sono i traduttori, gli interpreti, gli amministratori di condominio, gli esperti tributari (ma l'elenco è in continuo aggiornamento).

Tale impostazione è in conformità alla Strategia di Lisbona della Unione europea in tema di qualifica professionale e prestatori di servizi[6] introdotta anche nella legislazione italiana (Decreto legislativo nº 206 del 9 novembre 2007, recepimento della direttiva UE nº 36/2005 sulle qualifiche professionali).

Resta sempre il fatto che il numero di libere professioni regolamentate (cioè quelle che una volta erano chiamate, un po' enfaticamente, professioni liberali per distinguerle da quelle esecutive[7]), nonché il numero di professionisti iscritti ai relativi albi, è in Italia ampiamente superiore a tutti gli altri paesi europei, con un primato mondiale. Ad esempio l'Italia è l'unico paese al mondo che regolamenti con l'obbligo di iscrizione ad un albo la professione di giornalista o di consulente del lavoro, mentre il numero considerevole di avvocati iscritti agli albi italiani non trova riscontro in nessun altro paese. In generale, mentre gli avvocati e i medici sono generalmente tutelati e controllati da albi professionali in tutti gli stati, molti altri professionisti non hanno negli altri paesi dell'Unione europea e del mondo una regolamentazione legislativa della professione (con albo a cui si accede con esame di stato e specificazione dell'attività professionale riservata agli iscritti) come nel sistema italiano[8].

Un'altra differenziazione importante è anche quella che riguarda la obbligatorietà di iscrizione ad un albo: infatti, in diverse nazioni che pur prevedono un esame per svolgere una determinata attività professionale tuttavia è facoltativa l'iscrizione al relativo albo. Cosa che, invece, in Italia non è consentita dalle leggi che dispongono le cosiddette attività riservate.

È abbastanza evidente che da un lato l'Ordinamento giuridico italiano dimostra scarsa fiducia verso le certificazioni e gli accertamenti di competenza da parte delle associazioni professionali, da un lato esigendo per tutte le professioni con un albo (o professioni regolamentate) un esame di stato per ottenervi l'iscrizione, mentre dall'altro lato i professionisti preferiscono la tutela di un albo regolamentato per la maggiore importanza che viene attribuita alla loro professione (e quindi all'entità dell'onorario) nonché alla maggiore facilità nell'esigere gli onorari professionali per via giudiziaria. In tal senso vi è stata la costante pressione sul legislatore per l'istituzione di nuovi albi professionali, arrivando ad un numero di professioni regolamentate che non ha riscontri né in Europa, né nel mondo, pressione che si spera sfumata con l'introduzione del riconoscimento legislativo delle professioni non regolamentate.

Si pensi, a titolo di esempi, che i più grandi paesi con le più importanti economie del mondo e la più alta competenza scientifica come USA, Cina, India e Gran Bretagna conoscono solo gli albi professionali degli avvocati e dei medici (rispetto ai 29 albi "protetti" italiani), mentre anche negli altri stati della stessa Unione europea il numero degli albi professionali è compreso fra tre e undici. Ciò comporta anche serie difficoltà e una contravvenzione evidente alla normativa UE sul diritto di stabilimento, cioè sul diritto di ogni professionista di stati appartenenti all'UE di esercitare la propria professione in tutta la UE, venendo di fatto assoggettato, se vuole esercitare la propria professione in Italia, ad obblighi di esami, praticantati e iscrizioni ad albi che non esistono nel proprio paese di origine.

Oltre ai 29 albi professionali istituiti per legge e dotati di una propria autonomia di gestione, vi sono in Italia altri albi professionali, pure istituiti per legge, ma senza proprio organo di autogoverno, il governo degli iscritti essendo demandato ad un ente pubblico, come ad esempio l'Albo dei promotori finanziari e l'Albo dei promotori creditizi, quest'ultimo ad esempio posto sotto la vigilanza dell'Ufficio Italiano Cambi (UIC) e poi, dopo la soppressione di tale ente, della Banca d'Italia.

Dal 17 gennaio 2014 è entrata in vigore[9] la nuova direttiva UE sul riconoscimento delle qualifiche professionali (2013/55/CE che modifica la 2005/36/CE). Le novità sono molte[10].

Fino a settembre 2013 il Ministero della Giustizia ha riconosciuto le seguenti associazioni di professioni non regolamentate[11]:

  1. A.G.P. Associazione Grafologi Professionisti 4/10/2010
  2. U.N.A.I. Unione Nazionale Amministratori d'Immobili 4/10/2010
  3. A.G.I. Associazione Grafologica Italiana 4/10/2010
  4. A.N.A.C.I. Associazione Nazionale Amministratori Condominiali 4/10/2010
  5. ASSOINTERPRETI Associazione Nazionale Interpreti di Conferenza e Professionisti 4/10/2010
  6. A.N.AMM.I. Associazione Nazional-europea AMMinistratori d'Immobili - 4/10/2010
  7. A.N.I.T.I. Associazione Nazionale Italiana Traduttori ed Interpreti 4/10/2010
  8. L.A.P.E.T. Libera Associazione Periti ed Esperti Tributari 10/5/2012
  9. I.N.T. Istituto Nazionale Tributaristi 10/5/2012
  10. A.N.C.O.T. Associazione Nazionale Consulenti Tributari 10/5/2012
  11. A.P.N.E.C. Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili 10/5/2012
  12. L.A.I.T. Libera Associazione Italiana dei Consulenti Tributari 10/5/2012
  13. A.N.C.I.T. Associazione Nazionale dei Consulenti Tributari Italiani 10/5/2012
  14. A.P.C.O. Associazione professionale italiana dei consulenti di management 7/1/2013
  15. A.I.S.A. Associazione Italiana Scienze Ambientali 7/1/2013
  16. A.I.B. Associazione Italiana Biblioteche 7/1/2013
  17. A.S.S.I.T. Associazione Italiana dei Periti ed Esperti Assicurativi Incendio e Rischi Diversi 7/1/2013
  18. A.I.P.I. Associazione Italiana progettisti di Interni 7/1/2013
  19. F.E.R.P.I. Federazione Relazioni Pubbliche Italiana 7/1/2013
  20. A.N.P.E. Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani 8/2/2013
  21. A.N.A.I.P. Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari Professionisti 8/2/2013
  22. A.I.C.C. e F. Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari 5/9/2013
  23. A.I.D.P. Associazione Italiana per la Direzione del Personale 5/9/2013
  24. A.I.T.I. Associazione Italiana Traduttori e Interpreti 5/9/2013[12]
  25. A.K.S.I. Associazione Italiana di Kinesiologia Specializzata 5/9/2013
  26. A.N.I.P.A. Associazione Nazionale Informatici Pubblici e Aziendali 5/9/2013
  27. A.S.P.I.F. Associazione Psicomotricisti Funzionali 5/9/2013
  28. F.I.S. Federazione Italiana Shiatsu 5/9/2013
  29. PHRONESIS Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica 5/9/2013

Note modifica

  1. ^ https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/003/541/2233-2229_Memorie_CoLAP.pdf
  2. ^ In Italia la differenza comporta anche un diverso trattamento pensionistico in quanto i libero professionisti con albo hanno una cassa previdenziale propria (privata) mentre i libero professionisti senza albo versano alla gestione separata INPS. Contributi, metodo di calcolo e prestazioni delle due forme previdenziali sono però assai più vantaggiosi per coloro che sono iscritti alla cassa di categoria. Vi sono in atto tentativi legislativi di predisporre una cassa specifica, anche all'interno del sistema pubblico, per i liberi professionisti "autentici" senza albo.
  3. ^ I principi generali dell'ordinamento professionale (dal sito dell'Ordine dei Medici di Milano)
  4. ^ Professioni non regolamentate: approvata la legge in via definitiva (disegno di legge approvato dalla Camera 19.12.2012 n° 3270)
  5. ^ pubblicata in GU n.22 del 26-1-2013, entrata in vigore del provvedimento: 10/02/2013
  6. ^ Sito Colap Copia archiviata, su colap.it. URL consultato il 20 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2011).
  7. ^ OdG, su odg.mi.it. URL consultato il 14 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2014).
  8. ^ Tanto per fare un altro esempio: in Italia esistono leggi che impongono, per le imprese o gli enti, nel disbrigo degli adempimenti contabili o amministrativi, il commercialista o il consulente del lavoro (quest'ultimo, come professionista con albo obbligatorio, esiste solo in Italia dato che altrove i cedolini paga li possono elaborare normali società di servizi aziendali), oppure, per pratiche edili verso la pubblica amministrazioni occorre il "timbro" di un professionista iscritto all'albo
  9. ^ La direttiva deve ora essere recepita dagli stati membri nella loro legislazione
  10. ^ Novità nuova direttiva UE qualifiche professionali, su politicheeuropee.it. URL consultato il 16 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2014).
  11. ^ Il termine "professione non regolamentata" è ampiamente entrato nell'utilizzo comune anche da parte di istituzioni e specialisti. Si veda il titolo dell'elenco tenuto aggiornato dal ministero della giustizia [1] Archiviato il 13 novembre 2013 in Internet Archive.
  12. ^ A.I.T.I. è stata inserita anche nell'elenco del Ministero dello sviluppo economico delle associazioni che rilasciano l'attestato di qualità [2]

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica