Società Anonima dei tramways a vapore delle provincie di Verona e Vicenza

La Società Anonima dei tramways a vapore delle provincie di Verona e Vicenza era un'azienda che operò fra il 1881 e il 1919 nella costruzione ed esercizio di impianti di trasporto in Veneto.

Società Anonima dei tramways a vapore delle provincie di Verona e Vicenza
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà anonima
Fondazione1881 a Verona
Chiusura1919
Sede principaleVerona
SettoreTrasporto
ProdottiCostruzione ed esercizio di tranvie

Storia modifica

La società, che aveva sede a Bruxelles[1], faceva parte di quel nutrito gruppo di aziende a capitale belga che nel finire dell'Ottocento investirono nella costruzione di tranvie urbane ed extraurbane in tutto il mondo.

Alla stessa venne affidata la costruzione della tranvia Verona-Caldiero-San Bonifacio, concessa alla società costituita dall'avvocato G.B. Alessi e dal cavalier V. Grondona, entrambi di Milano, con atto n. 1776 del 18 novembre 1979[2], destinata a servire in maniera più capillare gli abitati che sorgevano attorno alla ferrovia Milano-Venezia.

 
Convoglio a vapore presso la stazione di diramazione di Strà di Caldiero (cartolina d'epoca)

Inaugurata il 17 agosto 1881, con inizio del servizio regolare il successivo 11 novembre[2], alla stessa seguì nel 1882 il prolungamento di 9 km fino a Lonigo e pochi mesi dopo per ulteriori 17 km fino a Cologna Veneta, contestualmente all'apertura al servizio della diramazione in sede propria fra Lonigo e la stazione SFAI, che distava circa 6 km dall'abitato. Un ulteriore prolungamento attivato sotto la gestione Alessi e Grondona fu la tratta Caldiero-Tregnago, nella valle del torrente Illasi, aperta all'esercizio nell'aprile 1883[2]. Con decreto ministeriale n. 30017/727 del 30 aprile 1883 la TVV "fu autorizzata ad esercitare con trazione a vapore" tale diramazione[3]

Nell'autunno del 1883, autorizzata con decreto ministeriale n. 46445/1079 del 6 giugno dello stesso anno[4], la TVV assunse la gestione diretta delle succitate linee, per un totale di 53 km. Il direttore di esercizio della società era l'ingegnere belga Leone Maryassael.[2][5]

Considerato il buon andamento del traffico viaggiatori e merci[6], e dopo l'elaborazione del relativo progetto presentato dal Maryassel nel 1909 alla deputazione provinciale di Verona[2], l'8 agosto 1910 la stessa VTT avanzò al ministero una "relazione-istanza" con cui richiedeva l'autorizzazione di adottare la trazione elettrica; tale concessione fu accordata con Regio decreto n. 1015 del 6 agosto 1911[7]. Il servizio a trazione elettrica sulla Verona-San Bonifacio fu attivato nel 2012.

All'indomani della prima guerra mondiale un periodo di pesanti scioperi colpì la TVV, che si vide costretta a cedere alla deputazione provinciale l'esercizio della tranvia, operazione sancita con decreto prefettizio n. 2936 del 2 aprile 1919[4], segnando di fatto l'uscita di scena della società: l'esercizio era formalmente svolto per conto della società concessionaria fino al 1924, anno in cui la concessione stessa passò alla neocostituita azienda provinciale[2].

Infrastrutture modifica

La VTT arrivò nel complesso a gestire le seguenti linee:

Materiale rotabile modifica

All'atto della cessione dell'esercizio alla Provincia avvenuto nel 1919, in totale il parco ammontava, fra rotabili in servizio e accantonati, a 11 elettromotrici, 8 locomotive a vapore, 12 carrozze passeggeri, più ulteriori 33 "vetture Grondona" e 47 carri merci[2].

Le prime elettromotrici del parco furono fornite nel 1912 dalla Thomson-Houston. Immatricolate come gruppo E01÷E06 e dotate di 43 posti a sedere, erano dotate di parte meccanica costruita dalla Sachsische Waggon Fabrik e componenti elettrici AEG. La potenza di quasi 360 kW consentiva la velocità massima di 40 km/h[6].

Sempre del 1912 risultavano le 6 carrozze "tipo Sachsische", dipinte esternamente in grigio verde, con sigle e numeri in bronzo. La prima classe veniva contrassegnata da riquadri in giallo - bianco e rosso cupo, la seconda con riquadri bianchi e gialli. Nella parte anteriore presentavano uno scompartimento per i non fumatori[6].

Documentazione modifica

Il patrimonio di documenti relativo alla società è conservato a cura dell'attuale Azienda Trasporti Verona e comprende anche i materiali documentari prodotti delle diverse aziende che sono succedute alla TVV[9].

Note modifica

  1. ^ Quando a Verona c'erano i tram, in Mondo ferroviario, n. 45, marzo 1990, p. 4.
  2. ^ a b c d e f g Pier Giorgio Puppini, Ferrotranvie Veronesi, op. cit.
  3. ^ Si veda il Regio Decreto n° 1375 del 15 luglio 1938, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 207 del 10 settembre 1938
  4. ^ a b Regio Decreto n° 1375 del 15 luglio 1938, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 207 del 10 settembre 1938
  5. ^ Francesco Ogliari, Franco Sapi, Sbuffi di fumo, op. cit., p. 121.
  6. ^ a b c Le tramvie provinciali Archiviato il 15 settembre 2010 in Internet Archive., in Binari perduti, URL visitato nel dicembre 2013.
  7. ^ Regio Decreto n° 1015 del 6 agosto 1911, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 225 del 27 settembre 1911
  8. ^ Secondo quanto riportato dalla pubblicazione edita dal Ministero di agricoltura industria e commercio, Direzione generale della statistica, Annali di statistica, Statistica industriale, Fascicolo 1-b, Notizie sulle condizioni industriali della provincia di Vicenza Archiviato il 3 dicembre 2013 in Internet Archive. (Roma, Tipografia nazionale di G. Bertero, 1892. p. 16. URL consultata nel novembre 2013), la lunghezza sarebbe stata di 4 km
  9. ^ Archivio dell'Azienda Provinciale Trasporti di Verona - APTV spa Archiviato il 5 dicembre 2013 in Internet Archive.. URL consultato nel dicembre 2013.

Bibliografia modifica

  • Giorgio Chiericato, Società anonima dei tramway a vapore delle provincie di Verona e Vicenza, in A tutto vapore. Ferrovie e tramvie nel Veneto dal 1866 al 1900, Edizioni Bonomo, Asiago, 2013, pp. 75–80.
  • Gerardo Menegazzi, Mario Peruzzi, Avanti ... ... c'è posto, Novastampa, Verona, 1998.
  • Giorgio Chiericato, Roberto Rigato, C'era una volta il tram: le tranvie provinciali di Verona, Della scala, Verona, 2001.
  • FENIT 1946 1996, FENIT, Roma, 1996.
  • Pier Giorgio Puppini, Ferrotranvie Veronesi, in Tutto Treno & Storia, n. 13, aprile 2005, pp. 40–55.
  • Giovanni Cornolò, Nico Molino, Ferrovie & tramvie della provincia di Verona e Vicenza, in Locomotive ad Accumulatori, Duegi, Padova, 2007, pp. 42–44. ISBN 88-95096-06-1.
  • Angelo Uleri, Le tranvie del Veneto, in Il tram a vapore. Lo sconosciuto veicolo della civiltà, Edito in proprio, Firenze, 2011, pp. 91–106.
  • Francesco Ogliari, Franco Sapi, Sbuffi di fumo. Storia dei trasporti italiani volume 6°. Trentino-Alto Adige - Veneto - Friuli-Venezia Giulia, volume primo, a cura degli autori, Milano, 1966.

Voci correlate modifica