Società Italiana Servizi Aerei

compagnia aerea

La Società Italiana Servizi Aerei (S.I.S.A.) fu una compagnia aerea italiana fondata nei primi anni venti. Attiva anche nella formazione dei piloti di idrovolante fu la prima azienda di trasporto aereo passeggeri ad essere fondata su territorio italiano e la prima ad effettuare voli regolari di linea.[1]

Società Italiana Servizi Aerei
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1921 a Lussinpiccolo
Chiusura1934
SettoreTrasporto
Prodotticompagnia aerea
Compagnia aerea
Primo volo1922
Ultimo volo1934
HubTrieste

Storia modifica

I fratelli Callisto, Fausto e Alberto Cosulich, proprietari della Fratelli Cosulich, importante impresa armatoriale di Monfalcone, già fondatrice e proprietaria del Cantiere Navale Triestino (oggi Fincantieri), nel 1921 acquistarono un vecchio biplano FBA Type H, dismesso dalla Regia Marina, allo scopo di trasportare la clientela di riguardo da Trieste ai loro alberghi di Portorose, in Istria (oggi in Slovenia), evitandole un lungo viaggio in automobile.

 
Idrovolante austro-ungarico a Portorose 1913.

Constatato quanto venissero apprezzate quelle brevi escursioni aeree, i fratelli Cosulich decisero di affiancare alla loro attività turistica anche un'impresa di navigazione aerea. La S.I.S.A. venne quindi fondata nel 1922 a Lussinpiccolo (oggi in Croazia), con lo scopo di gestire una scuola di volo per piloti di idrovolanti civili e militari, oltre che per effettuare voli turistici tra Venezia e Portorose.

Nel 1924 iniziarono a svolgersi, con una certa regolarità, i voli di collegamento tra Venezia e Trieste che servirono all'azienda per acquisire dati ed informazioni circa i costi ed i mezzi da utilizzare. Il 1º aprile 1926 venne ufficialmente inaugurata la linea Torino-Pavia-Venezia-Trieste con un volo dimostrativo di due coppie di idrovolanti, rispettivamente e contemporaneamente in partenza da Torino e Venezia, con i quali si assicurò il raggiungimento della destinazione in un solo giorno.[2]

 
Inaugurazione della linea Torino-Venezia nel 1926, l'aereo un CANT 10.

In verità, durante questo primo volo, gli inconvenienti tecnici non mancarono e solamente uno dei quattro velivoli riuscì a compiere il viaggio nel tempo stabilito. Nello stesso anno la linea divenne Trieste-Torino-Trieste, con scali intermedi a Venezia, Adria, Ostiglia, Casalmaggiore, Piacenza, Pavia e Casale Monferrato.

 
Mappa della prima linea aerea SISA, da Trieste a Torino risalendo il Po.

All'inizio dell'attività della SISA per il servizio venivano utilizzati quattro idrovolanti CANT 10 ter che avevano la possibilità di trasportare cinque passeggeri, oltre al pilota. Per l'attività di scuola venivano impiegati invece i CANT 7, ed il secondo prototipo del trimotore CANT 6. Un CANT 7 venne successivamente destinato al servizio di linea. La cadenza del collegamento era trisettimanale, con scali "a richiesta" nei principali porti fluviali del Po che, sostanzialmente, costituiva il tragitto obbligato. Il prezzo fissato era di 350 lire e, nonostante il costo elevato, l'aviolinea ottenne un notevole successo. Il 15 ottobre dello stesso anno vennero attivate anche le tratte tra le città di Trieste, Pola, Zara e Ancona. Con il consolidamento e l'espansione delle attività della SISA iniziò anche il rinnovamento del parco velivoli. I CANT 7 per l'addestramento vennero sostituiti dai CANT 18, mentre a partire dal 1928, dopo un impiego a scopo di test sulla tratta Brindisi-Valona (Albania), il trimotore CANT 22 iniziò man mano a prendere il posto dei CANT 10.

All'inizio degli anni trenta iniziò la fase di concentrazione delle compagnie aeree italiane, ed anche la SISA rimase coinvolta in questo processo, venendo assorbita dalla statale Società Aerea Mediterranea, che nel 1931 aveva già acquisito la Società Anonima Transadriatica (SAM). La riorganizzazione della SAM portò, il 28 agosto 1934 alla costituzione dell'Ala Littoria. Nella relazione finale del 1934, in cui annunciavano la chiusura dell'azienda, il presidente Guido Cosulich e il direttore generale Antonio Maiorana tracciarono un breve consuntivo della SISA che, fino a quel momento, aveva totalizzato 12.093 viaggi in 28.710 ore di volo, percorrendo 4.032.286 km, e trasportati 59.021 passeggeri, 84.952 kg di posta e giornali, oltre a 947.146 kg di merci varie, con una media di regolarità di linea pari al 99,42% e una media di regolarità d'orario del 96,88%. Da quel momento la storia della SISA si fuse con quella della principale compagnia aerea italiana, fino al 1940, quando le diverse linee aeree italiane vennero militarizzate, venendo inquadrate nei Servizi Aerei Speciali (SAS).

Dopo la Seconda guerra mondiale i servizi aerei commerciali ripresero le attività nel 1947, in seguito al Trattato di Parigi. Alcune compagnie italiane vennero autorizzate al volo e tra queste la SISA, in quei mesi posta sotto il controllo amministrativo delle Forze militari occupanti. La famiglia Cosulich riprese le redini dell'azienda e tentò di risollevarne le sorti acquistando dall'aviazione statunitense sette Douglas C-47 militari, che affidò alle Officine aeronavali di Venezia per la riconversione al trasporto civile. In tale contesto i Cosulich procedettero alla rimessa in funzione dell'aeroporto "Amedeo duca d'Aosta" di Gorizia e avviarono trattative con gli enti d'aviazione cecoslovacchi, jugoslavi, greci e turchi per instaurare reciproci collegamenti aerei tra le capitali. La nuova SISA proseguì i suoi servizi, fino al maggio 1949, quando venne assorbita dalla Avio Linee Italiane, poi rinominata ALI - Flotte Riunite.

Note modifica

  1. ^ Ferrari 2004, p. 73.
  2. ^ Giorgio Rocchi, 1926: Decollano le prime Linee Aeree Italiane, su Associazione Filatelico-Numismatica La Lanterna - Genova, http://www.lanternafil.it/, 6 gennaio 2008. URL consultato il 29 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2006).

Bibliografia modifica

  • Carlo D'Agostino, Rino Romano, L'aeronautica a Monfalcone (PDF) [collegamento interrotto], in Bisiacaria , 2009, 10-13. URL consultato il 29 aprile 2012.
  • Paolo Ferrari, L'aeronautica italiana: una storia del Novecento, Milano, FrancoAngeli, 2004, ISBN 88-464-5109-0.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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