Soka Gakkai
La Soka Gakkai (創価学会 Sōka Gakkai?, letteralmente: società per la creazione di valore) è una scuola laica buddhista giapponese i cui insegnamenti si sono diffusi in tutto il mondo, talvolta definita come un nuovo movimento religioso, che pratica e diffonde il buddhismo così come fu codificato dal monaco riformatore Nichiren (日蓮?, 16 febbraio 1222 - 13 ottobre 1282), o, secondo altri, una versione moderna dello stesso buddhismo Nichiren.

Fondata nel 1930 dall'educatore nipponico Tsunesaburō Makiguchi, Soka Gakkai in origine fu una delle associazioni laiche che si affiliarono al tempio Taiseki-Ji, tempio principale della scuola buddhista giapponese Nichiren Shōshū (日蓮正宗), nata a sua volta in epoca Meiji dal riordino di tutti i templi che si riferivano al discepolo di Nichiren, Nikkō (日興, 1246-1333) e dalla quale si separò a seguito della scomunica del Presidente Ikeda nel 1991 da parte del 67º Sommo Patriarca della Nichiren Shōshū, Nikken Shonin.
Alla base della pratica della Soka Gakkai vi è la recitazione del titolo (daimoku) del Sutra del Loto, in giapponese nam myōhō renge kyō (南無妙法蓮華経) e la lettura quotidiana (gongyō) in lingua antica del Secondo e Sedicesimo capitolo del Sutra del Loto davanti al Gohonzon, pergamena che ne riproduce una incisa da Nichikan Shonin e che simboleggia la realtà ultima.
Sviluppatasi inizialmente nel solo Giappone, ha cominciato a diffondersi all'estero dopo la seconda guerra mondiale con la creazione di alcune organizzazioni locali affiliate.[1] Nel 1975 è stata fondata la Soka Gakkai International durante un incontro tenutosi a Guam,[2] a cui hanno partecipato i rappresentanti di 51 Paesi.
La Soka Gakkai, che in Giappone conta più di dieci milioni di fedeli, è presente in 192 Paesi del mondo. In Italia, secondo una stima del 2022, vi risultano aderire circa 96.100 fedeli[3]. Sino alla sua scomparsa, avvenuta il 15 novembre 2023, il suo capo spirituale è stato Daisaku Ikeda, terzo presidente, succeduto a Jōsei Toda nel 1960.
Storia modifica
Origini e fondazione modifica
Il fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburō Makiguchi, nacque in Giappone nel 1871. Educatore, sviluppò un modello di pedagogia umanistica e dedicò la sua vita a diffondere il Buddhismo di Nichiren. Il cuore della sua filosofia pedagogica fu la teoria del valore: scopo dell'educazione nel suo pensiero significava rendere le persone capaci di creare valore in ogni circostanza. Nel 1928, insieme a Jōsei Toda, un giovane insegnante che ammirava profondamente le sue idee, Makiguchi abbracciò il buddhismo di Nichiren. Nel 1930, fondò la Soka Kyoiku Gakkai (società educativa per la creazione di valore), antesignana dell'attuale Soka Gakkai e ne divenne il presidente. Pur essendo nata come un piccolo gruppo di educatori, la Soka Kyoiku Gakkai si sviluppò gradualmente fino a diventare un gruppo numeroso e connotato dal punto di vista religioso.
Nel 1936 vennero condotti regolarmente incontri informali tra il tempio Taiseki Ji della Nichiren Shōshū e Makiguchi, aventi come scopo l'approfondimento religioso e l'integrazione dell'organizzazione laica tra gli affiliati al Tempio.
Persecuzione e scioglimento durante la guerra modifica
Nel 1940 si svolse il secondo Incontro Generale al Gunjin Kaikan (Club degli Ufficiali Militari) a Kudan, Tokyo, con la partecipazione di oltre trecento ospiti e membri. L'anno seguente, 1941, sul Kachi Sozo (La Creazione del Valore), il periodico mensile della Soka Kyoiku Gakkai, venne stampato un rapporto sulla crescita dei membri ad oltre tremila credenti.
Era un periodo di tensione crescente. Nel dicembre di quello stesso anno sarebbe cominciata la guerra del Pacifico. La società prebellica nipponica sotto il governo militarista esercitò una pressione ancora maggiore sulle vite di tutti i giapponesi. Venne imposta rigidamente una politica di controllo del pensiero; anche la religione e le ideologie erano sempre più soggette ad uno stretto controllo. Gli insegnamenti e la pratica della Soka Kyoiku Gakkai non facevano eccezione; anch'essi dovevano rapidamente mutare in quelli di aspetto estremamente militaristico, riflettendo il contesto sociale di quest'epoca.
Ufficialmente in nome della pace e della sicurezza nazionale, il governo ordinò a tutte le religioni di unificarsi sotto l'egida dello Shintoismo, emanando una legge che obbligava i cittadini giapponesi a conservare nelle loro abitazioni dei simboli scintoisti di buon augurio per la nazione. Mentre molti buddhisti Nichiren erano da sempre nazionalisti come lo era stato lo stesso fondatore[4][5][6][7][8] (sebbene avverso alle autorità del tempo), Makiguchi era invece ostile al militarismo e all'imperialismo giapponese, nonché all'unificazione delle scuole buddhiste sotto lo shintoismo, e avverso al culto religioso dell'imperatore. Egli non rinnegava il suo attaccamento alla nazione, ma come Nichiren sosteneva che i suoi problemi fossero dovuti alla diffusione di false religioni e ideologie.[9] La Soka Kyoiku Gakkai manifestò sempre aperta ostilità verso il totalitarismo e il bellicismo, rifiutando l'appoggio morale alla guerra. Le riunioni della Soka Gakkai, che nel 1941 contava duemila membri, cominciarono ad essere sorvegliate dalla polizia speciale e furono anche sospese le pubblicazioni della rivista dell'organizzazione. La Nichiren Shoshu, a cui la società aderiva, accettò il regime, mentre la Soka Gakkai rimase all'opposizione.
Nel 1943 Makiguchi e Toda con altri leader dell'organizzazione, definiti "criminali del pensiero" per essersi rifiutati di accettare questi compromessi, vennero arrestati e incarcerati con l'accusa di aver minato il mantenimento dell'ordine pubblico. La società venne sciolta d'ufficio. I capi d'accusa erano infrazione della Legge sulla Preservazione della Pace per il rifiuto all'unificazione religiosa, e lesa maestà per aver "negato la divinità dell'imperatore e aver offeso il santuario di Ise" incitando i seguaci a non comprare gli amuleti venduti dal tempio[10]; queste accuse equivalevano in tempo di guerra al reato di tradimento.[11]
Durante l'interrogatorio, Makiguchi ribadì la sua posizione, inaccettabile per shintoisti e nazionalisti, secondo la quale l'imperatore era una persona comune e non una divinità (seppur meritevole di rispetto), come lo stesso Hirohito dichiarerà poi dopo la sconfitta, spinto dagli statunitensi; inoltre affermò di sostenere la libertà di religione come un diritto umano fondamentale.[12] Alcuni affermarono che la causa della persecuzione fu la politica di proselitismo fatta da Makiguchi, mentre altri studiosi, analizzando i verbali degli interrogatori, sostennero che in effetti fu proprio il suo pacifismo e opposizione al regime militare imperiale che provocò la repressione.[13][14] A causa del duro regime d'internamento per i dissidenti, l'anziano Makiguchi morì in carcere il 18 novembre 1944 all'età di 73 anni, a causa di malnutrizione.[15] Il 3 luglio del 1945, un mese prima della resa del Giappone in seguito ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, Josei Toda e gli altri dirigenti vennero rilasciati. Alcuni hanno messo in dubbio la reale opposizione di Makiguchi alla guerra, come sostenuta dalla Soka Gakkai. Brian Victoria, uno studioso statunitense ordinato monaco zen della scuola Soto, che ha approfondito e criticato i rapporti tra buddhismo giapponese e ideologie fasciste e militariste nel periodo precedente e durante la guerra, ha scritto al proposito:
«Alcuni lettori potrebbero chiedersi perché, parlando dei movimenti buddhisti contrari alla guerra, io abbia omesso di nominare un esiguo numero di gruppi separatisti collegati alla scuola Nichiren. La ragione è che il conflitto fra questi gruppi e il governo fu caratterizzato da una reciproca intolleranza religiosa, e non dall'opposizione di questi gruppi al colonialismo o al militarismo giapponese. Il più conosciuto di tutti (nel dopoguerra) è la Soka Gakkai, fondata nel 1930 da Makiguchi Tsunesaburo (1871-1944) e dal suo discepolo Toda Josei (1900-1958). Il conflitto tra Makiguchi e il governo iniziò nel 1939, quando Makiguchi si oppose alla legge che imponeva ai corpi religiosi più piccoli di unirsi alle loro rispettive organizzazioni-madre o di raggrupparsi insieme. Nel 1943, sia Makiguchi che Toda furono imprigionati perché rifiutavano di adorare e venerare copie delle tavolette sacre del Grande Santurario di Ise dedicato alla dea shinto del sole, Amaterasu Omikami. Come Nichiren, fondatore di questa fede vissuto nel XIII secolo, Makiguchi, Toda e il loro piccolo gruppo rifiutavano drasticamente tutte le altre fedi religiose, incluse quelle delle altre scuole del buddhismo, dello Shintoismo e del Cristianesimo. Sebbene Makiguchi sia morto in prigione nel 1944 e sia ritenuto dagli attuali membri della Soka Gakkai un "martire della lotta contro la guerra", il gruppo da lui fondato continua a connotarsi per la denuncia a gran voce degli altri gruppi religiosi.»
La Soka Gakkai dal 1945 ad oggi modifica
Dopo la seconda guerra mondiale fu proprio Josei Toda a rifondare la Soka Gakkai (Società per la creazione di valore). Il 3 maggio 1951 Toda ne diventò il secondo presidente e si ripromise di convertire 750.000 famiglie al Buddismo di Nichiren. Dedicò il resto della vita al raggiungimento di questo obiettivo. Nel 1957, in piena guerra fredda, pronunciò una storica dichiarazione contro le armi nucleari. Da allora le iniziative per la Pace avrebbero costituito una delle attività principali della Soka Gakkai. Il 2 aprile 1958 Toda morì.
Il 3 maggio 1960 Daisaku Ikeda divenne il terzo presidente della Soka Gakkai. Ikeda si concentrò nel consolidamento delle basi interne e in una fase di espansione internazionale del movimento, che si diffuse così in tutto il mondo nei decenni successivi. Fondò prestigiose istituzioni culturali come la Soka University, l'associazione concertistica “Min-On”, e il Fuji Art Museum di Tokyo.
Oggi la Soka Gakkai, che a livello internazionale è nota con il nome di Soka Gakkai International (fondata nel 1975), è presente in 192 paesi del mondo e annovera più di dodici milioni di seguaci[3].
Sino agli anni novanta la Soka Gakkai era affiliata come associazione laica della Nichiren Shōshū. Tuttavia fin dalla sua fondazione non erano mai mancati attriti con il clero, che in tempi più recenti hanno prodotto una vera e propria rottura. Il 17 dicembre del 1990, il 67° Sommo Patriarca della Nichiren Shōshū ufficializzava la separazione con il movimento sollevando Daisaku Ikeda dalla carica di Sokoto (Coordinatore di tutte le organizzazioni laiche affiliate al Taiseki Ji) e di Daikoto (Capo di un'organizzazione laica affiliata al tempio). La Soka Gakkai decise di continuare autonomamente le proprie attività religiose. Il 28 novembre 1991 il Taiseki Ji emanava un decreto di apostasia ("tutti i fedeli che non erano affiliati al Tempio Taiseki Ji erano da considerarsi automaticamente apostati"). Con la scomunica, la maggior parte dei fedeli della Soka Gakkai decisero comunque di seguire l'organizzazione guidata da Ikeda. La famiglia di Josei Toda, uno dei fondatori, restò invece nella Nichiren Shoshu.[16]
In Italia, l'Associazione Italiana Nichiren Shoshu (AINS), che sostituì l'originaria Italiana Nichiren Shoshu (INS), fino a diventare nel 1987 ente morale, ha rappresentato la Soka Gakkai fino alla separazione con la Nichiren Shōshū. Successivamente l'organizzazione ha cambiato statuto e denominazione in ISG e poi in Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG), riconosciuto come Ente di culto dotato di personalità giuridica con decreto del Presidente della Repubblica il 20 novembre 2000. A tale istituto, con sede centrale a Firenze, sono affiliati una decina di Centri Culturali situati in numerose città italiane. La Soka Gakkai è oggi religione riconosciuta dallo Stato italiano a seguito della legge di ratifica dell'Intesa tra l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e la Repubblica Italiana approvata all'unanimità dalla Camera dei Deputati il 14 giugno 2016.
La pratica religiosa: Gongyo e Daimoku modifica
La pratica liturgica attualmente professata dai fedeli della Soka Gakkai si ispira alla tradizione buddhista del Sutra del Loto così come fu elaborata da Nichiren, tramandata dal discepolo Nikkō (1246-1333) e successivamente riformata da Nichikan (1665-1726).
La preghiera principale è basata sulla recitazione costante dell'invocazione Nam-Myōhō-Renge-Kyō (« Letteralmente: "Lode al Sutra del Loto») detta Daimoku. "Nam" significa devozione; "Myō" significa perfezione, mistico, meraviglioso e oltre ogni concezione; "Hō" il Dharma o la Legge; "Renge" il fiore di loto; e "Kyō" il sutra o insegnamento. Il loto è il più appropriato dei simboli, poiché allo stesso tempo fiorisce e mostra la capsula con i semi, stando così a significare la simultaneità di causa ed effetto.
La pratica di supporto è invece chiamata Gongyo e viene effettuata al mattino e alla sera a memoria o da un apposito libretto. Si tratta della lettura in giapponese antico di alcuni capitoli del Sutra del Loto e precisamente la sezione in prosa del secondo (Hoben) e la sezione in versi del sedicesimo (Juryo), come indicato da Nichiren in una delle sue lettere "Risposta al prete laico Soya”; lo scopo è per i credenti quello di dare il ritmo giusto alla giornata e di stabilire dentro di sé una pratica assidua e corretta.
Daimoku e Gongyo vengono recitati davanti al Gohonzon, l'oggetto di culto davanti al quale quotidianamente contemplano la propria mente i fedeli della Soka Gakkai.
L'oggetto di culto: Il Gohonzon modifica
Il Go-honzon (御本尊, "Oggetto di culto", dalla pronuncia giapponese dei caratteri cinesi; go che è un titolo onorifico, e 本尊 hon-zon, cioè "oggetto di culto") è un complesso sistema di ideogrammi iscritti su una pergamena redatta in cinese antico. Esso rappresenta figurativamente la leggendaria "Cerimonia dell'Aria" descritta nel Sutra del Loto ed in termini sostanziali viene considerato da numerose scuole Nichiren la rappresentazione dell'Illuminazione di Nichiren stesso e la raffigurazione della teoria di Ichinen Sanzen che è alla base del suo buddhismo. Tale pergamena è la riproduzione fedele del Gohonzon iscritto da Nichiren ed adottato da Nikko e da Nichikan. Tutti i fedeli della Soka Gakkai svolgono le loro funzioni religiose contemplando questa pergamena che viene a loro affidata.
II vero significato del Gohonzon nel Buddhismo della Soka Gakkai è quello di “Oggetto di culto per osservare la propria mente” (kanjin no honzon): definizione che equivale a quella di “Oggetto di culto della fede”. Il Gohonzon di Nichiren Daishonin secondo l'interpretazione della Soka Gakkai non solo è il punto di riferimento “esterno” della fede, ma la stessa vita “diviene” il Gohonzon quando si crede in esso e si recita Nam-myoho-renge-kyo. A tale proposito Nichiren scrive: «Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te. Il Gohonzon esiste solo nella carne mortale di noi persone comuni che abbracciamo il Sutra del Loto e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo». In sintesi il Gohonzon rappresenta in questo caso l'elemento principale per l'ottenimento dell'illuminazione.
Controversie sull'oggetto di culto modifica
A seguito della scomunica del 1991 la questione del vero oggetto di culto divenne ovviamente uno dei maggiori punti nodali della controversia religiosa. La Nichiren Shōshū con l'obiettivo di differenziare i culti si affrettò a pubblicare il libretto 100 Questions and Answers about the Soka Gakkai Counterfeit Gohonzon e la guida The Grave Crime of the Soka Gakkai's Distributions of Counterfeit Gohonzons quali linee guida per identificare il vero oggetto di culto. La Soka Gakkai iniziò invece la consegna ai suoi fedeli di una copia del Gohonzon proveniente dal Tempio Joen-ji nella prefettura di Tochigi (trascritto da Nichikan il 13 giugno 1720). Il clero considerò ufficialmente tale Gohonzon una contraffazione, ma su questo ci furono opinioni discordanti tra alcuni templi. Bando Sato, abate del tempio Daien nella prefettura di Kanagawa, ad esempio, lasciò per questo il clero per aderire alla Soka Gakkai.
Attività modifica
La Soka Gakkai è un ente religioso che nel novero delle sue attività sociali e filantropiche si batte per il rispetto e la tutela dei diritti umani per costruire un mondo pacifico basato sulla pratica della non violenza. Collabora con molte organizzazioni internazionali ed è riconosciuta presso l'ECOSOC alle Nazioni Unite. Collabora con le più rilevanti organizzazioni non governative ed istituzioni del pianeta.
Dal 1958 si tiene ogni 16 marzo la Festa della divisione giovani della Soka Gakkai, in commemorazione della grande riunione tenuta dalla divisione giovani con il secondo presidente Josei Toda. Viene celebrata annualmente anche la data della sua fondazione, il 18 novembre.
La società è nota per il suo attivismo sociale, oltre che religioso, e per le posizioni progressiste in materia di omosessualità[17] e altri temi etici delicati, come l'eutanasia e suicidio in caso di grave malattia[18], l'aborto (in alcuni casi)[19] e per lasciare libertà di pensiero (considerata fondamento della concezione buddhista) sulle decisioni personali dei fedeli.[20]
Italia modifica
La Soka Gakkai insieme alle confessioni religiose riconosciute dallo stato italiano è attualmente membro del Tavolo interreligioso per l'integrazione istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In passato ha preso parte alla Consulta giovanile per il pluralismo culturale e religioso[21] istituita il 15 dicembre 2006 con decreto del Ministro per le Politiche Giovanili e per le Attività Sportive di concerto con il Ministro dell'Interno e presentata il 10 gennaio 2007. La consulta è formata da ragazzi dei diversi credo cristiani, ebrei, musulmani e buddisti.
L'Istituto Buddista[22] Italiano Soka Gakkai, a differenza di altri paesi europei, non fa parte dell'Unione Buddhista Italiana in cui sono invece rappresentate la maggior parte delle altre tradizioni buddhiste presenti nel Paese, con l'eccezione principale dell'associazione Essere Pace che fa capo alla scuola del monaco vietnamita Thích Nhất Hạnh (buddhismo thiền rinzai-shū). Tuttavia l'organizzazione a livello internazionale è affiliata, oltre che alla Soka Gakkai International, anche all'Unione Buddhista Europea (di cui fa parte la UBI) della quale ha espresso per 6 anni il presidente e attualmente la vice presidenza.[23] La sede centrale italiana della Soka Gakkai è situata a Firenze nella Villa Le Brache.
La Repubblica Italiana ha sottoscritto il 27 giugno 2015 l'intesa con l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. L'Intesa viene stipulata ai sensi dell'articolo 8 della Carta Costituzionale e rappresenta il pieno riconoscimento dello Stato Italiano della fede Buddhista della Soka Gakkai. Questo riconoscimento delinea tutti i diritti ad esprimere l'attività religiosa dell'istituto individuando speciali prerogative tra cui: assistenza spirituale, istruzione scolastica, sepoltura, 8x1000 e deduzione fiscale.[24][25]. A seguito dell'approvazione il 14 giugno 2016 della legge di ratifica n. 130/16 e della sua promulgazione il 28 giugno 2016, dal 2017 l'Istituto è divenuta il secondo ente buddhista italiano dopo l'UBI a beneficiare del gettito dell'8x1000 in dichiarazione dei redditi.
L'Istituto è noto in Italia anche per avere famosi membri come il calciatore Roberto Baggio (il quale ha aperto centri ufficiali di meditazione affiliati alla Soka Gakkai), l'attrice Sabina Guzzanti, i cantanti Carmen Consoli[26][27] e Alan Sorrenti e altri. La SGI pubblica inoltre le riviste ufficiali Il Nuovo Rinascimento e Buddismo e Società, che trattano temi religiosi e di attualità in ottica buddhista.
Controversie modifica
La Soka Gakkai è stata spesso oggetto di aspre polemiche. In Giappone molti dei critici sostengono che l'organizzazione religiosa non rispetti il principio (sancito dall'articolo 20 della Costituzione) di separazione fra religione e politica per via di legami con il partito politico nipponico Kōmeitō, un partito centrista e populista.[28].
Si afferma che, pur fondata su ideali genuini, la Soka Gakkai si è via via trasformata in un sistema di potere, potendo contare "su 12 milioni di adepti (tra i quali gli 8 milioni di elettori del Kōmeitō), amicizie influenti e frequentazioni dei maggiori leader mondiali, anche alcuni tra i più discussi e controversi, come Mao Tse-Tung, Deng Xiao Ping, Manuel Noriega, Nicolae Ceaușescu e Fidel Castro", incontrati da Daisaku Ikeda nel corso degli anni[28]. In particolare Ikeda è stato criticato anche per non aver difeso abbastanza la questione del Tibet nei suoi incontri col leader cinese Hu Jintao. Tuttavia egli ha incontrato anche molti altri leader, attivisti politici e capi di Stato, tra cui i Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel, che lottò contro la dittatura militare argentina e che ha scritto la prefazione a un libro di Ikeda[29], e Michail Gorbačëv.[30] Inoltre questi incontri sono stati occasione per Ikeda di toccare argomenti delicati, specie nel dialogo con paesi dittatoriali, o per mediare la soluzione pacifica di un conflitto.[31] In merito al potere economico raggiunto dalla Soka Gakkai e in particolare da Ikeda, in un articolo apparso sul The Guardian nel 1984, Polly Toynbee afferma di Ikeda: «Sembra un uomo che per molti anni si è visto gratificare ogni singolo capriccio, obbedire a ogni singolo ordine, un uomo protetto dalle contraddizioni o dai conflitti. Non mi spavento facilmente, ma qualcosa in lui mi ha fatto venire un brivido che mi è corso fin nel midollo»[32].
La Soka Gakkai è stata in Italia citata, assieme ad altri gruppi, in un rapporto della Direzione centrale polizia di prevenzione "Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia" redatto nel 1998,[33] dove si afferma, in generale, che trattasi di "dottrine e pratiche rituali spesso molto distanti dalle confessioni di origine", "di origine relativamente recente, ispirate alla predicazione di un capo spirituale o dottrine di tipo iniziatico" e aggiungendo in particolare che nel caso del "buddismo della Soka Gakkai, basato sul Sutra del Loto, la massima autorità buddista, il Dalai Lama, non la riconosce" (in realtà non viene precisato che il Dalai Lama non è la massima autorità del buddhismo, ma solo il capo della scuola gelug del buddhismo tibetano nonché ex sovrano politico del Tibet, in seguito a capo del governo tibetano in esilio).[34] In Francia una commissione parlamentare, nel 1995 e nel 1999 (Rapporto Guyard[35][36]), e in Belgio un'analoga commissione d'inchiesta della Camera dei Rappresentanti, nel 1997, ha incluso la Soka Gakkai in una lista di organizzazioni religiose che devono essere ritenute delle «sette» a tutti gli effetti. Tuttavia in Francia a partire dal 2007 la Soka Gakkai non è più inserita nel rapporto redatto dalla MIVILUDES, organo istituito per il controllo delle derive settarie in Francia, e il suo presidente M. Jean-Michel Roulet ha precisato che la Soka Gakkai: “non è più un problema oggi” notando gli sforzi compiuti dall’associazione nella direzione di una maggior trasparenza.[37][38][39]
Le critiche di "settarismo" sono mosse anche da ex membri che accusano la Soka Gakkai di attività anti-sociali e violazione dei diritti umani[40]. Nello specifico, gli ex membri denunciano:[41]
- l'assenza di democrazia all'interno dei gruppi Soka, con ogni decisione presa dall'alto e un sistema di poteri interno e responsabilità simile al multilevel-marketing;
- la distanza dall'ortodossia tradizionale del buddhismo e anche dal buddhismo di Nichiren;
- lo sfruttamento del lavoro personale degli adepti e la spinta ad acquistare oggetti commercializzati dalla Soka Gakkai;
- meccanismi di condizionamento mentale analoghi a quelli di altre sette.
In Giappone il partito di riferimento della Soka Gakkai è il New Kōmeitō Party, ricostruzione del partito Kōmeitō fondato da appartenenti alla Soka Gakkai negli anni sessanta e nato da una fusione, avvenuta nel 1998, con il Clean Government Party e il New Peace Party. Si tratta del terzo partito del Parlamento giapponese e del principale partner dell'attuale coalizione governativa (nell'ultimo gabinetto Abe esprime tre Ministri). Per il Japan Times non mancano tuttavia differenziazioni tra il New Kōmeitō Party e la Soka Gakkai su alcuni argomenti cruciali di politica estera, dovendo il primo rispondere alla coalizione e a diverse posizioni interne[42]. Soprattutto in Giappone, critiche vengono mosse da chi sostiene che le posizioni della Soka Gakkai favorevoli alla pace non siano che iniziative di facciata per favorire il proselitismo all'estero e che si scontrano con l'appoggio al partito Kōmeitō che nel 2003 votò a favore dell'invio di 500 osservatori giapponesi in Iraq e del progetto dell'attuale esecutivo di modificare la costituzione pacifista.[28] Secondo il giornale Peace Reporter, gli esponenti politici del Kōmeitō sono tutti membri della Soka Gakkai, nonostante il partito sia formalmente separato da essa.[28].
Vengono altresì citate le raccolte di firme contro la pena di morte - queste però mai effettuate nel paese nipponico, dove la Soka Gakkai mai si è opposta alla condanna capitale che in Giappone si attua per impiccagione; tuttavia, durante il primo governo di centro-destra, con il Komeito al potere assieme a Junichiro Koizumi, esponente moderato del LDP, si è avuta una moratoria della pena di morte, in quanto il Ministro Seiken Sugiura (2005-2006), in ossequio al suo credo buddhista, rifiutò di applicare la pena capitale. Questo è cambiato con il successivo leader del LDP, Shinzō Abe, esponente nazionalista. Il partito ha comunque presentato mozioni parlamentari per l'abolizione della pena capitale, sebbene rimaste isolate e senza grande seguito[43] Nel 2016 all'incontro interreligioso ad Assisi il vicepresidente della Soka Gakkai, e vicino al Komeito, Tamotsu Sugiyama ha dichiarato agli esponenti della Comunità di Sant'Egidio che la posizione del partito è fermamente contraria, ed esso potrebbe quindi far valere la propria forza di stretto alleato del premier Abe per proporre o chiedere l'abolizione (o la moratoria permanente) della pena di morte presso la Dieta (il parlamento giapponese).[44]
Analoghi critiche di incoerenza sono state fatte alla promozione dell'ambientalismo fatta dalla Soka Gakkai.
Ad essere criticata è anche la dottrina: secondo le scuole buddhiste Nichiren Shōshū e Nichiren-shū, la Soka Gakkai praticherebbe e promuoverebbe un buddhismo Nichiren di tipo "spurio", talvolta assai distante dal Dharma originale del buddhismo e dai suoi principi fondamentali, troppo influenzato dalla teoria del valore di Makiguchi e dal pensiero di Ikeda.[45]. Uno dei punti centrali riguarda la traduzione che la Soka Gakkai fa degli scritti di Nichiren dove la parola tradizionalmente tradotta con "meriti" viene sostituita con la parola "benefici"[46]. Nichiren parlò effettivamente del fatto che "i desideri terreni sono illuminazione" tramite la recita del Daimoku, e la pratica è ritenuta in ambito buddhista un mezzo per accrescere i propri meriti karmici, per cui anche la vita quotidiana migliorerebbe, ma ciò solo in vista di ottenere poi un karma e una rinascita migliore, e non benefici mondani in sé (anzi la ricerca dei desideri è ritenuta nociva dalle quattro nobili verità).[46] I critici della Soka Gakkai sostengono che la scuola laica abbia promosso la recitazione del Daimoku come una sorta di "pratica magica"[46], mentre gli aderenti della società o coloro che ne appoggiano la dottrina (come gruppi fondati da ex membri, ad esempio l'American Nichiren Buddhist Independent Movement, che hanno lasciato per vari motivi - come il presunto settarismo o la controversia sul Gohonzon e la sua diffusione pubblica vietata da Nichiren Shoshu e Soka Gakkai - le scuole di origine ma che continuano a seguire sostanzialmente, la pratica del buddhismo Nichiren come insegnato da esse[47]), sostengono che ciò può essere inteso solo a livello di "mezzo abile"[48][49] (in ambito buddhista Mahayana un "espediente" atto a venire incontro alle capacità di comprensione del discepolo, onde farsi comprendere da chiunque, per portarlo infine alla vera conoscenza del Dharma), o venire così descritto solo da un praticante inesperto.[48] La posizione ufficiale della Soka Gakkai è attribuire alcuni errori alle dirigenze locali, che avrebbero insistito sugli effetti immediati della pratica in maniera eccessiva, onde reclutare più nuovi allievi[48] o avrebbero commesso abusi personali o errori di gestione non imputabili alla dirigenza di Tokyo.
In generale, la Soka Gakkai afferma che gli attacchi mediatici all'organizzazione e alla figura del presidente Ikeda, cominciati sul finire degli anni '80 siano dovuti principalmente ad una campagna diffamatoria iniziata dal 67º sommo patriarca della Nichiren Shoshu, Nikken Abe, assieme ad un ex membro del gruppo, l'avvocato Masatomo Yamazaki (arrestato tra il 1991 e il 1993 dopo la scoperta di sue attività illegali ai danni della Soka Gakkai, e precedentemente condannato a tre anni di prigione per estorsione di denaro all’organizzazione); sempre secondo la dirigenza della scuola di Tokyo, Nikken non avrebbe accettato l'abbandono della maggioranza dei membri della Soka Gakkai che lasciarono la sua scuola per seguire Ikeda dopo la scomunica del 1991, tentando così di screditare la scuola laica accusandola di eresia, crimini e settarismo, e negando a chiunque sia legato ad essa l'accesso al tempio principale della Nichiren Shoshu, Taiseki-ji, situato a Fujinomiya, con la proibizione legale di distribuire copie del gohonzon lì custodito.[50] In realtà, numerose controversie civili e penali in Giappone e nel mondo testimoniano che la Soka Gakkai ha più volte cercato di ritorcersi contro la Nichiren Shōshū[senza fonte], fino a cambiare la pratica e la liturgia, rinunciare al legame con il Dai-Gohonzon, riverito fino agli anni '90 come oggetto di culto supremo, modificare la sequenza delle preghiere del Gongyo e il significato di alcune cerimonie.[51]
Note modifica
- ^ (EN) Gary Laderman, Religion and American Cultures: An Encyclopedia of Traditions, Diversity, and Popular Expressions, ABC CLIO, 2003, ISBN 978-1-57607-238-7.
- ^ (EN) N. Radhakrishnan, The Living Dialogue: Socrates to Ikeda, Gandhi Media Centre, OCLC 191031200.
- ^ a b La Soka Gakkai | Le Religioni in Italia, su cesnur.com. URL consultato l'11 novembre 2023.
- ^ NIRC, su nirc.nanzan-u.ac.jp. URL consultato l'11 novembre 2023.
- ^ Takashi James Kodera, Nichiren and His Nationalistic Eschatology, in Religious Studies, vol. 15, n. 1, Cambridge University Press, marzo 1979, pp. 41–53, DOI:10.1017/s0034412500011057. URL consultato il 3 dicembre 2013.
- ^ Tanaka Chigaku: What is Nippon Kokutai? Introduction to Nipponese National Principles. Shishio Bunka, Tokyo 1935-36
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Voci correlate modifica
Altri progetti modifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Soka Gakkai
Collegamenti esterni modifica
Siti indipendenti modifica
- (IT) Cesnur | M. Introvigne: Le religioni in Italia, La Soka Gakkai [1]
- Espresso, su espresso.repubblica.it. URL consultato il Soka Gakkai, in Italia è boom.
Siti interni alla S.G. modifica
- Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, su sgi-italia.org.
- (EN) Soka Gakkai International, su sgi.org.
- Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale, su pogas.it.
Siti critici modifica
- Pagina di notizie ed incongruenze Soka, su noallasokagakkai.eu.
- sito critico che afferma che la Soka Gakkai è una setta non buddista, su fiorediloto.org.
- (EN) sokaissues.info.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 141887738 · ISNI (EN) 0000 0001 0790 4588 · LCCN (EN) n80008794 · GND (DE) 50275-3 · BNE (ES) XX138682 (data) · J9U (EN, HE) 987007268096605171 · NDL (EN, JA) 00264490 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80008794 |
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