Solomon Sirilio

rabbino e religioso

Solomon Sirilio, in ebraico סיריליאו? (Spagna, 1485Gerusalemme, 1554), è stato un rabbino spagnolo, talmudista e halakhista, figlio di Joseph Sirilio, fu l'autore di uno dei primi commentari al Seder Zeraim del Talmud gerosolimitano (Yerushalmi)[1].

Biografia modifica

Solomon Sirilio era bambino in Spagna quando gli ebrei furono espulsi nel 1492 e, dopo molte peripezie, arrivò con la famiglia a Salonicco in Grecia dove si stabilì.[1]

Studiò giurisprudenza ebraica ed etica presso la yeshivah principale della città, finché giunse ad insegnare tali materie egli stesso, andando per questo anche ad Adrianopoli. Nel 1532 emigrò nella Palestina ottomana e si stabilì a Safed. A causa di una disputa con Rabbi Jacob Berab, lasciò poi Safed e si spostò a Gerusalemme.[2]

A Gerusalemme Sirilio diffuse la Torah tra i suoi discepoli che venivano a studiare nel collegio, divenendo molto apprezzato e famoso anche per un importante commentario che scrisse sul Talmud gerosolimitano, esaminando l'Ordine noto come Zeraim ed il trattato Sheḳalim.[3]

Il suo commentario fu uno dei primi scritti sul Yerushalmi, sebbene rimanesse in forma di manoscritto fino al 1875, quando fu stampato per la prima volta a Magonza da Meir Lehmann. Fino ai tardi anni 1950, solo tre trattati talmudici col commentario di Sirilio furono pubblicati: Berakhot (Magonza, 1875); Terumot (Gerusalemme, 1934); Shevi'it (Gerusalemme, 1935),[1] sebbene copie manoscritte dell'originale fossero disponibili, come dimostrato da David Solomon Sassoon.[4] Rabbi Sirilio, nella sua introduzione al trattato Berakhot, scrive che fu ispirato a comporre un commentario del Seder Zeraim dopo aver visto un vecchio commentario scritto nello glosse del Talmud gerosolimitano (Seder Moed), fatte da uno dei rabbini di Salonicco. Scrive: "Vidi... che questi trattati (Seder Zeraim del Talmud di Gerusalemme) non avevano proprio nessun commentario, mentre persino le Ghemara stesse non sono accurate, ma tutte piene di alterazioni. Inoltre, non ho trovato nella mia generazione un uomo saggio esperto di Talmud."[5] Il metodo di delucisazione di Sirilio eccelle in lucidità e si basa principalmente sul commentario di Rashi.[1] Nell'introduzione al trattato Berakhot (parte II), espone i significati delle parole difficili tipicamente impiegate nel Talmud di Gerusalemme e che non siano state chiarite dall'Aruk (Rabbi Nathan ben Jehiel di Roma).[6]

Molti dei suoi contemporanei, nei rispettivi responsa scritti, tra cui quelli di Rabbi Yosef Karo (Beit Yosef), citano le sue interpretazioni, considerandole autorevoli.[1] Dopo la morte del Rabbino capo di Gerusalemme, Rabbi Levi ibn Habib (detto ha-Ralbach), Rabbi Sirilio divenne il saggio più rinomato della città, fino alla morte alcuni anni dopo.[1]

Lascito modifica

Una copia del commentario talmudico di Rabbi Solomon Sirilio è attualmente conservato presso il British Museum, acquisito da Yehudah Zeraḥya Azulai dai suoi eredi.[7][8] L'edizione Oiz Vehodor (e l'edizione Artscroll, che usa l'impaginazione Oiz Vehodor) del Talmud di Gerusalemme in ebraico ora include il commentario dell'intero Seder Zeraim.[9]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f (HE) Mordechai Margalioth, Encyclopedia of Great Men in Israel, Vol. 4, Gerusalemme, 1950, pp. 1305–1306.
  2. ^ Secondo Rabbi Samuel de Medina, nelle sue Domande & Responsa, Pisqei Rashdam (Yoreh Deah, responsum nr. 42), Rabbi Solomon Sirilio voleva attuare a Safed una delle indulgenze praticate a Salonicco, dove ispezionavano i polmoni degli animali macellati per vedere se avevano difetti gonfiandoli, sebbene la tradizione in terra di Israele fosse molto rigorosa in merito. Rabbi Jacob Berab, Rabbino capo della città, rifiutò la proposta di Sirilio.
  3. ^ (HE) Berakhoth Talmud Yerushalmi (ברכות תלמוד ירושלמי), con commentario di Solomon Sirilio, cur. Meir Lehmann, Magonza, 1875.
  4. ^ David Solomon Sassoon, Ohel Dawid - Descriptive Catalogue of the Hebrew and Samaritan Manuscripts in the Sassoon Library, London, vol. 2, Oxford University Press:Londra 1932, p. 671.
  5. ^ Berakhoth Talmud Yerushalmi (in ebraico ברכות תלמוד ירושלמי?), con commentario di Solomon Sirilio, cur. Meir Lehmann, Introduzionen, Magonza, 1875.
  6. ^ Nathan ben Jehiel di Roma (in ebraico נתן בן יחיאל מרומי?, Nathan ben Y'ḥiel Mi Romi secondo la pronuncia sefardita) (c. 10351106) fu un lessicografo ebreo italiano. Nato a Roma non dopo il 1035 in una delle famiglie romane più rinomate di studiosi ebrei, suo padre Rabbi Jehiel ben Abraham, oltre ad essere un'affermata autorità sulla legge rituale ebraica, fu poeta liturgico, come la maggior parte degli ebrei italiani dell'epoca. Nathan creò un lessico chiamato Arukh per aiutare a tradurre le parole difficili del Talmud; la moltitudine di lingue impiegate nell'Arukh è prodigiosa, anche per un'epoca di inclinazioni poliglotte. I dialetti aramaici non ebraici si incontrano fianco a fianco con l'arabo, persiano, greco, latino, e persino lo slavo, mentre l'italiano è tanto familiare all'autore quanto le varie forme rabbiniche di stile.
  7. ^ Catalogue of the Hebrew and Samaritan Manuscripts in the British Museum, parte 2 (cur. G. Margoliouth), Londra 1905, Cat. No. 403 (Or. 2822); Cat. No. 404 (Or. 2823); Cat. No. 405 (Or. 2824).
  8. ^ David Solomon Sassoon, Ohel Dawid - Descriptive Catalogue of the Hebrew and Samaritan Manuscripts in the Sassoon Library, London, Vol. 2, Oxford University Press:Londra, 1932, p. 671.
  9. ^ (EN) Solomon Sirilio, in Jewish Encyclopedia, New York, Funk & Wagnalls, 1901-1906.s.v. "SIRILLO, SOLOMON"

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN33429759 · ISNI (EN0000 0000 6694 3512 · LCCN (ENn85120293 · J9U (ENHE987007312936705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85120293