Sommet des Anges

montagna delle Alpi Cozie

Il Sommet des Anges è una montagna di 2.459 m s.l.m. d'altitudine[1], situata a sud-ovest del colle del Monginevro e che fa parte delle Alpi Cozie[2] nella sottosezione Alpi del Monginevro.

Sommet des Anges
La cima della montagna e la stazione d'arrivo della funivia
StatoBandiera della Francia Francia
Regione  Provenza-Alpi-Costa Azzurra
DipartimentoAlte Alpi
Altezza2 459 m s.l.m.
Prominenza112 m
Isolamento1,81 km
CatenaAlpi
Coordinate44°53′38.04″N 6°42′50.04″E / 44.8939°N 6.7139°E44.8939; 6.7139
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Francia
Sommet des Anges
Sommet des Anges
Mappa di localizzazione: Alpi
Sommet des Anges
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Occidentali
Grande SettoreAlpi Sud-occidentali
SezioneAlpi Cozie
SottosezioneAlpi del Monginevro
SupergruppoCatena Bric Froid-Rochebrune-Beal Traversier
GruppoGruppo Ramière-Merciantaira
SottogruppoSottogruppo del Merciantaira
CodiceI/A-4.II-B.4.b

Geografia modifica

 
Il forte di Gondran e il Sommet de Château Jouan

Amministrativamente la montagna fa parte del Dipartimento delle Alte Alpi e si trova alla convergenza tra i territori comunali di Montgenèvre, Cervières e Val-des-Prés. Sulla cima si incontrano gli spartiacque che separano la parte più alta della Valle della Durance e quelle dei suoi affluenti Cerveyrette e Torrent du Vallon. A nord-ovest il crinale principale scende al colle Janus (2.347 m) per risalire al Sommet de Château Jouan; nella direzione opposta lo spartiacque perde quota fino ai 2.315 m del Colle Orientale di Gondran raccordandosi poi alla catena principale alpina in corrispondenza dello Chenaillet. Il crinale Cerveyrette/Torrent du Vallon si dirige invece a nord e dopo il rilievo a quota 2.377 m che ospita il Forte dell'Infernet va ad esaurirsi nei pressi di Briançon.[3].

Storia modifica

La montagna a causa della sua vicinanza al Colle del Monginevro faceva parte del complesso sistema di difesa messo in opera dalla Francia nella zona del Briançonnais . Dopo Luigi XIV, dai forti Vauban alla Linea Maginot[4], l'opera di fortificazione della zona da parte dell'esercito francese non è praticamente mai stata cessata. Sul Sommet des Anges vennero costruite varie caserme e un massiccio forte, il Fort de Gondran, che fu potenziato in vista della seconda guerra mondiale con nuove fortificazioni sotterranee. Nel corso del conflitto la zona fu teatro di vari scontri tra le truppe italo-tedesche e quelle franco-marocchine.[5] Oggi l'area fa parte del comprensorio sciistico della Via Lattea e la cima è raggiunta da una impianto funiviario chiamato Telésiège des Gondrans. Una strada militare sulla quale il traffico è vietato, detta chemin du Janus, passa nei pressi della cima.

Accesso alla vetta modifica

 
Le caserme a nord della cima e sullo sfondo il forte dell'Infernet

D'inverno si può raggiungere la cima con gli impianti di risalita. Durante la bella stagione le piste da sci e le strade di servizio sono percorse da itinerari per mountain bike[6] ed escursionistici; la funivia funziona anche durante l'estate.

Cartografia modifica

Note modifica

  1. ^ (FR) Emmanuel Cabau e Hervé Galley, Ski de randonnée Hautes Alpes: Ecrins – Queyras – Arves – Cerces – Parpaillon – Dévoluy, Editions Olizane, 2015, p. 81, ISBN 978 2 88086 436 1. URL consultato il 28 settembre 2019.
  2. ^ Eugenio Ferreri, Ramière - Merciantàira, in Alpi Cozie centrali, collana Guida dei Monti d'Italia, vol. 5, CAI - TCI, 1982, pp. 428-419.
  3. ^ Cartografia ufficiale francese dell'Institut géographique national (IGN), (FR) consultabile online, su geoportail.gouv.fr.
  4. ^ (FR) AA.VV., Bulletin de la Société d'études des Hautes-Alpes, Société d'études des Hautes-Alpes, 2003, pp. 83. URL consultato il 24 settembre 2019.
  5. ^ (FR) Jean Verhaeghe, Le 4e R.T.M.: histoire d'un Régiment de tirailleurs marocains (1920-1964), Service historique de l'Armée de terre, 1989, p. 114. URL consultato il 24 settembre 2019.
  6. ^ (FR) Mont de la Lune,Sommet des Anges, single de l'Infernet Montgenèvre, col de Gignoux (2459m), su bivouak.net, bivouac.net. URL consultato il 28 settembre 2019.

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