Sonata per violino n. 2


La Sonata per violino n. 2 per violino e pianoforte è una composizione da camera del musicista francese Maurice Ravel, scritta dal 1923 al 1927. Ravel fu ispirato dalla musica americana, particolarmente dal jazz e dal blues.[1]

Sonata per violino n. 2
Il compositore, c. 1925
CompositoreMaurice Ravel
TonalitàSol maggiore
Tipo di composizioneSonata
Numero d'operaOp. 77
Epoca di composizione1923–1927
Prima esecuzioneParigi, Salle Érard, 30 maggio 1927
PubblicazioneParigi, Durand, 1927
DedicaHélène Jourdan-Morhange
Durata media17 min.
Organicoviolino, pianoforte
Movimenti
3 movimenti
  • Allegretto (Sol maggiore)
  • Blues. Moderato (La bemolle maggiore)
  • Perpetuum mobile. Allegro (Sol maggiore)

Storia modifica

Nei primi anni '20 Ravel, per sfuggire alla città e in cerca di solitudine, aveva acquistato uno chalet a Montfort-l'Amaury, a 40 km. da Parigi, che aveva chiamato Le Belvédère. Qui terminò nel 1922 la Sonata per violino e violoncello che fu eseguita in prima esecuzione dalla violinista Hélène Jourdan-Morhange; da lei Ravel ebbe dei preziosi consigli sulla tecnica violinistica di cui si avvalse anche per la partitura di Tzigane[2]; con lei inoltre il musicista condivideva anche l'interesse per la musica jazz; la band blues di W.C. Handy portò infatti lo stile del blues di St. Louis a Parigi dal 1923 al 1927 e Ravel ne fu ispirato dallo stile.[3] Elementi jazz si possono trovare anche nel Concerto per la mano sinistra per pianoforte e in altre opere.
Ravel aveva già scritto una Sonata per violino e pianoforte nel 1897; opera giovanile di cui il musicista terminò solo il primo movimento, l'Allegro iniziale[2]. L'idea di dedicarsi nuovamente a questo tipo di composizione probabilmente venne suggerita al musicista dall'ascolto nel 1922 delle Sonate di Béla Bartók eseguite con l'interpretazione di Jelly d’Arányi al violino e l'autore al pianoforte[4]. Nel 1923 Ravel iniziò la composizione che andava però a rilento, interrotta spesso dalle sue crisi depressive. L'opera avrebbe dovuto essere eseguita dalla Jourdan-Morhange a cui era anche dedicata; la violinista però iniziò a soffrire precocemente di artrite alle articolazioni che le impedirono di esibirsi ancora nei concerti[2]. Questo fatto, unitamente alla lentezza della composizione, fecero saltare quella che era prevista come la prima esecuzione dell'opera a Londra nell'aprile del 1924.
Ravel continuò a comporre la Sonata a intermittenza, sospendendola ora per terminare Tzigane ora per dedicarsi a L'Enfant et les sortilèges e alle Chansons madécasses. Nonostante tutte le difficoltà, la Sonata venne terminata faticosamente nel mese di maggio 1927, pochi giorni prima della data della prima esecuzione. Poiché Hélène Jourdan-Morhange non era più disponibile, Ravel pensò di rivolgersi a un vecchio amico, George Enescu che aveva già suonato l'Allegro della sua prima sonata. Enescu, violinista di grandi capacità, imparò subito la parte, anche se manifestò qualche dissenso sul secondo movimento[2].
La prima esecuzione del lavoro avvenne a Parigi, alla Salle Érard il 30 maggio 1927 con Enescu al violino e Ravel al pianoforte.

Struttura e analisi modifica

La sonata per violino è composta da tre movimenti:

  • Allegretto, (Sol maggiore)
  • Blues. Moderato, (La bemolle maggiore)
  • Perpetuum mobile. Allegro, (Sol maggiore)

Il lungo tempo impiegato da Ravel per scrivere la Sonata n. 2 e le pause dovute alla creazione di altri lavori furono di vantaggio nella maturazione dell'opera; l'evoluzione compositiva del musicista avvenuta in questo lasso di tempo fu frutto proprio dello studio e del perfezionamento tecnico legati a queste composizioni[2].

Secondo Ravel non vi era compatibilità fra il pianoforte e il violino e, su questa linea, nella Sonata egli continuò la modalità di scrittura già avviata in Tzigane e cioè la ricerca di un'indipendenza reciproca fra i due strumenti. Egli scrisse: "Mi sono imposto questa indipendenza scrivendo una Sonata per pianoforte e violino, strumenti essenzialmente incompatibili e che, invece di equilibrare i loro contrasti, mettono qui in evidenza proprio questa incompatibilità"[5].

La Sonata formalmente si riallaccia alla tradizione classica con la suddivisione in tre movimenti. L'Allegretto iniziale è in forma-sonata; l'esposizione dei temi è però insolita, vi sono quattro idee tematiche molto diverse tra di loro. La prima, introdotta dal pianoforte, è di carattere bucolico; l'ispirazione venne a Ravel durante un viaggio in Inghilterra quando provò una grande nostalgia per la Francia e la sua campagna; come raccontò a Manuel Rosenthal, si immaginò perciò un villaggio con una tranquilla fattoria che connotò musicalmente imitando il verso di una gallina utilizzando una sorta di scalpiccio ritmico[6]. L'idea del verso della gallina non è insolito nella letteratura musicale; ve ne furono esempi nelle scritture clavicembalistiche del XVIII secolo e anche in Franz Joseph Haydn (Sinfonia n. 83), musicista molto amato da Ravel[2]. La seconda idea melodica è fortemente caratterizzata dallo staccato; si passa poi alla terza di grande espressività, chiudendo con la quarta melodia affidata agli accordi del pianoforte.

Totalmente contrastante è il secondo movimento, Blues, chiaro omaggio del compositore alla musica americana. La scelta è a dir poco inconsueta in una sonata, tanto è vero che George Enescu considerò questa parte come inammissibile in un contesto "classico"[2]. Ravel riteneva invece che il secondo tempo, abitualmente lento o comunque moderato, potesse essere benissimo affidato al ruolo meditativo del blues, la cui intrinseca malinconia viene richiamata dalla dicitura nostalgico posta dall'autore sulla parte del violino[2].

Il Perpetuum mobile conclusivo è il movimento più breve della Sonata. Dopo una breve introduzione caratterizzata da staccati e pizzicati, prende avvio una parte di grande virtuosismo dove le differenziazioni fra i due strumenti sono portate a grado elevato; mentre al pianoforte è affidata la parte tematica, il perpetuum mobile propriamente detto viene eseguito dal violino. Gli strumenti riprendono brani dei due movimenti precedenti, dal tema bucolico a sprazzi del Blues. Il violino viene impegnato in molteplici serie di virtuosismi a grande velocità mentre il pianoforte affronta una successione di rapide terzine, di glissandi e acciaccature che preannunciano le difficoltà esecutive del Concerto in sol[2].

Note modifica

  1. ^ Kelly, 2001, p.868.
  2. ^ a b c d e f g h i Enzo Restagno, Ravel e l'anima delle cose, Milano, Il Saggiatore, 2009.
  3. ^ Stuckenschmidt, 1968, p.192.
  4. ^ Luigi Bellingardi, Sonata n. 2 in sol maggiore, su flaminioonline.it. URL consultato il 1º settembre 2020.
  5. ^ Maurice Ravel, Esquisse autobiographique in Revue Musicale, Parigi, Numero unico, dicembre 1938
  6. ^ Souvenirs de Manuel Rosenthal a cura di Marcel Marnat, Edizioni Hazan, Parigi, 1995

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN293573917 · LCCN (ENn92114553 · BNF (FRcb13917768k (data) · J9U (ENHE987007345671905171
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