Pietro Mascagni: differenze tra le versioni

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=== ''Cavalleria rusticana'' e ''Iris'' ===
{{listen|pos=right|filenamefile=Pietro Mascagni - Cavalleria Rusticana - Intermezzo Sinfonico.ogg|titletitolo=Cavalleria Rusticana: Intermezzo Sinfonico|description=|format=[[Ogg]]}}
 
Nel luglio del [[1888]] s'iscrisse ad un concorso, indetto dalla casa editrice [[Sonzogno (editore musicale)|Sonzogno]], per un'opera in un singolo atto. Mascagni chiese al suo amico [[Giovanni Targioni-Tozzetti (librettista)|Giovanni Targioni-Tozzetti]], poeta e professore di letteratura all'[[Accademia Navale di Livorno]], di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse ''Cavalleria rusticana'' (un dramma scenico che [[Giovanni Verga]] aveva tratto dalla sua [[Cavalleria rusticana (novella)|omonima novella]]), avvalendosi della collaborazione di [[Guido Menasci]].<ref>{{cita|Sansone|p. 200}}.</ref> L'opera, che fu completata l'ultimo giorno valido per l'iscrizione al concorso, si piazzò tra le prime tre (su 73 partecipanti), insieme al ''Rudello'' di [[Vincenzo Ferroni]] e a ''Labilia'' di [[Nicola Spinelli]], e il 17 maggio 1890 ''[[Cavalleria rusticana (opera)|Cavalleria rusticana]]'' debuttò al [[Teatro Costanzi]] di [[Roma]], ottenendo un successo clamoroso di pubblico e vincendo il concorso.<ref>{{cita|Sansone|pp. 200-201 n. 6}}.</ref> Il successo, a quel punto, si ripeté in ogni teatro nel quale venne da allora rappresentata. L'anno seguente, [[1891]], vide il debutto di un'altra opera (sempre al Costanzi di Roma), ''[[L'amico Fritz]]''. Nel frattempo però, a turbare la gioia di Mascagni per i suoi primi successi, intervenne Giovanni Verga il quale, non soddisfatto dell'offerta di Sonzogno per i diritti di adattamento della sua novella, aprì una causa per plagio, sostenendo, fra l'altro, di non avere mai concesso ufficialmente il permesso all'adattamento, ma solo un generico assenso ad un'informale richiesta del musicista. La causa fu vinta da Verga: lo scrittore siciliano ottenne un lauto risarcimento (il 25% degli utili derivanti dalla rappresentazione dell'opera), che gli garantì per un certo tempo una discreta tranquillità finanziaria<ref>{{cita libro|autore=Domenico Giuriati|titolo=Il plagio furti letterari artistici e musicali|città=Milano|editore=Hoepli|anno=1903|pp=316-317|url=https://archive.org/stream/ilplagiofurtilet00giuruoft#page/316/mode/2up}}</ref>.