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* ''Pitius Superior'' (Pizzo Superiore), attualmente identificabile con la rocca che sovrasta il paese;<ref name = "storia"/>
* ''Pitius Medium'' (Pizzo Medio) molti l'identificano con la Rocca Fonte Maggiore;<ref name = "storia"/>
* ''Pitius Inferior'' (Pizzo Inferiore) attualmente detto Roccarsa.<ref name = "storia"/>
 
Tutt'intorno a questi tre '''Pitius''' vi erano delle [[faggeta|faggete]], dei [[cerro (albero)|cerreti]] e delle abetine mentre la popolazione si dedicava alla [[transumanza|pastorizia transumante]] ma poi si dedicavano all'agricoltura.<ref name = "storia"/>
 
Sulla fusione dei tre "Pizzi" vi sono due ipotesi:<ref name = "storia"/>
# Secondo un archivio napoletano un'ignota catastrofe distrusse i tre '''Pizzi''' così gli abitanti superstiti si stanziarono nel centro odierno;<ref name = "storia"/>
# secondo un'altra ipotesi si salvarono due fratelli, Rocco e Lorenzo. Rocco si stanziò a Pizzoferrato mentre Lorenzo a [[Gamberale]], fatto provato che una delle chiese di Pizzoferrato è dedicata a [[san Rocco]], mentre il patrono di Gamberale è [[san Lorenzo]].<ref name = "storia"/>
 
Una piantina dell'archivio delle carte geografiche attesta che il nome è "Pizzosterrato" cioè Pizzo fuori terra. Nel [[Medioevo]] quando fu invaso dai briganti e il paese fu costretto a chiudere le porte d'accesso il nome fu cambiato nell'odierno.<ref name = "storia"/>
 
Originariamente [[masseria|masserie]] a Pizzoferrato non c'erano, per il [[brigantaggio]]. Quando in [[Abruzzo]] il brigantaggio venne eliminato la popolazione andò a stanziarsi in masserie (dette anche frazioni). Chi invece non andò ad abitare nelle masserie preferì andare ad abitare a Pizzoferrato paese.<ref name = "storia"/>
 
Le tre masserie-frazioni attuali sono:
* [[Collalto (Pizzoferrato)|Collalto]]<ref name = "storia"/>;
* [[Castiglione (Pizzoferrato)|Castiglione]]<ref name = "storia"/>;
* [[Turchi (Pizzoferrato)|Turchi]].<ref name = "storia"/>.
 
Il fenomeno che trattava lo spostarsi di popolazione perdurò ancora per qualche secolo.<ref name = "storia"/>.
 
Oggi la parte superiore dello sperone roccioso che sovrasta Pizzoferrato è stata trasformata in un sacrario militare della Memoria della Battaglia della Brigata Maiella. Negli anni del secondo dopoguerra Pizzoferrato ha subito il fenomeno dell'emigrazione e dello spopolamento, e negli anni 1970settanta ha cercato di seguire il turismo invernale della vicina [[Roccaraso]] (AQ), costruendo presso la selva di San Domenico il villaggio turistico di [[Valle del Sole]], purtroppo mai entrato pienamente in funzione, per un problema di realizzazione delle condutture idriche e fognarie, e per la mancata costruzione dell'impianto sciistico vero e proprio, anche se nel 2019 sono stati presentati progetti per il rilancio del sito. Nel 2015 inoltre, con l'ondata di gelo regionale, Pizzoferrato ha visto franare parte della strada provinciale 164, che collega il comune di [[Palena]] (CH) dalla località Valico della Forchetta al comune.
=== Pizzoferrato e la seconda guerra mondiale ===
Il 15 gennaio 1944, una forza mista di maiellini e britannici guidata dal maggiore Wigram, da qualcuno battezzata ''Wigforce'', partì da [[Casoli]], comune nella vallata dell'Aventino (CH) dove si era costituita la Banda dei Patrioti della Maiella, comandata da [[Ettore Troilo]] e patrocinata dal Comando alleato di Liberazione, per una missione congiunta, la prima. Conquista, non senza difficoltà, Colle dei Lami (Lama dei Peligni); il 17 arriva a Colle Ripabianca.
 
Il 30 gennaio una nuova missione per la ''Wigforce'', con obiettivo Pizzoferrato paese posto in posizione strategica, a quota 1300 metri e lungo il corso del fiume [[Sangro]], occupato dalla 305ª Divisione di Fanteria Tedesca. La notte del 30 gennaio viene liberata [[Quadri]]. Il 31 procedono lungo [[Torricella Peligna]] e [[Lama dei Peligni]] distrutti e abbandonati dai tedeschi. La notte dopo il 2 febbraio si parte da [[Fallo (Italia)|Fallo]] con destinazione Pizzoferrato. L'attacco, all'alba del 3 febbraio, fallisce e tra i caduti si registra lo stesso maggiore Wigram. I maiellini ripiegarono con una rocambolesca fuga lungo un ripido pendio, riuscendo a recuperare la posizione iniziale a Fallo.
Tuttavia dopo lo scontro i tedeschi abbandonarono Pizzoferrato, temendo un secondo attacco. Il 4 febbraio uomini della Brigata Maiella e del ricostituito Esercito Italiano raggiungono il paese e lo presidiano. Negli scontri la Brigata registra 14 uomini caduti, 10 prigionieri e 12 feriti.
[[File:Lionel-Wigram.jpg|thumb|left|upright=0.8|Lionel Wigram, il tenente che guidò la battaglia di Pizzoferrato il 2 febbraio 1944, insieme ai "maiellini" patrioti]]
 
Un plotone comandato da Wigram avrebbe dovuto acquartierarsi a Casa Casati, nelle vicinanze del paese, l'altro plotone (il X) avrebbe dovuto inserirsi in Casa Melocchi, a valle del paese. Il maggiore Wigram ordina l'attacco dei patrioti a Casa Casati con 20 inglesi e 15 italiani patrioti. I tedeschi all'interno della casa, nelle vicinanze di piazza San Rocco, sono colti di sorpresa, ma attaccano la truppa del tenente Glieca; Wigram viene ferito, e il Glieca ordina ai patrioti di circondare la casa, in modo che i tedeschi non possano uscire senza scontrarsi con loro; successivamente giunge il tenente Aixell che ordina un nuovo assalto a Casa Casati, ma incontrano la resistenza del Glieca, in quanto era giunto il giorno, e gli uomini erano troppo esposti, dacché l'attacco era stato pianificato prima dell'alba quando era ancora buio.
 
L'intento di Wigram di annientare a qualunque costo i tedeschi trova delle resistenza tra i viceufficiali, poiché si era deciso di aspettare i rinforzi dei paracadutisti del capitano Gay, i quali erano ritardati dalla neve. Il tenente Aixell prende le veci di Wigram e ordina un nuovo attacco a Casa Casati, che si risolve con la resa dei tedeschi, anche se Aixell rimase ferito gravemente. A causa del suo ferimento e della morta sopraggiunta del Wigram durante il primo attacco di mitraglia, i patrioti rimangono allo sbando, non fanno in tempo a riorganizzarsi nella piazza della chiesa, i paracadutisti di Gay non giungono, e i tedeschi si riorganizzano dalle alture, iniziando a mitragliare la piazza.
 
Il tenente Glieca ordina una ritirata sgangherata, alcuni riescono a salvarsi, guadando il torrente Parello e a scendere al vicino paese di [[Fallo]], gli altri sono prigionieri della conformazione geologica del paese stesso, e prendono a risalire la montagna rocciosa che sovrasta il paese, sino a rifugiarsi, incalzati dai tedeschi, nella chiesa di Santa Maria del Girone. Non potendo più difendersi, esaurite le munizioni, i tedeschi intimano la resa, e uccidono sul posto del presbiterio i patrioti insorti. Il bilancio dei morti è di 20 morti tedeschi, di cui 3 prigionieri, 2 morti inglesi, 22 prigionieri, 10 morti dei patrioti italiani, 12 dispersi e prigionieri, 6 feriti. Ancora oggi i buchi, presso il muro della chiesetta di montagna, lasciati dalla scarica di mitraglia tedesca sono visibili, lasciati in segno di memoria.
 
Nell'analisi dei combattimenti viene considerata eccessivamente spregiudicata la condotta del maggiore Wigram che avrebbe potuto attendere rinforzi, ovvero una unità di paracadutisti della Nembo agli ordini del capitano Francesco Gay, peraltro già in marcia. I patrioti della Maiella devono molto al maggiore Lionel Wigram, del V Corpo d'Armata Britannico, che diede a questo strano esercito l'occasione di dimostrare il suo valore. Adesso gli Alleati non poterono che riconoscere il valore di questo gruppo di Patrioti e concedere loro quello che volevano: battersi contro gli invasori.
 
A partire dal febbraio 1944 Domenico Troilo si distinse in una leggendaria difesa di Fallascoso, una frazione di Torricella Peligna, avamposto sulla Linea Gustav. Il 23 febbraio con soli 20 uomini fronteggiò per tutta la notte un possente attacco della divisione tedesca degli [[Cacciatore (tattica)|Jäger]]. La difesa riuscì senza perdere neanche un uomo. La difesa resse intatta a tutti gli attacchi sferrati.
 
Dopo gli innegabili successi riportati, il 28 febbraio il Capo di Stato Maggiore [[Giovanni Messe]] riconobbe la formazione con il nome ''Banda Patrioti della Maiella'' e li inquadrò nella 209ª Divisione di fanteria. Divennero, finalmente, una unità militare pienamente riconosciuta e la loro bandiera di combattimento fu la prima al di fuori di quella del ricostituito Regio Esercito.
 
'''Dal dopoguerra a oggi'''
 
Oggi la parte superiore dello sperone roccioso che sovrasta Pizzoferrato è stata trasformata in un sacrario militare della Memoria della Battaglia della Brigata Maiella. Negli anni del dopoguerra Pizzoferrato ha subito il fenomeno dell'emigrazione e dello spopolamento, e negli anni 1970 ha cercato di seguire il turismo invernale della vicina [[Roccaraso]] (AQ), costruendo presso la selva di San Domenico il villaggio turistico di [[Valle del Sole]], purtroppo mai entrato pienamente in funzione, per un problema di realizzazione delle condutture idriche e fognarie, e per la mancata costruzione dell'impianto sciistico vero e proprio, anche se nel 2019 sono stati presentati progetti per il rilancio del sito. Nel 2015 inoltre, con l'ondata di gelo regionale, Pizzoferrato ha visto franare parte della strada provinciale 164, che collega il comune di [[Palena]] (CH) dalla località Valico della Forchetta al comune.
 
=== Simboli ===
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
; Chiesa della Madonna del Girone: Si trova presso la rupe del centro del paese. Non vi sono date certe sulla sua fondazione, ma si sa che è la più antica. La costruzione viene fatta risalire all'[[XI secolo]] mentre l'abside è un'aggiunta del [[XIII secolo]]. La struttura attuale a un'unica navata con [[volta a botte]] e [[lunetta|lunette]] viene fatta risalire al [[XIX secolo]]. La chiesa fu danneggiata nel terremoto del [[1984]] e successivamente restaurata.<ref name = "Madonna del Girone">{{cita web
|autore= Sangroaventino |url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Pizzoferrato/pagine.asp?idn=2087 |titolo= Chiesa della Madonna del Girone |accesso= 14 ottobre 2009 |data= 2004 }}</ref>
: La facciata è interamente intonacata. Al centro si apre un portale in pietra semplice, sopra al portale vi è una finestra anch'essa realizzata in pietra e [[architrave|architravata]]. Sul lato destro della facciata vi è il campanile. Nella chiesa della Madonna del Girone vi sono i resti delle statue di ''[[San Nicola di Bari]]'' e ''San Domenico'' del [[XIV secolo]] e un dipinto del [[1650]] circa. La campana della chiesa è di [[Agnone]]. All'interno vi sono l'acquasantiera in marmo nero della [[Maiella]]<ref name = "Madonna del Girone"/> e un [[crocifisso]]. Questo crocifisso, secondo una leggenda, era bramato dai [[nazisti|tedeschi]] in fuga sulla [[Linea Gustav]], durante la [[seconda guerra mondiale]], ma non riuscendo a portarlo via, gli spararono contro una raffica di mitra ma, secondo testimoni, il crocifisso, per non essere colpito, si spostò. A tutt'oggi rimangono i fori dei proiettili sul muro come testimonianza. In questa chiesa si rifugiarono anche qualche partigiano per non essere catturato dai tedeschi, ma i partigiani, scoperti, si videro costretti a sacrificarsi buttandosi dalla rupe che dà sul paese.<ref name="nuke">{{cita web |url= http://nuke.pizzoferrato.org/Storia/tabid/479/Default.aspx |titolo= Storia e curiosità del comune di Pizzoferrato (CH) |accesso= 17 ottobre 2009 |urlmorto= sì |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130301212902/http://nuke.pizzoferrato.org/Storia/tabid/479/Default.aspx |dataarchivio = 1º marzo 2013 }}</ref>
; Chiesa di San Rocco: Questa chiesa è sita in piazza San Rocco. Risale alla seconda metà del [[XIX secolo]]. Fu costruita sulle rovine della cappella preesistente di San Rocco.<ref name = "San Rocco">{{cita web
|autore= Sangroaventino |url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Pizzoferrato/pagine.asp?idn=2086 |titolo= Chiesa di San Rocco |accesso= 17 ottobre 2009 |data= 2004 }}</ref>
: La facciata, rettangolare è in conci di pietra ornati da [[lesena|lesene]]. Il campanile è in tre livelli. All'interno a unica navata con, al termine, un'abside, e cappelle laterali, vi è una [[trabeazione]]. La volta è [[volta a botte|a botte]] con [[lunette|lunetta]]. Il [[presbiterio]] è a cupola. Gli stuchi e le decorazioni sono tinteggiati di beige.<ref name = "San Rocco"/>
; Chiesa di San Nicola: Della chiesa originaria attualmente ne rimane solo un piccolo rudere che, anticamente sosteneva un muro perimetrale. Si trattava nel quartiere di Pizzo o Terra vecchia presso la chiesa della Madonna dei gironi. Nell'Ottocento fu distrutta perché in condizioni precarie. L'interno era a due navate col soffitto in legno dorato nello stesso stile della chiesa di [[Pescocostanzo]]<ref name = "Manoscritto">{{cita libro| nome = Don V.| cognome = Sammartino| titolo = Cronistoria parrocchiale (Trascrizione dal manoscritto)
| anno =2000| editore =Archivio parrocchiale di Pizzoferrato| città =Pizzoferrato }}</ref><ref>{{cita web
|autore= Sangroaventino
|url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Pizzoferrato/pagine.asp?idn=2085
|titolo= Chiesa di San Nicola |accesso= 14 ottobre 2009 |data= 2004 }}</ref>.
; Chiesa di San Domenico in Silvis: Nella località San Domenico in Silvis o "La Valle" vi è l'eremo eponimo costante di una chiesetta rurale pittoresca in stile romanico rurale posta sotto una rupe a burrone. La facciata è stata realizzata in [[calcare|pietra calcarea]] della Maiella. La copertura è a capanna. Nel retro è sita la grotta ov'è l'eremo originario del [[San Domenico di Sora|santo]]. Iniziata a essere costruita nel [[1921]] è stata terminata nel [[1923]]. L'interno è a un'unica navata a due [[campata|campate]] con [[volta a botte|copertura a botte]].<ref name = "Manoscritto"/><ref>{{cita web
|autore= Sangroaventino |url= http://www.sangroaventino.it/sezioni/-Pizzoferrato/pagine.asp?idn=2084 |titolo= Chiesa di San Domenico in Silvis
|accesso= 14 ottobre 2009 |data= 2004 }}</ref>.
 
=== I palazzi, il fileremo e il castello ===
 
* Il '''Palazzo Municipale'''. Il palazzo è del tipo a blocco isolato realizzato nel [[XIX secolo]] a due piani più sottotetto a piazza San Rocco. È stato recentemente restaurato. Le pareti esterne sono state realizzate in pietra calcarea smussata, conci di pietra negli angoli e mattoni nelle rifiniture.<ref>{{cita web
|autore= Sangroaventino
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|data= [[2004]]
}}</ref>
* Sulla rupe vi è anche "'''il fileremo'''", che è rappresentato da una villa.<ref name = "turistinitalia"/>
* '''Due belvedere'''. Dai belvedere si può ammirare un panorama che arriva alla [[Dalmazia]], tanto che da [[Gabriele D'Annunzio]] venne definita la terrazza d'Abruzzo".<ref name = "turistinitalia"/>
 
=== Risorse naturalistiche ===
 
I dintorni sono ricoperti da boschi di [[faggio]], [[quercia|querce]] e [[Abies|abeti]] che ospitano [[Ursus arctos marsicanus|orsi bruni marsicani]], [[cinghiale|cinghiali]], [[Canis lupus|lupi]], [[martora|martore]], [[Buteo buteo|poiane]], [[falco|falchi]], [[scoiattolo|scoiattoli]] oltre a mammiferi e uccelli rari.
 
Vari itinerari di [[trekking]] ed escursioni boschivo-montane possono favorire l'incontro fra questi animali e i turisti.
 
A circa 3 chilometri dal paese si trova un villaggio turistico chiamato "[[Valle del Sole]]", a 1492&nbsp;m [[s.l.m.]] dove si trovano una pista da [[sci di fondo]] e una da [[sci alpino]], insieme a [[sentiero|sentieri]] segnalati dal [[Club Alpino Italiano]] (CAI).
 
Nel 2017 è stata eretta in paese una statua dedicata a [[Bruno Sammartino]].
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== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
Il comune è interessato da un lento processo di spopolamento. {{Demografia/Pizzoferrato}}
 
== Amministrazione ==