Ugoni-Longhi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m wikilink senza redirect
m ortografia
Riga 50:
===Rapporti con gli ultimi conti di Parma===
[[File:Parma Dom und Baptisterium4.jpg|thumb|right|Parma, [[duomo di Parma|Duomo]] e [[Battistero di Parma|Battistero]]]]
Proprio da questa unione sarebbe scaturito un importante legame tra due stirpi che avevano entrambe posto solide basi per una ampia signoria territoriale nella fascia tra il Po e il lago di Garda. Donella e Uberto erano figli del conte parmense Arduino, in stretti rapporti, forse anche di consanguineità, con la stirpe marchionale dei [[Canossa (famiglia)|Canossa]]. Presenti con i loro beni in alcune zone del Veronese, [[provincia di Vicenza|Vicentino]], Reggiano, Bresciano, vassalli del [[diocesi di Reggio Emilia|vescovo di Reggio]], i cosiddetti ultimi conti di Parma si radicarono nell’area dell’Alto Mantovano e della Bassa bresciana orientale soprtattuttosoprattutto con Uberto I, che disponeva di località, chiese e [[castello|centri incastellati]] a [[Manerba del Garda]], [[Solferino]] e soprattutto a [[Medole]], e forse anche a Casaloldo; parte di questi beni vennero donati ad enti religiosi, soprattutto l’[[abbazia di San Benedetto in Polirone|abbazia di Polirone]], o permutati con gli stessi<ref>A. Conti, Gli ascendenti dei Casaloldo, 2009.</ref>.
 
===I Bosonidi===
Riga 56:
Da Donella Bosone II ebbe cinque figli, chiamati Bosonidi: Ugo, detto “di Desenzano”, ma attivo anche a [[Calvisano]], sposato con una donna della stirpe dei conti di [[Treviso]], Matilde, la quale nel [[1107]] effettuò un importante lascito al [[abbazia di San Tommaso|monastero di famiglia di Acquanegra]]: questi coniugi detenevano inoltre beni nella pianura reggiana, come risulta da altre donazioni; un altro figlio fu Bosone III, che intraprese la carriera ecclesiastica diventando arcidiacono della [[cattedrale di Parma]]; Uberto, che sposò una Berta, con la quale, stando in [[Marcaria]], siglò alcuni lasciti; Gisla, dopo essersi unita con un Turrisendo, famiglia capitaneale veronese, andò in sposa al conte Alberto di [[Sambonifacio]]; ultimo figlio fu Alberto di Sabbioneta, che, al contrario del padre, è una dei personaggi più importanti al seguito della contessa [[Matilde di Canossa]], in veste di vassallo e di [[testimone]] ad atti e convenzioni<ref>A. Conti, Gli ascendenti dei Casaloldo, 2009.</ref>.
 
I figli di Bosone accentuarono ulteriormente la politica di accentramento patrimoniale nell’attuale zona di confine tra i territori di Brescia, Mantova, Cremona, area che si prestava bene alla fondazione e al consolidamento di un vasto ''dominatus loci'' basato su alcuni centri incastellati , per il fatto di essere distante dai rispettivi centri cittadini, e quindi sfuggevole ad un controllo da parte sia degli episcopati che dei nascenti comuni. Anche per conseguire questo scopo, i conti Ugo, Bosone III, Uberto e Alberto intrapresero un’opera di [[liquidazione]] delle parti del patrimonio distanti dalla suddetta zona e dunque difficilmente controllabili, soprattutto per mezzo di donazioni ad enti eccesiasticiecclesiastici: è il caso dei loro beni nel Piacentino e nel Reggiano (Gualtirolo, Costamezzana, [[Campegine]])<ref>A. Conti, Gli ascendenti dei Casaloldo, 2009.</ref>.
 
[[File:Campagna di Medole.jpg|250px|thumb|right|Paesaggio tipico dell'[[Alto Mantovano]], zona di insediamento dei conti Ugoni e Longhi]]