Nikolaj Zabolockij: differenze tra le versioni

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È considerato «uno dei grandi poeti russi del XX secolo»<ref>cfr. D. Golstein, ''Nikolai Zabolotsky: play for mortal stakes'', Cambridge University Press, 1993.</ref>, ma rimane ancora poco conosciuto in Occidente. È «l'ultimo rappresentante della tradizione russa [[Letteratura futurista|futurista]]»<ref name="ivi.">''ivi.''</ref>, «l'ultimo modernista russo»<ref>'' name="ivi.''<"/ref> e «il primo poeta dell'era sovietica»<ref>'' name="ivi.''<"/ref>. La sua opera non è di facile classificazione, e forse per questo «non ha avuto abbastanza attenzioni al di fuori della [[Russia]]»<ref>cfr. D. Goldstein, ''The life of Zabolotsky by Nikita Zabolotsky'', in ''Russian Review'', vol. 54, n. 4 (October, 1995), pp. 619.</ref>.
 
==Biografia==
È nato vicino a [[Kazan']] e «ha imparato dalla sua educazione provinciale ad amare la natura e a vedere in essa una parte delle follie dell'uomo»<ref>cfr. H. Muchnic, ''Three Inner Emigres: Anna Akhmatova, Osip Mandel'štam, Nikolaj Zabolotskij'', in'' Russian Review'', vol. 26, n. 1 (gennaio, 1967),p. 23.</ref>. Suo padre, agronomo, «ha servito fedelmente l'[[Unione Sovietica]] ed è stato premiato come "eroe del lavoro" nella provincia in cui ha lavorato quarant'anni»<ref>'' name="ivi.''<"/ref>. Sua madre, maestra di scuola, era simpatizzante del movimento rivoluzionario. Ha frequentato la scuola provinciale, poi l'<nowiki/>''Istituto Pedagogico Herzen'' a [[Leningrado]], dove ha cominciato a scrivere poesie, imitando [[Vladimir Vladimirovič Majakovskij|Vladimir Majakovskij]], [[Aleksandr Aleksandrovič Blok|Aleksandr Blok]] e [[Sergej Aleksandrovič Esenin|Sergej Esenin]]. Si è laureato nel [[1925]], e dopo un anno nell'[[Armata Rossa]], ha cominciato a collaborare con una casa editrice statale che si occupava di letteratura per l'infanzia.
 
Le sue prime poesie sono apparse sulle riviste letterarie nel [[1927]]. È entrato nei circoli letterari di Leningrado, e l'amicizia con [[Daniil Charms]] e [[Aleksandr Ivanovič Vvedenskij]] ha portato alla creazione di [[OBĖRIU]] (acronimo per "Associazione per l'arte reale", in russo ''Объединение реального искусства''), l'ultima avanguardia politicamente indipendente (quasi tutti i membri hanno avuto una vita sfortunata).
 
Nel [[1929]] è uscita la sua prima opera, ''Stolbcy'' ("Colonne"), che gli ha procurato un grande ''succès de scandal''. Negli anni immediatamente successivi Zabolockij ha sentito il bisogno di nuovi stimoli: è stato un grande appassionato letteratura scientifica, ha letto le opere di artisti e pensatori, è entrato in contatto con [[Kazimir Severinovič Malevič|Kazimir Malevič]], [[Pavel Nikolaevič Filonov|Pavel Filonov]]<!-- ru:Филонов, Павел Николаевич --> e [[Savel'ev]]. In questi anni ha scritto anche racconti per bambini, come altri oberiuti, la cui potenza immaginativa ben si adattava alla percezione del mondo dei bambini.
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==I due Zabolockij==
Zabolockij credeva che «la ragione umana avesse il dovere di cambiare la natura, ma l'uomo in cambio doveva imparare dalla natura»<ref>cfr. N. Zabolotskij, ''The life of Zabolotskij'', edited by R. R. Milner-Gulland, Cardiff, University of Wales Press, 1994.</ref>. Zabolockij era interamente consacrato alla sua arte; la sua era una vita appartata, ma «era un uomo pieno di ironia e ottimismo»<ref>'' name="ivi.''<"/ref>, anche nei momenti difficili.
 
L'opera di Zabolockij si può dividere in due periodi. Dal 1926 al 1933 «la straordinaria combinazione di semplicità classica e linguaggio [[Surrealismo|surrealista]], di [[metrica]] tradizionale e [[Sincope (metrica)|sincopi]] non convenzionali, lo hanno reso uno dei più originali poeti sovietici»<ref>cfr. R. D. B. Thomson, ''Zabolotskij. Stikhotvorenija'', in ''The Slavonic and East European Review'', vol. 45, n. 104 (gennaio, 1967), pp. 235-236.</ref>. «Apparentemente inarticolata, estremamente irrazionale, a volte assurda e grottesca»<ref>cfr. G. Struve, ''The double life of Russian Literature'', in ''Books Abroad'', vol. 28, n. 4 (autunno, 1994), p. 395.</ref>, la sua poesia è stata alla fine degli anni Venti una voce fuori dal coro, non conforme alle tendenze realistiche del periodo. Zabolockij apparteneva al ristretto gruppo di «poeti moderni difficili ed è, come [[Boris Leonidovič Pasternak|Boris Pasternak]], un poeta per i poeti»<ref>cfr. V. Sandominsky, ''Nikolaj Zabolotskij. 1903-1958'', in ''Russian Review'', vol. 19, n. 3 (luglio, 1960), p. 270.</ref>. È stato un «innovatore», con la sua «nervosa, frammentaria, surrealistica visione del mondo urbano sovietico»<ref>'' name="ivi.''<"/ref>. È una visione «sospesa tra [[satira]] e disperazione»<ref>'' name="ivi.''<"/ref>. Le cose più comuni e semplici della realtà «assumono contorni e forme da incubo»<ref>cfr. V. Zavalishin, ''Nikolai Zabolotsky'', in ''Novy Zhurnal'', LVIII, September, 1959, p. 122.</ref>. Ben presto la stampa sovietica lo ha dipinto come una persona pericolosa; viene attaccato per la sua non convenzionalità e per i suoi intenti satirici.
 
Dopo la metà degli anni Trenta, per dieci anni non si sono avute più sue notizie. Durante il lungo esilio, è riuscito a scrivere solo una poesia.
Le tragiche e complesse esperienze della sua vita hanno sviluppato un lato molto differente della sua personalità letteraria.
 
La poesia del secondo periodo è semplice e tradizionale, e non ha quasi nulla in comune con quanto ha scritto prima; è marcata da «una grande moderazione e formalità; le irregolarità ritmiche sembrano scomparire; il linguaggio diventa più convenzionale e gli elementi satirici cedono il posto a temi filosofici»<ref>cfr. R. D. B. Thomson, ''op. cit.'', p. 236.</ref>. Il suo stile cambia. Scrive per lo più sulla natura, sulla morte, sull'immortalità, a volte su ragione e arte, a volte sugli esseri umani. Dopo il gulag, ha preso la pragmatica decisione di salvare l'essenza della sua poesia, celandone le parti più visibili. Zabolockij viene disprezzato per i suoi apparenti compromessi col potere letterario sovietico, che lo hanno portato a scrivere diverse poesie al servizio dello stato.
 
I critici occidentali generalmente preferiscono il primo Zabolockij, mentre in Unione Sovietica le opere del secondo periodo riscuotono più successo.
 
In entrambi i periodi, «la sua poesia è tecnicamente un capolavoro»<ref>cfr. H. Muchnic, ''op. cit.'', p. 24.</ref>. La sua opera è «una brillante combinazione di classico formalismo e fantasia selvaggia, che inserisce in un elegante cornice ottocentesca con elementi bizzarri e assurdi tipici di surrealisti, [[Espressionismo|espressionisti]], [[Dadaismo|dadaisti]]»<ref>''Ibidem'', p. 25.</ref>.
 
==Opere==
Il suo primo libro, ''Stolbcy'' ("Colonne") è stato pubblicato nel 1929 e poi ritirato e vietato. L'opera è un ciclo di meno di venti poesie, composte tra il 1926 e il 1928. Queste poesie sulla grande città «illuminano in modo grottesco e in flash apparentemente disconnessi il degrado di un mondo sottosopra»<ref>cfr. R. R. Milner-Gulland, ''Zabolotskij: Philosopher-Poet'', in ''Sovietic Studies'', vol. 22, n. 4 (aprile, 1971), p. 599.</ref>: Leningrado negli ultimi anni della [[Nuova politica economica]] (NEP). L'opera è caratterizzata da una dispettosa irriverenza verso le convenzioni sociali, gli stereotipi e le istituzioni. Parole animate e inanimate sono ugualmente vive nella sua poesia, e mostrano un'indomita volontà. Il suo spirito irrazionale lo rende vicino a [[Daniil Charms]] e [[Aleksandr Ivanovič Vvedenskij|Aleksandr Vvendenskij]], mentre l'[[antropomorfismo]] richiama il [[primitivismo]] di [[Velimir Chlebnikov]]. La poesia ''I segni dello zodiaco si cancellano'', un'assurda ballata, fornirà nel 1996 le parole per una canzone russa pop.
 
''Toržestvo zemledelija'' ("Il trionfo dell'agricoltura"), pubblicato su ''Zvezda'' nel 1933, descrive la trasformazione di una fattoria collettiva in un [[idillio]], dove sbocciano le arti. Il numero di ''Zvezda'' contenente ''Toržestvo zemledelija'' è stato confiscato e sostituito con una versione mutilata. Il poema segna l'inizio delle difficoltà con il potere e un cambiamento di stile; è stato accolto con indignazione ed è stato letto come un'iperbole [[Ironia|ironica]]; i critici sovietici l'hanno attaccato come una pericolosa «[[satira]] sulla [[collettivizzazione]]»<ref>cfr. A. Makedonov, ''Nikolai Zabolotskii. Zhizn', tvorchestvo, metamorfozy'', Leningrad, 1968, p. 140.</ref>. In seguito, soprattutto in Occidente, altri critici hanno considerato il poema come «una visione [[Utopia|utopica]] di una natura libera da sofferenze e completamente assimilata dal genere umano»<ref>cfr. F. Mierau, ''Revolution und Lyric'', Berlin, 1973, p. 188.</ref>.
 
Dopo l'esilio, si è dedicato alla traduzione del medievale ''[[Canto della schiera di Igor]]'' nel moderno verso russo; poi ha tradotto il [[poema epico]] georgiano ''Il cavaliere dalla pelle di pantera'' di [[Shota Rustaveli]], e le opere di altri poeti georgiani come [[Vazha-Pshavela]], [[Grigorij Orbeliani]]<!-- ru:Джамбакуриан-Орбелиани, Григорий Дмитриевич -->, [[Davit Guramishvili]]. Nel 1948 e nel 1957 ha pubblicato meditazioni liriche la cui caratteristica principale è la gaia sobrietà, e che riflettono sul rapporto tra uomo e natura, e tra ragione e spontaneità.
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==Bibliografia==
* V. Zavalishin, ''Nikolai Zabolotsky'', in ''Novy Zhurnal'', LVIII, September, 1959, p. &nbsp;122.
* V. Sandominsky, ''Nikolaj Zabolotskij. 1903-1958'', in ''Russian Review'', vol. 19, n. 3 (luglio, 1960), pp. 267-274&nbsp;267–274.
* R. D. B. Thomson, ''Zabolotskij. Stikhotvorenija'', in ''The Slavonic and East European Review'', vol. 45, n. 104 (gennaio, 1967), pp. 235-237&nbsp;235–237.
* H. Muchnic, ''Three Inner Emigres: Anna Akhmatova, Osip Mandel'štam, Nikolaj Zabolotskij'', in ''Russian Review'', vol. 26, n. 1 (gennaio, 1967), pp. 13-25&nbsp;13–25.
* A. Makedonov, ''Nikolai Zabolotskii. Zhizn', tvorchestvo, metamorfozy'', Leningrad, 1968.
* R. R. Milner-Gulland, ''Zabolotskij: Philosopher-Poet'', in ''Sovietic Studies'', vol. 22, n. 4 (aprile, 1971), pp. 595-608&nbsp;595–608.
* F. Mierau, ''Revolution und Lyric'', Berlin, 1973.
* D. Golstein, ''Nikolai Zabolotsky: play for mortal stakes'', Cambridge University Press, 1993.
* G. Struve, ''The double life of Russian Literature'', in ''Books Abroad'', vol. 28, n. 4 (autunno, 1994), pp. 389-406&nbsp;389–406.
* N. Zabolotskij, ''The life of Zabolotskij'', edited by R. R. Milner-Gulland, Cardiff, University of Wales Press, 1994.
* D. Goldstein, ''The life of Zabolotsky by Nikita Zabolotsky'', in ''Russian Review'', vol. 54, n. 4 (October, 1995), pp. &nbsp;619.
 
==Collegamenti esterni==